La
Cacciatrice di Stelle
Negli istanti che
seguirono quel momento, Anna rimase interdetta ad osservare
ciò che si trovava
in mano. Non c’erano trucchi e quella non era una favola:
quella cosa luminosa
nel suo palmo era una stella, come quelle che si vedono a miliardi nel
cielo notturno.
Semplice. Dopo i primi attimi di stordimento, Anna non si mise ad
urlare, ne
chiamò qualcuno o iniziò a bombardare Selene di
domande. Non fece nulla di
tutto questo, semplicemente, rimise la stella nel suo involto e lo
posò in un
cassetto, dove intendeva custodirla. Poi andò a letto, come
ogni sera. Non che
non avesse nulla a cui pensare, sia chiaro, ma non le andava di fare
tanto
rumore. In quel regalo vedeva una confidenza e forse, si era accorta
che non
tutte le rivelazioni straordinarie cambiano istantaneamente la nostra
vita; a
volte la accompagnano parallelamente senza mischiarsi con essa, altre
volte
s’infilano nel quotidiano senza stravolgerlo del tutto,
diventando parte di
esso. Poi ci sono volte in cui la rivelazione è solo la fine
di un cambiamento
naturale, la conferma, la somma finale. Così era per Anna:
quella stella di
fatto non aveva fatto assolutamente nulla, era solo la conferma di una
qualche
forma di atipicità in Sel, che aveva imparato a conoscere
bene, nel quotidiano.Così
si addormentò.
***
Un mattino, mentre erano
al mercato in compagnia di Giulia, le due ragazze incontrarono Adele e
Nicola,
che ormai facevano coppia fissa. Dopo essersi salutati, i due posero
alle due
ragazze la domanda che da due settimane serpeggiava tra gli abitanti di
Starland:
-Ci siete stasera?-
Tale domanda, ormai
diventata di routine, si sentiva fin da fuori dai negozi, dove le
signore
s’incontravano facendo la spesa, veniva urlata tra un
giardino e una strada dai
ragazzini, chiesta sotto forma di domanda retorica a tavola dai
genitori ai
figli... E la risposta? Quella era in quasi tutti i casi affermativa,
eccetto
per quanto riguardava i signori più in là con gli
anni che sostenevano davanti
alle mogli, fino al pomeriggio del giorno stesso, di non voler proprio
andare
alla Festa di Fine Estate, detta anche semplicemente Festa, che era
roba da
giovani, tutti gli anni sempre uguale!
Salvo poi presentarsi la
sera con il loro abito migliore e con un gran sorriso stampato in
faccia.
Comunque sia, la Festa di
Fine Estate, chiamata così in assenza di un nome specifico,
era vecchia di
generazioni e si diceva fosse presente tra gli usi di quel popolo ancor
prima
che decidesse di stabilirsi in
quella
vallata circondata da monti alti e difficilmente accessibili. Non si
sapeva con
certezza a cosa fosse legata: c’era chi ipotizzava un antico
culto pagano, chi
una celebrazione legata all’agricoltura, visto che si
celebrava a Settembre. In
ogni caso, veniva ancora celebrata con entusiasmo e la gente vi
accorreva
numerosa, visto che era l’unica festività pubblica
presente nel villaggio.
-Certo.- assicurarono
Selene ed Anna, entrambe leggermente esaltate, la prima per la
possibilità di
fare qualcosa di nuovo e, doveva ammetterlo, anche per avere la
possibilità di
indossare il suo abitino nuovo, mentre la seconda... Bè, lei
probabilmente
provava più gusto ad andarci quell’anno, ci andava
con una mente più aperta
alle sorprese, chissà perché...
Lo stesso gusto lo provò
quella sera, mentre si preparava davanti allo specchio, facendo tutto
con un
pizzico di attenzione in più. Anna aveva scelto il suo
vestito la settimana
prima, insieme alle sue amiche (tra cui anche Agnese, che si era un
po’
inserita nel gruppo), che l’avevano spronata caldamente a
comprarlo. Era rosso
brillante, con una gonna a palloncino che terminava sopra le ginocchia
e le
spalline sottili. I capelli, invece, li raccolse in una crocchia
volutamente
disordinata, lasciando solo un paio di ciuffi neri come la pece ad
incorniciarle il viso e gli occhi verdi.
