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Autore: xswaghair_    21/08/2013    1 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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MEMORIES
Fourty-seventh chapter.


'a thousand years' - C. Perri. (cliccate sulla nota per ascoltare mentre leggete, spero funzioni, ma se non funziona andatela a cercare su you tube!)

La mattina dopo avrei dovuto prendere l’aereo e andare via, ma intanto volevo godermi per l’ultima volta la vista dal terzo piano della Tour Eiffel.

Stetti lassù sin da quando le biglietterie aprirono e scelsi di prendere il ticket per salire a piedi.

Sono più di mille gradini, lo sai, Emma, vero?, certo che lo sapevo, ma volevo sentire il brivido del vento che attraversava il giubbotto che tenevo e farmi venire ugualmente la pelle d’oca, volevo sentire un gelido respiro proveniente dal nulla spingere verso il mio viso spostando i capelli ed adoravo vedere il mio alito formare una nuvoletta prima di dissolversi nell’aria.

Salii le scale tranquillamente, senza fretta, senza voglia di arrivare in cima e dire ‘ma che faccio qui? Fatemi scendere’, perché io sarei rimasta lì, fino alla chiusura.

Volevo spendere qualche moneta ai monocoli osservando Parigi dall’alto, scrutando gli Champs Elysee e la chiesta del Sacro Cuore, poi spiare qualcuno sui battelli che percorrevano la Senna e vedere altri a Trocadero mentre salivano su delle piattoforme, mettersi in punta di piedi e farsi fare una foto mentre sembra che si è poggiati alla Tour Eiffel.

Mi piaceva vedere la gente da lontano e fare qualche pensierino, anche quando mi sedevo al bar e dietro i migliaia di bastoncini con tanto di lecca lecca a forma della torre, gli occhi mi finivano addosso ai bambini che si erano appena sporcati di cioccolata calda e alle madri disperate che cercavano di pulire i maglioni e i pantaloni dei propri figli.

Li vedevo tutti con cappelli russi sul capo, occhiali da sole e pelliccioni stile anni ‘50, donne giovani accanto a uomini piuttosto cresciuti e famiglie di tutti i tipi, dai Giapponesi agli Americani.

Tenevano pacchi di Louis Vuitton con una mano e con l’altra, invece, tenevano il cappello ben saldo in testa.


Ci saresti dovuto essere anche tu, Rob.

Come se doveva esserci, lui doveva girare il mondo, lui mi avrebbe accompagnata a Parigi per fare shopping per le vie più prestigiose, avrebbe dovuto portarmi al Moulin Rouge per qualche spettacolo e poi mi avrebbe fatto fermare in un negozio di dolciumi sulla strada dei tarocchi che portava al Sacro Cuore, e, subito dopo, alla piazza degli artisti per fare un ritratto insieme, magari mentre ci baciavamo, e così sia uno che l’altra eravamo costretti a stare immobili, con le labbra incastonate a ridere mentre il pittore faceva qualche smorfia per aver sbagliato dei tratti.

Ma tu non amavi più Rob, non non lo amavo più, ma ci eravamo promessi tante cose che valeva farle tutte nonostante io avessi la testa ad un altro, ed avrei continuato a fare la stronza, a dire belle parole dietro un tradimento che non sarei stata capace di mantenere.

No, non avrei fatto mai una cosa del genere a Rob, non a lui, almeno.

E non sarebbe stato lui con cui io avrei dovuto condividere quei momenti, no.

Non da fidanzato, almeno.


Non andavo matta per l’ultimo piano della torre, preferivo il secondo, per lo meno lì potevo sporgermi un po’ anche se c’era una retina di protezione.

Era bello perché, al contrario del terzo piano, era tutto aperto e sentivi che il metallo oscillava per via del vento e poi potevi farti qualche risata silenziosa pensando alle espressioni della gente che si era buttata da là per amore non corrisposto, affari falliti, semplice voglia di morire e cose varie.

Ed io, al contrario loro, ero lì per riempire la mente, non liberarla, e pensare se un giorno avrei mai potuto realizzare gli altri miei sogni: lavorare per il Times di Londra e scrivere qualche libro, ogni tanto, giusto per andare oltre le regole delle news e superare i confini dell’immaginazione, girare il mondo in cerca di novità da pubblicare e poi scrivere qualche pensiero sull’Iphone, poi passarlo al pc, sistemare tutto e preparare un capitolo.

