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Autore: GD_foREVer    25/08/2013    5 recensioni
Chiusi gli occhi, serrando le palpebre fino a sentir male.
Pregai di morire, con tutta me stessa.
Dio, ti imploro, uccidimi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa FF non è stata scritta a scopro di lucro, e i personaggi da me descritti non mi appartengono.

DOES IT TAKE YOU BREATH AWAY, AND YOU FEEL YOURSELF SUFFOCATING?

Vi consiglio di ascoltare 21 Guns mentre leggete questo capitolo =)
http://www.youtube.com/watch?v=Mke9EHMQMYI
 

Lui... lui era morto.
La persona più importante che avevo al mondo non c'era più. Andato.
Per sempre.
-Perché l'hai fatto eh? Come cazzo hai potuto?! Non dovevi, non dovevi! Avevi promesso che non mi avresti mai lasciata sola!- gridai al cielo, scossa dai singhiozzi.
Mi lasciai cadere tremante sull'asfalto, permettendo alle gocce d'acqua di investirmi il corpo.
Le sentivo scivolare giù per il collo, fondersi con il mio essere, con le mie lacrime, con la mia disperazione... le immagini di qualche ora prima mi ritornarono ancora alla mente, provocandomi singhiozzi ancora più disperati e violenti.


-James James ti devo dire una cosa fantastica! Non ci crederai!- sbraitai in preda alla felicità.
Il suo sogno si sarebbe realizzato, ero elettrizzata, ce l'avrebbe fatta.
Salì di corsa le scale, rischiando di inciampare sui miei stessi piedi e poi arrivai alla sua stanza, spalancando la
porta della sua camera da letto.

Come al solito nell'aria rarefatta aleggiava l'odore pungente del fumo, ma di lui nessuna traccia.
-James? Ma dove cazzo sei? James, porta il tuo culone davanti ai miei fottuti occhi ORA! Andiamo!- ripresi a chiamarlo a gran voce.
Ma certo, nella veranda! Doveva essere li, come avevo fatto a non pensarci?
Ci andava ogni giorno a guardare il tramonto, rigorosamente in compagnia di una bella birra gelata e della sua Fender, la donna della sua vita.
Scesi di nuovo le scale a tutta velocità e mi catapultai in cucina, aprendo di scatto la porticina cigolante che dava sul retro.
Rimasi paralizzata, la scena che mi si era presentata davanti, era raccapricciante.


Chiusi gli occhi e lanciai un urlo acuto che racchiudeva tutto il dolore e l'odio che provavo in quel momento, rivolgendo sempre la faccia allo cielo piangente, sperando che esso arrivasse dritto dritto a Dio.
Bastardo.
Perché aveva permesso tutto questo?
Lo so io il perché: noi eravamo solo giocattolini per lui, il suo passatempo preferito, le sue pedine da sacrificare ad un inesistente sfidante, solo per puro sadismo.
-Come faccio io ora senza di te? Perché cazzo mi hai voluta abbandonare?!- urlai per l'ennesima volta.
Il flash ritornò, facendo ritornare in me anche l'orrore.

Cominciò a mancarmi il fiato e mi aggrappai al muro per non stramazzare a terra, poi mi lanciai su di lui, prendendolo per la schiena e mettendomelo in grembo per quanto fosse possibile.
Avvicinai l'orecchio al suo corpo immobile, freddo, insanguinato.
Nessun respiro, da lui non proveniva nulla.
Il suo cuore non batteva più.
-Oddio James... svegliati, ti prego, svegliati! Cosa hai fatto?- li cominciai ad accarezzare il viso pallido, aspettando in una sua risposta che non sarebbe mai arrivata.
Li presi una mano e cominciai a stringerla, notando troppo tardi che fra le sue dita teneva ancora una lametta, quella che aveva usato lui stesso; ma non ritrassi il braccio, non me ne importava nulla di quel pezzo di metallo che ora si stava conficcando nella mia carne.
-Per favore James, apri gli occhi! Tu n-non puoi... non puoi!- incurvai la bocca in una smorfia, lasciando che le lacrime scendessero prepotenti.
Notai che di fianco a lui c'era un foglio bianco, tenuto fermo dal suo plettro preferito.