Sorrise soddisfatta allo specchio: quella sera si piaceva
sul serio. Si
girò verso Selene, che era già pronta per uscire
e l’aspettava seduta sul
letto, avvolta nel suo vestito blu notte (in tinta col divano!) privo
di
spalline e con i capelli biondi lasciati liberi di scendere oltre la
metà della
schiena. Erano entrambe belle e si complimentarono a vicenda, con
sincerità.
Le due ragazze uscirono da
sole, visto che Lorenzo avrebbe aspettato la moglie che doveva finire
di
sistemare delle cose in cucina, per poi uscire insieme.
Attraversarono le stradine
buie e straordinariamente silenziose, probabilmente perché
non c’era anima
viva, per poi avvicinarsi sempre di più alla piazza, dove
s’intravedeva un
bagliore fin in lontananza e dalla quale provenivano alcuni rumori e
schiamazzi
che le ragazze incominciavano a sentire.
Man mano che si
avvicinavano la luce diventata sempre più forte fino ad
esplodere in un insieme
di luci e suoni che contrastava di netto con l’atmosfera al
di fuori della
piazza.
Anna si guardò intorno:
c’erano proprio tutti! Dai bambini che si rincorrevano tra il
palchetto dei
musicisti e i tavoli, o meglio, passandoci sotto in barba ai pochi
richiami di
alcuni genitori ancora speranzosi di avere una qualche forma di
controllo sul
figlio, ai famigerati “non più giovani”
che buttavano giù un bicchierino dopo
l’altro, raccontandosi tutte le loro vicende giovanili...
C’era perfino quello
scapolo di Ernesto, ormai settantenne, che faceva ancora la corte a
quella
zitella di Elvira, che lo aveva rifiutato fin da quando aveva
vent’anni e lo
aveva incontrato la prima volta ed ora continuava a rispondergli in
maniera
acida e a minacciarlo di chiamare aiuto, se avesse continuato ad
importunarla.
Ma c’era chi era pronto a giurare che quella era solo una
sceneggiata e che i
due fossero stati insieme, al di fuori del matrimonio, e che si fossero
divertiti eccome. Le due ragazze guardarono il gruppetto ridendo e
facendo
commentini divertiti, per poi passare oltre.
Poco dopo trovarono
Elisabetta, in un abito verde scuro, impegnata a parlare animatamente
di chissà
quale questione con... Agnese. Già, la vecchia amica di Anna
non aveva
faticato, una volta presa l’iniziativa, ad entrare in quel
gruppetto e sembrava
proprio che anche Eli e Lele si stessero veramente attaccando a lei.
Anna
picchiettò con un dito la spalla dell amica, per richiamare
la sua attenzione,
invano, era troppo presa dal suo discorso, nonostante Agnese si fosse
perfettamente accorta di Selene ed Anna e cercasse di trattenere una
risata
allla scena. Anna decise di provare più
insistentemente e tornò alla carica contro la
spalla di Elisabetta:
-CHE C’È?!- gridò
questa,
esasperata, prima di riconoscere le amiche.
-Oh siete voi... Scusate,
ma Anna, lo sai benissimo che odio questo tuo modo di richiamare la mia
attenzione!-
Eh già, praticamente
questa particolarità di Elisabetta era nota a tutti, ma Anna
amava fingere
puntualmente di dimenticarselo, per vedere la reazione
dell’amica. Che non era
mai delle migliori, poteva assicurarlo.
Comunque, Anna fece
spallucce per poi chiedere alle amiche:
-Dov’è Lele?-
-A ballare con il signor
sonobelloeperfetto Nicola.-
- Ma dai, che carini!-
commentò Sel
-Erano insieme anche
quando siamo arrivate noi, molto vicini, ma...- disse Agnese
-Ma?- incalzarono le due appena
arrivate
- Sono andata a chiederle
se eravate già arrivate, non facciamone una tragedia.-
-ELI!- seguì
un coro di protesta generale.
