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Autore: Losi    24/08/2013    9 recensioni
< Quel'è il tuo nome?> chiese, con un sorrisetto beffardo ed entrambe le mani nelle tasche dei jeans scuri.
Continuò a parlarmi divertito dal mio non rispondere, pur vedendo che non avevo nessun intenzione di cedere.
Camminai indifferente a quei ragazzi, stavolta con lo sguardo alto, sperando di vedere qualcuno oltre loro; mi avrebbe sicuramente tranquillizzata.
< non hai sentito? >
Mettendosi davanti, un ragazzo dai capelli chiari mi bloccò la strada, facendomi sussultare per lo spavento.
< rispondi. >
Poggiai istintivamente entrambe le mani sul petto e non guardandolo negli occhi, cercai di normalizzare il respiro.
Non avrei aperto bocca, ma se me lo avesse ripetuto avrei sicuramente inventato un'altro nome.
< eih, lasciala andare. > si intromise il moro, tirando dal braccio l'amico. < non spaventarla, coglione. > continuò, dandogli un colpo sul braccio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corridoio affollato non era affatto di aiuto per me.
Stavo con la testa tra le mani mentre osservavo senza senso il pavimento di mattonelle chiare di quel posto, aspettando che uscisse qualcuno per informarmi di come stesse la mia ragazza.
Era chiusa in quella stanza da minuti ormai e niente mi aveva mai messo più agitazione.
 
< vedrai che sta bene. > mi disse mio padre, facendomi su e giù con la mano sulla schiena per cercare di farmi rilassare.
 
Perchè nemmeno mia madre usciva dalla stanza per rassicurarmi?
Anche lei era li dentro con Valerie e mi maledì per non essere stato in grado di entrare io al suo posto, essendo spaventato nel vederla in quel modo.
Sapevo che Valerie in quel momento avrebbe voluto me al suo fianco, lo sentivo dentro.
 
< Zayn?>
 
La porta si aprì e un infermiera mi si presentò davanti, facendomi alzare di scatto dalla sedia scomoda in cui stavo seduto da non so più quanto tempo.
 
< s-si, sono io. Come sta?>
 
Cercai di vedere dentro la stanza dalla quale era uscita ma nel momento stesso in cui alzai lo sguardo, vidi mia madre uscire da li in lacrime, mentre correva per poter abbracciare mio padre che stava dietro me.
Aveva gli occhi rossi e le lacrime salate le avevano inondato entrambe le guancie, col mascara nero sbavato che colava ormai dapperttutto.
 
< cos'è successo?> mi catapultai a dire, col cuore che iniziava a battere a mille e anche più. < sta bene vero? non le è successo nient->
 
L'infermiera mi fece tacere, trascinandomi dal braccio verso le sedioline che io tanto avevo odiato prima e battendo poi una mano su di essa, mi chiese gentilmente di sedermi al suo fianco.
Feci come mi aveva chiesto pur essendo un pò tidubante, ma il mio unico scopo era assecondarla per poter capire cosa diavolo stava succedendo, il prima possibile.
 
< faccia un bel respiro profondo> mi disse, mostrandomi in che modo io dovessi farlo.
 
< non voglio fare niente di tutto questo, voglio sapere se la mia ragazza sta bene. > ammisi. 
 
Accennò un sorriso e prendendomi poi la mano tra le sue, mi guardò negli occhi.
Dio, non ne potevo più di aspettare.
Perchè non si sbrigava a dirmi ciò che avrei dovuto sapere?
Perchè mia madre stava ancora piangendo, ma non aveva però aperto bocca?
 
< lei diventerà padre. > disse con un sorriso. < Congratulazioni, Valerie è incinta. >
 
......
 
