Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Desperate Housewriter    25/08/2013    2 recensioni
Fannie Crownden era in ansia quella mattina. Finalmente le era arrivata la lettera, quella lettera.
[...] Chissà che cosa si era inventato George quella volta considerato che ci avevo messo tempo per pensarci. Quel loro gioco era iniziato da quando avevano sei anni. [...] Costinteva nel lanciare sfide a vicenda, uno alla volta. Chi rinunciava veniva considerato un fifone. Ma non era mai successo. [...]
[...] Ma l'ultimo lancio dei dadi non era stato ancora tracciato. Il bello doveva ancora arrivare.
[...] L'ultima volta Fannie aveva sfidato George di prendere la patente di barca a motore e a vela. [...] Chissà, forse in questa sfida si era proprio vendicato.
Fannie, impaziente, aprì la busta.
Alice Williams
Alex Rose McKagan
Alexandra Johansson Smith
Alicia Spinnet
Alison Sincler
Beverly Rose
Caroline Marie Smith
Daisy Pearl
Dianna Scarlett
Elizabeth Darcy
Evelyn Wright
Felicia Lennox
Hannah Baker
Jackie Poe
Kimberly D Crystal
Lana Grafe
Mary Black
Maya Riddle
Michelle Saint Claire
Roxy D Portuguese
Roberta Salvatore
Shelly Webster
Scarlett Waldorf
Trova che cos'hanno in comune e facci una storia.

E ora vi chiederete, chi saranno queste venti persone?
Beh, sono delle persone vere, persone provenienti dal popolo di EFP.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

- Come hai detto, scusa? - chiese Fannie d'istinto, senza neanche rendersene conto.

- Kimberly, Kimberly Diamonds Crystal. -

- Questo nome non mi è nuovo, per niente. - disse Fannie cercando di pensare a dove avrebbe potuto conoscerla.

- Non so dove mi abbia potuto vedere, forse in un'altra vita - disse con quel pizzico di sorriso.
- No... - disse Fannie tentando di pensare nuovamente.

Non sapeva che erano quei "Diamonds" ad ingannarla.

- Comunque, invece di un bar, che ne dici se andiamo in un ristorantino a due passi, c'è un po' di gente ma... Il mangiare è buono ed in più, posso parlarti di quella Dianna. -

E all'improvviso capì. Controllò nuovamente la lista, questa volta sicura delle sue azione.
Ede ecco apparire Kimberly D. Crystal, la numero quindici.

Che cos'aveva in mente George? Nella lista c'erano due persone che, anche se non amichevolmente, si conoscevano. Un segno? Ma che tipo di segno?

Kimberly la guardò un po' confuso per poi schiarirsi la voce e sussurrar piano un - Tutto bene? -

- Il ristorante è perfetto per l'occasione, avremo molto da parlare, signora Diamonds. -

Top of the Heap ore 12:37
Santa Barbara


- Vede, signora Diamonds... - iniziò Fannie dopo aver ordinato un po' spaesata, non credeva lei stessa alla totale confusione che cercava di metaforizzare.

- Chiamami Kimberly, ti prego. Mi sento vecchia, sennò. -

- Vedi Kimberly... - continuò Fannie, bloccandosi allo stesso punto di prima, forse un po' più indietro - il fatto è che... -

Kimberly aspettava una risposta chiara, si capiva.
E forse Fannie avrebbe dovuto spiegarle tutto dall'inizio, anche se non l'aveva fatto con gli altri.

- Il mio vecchio vicino di casa ed io, fin dai sei anni, giochiamo ad un gioco. -

Kimberly sorrise, ma Fannie aveva intuito che in realtà si stava chiedendo che diavolo tutto questo c'entrasse con Dianna Scarlett. Fannie decise comunque di proseguire.

