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Autore: Maya Amy    26/08/2013    1 recensioni
Beatrix è finalmente libera. Dopo tutti questi anni, dopo tutto ciò che ha passa, è libera. ma, forse, ha scelto il momento sbagliato per scappare. Alle volte se lo chiede. Era meglio restare nella Cava, schiava per sempre, ma ignara di tutto? O è forse un bene essere fuggita, nonostante ad aspettarla sia una terra soggiogata dal freddo e dalla guerra, che le scarica sulle spalle un'enorme responsabilità? Vorrebbe scappare da quelle responsabilità, rifugiarsi in qualche posto remoto, con un futuro incerto, ma rassicurante e spensierato. Ma il Destino non si può evitare. Destino bussa alla tua porta e ti trascina via, per poi non mollarti più.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chissà di che sa...la libertà...
Sogghignò.
Presto l'avrebbe scoperto.
 
 
Beatrix si accoccolò come un riccio sul sacco riempito di paglia, abbracciandosi le ginocchia e cominciando a ripensare alla giornata appena trascorsa. 
Sebbene in quel posto lei fosse una schiava, che si spaccava la schiena sui lavori in miniera e dalle frustate, fosse freddo, lugubre e avesse un sacco di altri aspetti negativi, la Cava era pur sempre una specie di casa per lei. Lì aveva conosciuto quanto più si avvicinasse all'amore materno da parte di Luna, il cameratismo tra compagni di sventu­ra, il coraggio di vivere nonostante tutto. Così, quando quel pomeriggio le avevano detto che era questo il gior­no, aveva sentito dentro uno strano desiderio. Quando sai per certo che lascerai un posto per sempre, vuoi farti ricordare. Per qualsiasi cosa. 
Così, inebriata dalla notizia della sua imminente fugga, aveva dato un pugno al supervisore della sua squadra di scavo. Non che non se lo meritasse. Quel tipo era una testa calda e un sadico, che li frustava ad ogni buona occasione, o, diciamocelo, anche senza motivo, perché era divertente e perché loro non potevano reagire senza averne altre dieci.
Alla fine si era trasformata in una violenta rissa. E lui ave­va avuto la peggio. Lei, con estrema soddisfazione, gli ave­va sputato il sangue del labbro spaccato trionfante. 
Come punizione si era beccata  dieci frustate. Ma aveva pensato che ne era valsa la pena. 
Ora che ci rifletteva, le sembrava una cosa stupida da fare. Aveva la schiena in fiamme e ogni taglio pulsava come un cuore vivo. Ne era valsa veramente la pena? Ci pensò su. Ma ovvio che sì!
Sorrise e poi sospirò. 
Così era arrivato, Il giorno della sua partenza. Era così felice. Finalmente avrebbe visto il cielo,  avrebbe visto I prati verdi, gli animali...Per quanto I disegni di Luna fossero accurati e meravigliosi, lei ardeva dalla voglia di vedere tutto ciò dalla realtà, bearsi dell'aria fresca, del profumo del pane, insomma, della libertà. 
Tutti gli altri schiavi avevano qualcosa a cui tornare. Lei no. Lei aveva tutta una nuova vita da inventarsi, aveva Il mondo da scoprire. Era ansiosa. Ma anche preoccupata. Lei  stava in quella prigione dall'età di cinque anni, ma, non rammentandosi lei niente di quegli anni prima della Cava, era come se ci fosse nata. E come poteva sopravvivere una schiava come lei, il cui mondo, fino a quel momento, era stato solo rocce, hiltin e dolore, nel mondo esterno? E se il mondo le si mettesse contro? Se quel che avrebbe trovato fuori non fosse stato diverso da quel che viveva in quel momento? Ma, ammettendo che forse si sarebbe trovata bene là fuori, cosa avrebbe fato? Avrebbe inseguito il passato perduto o dimenticato tutto e costruito una nuova Beatrix? E perché non ci aveva pensato prima, a tutte queste domande? Doveva togliersi la brutta abitudine di fare le cose all'ultimo momento...
I suoi vorticosi pensieri vennero bruscamente interrotti da un rumore proveniente dall'entrata della caverna. Instin­tivamente si calcò ancor di più la stoffa del turbante sulle orecchie e cercò il rassicurante frescone del ferro della sua spada arrugginita, mentre aspettava coi muscoli tesi. Per quanto improbabile fosse che I schiavisti avessero scoperto il rifugio della resistenza , era sempre meglio essere prudenti. 
