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Autore: Curly_crush    28/08/2013    2 recensioni
Iniziare a vivere in una città grande e sconosciuta e, perlopiù, da soli, può essere un'impresa davvero difficile per una ragazza giovane. Ma può anche essere l'occasione per cominciare a vivere una vera e propria favola!
"Mai avrei pensato che potesse succedere a me. Eppure ero lì, a perdermi nell’incredibile verde dei suoi occhi. Non poteva essere vero, doveva essere per forza un sogno, ma il tocco caldo delle sue mani sul mio viso mi confermò quella bellissima realtà. Le mie labbra si aprirono in un sorriso quasi ebete, credo, dato che lui scoppiò in una risata fragorosa."
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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And every time we both touch I only want more


Dopo che Liam ebbe sistemato tutto, gli sbadigli cominciarono ad arrivare.

“Mmmh, io andrei anche a letto”, mugugnò Harry stiracchiandosi.
“D’accordo, vai pure”, rispose Louis, più sveglio degli altri, “La piccoletta che dice, invece?”, chiese, rivolto a me.

Abbassai lo sguardo, arrossendo. Avevo sonno, ero esausta, e, sì, sarei andata a letto anche io, ma sapevo che la mia risposta avrebbe portato diverse battutine e sguardi maliziosi.

“Allora?”, insistette Louis.
“Tomlinson, non hai sonno tu?!”, chiesi, tentando di cambiare bersaglio.
“Sì, un po’, e tu?”

Non aveva funzionato.

“Sì, sì, ho sonno, voglio andare a letto, ok?!”, risposi infine, fingendo di essere infastidita.

Harry si alzò, prendendomi per mano.

“A dormire, eh!”, ordinò Louis, insistendo sull’azione.

Eccolo lì. Maledetto Tomlinson. Sentii le mie guance accendersi, poi mi nascosi sul petto di Harry, che rise leggermente imbarazzato.

“Fatti gli affari tuoi, Lou!”, esclamò il riccio.

Gli altri, fino a poco prima assonnati, ora si davano di gomito, facendosi l’occhiolino e battutine imbarazzanti.

“Siete tutti dei pervertiti!”, esclamai, scappando poi verso la camera di Harry.
Buonanotte, ragazzi!”, risposero gli altri quattro, in un coretto davvero poco innocente.

Harry arrivò in camera poco dopo di me, mentre gli altri stavano ancora in salotto a fare casino; mi si avvicinò velocemente e mi prese per i fianchi, stringendomi a lui.

“Ora posso baciarti senza che nessuno ci interrompa o lanci frecciatine, finalmente”, sussurrò, un attimo prima di appoggiare le sue labbra sulle mie.

Risposi al bacio con trasporto, non opponendo alcuna resistenza alla forza con cui lui mi stava spingendo verso il letto; ci cademmo sopra dopo pochi istanti, sprofondando leggermente. Sorridemmo entrambi, guardandoci un attimo negli occhi. Harry si bloccò un attimo, alzando lo sguardo, come per controllare qualcosa.

“Ho lasciato la porta aperta”, constatò tranquillamente.

Girai la testa quanto potevo, e riuscii a vedere che effettivamente era così. Un’altra cosa che vidi subito dopo, però, avrei preferito che non ci fosse: Zayn che passava lentamente davanti alla camera, non dissimulando in alcun modo il fatto che stesse guardando dentro; non appena ci vide, il suo sguardo si fece malizioso, e il suo passo rallentò ancora di più. Harry si alzò velocemente, mettendosi a posto la camicia con fare indifferente, mentre io, ancora più veloce, mi tirai a sedere sul letto.

“Malik sei un guardone! Vai a dormire, altrimenti quelle occhiaie non lasceranno più quel tuo bel visino perfetto”, lo apostrofai, provando a non arrossire.

Zayn si mise a ridere, ma mi ascoltò e se ne andò in camera sua. Harry si affrettò verso la porta, chiudendola, e facendo anche un giro di chiave.

