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Autore: shesmywarrior    24/08/2013    7 recensioni
Dal capitolo 1:
"Mi vergognai di me stessa, mi sentivo una nullità. Mi tagliavo perchè me lo meritavo. Dovevo soffrire. Sentivo che se non mi autolesionavo potevo anche morire. Lo facevo per sopravvivere."
*
"Una cosa positiva dell'autunno? Tutte le persone normali iniziano a vestirsi pesante, maglie a maniche lunghe, felpe, giacchetti, almeno non ero l'unica."
Con questa storia non voglio assolutamente indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Save me to myself, please.


“Ma quando vedo il sangue uscire, mi sento più libera, più leggera…
non provo più la rabbia che avevo prima ..
è strano, ma anche se dico non lo faccio più ci ricasco comunque.
Tagli, sigarette spente, tentativi di modificare il mio corpo, ucciderlo, cambiarlo.”


 
P.O.V. Louis
 
Non riuscivo ancora a crederci.
Come aveva potuto quella bionda offendere in quel modo Abigail?
Mi si era contorto lo stomaco nel vederla lì indifesa. Volevo andare ad aiutarla, ma ero pietrificato. 
Poi, la vidi passarmi accanto, ed iniziare a correre via. 
Dovevo seguirla, volevo seguirla, aveva bisogno di qualcuno che la confortasse.
La seguii per circa dieci minuti, poi la vidi entrare in un cancello.
Osservai meglio e capii. 
Entrai nel cimitero cercando di non farmi notare, e mi appostai abbastanza vicino a lei per sentirla parlare.
Cercai di leggere i nomi sulle lapidi, e il mio cuore perse un battito quando lessi il cognome.
Era il suo.
Aveva perso entrambi i genitori.
Ascoltai ogni singola parola della 'conversazione', che sembrava più uno sfogo personale.
Man mano che andava avanti la rabbia si impossessava di me.
Come potevano odiarla? Come può un essere umano arrivare a fare questo ad un'altro?
La prendevano in giro, era vittima di bullismo. 
Lei si...autolesionava. Solo a quel pensiero mi vennero i brividi.
Poi vidi i suoi tagli. Il mio cuore si spezzò in mille frammenti.
Una ragazza non dovrebbe essere ricoperta di cicatrici.
La vidi alzarsi, evidentemente voleva andare via da questo posto.
Poi però i suoi occhi incontrarono i miei. La trovai così fragile, indifesa. Mi fece tenerezza.
Lei si asciugò subito le lacrime che avevano iniziato a sgorgare da quegli occhi, spenti oramai.
Due giorni, in solamente due giorni avevo scoperto il suo più grande segreto.
Mi avvicinai lentamente a lei, e l'abbracciai.
 
P.O.V. Abigail
 
Ero rimasta sorpresa dal suo gesto, ma non mi dispiacque.
Era ciò di cui avevo bisogno, un abbraccio. Un semplice abbraccio che molte molte vale più di tante parole.
Le sue braccia mi tramettevano calore, protezione, mi sentivo al sicuro, per la prima volta dopo tanto tempo.
Una domanda però mi balenava per la testa:
come faceva a farmi sentire così bene, anche se non lo conoscevo?
Decisi che ci avrei pensato poi, quel momento era quasi perfetto, se non fosse per il fatto che eravamo in un cimitero.
 
Sciolse l'abbraccio e mi prese il viso tra le mani, facendo incrociare i suoi occhi con i miei.
Mi asciugò le lacrime, e poi parlò:
"L'invito è ancora valido. Ti va di venire a casa mia?" 
Non capivo. Aveva appena scoperto tutto di me, e lui faceva finta di niente?
Era davvero così sensibile? Una persona qualunque mi sarebbe venuta contro, urlandomi in faccia,
lui invece, aveva già messo da parte l'argomento. Mi sentii sollevata.

 
"Certo, andiamo." e ci avviammo verso casa sua.
Per tutto il tragitto nessuno di noi aprì bocca. Eravamo immersi nei nostri pensieri.
Quanto avrei voluto sapere cosa pensava Louis di me, adesso.
"Siamo arrivati." disse Louis distogliendomi dal mio monologo.
Mi ritrovai davanti una villetta caratteristica inglese. Mi erano sempre piaciute.
Era circondata da un grande prato, ed era pieno di piante e fiori. 
"Wow, bella casa, davvero" gli dissi, mentre mi guardavo attorno.
 
Lui sorrise, poi aprì la porta di casa.
"Benvenuta in casa Tomlinson, Abigail."
Mi trascinò fino in camera sua, era l'ultima di una serie di porte di un lungo corridoio. 
Era una stanza spaziosa, con un letto matrimoniale al centro, e un proprio bagno.
Ah, non dimentichiamoci il balconcino che dava sul retro del giardino.
Si era preso la camera migliore, aveva detto lui stesso.