Era questo che volevo, io, una testiera, uno schermo e tutta la mente immersa nei mondi più sperduti dell’universo.

Solo che mancava qualcosa, anzi... no, qualcuno.


Continuavo a fissare Parigi con i polsi penzolanti dalla ringhiera del secondo piano, tutto era come quando ero arrivata, eccetto le mie gambe che cominciarono a farmi male a causa di tutte le ore che avevo passato sullo stesso punto a guardare milioni di palazzi, case, negozi, persone, che per me, in quel momento, equivalevano al nulla.

« Sapevo che ti avrei trovata, prima o poi. »

Solite coppiette romantiche.

« Ti hanno visto l’altro giorno, non sei mica passata inosservata sotto gli occhi di tutta quella gente! »

Perché lui aveva una voce che sembrava essere trattenuta da qualcosa, come se tenesse la mano sulla bocca, e lei non rispondeva mai?

« Qualcuno ti ha anche scattato delle foto e degli intelligenti hanno riportato tutto sul giornale. Giro per Parigi da quando ho notato la notizia, capisci cosa vuol dire vederti qui? Nel posto troppo certo dove rifugiarsi? Sono stato ore seduto per i musei, » lo sentii ridere leggermente « ma nessuna traccia di te, e dove ti trovo? Ringrazio Josh che ti ha vista una mezz’oretta fa sull’ascensore che portava qui, quello dal terzo al secondo piano, intendo! Ero proprio su quel ponte, mi ha chiamato, mi ha detto che aveva vicino te ed io sono corso subito. Certo, ho dovuto aspettare la fila, ma chi vuoi che mi riconoscesse tutto incappucciato? Magari pensano che sono un turista senza riserve e che ha dovuto usare un inutile cappellino da mare per salire a dicembre sulla Tour Eiffel! “Con questo freddo quel pazzo mette un cappellino di paia?” » disse imitando qualcuno e nessun’altro rispondeva « “Ci credo che si copre fino alla bocca con l’impermeabile, qua ci sono dei ghiaccioli, non persone, eh.” ».

Cosa trovava divertente nel suo discorso?

Ed io perché mi ero distratta dai miei pensieri?

Decisi di andarmene da lì, non volevo ascoltare altro.

Magari la ragazza leggeva il movimento delle labbra ed era sordo-muta, o semplicemente muta!

« Hei, non andare via! »

Non parla con te, disse il mio subconscio.

« Emma, dove vai? »

Adesso con chi parla?

Qualcuno mi prese per il braccio.

« Scusa, non volevo metterti paura, ma ho sul serio girato mezza Parigi per vederti. »

Quella dannata voce resa quasi incomprensibile, probabilmente dall’impermeabile di cui aveva parlato, continuava a torturarmi la mente, e qualcos’altro anche il braccio.

« E’ per parlarti! Sai cosa vuol dire cercare di non essere visto da un paparazzo? Ecco, è difficile. » e si sfibbiò un po’ il colletto.

Ecco, è difficile”, conoscevo quella voce, quell’accento.

Mi voltai di scatto.

Stessi lineamenti, stessa carnagione, stesse labbra.

« Possiamo andare dietro quel cartello? Qua mi sento troppo in vista, già che camminare con gli occhiali da sole con questo tempo non è il massimo! » sorrise.


Continuava a tenere ben salda la sua mano al mio polso e mi portò dietro un cartello senza due sagome ovali dove probabilmente dovevano poggiarsi i visi della gente per poi far scattare delle foto.

« Abbassati, su. »

« Zayn? N-non capisco, scusa, che ci fai qui? Lo sai che puoi rischiare, eh? Se ci v...» -edono?

« No, non ci vedranno qui dietro, stai tranquilla! Hei, che hai? » mi sollevò il viso con il pollice, un classico.

« Sai, un tizio che mi viene incontro conciato come lo sei tu in questo momento… beh, non è il massimo. »

Sorridevo con gli occhi abbassati, avevo una gran voglia di abbracciarlo, ma no, dovevo trattenermi.