“Hazza, perché ti chiudi a chiave? Hai paura dei mostri?”, chiese una voce da fuori.
“Niall, vai a dormire anche tu!”, ordinò Harry ridendo.

Ma tu guarda che razza di gente, un po’ di privacy non sapevano proprio cos’era, quei cinque.

“Adesso basta interruzioni. Sul serio”, sospirò Harry.

Cominciò a sbottonarsi la camicia, guardandomi serio. Mi avvicinai a lui, e delicatamente spostai le sue mani, facendo continuare le mie sui bottoni rimasti. Harry lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, portandole poi sulla mia vita, sorridendo leggermente. Arrivata all’ultimo bottone, gli sfilai la camicia, sfiorandogli le braccia con le mie mani, fredde a giudicare dai brividi che lo percorsero.

Poi qualcuno bussò. Harry si voltò di scatto verso la porta, poi vi si avvicinò rapidamente, sbuffando piano: erano i suoi amici, compagni di band e coinquilini e poteva volergli bene come se fossero suoi fratelli, ma ora stavano davvero esagerando.

“Che cosa volete ancora?”, chiese, pronunciando ogni parola separatamente, con il tono più gentile che aveva.
“La tua bella si è dimenticata questa”, spiegò Louis.

Mi avvicinai alla porta, senza ricordarmi di avere ancora la camicia del mio ragazzo in mano. Gli occhi azzurri di Louis andarono subito a posarsi su di essa, facendomi avvampare; poi mi passò la pochette, che avevo lasciato in salotto, e mi fece l’occhiolino.

“Buonanotte e … d’oro”, esclamò.

Non riuscii a comprendere la parola che ci aveva messo nel mezzo, ma Harry evidentemente sì, visto che la sua risposta fu un veloce calcio nel didietro di Louis.

“Buonanotte a tutti! Io adesso chiudo la porta e non la apro più fino a domani mattina, chiaro? Ciao”, sbraitò Harry, poi chiuse la porta, questa volta facendo due giri.

Scoppiai a ridere, seguita a ruota da lui.
Cominciai a togliermi i vestiti velocemente, fino a che Harry mi bloccò un braccio.

“Ehi, ehi, calma, perché corri così? Volevo farlo io questo”, chiese, quasi deluso.
“Perché se lo fai tu poi so che la cosa finisce male e … Io non …”, tentai di spiegare.

Non potevo dire “Non voglio”, anche perché non era assolutamente vero. Solo che quei quattro disgraziati, con le loro continue invasioni, mi avevano intimidita fin troppo. Lui mi guardò, spalancando gli occhi.

“Aspetta … Non credo di capire …”, borbottò.
“E invece hai capito, Harry, scusami. È che … ci sono gli altri …”, balbettai, infastidita.

Sì, ero proprio infastidita. Avrei dovuto ascoltare il mio istinto ancora tempo prima in salotto e trasferirmi in camera con Harry in quel momento.

“Beh, agli altri non deve interessare proprio niente di quello che noi facciamo!”, protestò lui.
“Harry, è anche casa loro”
“Quindi?”

Appoggiai la testa sul suo petto, sospirando. Le sue mani presero a percorrere veloci il mio corpo, facendo accelerare il battito del mio cuore; alzai la testa, e trovai subito le sue labbra ad aspettarmi. Lo baciai con forza, perdendomi come sempre; lui aumentò la stretta sui miei fianchi, avvicinando il suo bacino al mio. Infilò le mani sotto la mia camicetta, aperta per metà, facendomi rabbrividire.
Mi staccai di colpo.

“No, non fare così, Harry, per favore”, pregai.
“Ma così come? Se mi stai chiedendo di non toccarti, sognatelo, è come se mi dicessi di non respirare!”, esclamò, alzando la voce.

Posai una mano sulla sua bocca, ridendo. La sua espressione era davvero sconvolta. Mi avvicinai al suo orecchio.

