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Autore: ellyjeliebers    20/08/2013    5 recensioni
“So whenyou're lost and you're tired, when you're broken in two, let my love take you higher cause I still turn to you.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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2.

Selena.

Ero sola nella mia stanza, continuavo a guardarmi in giro, intervallando la meravigliosa vista della finestra ai miei tagli su tutto il corpo. Perché mi stavo facendo questo? C'era davvero un motivo, magari era semplice, magari no, fatto sta che io non riuscivo a trovarlo ma se l'avessi trovato sarebbe stato l'inizio della fine delle mie sofferenze, dei miei tormenti, delle mie crisi, di tutto. Per ora sentivo solo il bisogno urgente e masochista di far scorrere quella lama affilata su tutto il braccio.

Bussarono alla porta e senza neanche farci molto caso risposi di entrare, sapevo già che era l'infermiera. Quando la porta di aprì, entrò il solito venticello primaverile che veniva dall'ingresso ma stavolta non era accompagnato dal solito odore di disinfettante, alcool e medicine. Stavolta era un profumo dolce, fresco, gradevole come pochi che fu accompagnato da una voce maschile ancora giovane.

«ciao, scusa questa è pediatria? Sto cercando la camera di mio fratello ma non la trovo.»

«no, questa è psichiatria» «scusami, ho sbagliato».

Psichiatrica. Quel nome ormai insulso e familiare per me risultava strana in quell'occasione, con lui. Rimasi immobile, non mi voltai a guardare il ragazzo che era appena entrato, si sarebbe spaventato nel vedermi. Una sedicenne in un ospedale psichiatrico, piena di cicatrici e con la depressione, chi è che la vuole vedere? Solo le infermiere e la psicologa e probabilmente perché sono obbligate dal loro lavoro.

Sentii il ragazzo fare un passo avanti e mi voltai di appena novanta gradi appena chiese il mio nome. Era davvero interessato o lo diceva solo per educazione?

«Selena» posai lo sguardo sulla parete a lato, incerta di continuare questa conversazione, se così si può definire.

«quanti anni hai?» «sedici» «anche io». Annuii.

«posso entrare?» chiese.

«sì.»

Mi voltai completamente verso di lui, mostrandomi ma temendo chissà quale sua reazione. Il ragazzo non si mosse di un millimetro e la sua espressione rimase invariata alla vista dei tagli continuando invece a parlare come se niente fosse. Era la prima volta che qualcuno non mi guardava come se fossi un alieno, non scappò e per la prima volta non mi chiese il perché di tutto questo. Mi sentii sollevata. Lui si fermò un paio di minuti a parlare, si sedette e mi fece un paio di domande. Io lo guardavo ascoltando ciò che diceva e rispondendo al suo interrogatorio. Era un ragazzo diverso in un certo sento, sentivo che aveva qualcosa di speciale. Era davvero bello. Aveva il cappellino dei Bulls, messo al contrario dal quale uscivano sotto tutti i capelli, tirati verso sinistra, arrivavano fino alle sopracciglia mentre dietro, alla base del collo. Gli occhi color marrone caramello, quasi dorati, grandi. Il naso leggermente a patata ma non troppo largo, la pelle abbronzata ed un sorriso da capogiro. I denti perfettamente dritti e bianchi, le labbra sottili. Tornò poi alla ricerca di suo fratello, promettendo di tornare il giorno seguente.

Non diedi molto peso alla promessa però ora almeno, avevo qualcosa da fare. Qualcuno da aspettare e questa cosa riusciva a liberarmi la mente per un po', cosa che non succedeva da molto. Come aveva fatto un ragazzo in due minuti che è stato qui avere già un'influenza su di me? Sarà il suo sorriso, il fatto che si è quasi interessato o il fatto che non ha fatto domande sul perché mi trovo qui. Il resto del giorno passò abbastanza velocemente ma la sera fu la stessa storia i sempre, lo stesso incubo.

Camminavo lungo una strada, di notte, con il buio più totale, il fresco vento autunnale e il suono dei grilli al lato della strada che cantano per l'ultima volta prima di andarsene a riposare e tornare non appena l'ultimo cumulo di neve si fosse sciolto. Tutto d'un tratto, una macchina inizia a venirmi incontro, di fronte a me. La persona suonava il clacson e faceva i fare segnalandomi di spostarmi ma non ci riuscivo, continuavo a camminare come se sotto i miei piedi ci fosse una calamita che continua a tirarmi avanti. Davanti a me si posizionarono i miei genitori, proteggendomi che vennero investiti morendo sul colpo mentre io, a pochi centimetri dietro di loro, rimango illesa.

Mi sveglio dalle mie stesse urla strazianti che rimbombano nella camera e la porta che sbatte aperta dall'infermiera Jones che con tanta foga si precipita in camera mia a svegliarmi come fa da un anno e tre mesi secondo il solito e nauseante copione. Il giorno dopo ero impaziente di rivedere il ragazzo di cui ancora non sapevo il nome, ripromettendomi di chiederglielo e abbattere la timidezza, per una volta. Solo che il giorno passò lentamente, l'orario delle visite finì e di lui neanche l'ombra.

#SpazioAutrice
Aloha.
i'm back. Sì, sono tornata, sì, il capitolo fa schifo, lo so. So tutto questo ma fi-da-te-vi-di-me che il prossimo sarà fiko (con la k), ve lo prometto, giuro.
Devo ringraziare Eleonora dell'ois per essersi ricordata che dovevo aggiornare e per avermelo chiesto, mi ha fatto sentire importante. anche se non lo so. okok.
question time: sto scrivendo altre due fanfiction (ispirazione notturna mode on), se continuo a scriverle (prima devo finirle del tutto) ve le cagate o le schifate? nel caso ve le caghiate aspettatele per gennaio, non prima.
Ora, prima di eclissarmi vi chiedo di recensire perchè boh, mi aiuta a capire alcune cosuccie.
Ve se ama,
baci, El :)
CREDITI BANNER: 
@xehiistyles (twitter)
seguitela tutti perchè boh, le devo tipo un milione di follow perchè si è scassata con questo benedetto banner, sono una pigna in culo, ik.

  
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