- Consiste nel darci... ordini. Uno alla volta ha il diritto di chiedere all'altro di fare qualcosa. Chi rifiutava avrebbe ammesso di essere un perdente, un fifone, per così dire. Abbiamo iniziato con piccole cose, mangiare un po' d'erba, farsi registrare mentre si dice una frase più che esilarante, tirare uno sculaccione ad un passante... - Fannie si fermo e cercò di ridere, era strano per lei, ma tutto questo la faceva... Ingelosire, sì, ecco, ingelosire.
Era gelosa di lei stessa, ma ha sei anni. Quando la vita la doveva ancora scoprire e, quindi, un po' di speranza le si leggeva ancora negli occhi. - E poi, avanti con gli anni, le sfide si sono dimostrate sempre più dure. Un giorno si trasferì e l'unico modo per tenerci in contatto era rimasto uno solo: queste sfide. Ormai i nostri interessi in comune erano rimasti pochi e perciò... Non abbiamo più smesso. L'ultima volta gli ho chiesto di farsi la patente di entrambe barca a vela e a motore. Lui odia il mare e la spiaggia. Odia il sale che resta appiccicato sulla pelle anche dopo milioni di lavate di acqua e sapone. E collega al mare ad un'insieme di feci e urine. Lui pensa ai pesci e alle barche che scaricano giornalmente i loro ricordini. E quindi, nella sfida dopo si è vendicato, questo è quello che credo. Ci ha messo un po' a propormi questa sfida. -

- Che devi fare? - chiese Kimberly incuriosita, finalmente Fannie era riuscita a catturarla con le parole.

- Mi ha dato una lunga lista di nomi, ventitrè per l'esattezza. Ho notato che son tutte donne. Sotto c'è scritto solo che devo trovare che cos'hanno in comune e farci una storia per poi pubblicarla. -

- Sei una scrittrice? -

- Ho sempre scritto libri solamente per bambini. Il mio editore si occupa anche per testi più seri, per adulti, ed infatti mi ha ribadito più volte che se volessi avrei potuto tentare nel scriverne uno. Ma non ho motivazioni, non ho idee, non ho la stoffa. -

Il cameriere servì loro le prelibatezze che avevano ordinato, ma nessuna delle due sembrava intreressata nel mangiare il proprio piatto, ormai c'era tensione ed ansia tra le due. Avrebbero dovuto entrambe giocare le carte giuste e, una di loro, nasconderne qualcuna sotto il comodo cuscino rosso legato delicatamente sopra la sedia.

- Non ti credo. - disse Kimberly, assaggiando il primo boccone e annuendo con la testa.

- Beh, ti farò leggere qualcosa di mio, allora. Comunque finora sono riuscita a contattare tre persone. Felicia Lennox, una batterista che mi sta nascondendo qualcosa... Mi ha detto che la sua band ha molto successo, ma ho scoperto grazie a fonti sul web che mi nasconde qualcosa. Poi c'è Evelyn Wright, che non mi vuole vedere di persona, mi chiede di scriverle alle tredici e cinquantasei di ogni pomeriggio su Skype. Ho scoperto dal fratello che non esce di casa dai suoi diciotto anni, mi sembra di ricordare. Ma non mi ha detto il motivo e so che c'è qualcosa che non torna. Mary Black, invece, sembra la persona più normale che io abbia mai incontrato. È una sceneggiatrice con molto talento, mi ha detto ciò che volevo e con lei vado d'accordo. -

- Anche lei ti nasconde qualcosa. -

- Come, scusa? -
- Dico che George sicuramente non è andato alla ricerca della normalità, a parer mio. Sennò tutto questo non avrebbe senso. E se magari quello che hanno in comune fosse un segreto? Ventitrè donne con uno scheletro nell'armadio? -

Fannie si sorprese a quell'affermazione. Non aveva mai pensato alle parole di Kimberly. Perchè mai George avrebbe dovuto segnarle se fossero state normali? Winckleman cercava qualcosa di più, non cercava la luce, lui cercava l'ombra.

- Non vedo che cosa Mary mi possa nascondere... -

- È una donna, sicuramente ti nasconderà qualcosa. -

- Forse hai ragione. -

- Dianna è nella lista, non è vero? -

- Già, è capitato tutto così in fretta, sono andata in questura per pagare la multa - Fannie si fermó di scatto, la multa, non aveva pagato la multa. Al diavolo, ci avrebbe pensato dopo. - E poi ho sentito lei nominare Dianna, quel nome non mi era nuovo. -

- Un bel colpo di fortuna. -

- Ma c'è dell'altro. - sussurrò Fannie sorpresa nel sentire le sue stesse parole.

- Che cosa? - chiese Kimberly, non aveva idea di cosa la sua vicina le avesse potuto dire, in più.