Riconobbe I disordinati ricci bruni e si rilassò. Era Amalia. L'ex- pirata entrò a carponi nella caverna subito seguita dal fratello Dante. Sebbene Amalia fosse la sorella maggiore, Dante era considerevolmente più alto. Inoltre lei sembrava ancor di più una bambina con quegli occhi grandi e vivaci.  Che si posarono su di lei e subito si spalancarono. 
<< Ma cosa hai fatto alla faccia?!>> esclamò. Ora che ci pensava, probabilmente non aveva una bella cera. Aveva il labbro spaccato e l'occhio nero, ed era bianca come un lenzuolo. Lei sogghignò, per quanto il labbro glielo consentisse, ricordando le condizioni del supervisore. 
<< Ho fatto a botte col supervisore. Lui è messo peggio.>> disse. Amalia alzò un sopracciglio. << Bè... diciamo che il mondo avrà una tregua della sua presenza per un paio di giorni..>> rispose.
L'altra scosse la testa divertita. << Non smetti mai di sorprendermi! Ora mi dirai forse che sai scassinare serrature e che in una vita precedente eri una famigerata bandita?>> 
<< Mi sorprende la tua poca fede! Fosse non sarò stata una famigerata bandita, ma le serrature le so scassinare!>> rispose lei con aria contrariata. L'ex-pirata la guardò per un momento sorpresa prima di scoppiare a ridere.
Cominciarono a parlare del più e del meno per una buona mezz'ora prima che arrivassero anche gli altri. In tutto erano sì e no una quindicina, inclusi quelli che erano venuti solo per salutare.  La luce calda  delle fiaccole illuminava le loro facce. Beatrix le guardò una ad una. Conosceva ognuno di quei volti, dietro cui si nascondevano storie tutte diverse, che, per volere del fato, si erano intrecciate in quell'umido inferno e che presto si sarebbero nuovamente divise.Alcuni si dicevano arrivederci, promettendosi di rivedersi una volta scappati. Altri sarebbero partiti insieme. Anche a lei sarebbe piaciuto che qualcuno venisse con lei. Rivide davanti agli occhi l'ultimo incontro con  Luna. Anche loro si erano promesse di rincontrarsi. Ma Beatrix sapeva che quella promessa non sarebbe mai stata mantenuta. Luna, che per tanti anni era stata come una madre per lei, che l'aveva protetta come se veramente lo fosse, che gli aveva insegnato a combattere contro la disperazione e a leggere quando tutto era troppo, lei non poteva fuggire. Era incatenata a questo posto.Non l'avrebbe più rivista. Se ci pensava, a Beatrix si stringeva il cuore. 
Jamal, che sarebbe stato la loro guida, era appena arrivato. Completamente persa nei suoi pensieri, Beatrix s era persa il suo discorso. Si ritrovò ad annuire nonostante non avesse sentito neanche una parola di ciò che aveva detto. 
Da quando lui era arrivato era nata la resistenza. C'era un passaggio che sulle mappe dei schiavisti non compariva, ma di cui Jamal era a conoscenza “per caso”. Usavano quel passaggio per far fuggire gli schiavi. Inoltre lo usavano per I rifornimenti: un contatto del giovane portava ogni settimana cibo e tutto ciò di cui avevano bisogno, tra cui mappe, armi e medicine. Beatrix non era sicura che I schiavisti ne fossero a conoscenza, né che si rendessero conto che mancavano schiavi all'appello. Erano sempre molto attenti: si creavano piccoli gruppi di massimo dieci persone ogni tre settimane, si prendevano viveri, medicine e armi e si partiva. Essendo molti, I supervisori non si accorgevano delle sparizioni. Ma prima o poi se ne accorgeranno... pensò seria.
Fecero l'inventario e si prepararono a partire. 


Angolo autrice:
E rieccomii!! So di averci messo un sacco per scrivere questo capitolo ( e non è neanche un granché, scusate). A settembre ho gli esami ( D:) e inoltre sono passata in un periodo di blocco e di depressione perchhé questa storia è noiosa. Prometto che il prossimo capitolo sarà molto meglio!! :D Intanto grazie per essere arrivati a fine capitolo (se state leggendo questo piccolo angoletto). E soprattuto recensite!! recensite per qualsiasi motivo!! Non vi piace: recensite. Sembra carino: recensite. Scrivo come un elefante con la tuta:recensite!! anche per un consiglio! 
Au revoir!! ( avrò scritto ben? sono una frana con il francese..)
 
  
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