Restai ad osservarla, a bocca aperta, senza niente da dire.
Ero certo di non saper cosa dire, ma anche se lo avessi trovato, non mi sarebbe stato ugualmente possibile parlare.
Le mie labbra sembravano essere incollate e niente avrebbe potuto staccarle in quel momento, ne ero più che certo.
Deglutì e ormai stanco di guardare l'infermiera, mi voltai appena per poter vedere i miei genitori che stavano a guardarsi, mentre mia madre annuiva col capo.
Le spuntò un gran sorriso sulle labbra e avvicinandosi poi verso me, mi aprì le gambe per poter inserirsi all'interno.
 
< non essere spaventato> mi disse dolcemente, accarezzandomi i capelli. < vedrai che andrà tutto bene. >
 
Mentirei se dicessi che il suo sorriso non mi aveva tranquillizzato.
 
< siete entrambi giovani, ma vi daremo noi una mano. > sussurrò con un sorriso, asciugandosi le lacrime. < non voglio che vi preoccupiate di questo. > 
 
Decisi di inumidirmi le labbra e facendo poi un bel respiro profondo, tornai a guardare l'infermiera che stava ormai accanto a mio padre.
Era solo uno il mio pensiero, in quel momento.
 
< posso vederla?> chiesi a fatica, con la voce roca e tremante.
 
Lei annuì e rassicurandomi con un sorriso, mi fece strada verso la camera.
Staccai la mia mano da quella di mia madre e alzandomi in piedi le andai dietro, fermandomi davanti la porta bianca in cui lei aveva appena bussato, allontanandosi poi subito dopo per potermi lasciare solo.
Mi tremavano le gambe e per quanto io cercassi di tenerlo nascosto, non so fino a che punto fossi riuscito a non farlo vedere.
Respirai a fondo ancora una volta e cercando il coraggio necessario per poter entrare, aprì poi la porta, trovando davanti a me due occhi verdi che mi guardavano.
Iniziò a piangere non appena mi vide entrare e chiudendo la porta alle mie spalle, mi avvicinai poi a lei, sedendomi sul letto per poterla abbracciare.
La strinsi forte a me e sentendo i suoi singhiozzi contro al mio petto, iniziai ad accarezzarle i capelli sperando che anche quella volta avrebbe funzionato e presto avrebbe smesso di piangere.
 
< ti amo. > sussurrai. < ti amo da impazzire. >
 
**********
 
Lasciai che si addormentasse e smettendo di accarezzare la sua mano, decisi di andare fuori per poter prendere una boccata d'aria fresca.
Mi avrebbe sicuramente fatto bene.
Le diedi un bacio sulla guancia e prendendo sigaretta e accendino, camminai per il corridoio ormai non più molto affollato, uscendo via di li.
 
< Zayn?>
 
Abbie e Bryan arrivarono e voltandomi a guardarli dopo aver riconosciuto la voce di lui, vidi entrambi correre per venirmi incontro.
Abbie mi abbracciò e Bryan, mi diede una pacca sulla spalla.
 
< come sta Valerie?> domandò lui.
 
< lei sta bene. > risposi, gettando via il fumo. < adesso sta riposando. >
 
Non sapevo cosa davvero ne pensasse Bryan dell'accaduto, ma mi fece piacere non ricevere un pugno dritto in faccia.
 
< e tu come stai?> chiese Abbie, guardandomi dal basso.
 
io? 
io come stavo? 
non lo sapevo neanche.
 
< sto bene. > mi limitai a dire, alzando le spalle dopo aver buttato via la cicca.
 
Entrambi mi osservarono, cogliendo tutte le mie perplessità.
No che non stessi bene, ma non mi sarei aspettato di ricevere questa notizia, non ancora.
Amavo Valerie, la amavo con tutto me stesso e anche di più, ma avevo paura che lei avesse paura.
Non avevamo avuto nemmeno il coraggio di parlarne ancora e la cosa mi spaventava almeno quanto spaventava lei.
E se non fossimo stati ancora pronti per questo?
 