“Puoi farmi le coccole, se vuoi”, sussurrai.
Mi baciò una guancia, sospirando, poi disse, sorridendo: “Sempre meglio di niente”


“No, così non vale!”, esclamò Harry, osservandomi dall’alto in basso.
“Cosa?”, chiesi, sorpresa.
“E me lo chiedi anche?! Tu non puoi metterti un completo del genere e chiedermi di farti solo le coccole!”

Guardai il completo intimo che avevo scelto per quella sera: era in pizzo, nero.

“Era un’occasione speciale, così ho pensato di mettere questo …”, spiegai, quasi scusandomi.

In effetti, non l’avevo scelto solo per i Brit, quel completo.
Harry allungò le mani verso di me, poi le ritirò, senza toccarmi, e se le portò al viso, coprendolo, e fingendo un pianto disperato.

“Io li faccio fuori, davvero. Ora esco, e, con calma, li tiro giù dal letto e non li faccio dormire per tutta la notte. Così imparano”, rifletté ad alta voce.

Risi, divertita da quella sua disperazione, poi rabbrividii.

“Harry, ho freddo, non è che potresti prestarmi una maglietta per stanotte?”, chiesi.

Andò verso l’armadio e mi passò una maglietta bianca con una stampa sul davanti, il logo dei Rolling Stones. Era una delle magliette che secondo me gli stava davvero bene addosso, una delle mie preferite.

“Sì, forse è meglio che ti copri, in effetti …”, affermò, continuando con la sua tragedia personale.

Mi infilai la maglietta, inspirando forte il suo profumo, poi mi avvicinai a lui e gli lasciai un bacio. Saltai sul letto e mi coprii, apprezzando il calduccio che c’era sotto le coperte. Harry mi seguì, dopo aver spento le luci. Mi abbracciò da dietro, cingendomi la vita con le braccia. Per un po’, restammo in silenzio, ascoltando i nostri respiri calmi.

“Gioia … sei sveglia?”, chiese lui.
Annuii con la testa, “Tu?”

Mi accorsi dopo della stupidità della mia domanda.

“Me l’hai chiesto davvero?”, rise lui.

Mi girai verso di lui, sistemandomi sull’altro fianco. I nostri occhi si incontrarono immediatamente, nonostante l’oscurità. Mi misi a ridere anche io.

“Non ho sonno”, confessai, piano.
“Io neanche”, concordò lui.
“Ehi, ci vieni al concerto sabato, vero?”, chiese dopo un po’.
“Magari! Harry, non ho il biglietto”, risposi, dispiaciuta.
“Allora non capisci proprio niente …”, borbottò.
“Come scusa?”
Sono io il tuo biglietto, amore. Il tuo personalissimo biglietto per il concerto …”, annunciò, sorridendo.
“Davvero? Grazie, grazie, grazie davvero amore!”, esclamai, felice.

Gli accarezzai il viso con una mano, avvicinandolo a me per baciarlo.

“Ti amo”, sussurrò lui.
“Mmmh, io non lo so”, mormorai.
“Stasera sei più dispettosa del solito o sbaglio?”, chiese sorridendo.

Passai un piede tra le sue gambe, e gli feci una linguaccia. Per tutta risposta, le sue mani scesero lungo i miei fianchi, arrivando al sedere, e fermandosi lì, decise a non spostarsi.

“Poi sono io quella dispettosa?”, esclamai, sorpresa.
“Sì, perché non mi vuoi”, rispose, mettendo il broncio.
“E tu sei tutto scemo allora”, dissi, accarezzando il suo petto.
“Perché, di grazia?”
Mi avvicinai di più a lui, per sussurrargli all’orecchio: “Perché ti arrendi con niente, amore”

Vidi i suoi occhi spalancarsi, un sorriso speranzoso sul suo volto. Non gli lasciai il tempo di ribattere. Attaccai la mia bocca alla sua, cercando la sua lingua, mentre le sue mani si infilavano velocemente sotto la maglietta. Mi strinse ancora di più a sé, potevo sentire il suo battito, accelerato quanto il mio, e il suo respiro sul mio viso.