-Dimmelo James, dimmelo!- ritornai alla realtà, continuando ad urlare.
Si era tolto la vita recedendosi i polsi con una fottutissima lametta, cazzo!
Ora in questo momento avrei voluto tanto farlo anch'io, non volevo continuare a vivere senza la cosa più importante, non ce l'avrei fatta.
Che senso aveva ora la mia esistenza?
Non avrei mai più rivisto i suoi occhi profondi e di un celeste rassicurante, capaci di leggerti dentro.
Non mi sarei più stretta al suo corpo, e non avrei mai più sentito le sue braccia rassicuranti stringere il mio.
E quella voce, la sua risata cristallina, le sue parole di conforto, non le avrei mai più udite.
-Ti odio! Ti odio Dio per quello che hai permesso!- buttai un'altra volta il naso all'insù, puntando il dito contro al nulla e socchiudendo gli occhi per evitare la pioggia che cadeva incestuosa. Speravo che oltre a quella coltre di nubi scure mi avesse sentito, e me lo avrebbe riportato indietro.
Davanti a me si materializzarono le sue parole.
Le sue ultime parole, affidate ad un foglio candido riempito dalla sua calligrafia confusionaria.


Ciao Piccola Heaven,
quando tu leggerai questa lettera, me ne sarò già andato.
Voglio scusarmi con te, sono stato pessimo... e non ti meritavi questo. Ma... hai presente quando senti un peso opprimerti lo stomaco ogni fottuto giorno? Hai presente quando tutto ti cade a dosso, e tu non puoi farci nulla? Ecco, è quello che succede a me. Non ce l'ho semplicemente fatta. Oh, sono tante le cose che non sai e che credimi, è meglio che tu non sappia.
Sappi solo che tu non centri nulla; mi sono lasciato andare. Ho deciso io stesso di affondarmi.
Ma ti prego, non sentirti in colpa.
Poi, ti lascio una cosa: la mia chitarra ora è tua. So che andavi di nascosto a suonarla, e so quanto ti piace. Lei ti aiuterà.
Tu sei forte.
Non sono mai stato bravo con le parole, ma sappi che sarò sempre con te piccola, non ti lascerò mai sola.
Ti voglio bene, sorellina, e te ne vorrò per sempre.
James.


Mi piegai su me stessa tenendomi le mani sull'addome.
La mia vita senza di lui non era più vita.


Ti voglio bene, sorellina, e te ne vorrò per sempre.


Mi accasciai al suolo, stremata dal dolore, dall'odio, dalla disperazione e dalla rabbia che provavo, dal mix letale che mi stava bombardando; il mio cuore ormai era spezzato, trafitto da mille lame incandescenti.
L'unica persona a cui tenevo più della mia stessa vita, quella che mi dava la forza di andare avanti era andata via, e non sarebbe mai più tornata.
Chiusi gli occhi, serrando le palpebre fino a sentir male.
Pregai di morire, con tutta me stessa.
Dio, ti imploro, uccidimi.

__________________Chi non muore si rivede_________________________
Buonsalve a tutti! :D
Ebbene si, ho intrapreso un'altra Fic... forse non è stata una buona idea dal momento che ne devo cotinuare pure un'altra ed ho un blocco, ma quest'idea mi frullava intesta da un po' e non ho resistito a lasciarla nei meandri oscuri del mio PC! Voi vi domanderete il perché di questo supplizio ma... adoro complicarmi e complicare l'esistenza v.v
Anyway, spero che qualcuno la legga e che mi lasci una recensione, mi fareste molto felice! Oh, le critiche sono ben accette, non fatevi scrupoli a dirmi che fa schifo e che sarebbe meglio non mettessi più mouse qui dentro U_U
Ciao ciao e (se vi piacerà) alla prossima! <3

Rage&Nutella,
Giada.

  
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