Lui doveva parlarmi, io pure, forse era il momento esatto quello, forse entrambi eravamo terrorizzati da tutti quei particolari da chiarire e quindi ci eravamo sempre ritirati, e quelle poche volte che avevamo pensato ‘è il momento’ avevamo fatto un passo indietro… ma, questa volta lo avremmo rifatto?

« Emma, ho riflettuto tanto, è poco più di un anno che ci comportiamo in modo penoso solo perché… sì, okay, so di aver sbagliato, dovevo dirtelo subito di Amy, ma stava tutto andando alla perfezione, non volevo rovinare proprio nulla! »

Era stanco e tremava un po’, aveva le labbra sempre più violacee e cercava di tenere il più possibile le mani una stretta all’altra.

« Ho capito… continuo io che è meglio. Non lo so perché mi sono fatto prendere dalla rabbia quando hai chiamato Liam e poi ti ho risposto io, o quando qualche mese fa sei venuta a casa mia, non lo so, veramente, non dovevo comportarmi in quel modo e cacciarti via. »

« Zayn, anche io ho sbagliato! »

« No, Emma. Io dovevo capire cosa vuol dire quello che tu hai vissuto, dovevo mettermi nei tuoi panni. Invece che ho fatto? Il bravo ragazzo portandoti cose qua e là e poi? Poi nulla. Nulla. Faccio schifo, lo so. Ma voglio che tu sappia la differenza che c’è fra te e Amy. Tu non sarai mai come lei, okay? »

Aspettò qualche secondo, voleva che facessi cenno di con il capo per poi continuare.

« Ho torturato la mia mente per ore ed ore. Ad un certo punto ho pensato sul serio che avessi sbagliato a prendere la decisione di creare una relazione con una ragazza identica alla mia ex morta, ma poi ho capito. Tu non sei uguale a lei, no. Potrete avere lo stesso aspetto somatico, ma.. cazzo, Emma, tu non ti sei mai montata la testa! »

« In che senso? » gli domandai facendo cenno di abbassare il tono della voce.

« Scoprii che lei aveva quattordici anni quando già i paparazzi cominciavano ad assalirci. Giuro, a volte lo faceva apposta a mettersi in mostra, ed io che dovevo fare? Ovvio, cercavo di coprirla! A quattordici anni era solo una bambina ricoperta di polvere rosa in faccia e non faceva altro che rendersi trasgressiva nei confronti di tutti. Avevo cominciato a pensare che lei fosse ossessionata dalla fama che riceveva grazie a me, sì, perché era questo che la rendeva felice, e non si preoccupava delle notti passate! Giuro, non lo avrei fatto, non sono quel genere di persona, Emma! Sul serio! »

Gli tremava il labbro, stava per piangere e non smetteva di far rumore con le nocche o strofinarsi gli occhi.

Sapevo che lui non avrebbe mai storto un capello a nessuno, né che avrebbe fatto sesso con una quattordicenne, ma quella volta non lo sapeva.

« Andava dovunque ci fossi anche io solo per qualche scatto e far scatenare il putiferio fra i giornalisti. Lei non era una ragazza seria, no. Lo ripeto, era una bambina che cercava di vivere come se avesse già vent’anni, come se fosse già abbastanza matura per affrontare certe situazioni! Era egoista, e penso che non mi abbia mai amato sul vero senso della parola. Una sera era ubriaca, fu quella volta che mi rivelò un sacco di cose. Non voleva che la sfiorassi per accompagnarla al piano di sopra per dormire, né che le porgessi un po’ di carta dopo aver vomitato da qualche parte a casa mia, io dovevo stare fermo, lì, sul divano, ad ascoltarla mentre gironzolava per la casa. Mi rimproverò ripetutamente per quello che avevamo passato qualche notte precedente ed io non riuscivo a capire. “Ho quattordici anni, Zayn!”. Lì mi cadde il mondo addosso. Mi sentii morire. Continuava a darmi della testa di cazzo per non averlo capito prima, ma che ci potevo fare? Anche lei avrebbe dovuto dirmi che in fin dei conti non le andava, che era troppo presto. Ma quella volta non mi trattenni, mi aveva mentito per un po’ di mesi e se le voci fossero arrivate alla stampa? Quindi… beh, le diedi uno schiaffo. Capisci? Non solo un maniaco, ma anche un delinquente violento! »

Cominciò a singhiozzare.