-Che sarà mai, se la
voleva baciare l’avrà fatto anche dopo.- si difese
la diretta interessata, con
fare ovvio.
-Complimenti, sei davvero
romantica. Quanto una serata passata sotto un acquazzone.- la prese in
giro
Anna.
Elisabetta le fece la
linguaccia.
Poi sentì qualcosa che le
toccava la spalla. O meglio, che le picchiettava la spalla. Si
girò di scatto:
-QUEL DITO TE LO MANGIO,
CHIUNQUE TU SI... Oh, ciao Tommaso.-
Seguì un momento di gelo
in cui Elisabetta si augurò di venire inghiottita dalla
terra, le altre tre si
sforzarono di trattenere le risate, rischiando letteralmente di
affogarsi,
mentre il ragazzo osservava la scena, o meglio, più che
altro osservava
Elisbetta, con un sopracciglio alzato e un sorrisino divertito.
-Ti da così fastidio?- le
chiese
-Ehm... Leggermente.-
ammise Elisabetta, anche se “leggermente” era un
eufemismo.
Tommaso fece una bassa e
piccola risata, per poi porgerle una mano:
-Vieni a ballare?-
Arrossì leggermente,
Elisabetta che arrossiva?, per poi rispondere:
-Non sono molto brava.-
-Ti guido io.- il ragazzo
sorrise e la condusse verso il centro della piazza.
Anna e Agnese si
guardarono con la bocca a forma di O, come due pesci lessi, mentra Sel
sorrideva.
-Wow,un po’ di
romanticismo sembra presente anche in lei.- osservò Agnese.
-Già...-
-Andiamo a ballare anche
noi!- Propose, allora, sempre Agnese. Selene cambiò per un
nano secondo espressione,
mentre Anna chiese, in modo davvero poco credibile:
-E con chi?-
-C’è Dario là.-
rispose
l’amica convinta.
-Sì,ma...-
-Ha pure un paio di amici
carini che sembrano simpatici e parecchio annoiati, quindi anche io e
Selene
abbiamo un occupazione, non è vero?- le chiese con un
occhiolino.
-Va bene...- rispose Sel,
con un sorriso di circostanza, mentre Anna annuiva rassegnata,
d’altronde la
maggioranza vince in democrazia.
Però c’è da dire
che la
scena fu molto meno imbarazzante di quanto Anna si apettasse, anzi,
praticamente non lo fu, visto che lei e Dario passarono dal saluto alla
pista
da ballo in davvero pochissimo tempo. Infondo, era quello che volevano
entrambi
dall’inizio della serata. Dario piaceva ad Anna; era un
ragazzo assolutamente
normale, con difetti a cui però Anna riusciva a passare
tranquillamente sopra
grazie ai pregi del ragazzo su cui si concentrava. Come nel caso del
suo nome:
“Dario”, decisamente le suonava troppo aspro, ma
gli occhi castani da cerbiatto
del ragazzo riuscivano ad addolcirlo, secondo Anna, che sorrise
guardandoli.
Selene, invece, se ne
stava dal bordo della piazza, dove aveva esortato Agnese ad andare a
ballare
con l’amico di Dario, a guardare tutte quelle coppiette
carine ballare. Però ad
un certo punto venne distratta da una mano stesa a mo’ di
invito da un altro
degli amici del ragazzo, rimasto anche lui un po’ in
disparte. Guardandolo,
Selene si concesse di pensare che fosse un bel ragazzo dai lineamenti
forti e
dolci allo stesso tempo, prima di afferrare quella mano e concedergli
un
sorriso. Un sorriso di circostanza, che poi mutò, mentre
ballavano, in un
sorriso dalla duplice funzione: quella di distruggere tutte le speranze
del
ragazzo e quella di scusarsi.
La serata fu piacevole per
tutti e, probabilmente, lo fu per Anna più di tutti gli
altri, che l’avrebbe
ricordata molto bene negli anni, per vari motivi.