< ma avete intenzione di tenerlo, vero?> 
 
Guardai Abbie, sospirando.
 
< si, credo di si. >
 
< credi?> chiese Bryan. < cosa vuol dire credi? non ne avete parlato?>
 
Feci no con la testa non avendo nient'altro da dire.
Sapevo quanto fosse assurdo non averne ancora parlato, ma non ero riuscito a chiederglielo.
Insomma, per me era scontato tenerlo in vita.
Era mio figlio, nostro figlio, il figlio mio e di Valerie.
Entrambi sapevamo di non essere pronti per una cosa così importante ma io avrei fatto di tutto per far si che funzionasse.
Non potevo più fare niente per evitarlo, ormai lui era nel suo grembo e ci sarebbe rimasto per mesi.
Dio, tremavo solo al pensiero di avere un figlio mio.
 
< diventeremo zii > disse Bryan a Abbie, facendole battere il cinque. 
 
< sii > sorrise lei, felice.
 
Perchè non riuscivo a godermi il momento?
Perchè non riuscivo a smettere di pensare a Valerie?
Non riuscivo ad essere tranquillo, non ancora almeno.
Sapevo che l'unico modo per tranquillizzarmi sarebbe stato parlare con lei, chiarire tutto, ma non so per quale motivo avevo paura.
 
< so già che lo vizierò. >
 
< o la vizierai> disse Abbie, dandogli un buffetto sulla guancia. < potrebbe anche essere femmina, sai?!>
 
Non riuscì a non ridere vedendoli già andare oltre con l'immaginazione.
Mancava poco e avrebbero iniziato a discutere anche sul nome che avrebbe dovuto avere mio figlio, o mia figlia.
Possibile che sentissi già lo stomaco contorcersi al solo pensarlo?
Sentivo uno strano senso di felicità dentro che però non riuscivo a cacciare fuori, nonostante io mi sforzassi.
 
< vado a vedere se Valerie si è svegliata. >
 
Loro annuirono e rientrando dentro, sperai che si fosse svegliata per poterne finalmente parlare.
Non riuscivo nemmeno a pensare che lei non lo volesse, non poteva non volerlo.
Bussai alla porta e entrando, vidi i suoi occhi verdi che guardavano fuori dalla finestra con uno sguardo strano.
Mi avvicinai a lei e ricevendo un suo sorriso, mi sedetti sulla sedia accanto, prendendole le mani.
 
< dove sei stato?>
 
Le baciai il palmo della mano e avvicinandomi al letto, le spostai poi i capelli dagli occhi.
 
< a fumare> risposi. < come stai?> le chiesi, accarezzandole la pelle col pollice.
 
< non lo so.. > rispose, guardandomi negli occhi. < tu come stai?>
 
Io non sapevo come stavo, non riuscivo a capirlo.
Cambiavo idea troppo velocemente e non ero in grado di capire il mio stato d'animo.
 
< non lo so nemmeno io > ammisi. < bene credo, ma confuso. >
 
Non disse più niente e tornando a guardare il cielo fuori dalla finestra, vidi i suoi occhi farsi lucidi.
Potevo immaginare queli fossere in quel momento i suoi pensieri ed ero sicuro che fossero gli stessi dei miei, ma avrei fatto di tutto per far si che non se ne preoccupasse.
 
< Valerie, ho bisogno di sapere una cosa. >
 
Lei mi guardò, curiosa.
 
< cosa?> sussurrò, facendo incastrare le nostre dita.
 
Era estremamente difficile porgerle quella domanda.
Le parole sembravano non riuscire ad uscirmi di bocca e per quanto io mi sforzassi a non provarlo, sentivo un senso d'ansia dentro che mi stava distruggendo e non ne potevo più.
 