« Poi lei decise di suicidarsi. La gente non smise mai di chiamarmi terrorista ed io non mi sentivo più me stesso. Ero diverso. Sentivo che la gente stava lontano da me, persino le mie sorelle. Mi sentivo colpevole della sua morte. Pensai che era stato quello schiaffo, ma no. Lei non ricordava nulla di quella notte, e poi era passato quasi un mese da quando mi aveva parlato in quel modo! Diceva che era stanca di tutto, poi, però, non perdeva l’occasione di mettersi in mostra. Secondo me era stanca di dover fingere, solo di questo. »

Concluse così ed io stavo lì, immobile, a fissare i le sue grandi mani che non smettevano di far terminare quei singhiozzi e quelle lacrime che sembravano una pioggia leggera.

« Tu sei sempre stata sincera, e giuro, non sapevo come dirti che una persona ti era identica. Sei sempre stata così… come dire? Onesta? Non hai mai avuto bisogno di nascondere le tue lacrime, i tuoi fallimenti, i tuoi sorrisi, nulla. Sempre aperta a tutti. Ho giurato più volte che non avrei sbagliato con te, ma l’ho fatto. Non ho mai capito come riuscissi ad ascoltarmi, né come ti fidavi ciecamente di me quando tutti mi stavano lontano quasi come se avessi la lebbra! Mi chiesi più volte lo stesso quesito… se tu conoscessi Emelin! In fondo ci seguivi anche all’età in cui io e lei stavamo insieme, quindi supposi che non ne volevi parlare! Liam aveva capito tutto… parlava del vostro strano accento, entrambe un po’ straniere. Sostenne per primo che foste gemelle, ma neanche lui riusciva a capire perché dalle tue labbra non usciva nessun ‘Emelin’ o ‘Amy’! »

Era il mio turno?

« Io… allora, io no, non lo sapevo e non so come facevo a non accorgermi di lei. Forse ero troppo piccola per riuscire a capire una cosa del genere, Zayn. A volte non ci credo neanche adesso. Il problema è che non ricordo granché… Ricordo che ero super invidiosa, ma in fondo, invidiosa di cosa? Non lo so, Zayn. Ho visto delle foto, giuro, ci somigliamo tantissimo, ma non io quattordicenne e lei quattordicenne, no. Ci somigliamo se mettessimo a confronto la me di adesso e la Emelin di quasi sei anni fa. Non so perché… non me lo so spiegare! E poi… beh, devi scusarmi anche tu. Non dovevo prendermela in quel modo, non dovevo comportarmi da stronza! E scusami per Roberto, ma è stato il mio primo amore. »

Mi guardò intensamente con le labbra arricciate.

Sapeva cosa intendevo dire per Emelin, sapevamo entrambi quanto sembrava ‘cresciuta’, lui più di me.

« Zayn, io non dovevo neanche parlare con Liam, lo sai bene. E, l’ultima cosa, prima di andare via: ho aspettato tutta la vita una storia da sogno come la nostra e giuro che non vorrei mai svegliarmi tranne quando subentrano certi incubi. Quella notte non potevo immaginare te sotto una maschera, ma so che riuscirei fuori per la noia e mi andrei a distendere su quel prato nella speranza che l’uomo della mia vita mi venga incontro e mi baci sotto la luna piena. »

Sospirai un’ultima volta sapendo che poi non ci sarebbe stato più tempo.

« Abbiamo sbagliato entrambi rispecchiandoci in due amori non corrisposti che ci hanno legato ancora di più facendo sì che il nostro fosse migliore, ed è successo, quindi… beh, scusa se ti sto dicendo così quando magari per te è tutto il contrario! »

« Emma, » mi fece trasalire prendendomi la mano ed asciugandomi una lacrima « sai cosa amo di te? »

Lui stava ancora con le sue bollicine d’acqua sulle guance senza toccarle.