“Ti amo”, sospirai io questa volta.

Lui sorrise, con la speranza che cresceva visibilmente sul suo volto grazie alla mia insinuazione. Si avvicinò ancora di più a me, stringendomi forte.

“E poi”, mormorò, “Abbiamo vinto un Brit stasera, dovremo pur festeggiare anche noi in qualche modo”.    

***

Il mattino dopo mi svegliai, e controllai l’ora sul cellulare: le dieci. Avevo una lezione alle undici, perciò mi alzai lentamente, senza far rumore, sciogliendomi con delicatezza dall’abbraccio di Harry. Lui si mosse, senza svegliarsi, e vidi un sorriso comparire sul suo volto: chissà cosa stava sognando.
Lo osservai per qualche istante, intenerita, poi mi infilai velocemente i vestiti della sera prima, tenendo però la maglietta che avevo indossato per la notte, che teoricamente era di Harry. Mi avvicinai al letto dal suo lato, e gli sfiorai la guancia con un bacio, che, malgrado le mie intenzioni, lo svegliò.

“Buongiorno”, sussurrai.
“Ehi, meraviglia … Te ne stai andando?”, chiese lui, stropicciandosi gli occhi.
“Sì, ho una lezione fra un po’”, spiegai.
“ Allora aspettami, che ti accompagno”, disse, tirandosi su dal letto.

Appoggiai una mano sul suo petto e lo spinsi giù, delicatamente.

“No, resta qui, e riposati”, risposi, “Vado da sola”
“Mmmh, d’accordo”, mugugnò lui in risposta.

Lo baciai sulle labbra, poi gli accarezzai i capelli e mi diressi verso la porta della camera, aprendola. In corridoio, incontrai Niall, già sveglio e già affamato.

“Niall! Stai già mangiando?!”, chiesi piano, ridendo.
Lui mi sorrise, poi, fulminandomi con i suoi occhioni color mare, rispose: “Beh, in mancanza d’altro …”

Frecciatina. Arrossii, poi lo colpii alla spalla con un pugno leggero, al quale lui reagì ridendo –piano, fortunatamente- . Lo salutai sorridendo, poi uscii dalla loro casa.



“Amore, mi sono tenuta la tua maglietta, mi piace troppo ;) me la regali? :D Ti amo <3 Grazie di tutto :) "

“Quella maglietta ti sta un po’ grande o sbaglio?”, chiese Ana, quando ci incontrammo in aula.
“Ehm, sì, è … di Harry”, confessai, timidamente.

Lei sorrise comprensiva, poi prendemmo posto e continuammo a chiacchierare della serata precedente finché il professore non entrò in classe.
Uscita dalla lezione, che quel giorno era stata più noiosa del solito, trovai un messaggio di Harry.


“Va bene, piccola, tienila pure :) poi ti sta anche bene addosso … ;) mi manchi già x”



Curly space:
Yeeeeeeeeee sono tornata! Con un ritardo spaziale, ma sono tornata =P Scusatemi tanto :3
Behbehbeh allora, serata Brit (finalmente) conclusa, e nel migliore dei modi, direi! ;)
Ma quanto carini sono questi dueeeeeeee?! *-* Voglio anche io un Harry cosìììììììì! :3
Ah, per chiarire quale sia la maglietta in questione, vi caccio una bella gif di Haz... <3 


(boh, fa effetti strani XD)
Comunque, a me quella maglietta piace davvero tanto, ormai ha i buchi, ma lui continua a portarla :D

Beh, basta, ringrazio benni_ per aver messo la storia nelle ricordate e tutte quelle che leggono in silenzio e tutte le altre <3 
Alla prossima, 
Curly crush ;)

  
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