 
"Allora, che facciamo?" mi chiese dopo essersi buttato sul letto. Io ero rimasta in piedi.
"Ti piace stare in piedi per caso? O devo darti il permesso per sederti?" mi sorprese.
"Mi hai letto nel pensiero, confessalo." gli risposi piatta.
"Può darsi" mi fece l'occhiolino poi mi buttò sul letto.
Poi successe tutto velocemente: lui si mise a cavalcioni su di me, ed iniziò a farmi il solletico,
io ridevo come una pazza, lo pregai di smettere, ma non lo fece.
"Ti prego, Louis non ce la faccio!" Gli chiesi per l'ennesima volta.
Lui si fermò, con le mani sempre sui miei fianchi, e incatenò il suo sguardo sul mio.
Poi si avvicinò, anche troppo per i miei gusti, al mio viso.

 
"Sai che sei più bella se sorridi? Non smettere mai di farlo, ti prego." mi disse,
per poi lasciarmi un bacio sulla guancia e alzarsi, scomparendo dalla stanza.
Avevo sentito veramente o era un'allucinazione? Il mio cuore, per quei pochi istanti,
aveva preso a battere fortissimo, sembrava fosse partito in quinta.
Decisi di seguirlo. Lo trovai in cucina, che cercava non so cosa.
"Ti vanno delle frittelle?" mi chiese. 
Ok, era sensitivo. Come aveva fatto a sentirmi?
"Louis, ma sono le cinque del pomeriggio!" contestai.
Lui si voltò di scatto, con in mano un pacco di farina, e mi si avvicinò assottigliando lo sguardo.
"Ricordati, non è mai troppo tardi per mangiare le frittelle. è una regola sacra in questa famiglia." 
Mi fece quasi paura. 
"Okay, okay. Ma sai cucinarle? Non vorrei morire troppo presto" 
"Ah ah ah. Come sei simpatica. Sono un cuoco provetto! - gli si illuminarono gli occhi -
mi ha insegnato a cucinare mio padre." disse ritornando ai fornelli.
Io mi ero seduta, nel frattempo. Giusto per non ripetere la scena accaduta precedentemente.
"Ti va se ci guardiamo anche un film? Di là - disse indicando il salotto -
ci sono degli scaffali pieni di dvd che aspettano di essere visti. La scelta a te"
Louis era proprio strano.
Me ne rendevo conto di minuto in minuto che passavo con lui. Ma lasciai perdere.

 
"Grazie di tutto Louis, davvero. Ci vediamo domani a scuola" gli dissi scendendo dall'auto.
Dopotutto avevo passato un bel pomeriggio. 
Il primo da circa...due anni.
"è stato un piacere. Puoi venire quando vuoi, e se hai bisogno io ci sono." mi disse, diventando serio.
"Certo...Ciao!" lo salutai per l'ultima volta, vedendolo sfrecciare via.
Tirai un sospiro e mi avviai nel vialetto di casa, Liam mi stava aspettando in veranda.
"Eccoti finalmente! Mi stavo annoiando da solo." mi disse abbracciandomi.
"Scusa, è che non pensavo che fosse già tardo pomeriggio" mi scusai.
Entrammo in casa, e mi diressi verso le scale, ma come al solito Liam mi fermò:
"Non mangi?"
"No, ho già mangiato delle frittelle da Louis, poi sono stanca, è probabile che non torni giù dopo,
buonanotte Liam"

 
Lo salutai definitivamente e andai in camera.
Via tutti i vestiti, una bella doccia, e nel letto.
Quella sera non mi tagliai. Non sapevo il motivo, lo avrei scoperto tempo dopo.
Non lo feci, anche se oggi mi avevano preso in giro, anche se avevo pianto davanti ai miei genitori, e Louis.
Non ero felice, ma mi sentivo sollevata.
 

Read This!
Ebbene si, sono tornata! *passano balle di fieno*
è vero vi avevo promesso che avrei aggiornato entro il 20, ma sono malata e sono riuscita a postarlo solo ora
perdonatemi!
Comunque, ecco il terzo capitolo, se devo essere sincera
non mi convince granchè, spero a voi piaccia.
Fatemelo sapere con una recensione :3

Grazie a chi ha recensito,
Grazie a chi ha messo la storia tra le ricordate,
Grazie a chi ha messo la storia tra le seguite,
Grazie a chi ha messo la storia tra le preferite.
Adesso scappo, mi trovate su twitter: @stylesscheek
love you, Aurora :)


*Con questo mio scritto non voglio indurre qualcuno ad autolesionarsi, è tutto frutto della mia immaginazione.*
  
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