« Adoro il fatto che tu sai amare sul serio una persona, ed io te ne sarò grato. Ho pensato di buttarmi anche io da qualche altezza, di affogare nell’acqua o di smettere di respire da un momento all’altro. Io non dovevo avere nessun rapporto con Emelin se solo non l’avessi portata a casa mia, ma quel che è fatto è fatto. Sono stato uno stupido a fidarmi ciecamente di una persona falsa e me ne pento di soprannominarla così ancora oggi, qui, davanti a te, perché è tua sorella e scommetto che provi una stretta al cuore. Magari se fosse cresciuta insieme a te sarebbe stato tutto diverso, in una famiglia per bene e non in mezzo alla strada con dei drogati o gente del genere. Lo ammetto, io l’ho amata e non credo che lei abbia mai ricambiato tutto ciò. So che fra noi non può ritornare nulla come quell’estate, ma permettimi di aiutarti appena arriviamo a Londra, ti prego, ti devo questo favore. »


Non sapevo che dirgli, anche io sapevo che nulla sarebbe ritornato a posto, che ricominciare da capo era difficile. Io volevo provarci, volevo avere un’altra chance, ma se lui non fosse d’accordo?

A quel punto non sapevo cos’era più importante se difendere la reputazione di mia sorella o quella di un ragazzo, di un cantante, di un millionario.

Però mia sorella era morta, e non valeva la pena lottare per una vita morta.

Non valeva la pena continuare ad isolarmi dal mondo solo perché dovevo scoprire e sistemare altro.

Ma valeva la pena sorridere a Zayn e dirgli che mi sarei fidata di lui, che non l’avrei lasciato solo e che non lo avrei mai mentito.

« Pensi che noi ci siamo amati e basta? Tutto passato? »

Mi ero alzata, non importava la gente che era lassù, ero sicura di me e non avevo paura degli sguardi altrui.

« Penso che quando all’intervista di Alan Carr sono corso ad aiutarti ho fatto bene e che quando ci siamo rincorsi sull’erba bagnata dall’umidità, non ho sbagliato. Se ti ho portato sulla cima di quel palazzo vuol dire che ho capito che la mia vita doveva » si bloccò un momento per alzarsi anche lui, levarsi quello stupido cappello e poggiare le sue labbra sulle mie, sentii un brivido immenso, non me lo aspettavo, questo era il bello, però sentivo un piacere infinito, un piacere che non si era mai spento e che si stava accendendo più di prima « doveva intrecciarsi con la tua per sempre. No, non voglio ricordare i momenti in cui pensavo di essere caduto in una fossa, per la seconda volta consecutiva, perché non è affatto vero. Non sarà facile ricominciare, ma se tu volessi, beh, le mie braccia saranno sempre aperte per abbracciarti, okay? » poi continuò « Scusami se qualche tempo fa ti ho dato della stronza, non dovevo. Scusa di tutto, ancora. Non smetterò mai di farmi perdonare, perché non meritavi tutto ciò! »


Non meritavo tutto quello, mi ripetevo in continuazione dirigendomi verso la ringhiera dove mi ero posizionata prima che venisse Zayn.

Mi ero allontanata da lui per pensare. Avevo paura di prendere la decisione che dovevo prendere, avevo paura di pronunciare quell’okay e ritrovarmi punto e a capo.

Se tu lo ami, si era fermato il mio subconscio.

Sì, io lo amo, era l’unica risposta che trovavo.

Lo avevo amato sul serio per tutto quel tempo, volevo abbracciarlo e continuare a stringergli le mani mentre ci baciavamo, ma c’era sempre quel timore proveniente da non sapevo dove.

Lui si era scusato di tutto, avevamo chiarito con la massima calma e c’era stata pure la sorpresa di quel bacio a coronare tutto quanto, ma se la nostra relazione non avesse più funzionato?

E se poi fosse una perdita di tempo?

Volevo mettere degli occhiali a raggi-x e vedere se quel ‘sì, lo amo’ non fosse solo una convinzione imposta dalla mente.

Ma no, non lo era.

Non c’era bisogno di un apparecchio del genere per capire che mi brillavano gli occhi e mi veniva spontaneo pensare quanto fosse surreale averlo accanto con quel viso dolce che non mi sarei mai stancata di vedere e quella voce che non avrei smesso di ascoltare come se fosse la melodia di una ninnananna.