< cosa pensi di fare?> dissi tutto d'un fiato, sentendo la voce tremare. < insomma, vuoi tenerlo?>
 
Mi guardò intensamente negli occhi e riuscì già a capire quale sarebbe stata la risposta.
Sapevo quanto preoccupata e spaventata fosse ed io lo ero insieme a lei, ma avremmo affrontato anche questo.
Mi sarei preso sempre cura di lei e se Valerie avrebbe deciso di tenere il nostro bambino, allora mi sarei preso cura di entrambi.
 
< è mio e tuo Zayn, è il nostro bambino ed io voglio tenerlo. >
 
Sentì tutti i muscoli del corpo rilassarsi senza che io lo decidessi e guardandola con tutto l'amore che provavo per lei, le sorrisi e lei ricambiò.
Adesso si che sarei riuscito a mostrare tutta la mia felicità anche agli altri.
Il blocco di poco tempo prima sembra essere totalemente sparito e lo stomaco per quanto sotto sopra fosse, era pur sempre carico di emozioni positive.
 
< allora lo terremo. > sussurrai, baciandola.
 
Feci ciò che aspettavo di poter fare da tutto il pomeriggio e mettendole la mano sulla pancia ancora piatta, iniziai ad accarezzarla come se già amassi chi ci stava dentro.
 
< dimmi che mi ami e che rimarrai sempre con me, qualsiasi cosa succeda. > mi disse, quasi pregandomi.
 
Aveva gli occhi pieni di lacrime e non riuscì a pensare che Valerie fosse spaventata da ciò che ci sarebbe potuto capitare in futuro.
Io non sarei andato da nessuna parte perchè la sola persona di cui sentivo un incessante bisogno continuo e straziante era lei, la mia Valerie.
Quella ragazza timida e riservata, ma con un carattere forte e determinato che la rendeva donna nonostante i suoi vent'anni.
Non scherzavo quando dicevo che per lei avrei fatto di tutto e più passavano i giorni e più ero sicuro di poter fare qualsiasi pazzia e poter correre qualsiasi pericolo pur di proteggerla.
Valerie era tutto quello di cui avevo sempre avuto bisogno e lo dimostrava il mio senso di tranquillità e felicità al solo saperla nel letto accanto a me, o al solo sentire il cuore esplodere vedendola sorridere.
Mi bastava avere il suo pensiero fisso in testa per sorridere e non c'era cosa migliore che avrei potuto desiderare per me.
 
Mi chinai in avanti in modo che la sua fronte fosse premuta contro la mia e ad un centimetro dalle sue labbra sussurrai:
 
< ti amo e rimarrò sempre al tuo fianco, qualsiasi cosa accada. >
 
Non avevo scelto io, ma il mio cuore e la mia testa lo avevano fatto.
Le mie labbra avevano deciso di baciare soltanto lei e le mie mani di non accarezzare nessun'altra.
Quando le dicevo ti amo, non lo dicevo per abitudine ma per ricordarle che lei era davvero la cosa migliore che mi fosse capitata e le avrei dimostrato quanto sincero fossi.
Io potevo vivere senza lei, potevo farcela perchè in fondo anche se senza più nemmeno un pezzetto di cuore in un modo o nell'altro sarei andato avanti, ma io non volevo vivere senza lei e il solo non immaginarla più al mio fianco mi faceva stare male.
Avevo scelto lei tra mille, e mai mi sarei pentito di questa scelta.



 
buongiorno a tutte!
mi dispiace tanto dirlo ma SAVED ME si è conclusa. cwc
vi ho già detto un infinità di volte grazie e tornerò a dirvelo anche ora: GRAZIE.
siete state tutte adorabili e gentilissime con me e se non mi aveste fatto così tanti complimenti probabilmente non sarei stata così felice adesso, ma dispiaciuta nel dovervi lasciare. 
è stato bello conoscervi, davvero.
UN BACIO VOLANTE A TUTTE, A PRESTO! <3

PS. ho appena pubblicato una nuova fanfiction, vi va di passare a dare un occhiata? :)

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2098875
  
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