- Kimberly, nella lista ci sei anche tu. -

E quella frase colpì la donna come un raggio di sole nella profonda nebbia. O, meglio, il contrario. Come la nebbia più cupa in un giorno soleggiato. Non disse nulla, per un attimo.
Non poteva credere a quest'alleanza.
Ripensandoci, non aveva letto tutti i nomi, non ne aveva avuto il tempo.

- Tutto questo non è possibile, io non nascondo segreti, non ho uno scheletro nell'armadio. -

- Sei una donna, sicuramente nasconderai qualcosa. - le rispose Fannie imitando lo stesso tono di voce che aveva usato Kimberly.

- Beh, se avessi segreti ti nasconderei che il mio ex-marito è un assassino. -

- Sul serio? - chiese Fannie, pronta a scrivere i dettagli nel block-notes? -

- E pensare che abbiamo avuto tre figli, insieme... -

- Non pensavo avessi figli. -
- Ne ho tre. Jeremy, che ha sei anni, Webster ne ha quattro e Michelle ne ha quasi tre. -

- Sono piccoli. - sospiró Fannie, immaginandoseli.

- Per quanto siano piccoli e per quanto possano pesare, loro mi sorreggono, mi fanno alzare ogni mattina, sono il mio primo pensiero. -
Almeno quelle parole erano sincere.
- Non ne dubito. -

- Finchè non avrai il tuo bambino tra le braccia per la prima volta, ne dubiterai. Non si possono capire queste sensazioni, non si possono spiegare con le parole. -

Fannie si zittì, si sentiva un ostacolo ai pensieri della donna.

- Comunque, ho denunciato io mio marito, alla polizia. -

- Dev'essere stata dura. -

- Quando sai che i tuoi figli sono in pericolo, credimi, non ci pensi un attimo. -

- Lui... - iniziò Fannie, ma Kimberly continuò la frase senza disturbarla.

- Ha ucciso quattro persone, non per un motivo preciso, per... per collera. L'ho scoperto perchè un giorno l'ho seguito. Io tendo a non fidarmi delle persone e lui, durante quel periodo, era più che assente. Ero convinta che mi tradisse. L'ho seguito con la macchina e l'ho visto uccidere. - non usciva una sola lacrima dal viso di Kimberly.

- Posso solo immaginare quanto sia potuta essere dura. -

- Non puoi immaginarlo. -

Partì una musica dalla borsa di Kimberly. Una telefonata dal cellulare.

- È Dilma - sbuffò lei - mi scusi? Mi sa che devo rispondere. -

Fannie annuì.

- Dilma, non chiamarmi durante queste ore, lo sai che sono impegnata. -

- Deve imparare a stare senza la mamma, almeno per qualche ora. -

- Passamela. -

- Michelle, tesoro, perchè fai impazzire la povera Dilma? -

- Lo so che ti manco, ma ora arrivo, è questione di un'oretta. -

- Dai, su, fa la brava. -

- Domanda? Che tipo di domanda dovrei farti?

- E va bene... Vediamo... Lo sai perchè nei cartoni giapponesi i personaggi hanno gli occhi grandi? -

- Non te lo ricordi? -

- Perchè sono invidiosi di noi e vogliono superarci di grandezza. -

- Uhm... Forse! Senti ora fai la brava che arrivo! -

- Ciao. - disse Kimberly riattaccando.

- Non so se abbiamo molto tempo a disposizione. - continuò poi, rilassando le spalle.

- Devi incontrarla - decise Fannie.

- Incontrare chi? -

- Dianna. -

- Perchè? -

- Dovrete prendere una decisione. -

Forse Fannie era riuscita a capire che cos'avesse in mente il suo George.




CIAO A TUTTI! (odio più punti esclamativi e, poi, sono anche un errore grammaticale XD)
Scusate il mio ritardo, di solito aggiorno nel giro di un giorno la storia, considerata la sua leggerezza, ma qui il problema non sono io ma... La mia WiFi!
Sono in vacanza in barca e quindi potete immaginare.
E poi mi dice "Impossibile accedere alla rete X". È la mia!
Non so, se è successo anche a voi, ditemi tutto!
Il fatto è che appena accesa per un minuto funziona e poi... STOP!
Andata.
In ogni caso, che ne dite del capitolo?
Come vi sembra Kimberly?
Nasconde qualcosa come ogni altra donna?
Fatemi sapere che ne pensate, ne ho bisogno!
Un bacione,
Desperate Housewriter
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Desperate Housewriter