Quando dopo qualche minuto si avvicinò a me non sussurrò nessun ‘allora?’ o ‘ti amo’.

Non voleva né farmi fretta, né pronunciare qualcosa che secondo lui avrebbe potuto farmi cadere ai suoi piedi, perché sapeva benissimo che non ero quel genere di persona

Mise anche lui le mani che penzolavano in aria e guardava un punto fisso sotto di noi.

L’Arc De Triomphe.

Era così bello vederlo da lassù, e sembrava anche molto piccolo, ma no, non lo era.

Ed io non mi dovevo fare distrarre da ciò che faceva Zayn.

Così feci un sospiro, ero pronta, mi sentivo sicura come quando mi alzai da quella posizione scomoda in cui eravamo stati per parlare.

Avvicinai la mia mano destra alla sua mano sinistra, senza fissarlo, né voltarmi verso di lui, poi gliela strinsi e sentii la sua mano affarrare per bene la mia intrecciando le dita.

Chiusi gli occhi, volevo vedere i colori che comparivano nel buio quando pensavo a lui.

C’era una tempesta di colori, c’era di tutto tranne che oscurità.

« Tu guardi le stelle, stella mia, » disse a bassa voce continuando a tenere ben salde le nostre mani « ed io vorrei essere il cielo per guardare te con mille occhi. ».

Lo scorsi sorridere, io feci altrattento mentre fu lui a voltarsi verso di me.

« Sono sicuro che la conosci, no? »

« Una delle frasi che descrivono l’amore platonico! » sorrisi « L’amore è il mezzo che ti permettere di rimettere le ali e raggiungere la felicità... ».

Lui sorrise arricciando il naso, con la lingua fra i denti e gli zigomi alzato.

« Zayn, » mi fermai.

« Emma, ti amo anche io! »

Non c’era bisogno di un bacio, e Zayn azzeccò il momento esatto per pronunciare quelle parole, senza fretta, senza premura.

Avevamo semplicemente il bisogno di prenderci per mano e guardare il mondo dalla prospettiva dell’essere in due, non più soli.

POCO PIU' DI UNA SETTIMANA, MAAA.. AMATEMI, SONO CINQUE PAGINE DI WORD, EHEH.
ALLOWA, RINGRAZIO LA MIA FANTASTICA AMICA PER LE IDEE GENIALI CHE MI HA DATO, SENZA DI LEI NON AVREI POTUTO SVILUPPARE TUTTO QUESTO, QUINDI GRAZIE, BELLA!
POI BEH, GRAZIE ANCORA A VOI CHE LEGGETE SILENZIOSAMENTE E A MITCHIE (CHE RINGRAZIO ANCHE GIU')!
CHE NE PENSATE? SPIEGATO TUTTO TUTTO? BEH, MANCANO SOLO DUE COSE DA CHIARIRE NEI DUE PROSSIMI DUE CAPITOLI, POI C'E' IL FINALE! *piange*
GRAZIE DI TUTTO, DOLCEZZE!
AH, DITEMI CHE NE PENSATE DI EMMA E ZAYN? PLS. PLS. PLS.

ALLA PROSSIMA, E FATEMI SAPERE TUTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTO!
IN QUANTO A VOI, SCUSATE SE ANCORA NON SONO PASSATA NELLE VOSTRE FF,  NE HO UN BOTTO DA RECENSIRE E MOLTE VOLTE LEGGO MA NON LO FACCIO! STASERA MI METTO D'IMPEGNO ANCHE SU QUESTO!!
FATEMI SAPERE COME VI SEMBRA, PER FAVORE! 
GRAZIE NUOVAMENTE A CHIUNQUE LEGGESSE QUESTA FF E A TUTTI COLORO CHE LA METTONO FRA LE RICORDATE/SEGUITE/PREFERITE ED A mitchie Justice CHE CONTINUA A LEGGERE QUESTA STORIA E LA RECENSISCE!
SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO PRECEDENTEMENTE POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA, SE VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEGLI ALTRI CAPITOLI, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO
  
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