Quella sera, anche se
probabilmente non lo era, vedeva tutto più colorato,
più sereno, più felice. Si
sentiva più ottimista e anche più responsabile e
le sembrava di capire che
anche le sue amiche lo stavano diventando inconsciamente. E forse non
solo
loro; vide in un angolo, intenta a parlare con delle signore, la sarta
del
paese. Era da anni che non veniva e Anna sorrise istintivamente.
Fu allora, subito dopo che
ebbe girato di nuovo la testa verso la sua compagnia che
notò che mancava
Selene.
-L’avete vista da qualche
parte?- provò a chiedere alle amiche, che però
scossero tutte la testa.
Dunque, Anna decise di
cercarla nella piazza, girandoci attorno per più volte, per
poi prendere atto
del fatto che non fosse lì. Forse era andata verso casa, si
ritrovò a pensare,
prendendo quella direzione. Se la trovò, si
ritrovò a pensare in seguito, fu
più che altro per pura fortuna: Anna non si era allontanata
poi così tanto
dalla piazza, tant’è
che riusciva ancora
a distinguerne i rumori e a vederne il bagliore, quando, arrivata in
una zona
caratterizzata dalla vicinanza con
la
foresta e da case più larghe tra loro, la vide.
Lì, al margine della
radura, nel buio, dove col suo vestito
scuro non
l’avrebbe mai vista se non fosse stato per i capelli biondi
che risplendevano
illuminati dalla luna.
Anna si avvicinò sbuffando
-Sel! Mi hai fatto
prendere un colpo, non ti abbiamo più vista!- le
urlò, per attirare la sua
attenzione ed anche per rimproverarla.
-Anna...- l’altrà si
girò,
ma senza accennare a muoversi.
-Non volevo farvi
spaventare, è solo che, nonostante
mi
sia divertita, queste feste rumorose a lungo andare non fanno per me.-
continuò, una volta che l’amica l’ebbe
raggiunta.
Anna stette un attimo in
silenzio e, guardando quel bosco scuro, le venne in mente per un attimo
il
mercante con cui una volta aveva parlato Sel, che abitava al di
là di esso con
la sua famiglia...
Avrebbe voluto chiederle
un “vuoi andare a casa?, ma invece venne totalmente fregata
dal suo subsconscio
che chiese a Selene:
-Cosa ci fai qui?-
Altro silenzio.
Poi, però, la risposta
scivolò lentamente fuori dalle labbra di Selene:
-Pensavo di andare a
caccia di stelle.- disse all’amica, strizzandole
l’occhio, per poi aggiungere:
- stasera sono così belle e luminose.-
Anna sorrise.
-Allora ci vediamo
domani.- disse
L’altra sorrise di
rimando, per poi abbracciare Anna, colta di sorpresa: Sel aveva
regalato
milioni di sorrisi bellissimi, ma aveva abbracciato di rado qualcuno,
quasi
mai, solo quando l’educazione lo rendeva necessario, a ben
pensarci.
Poi si staccò, guardò Anna
e scomparve in un attimo, nel buio.
Anna non tornò alla festa,
ma a casa sua, rimuginando sui suoi pensieri. Infondo, sebbene uno
strano tipo
di tristezza si stesse facendo largo dentro di lei, era serena e...
consapevole; a quella
storia del domani
non ci credeva realmente, anche se stava tentando di fingere nel modo
più
convincente possibile con sè stessa.
E
forse, fu proprio per questo che, una volta rientrata nella casa ancora
vuota,
si chiuse la porta della loro cameretta e si mise dul divano, davanti
alla
finestra aperta, ad aspettarla.
E lì si addormentò, il
resto, realtà compresa, lo avrebbe affrontato domani.
Spazio autrice: vi prego non picchiatemi, so di
averci
messo veramente troppo ad aggiornare, solo che quest’estate
sono stata
catapultata da una parte all’altra e sono stata veramente
pochissimo a casa. Comunque...
Siamo giunti finalmente all’ultimo capitolo! Spero davvero
che la fine non vi
abbia deluso, ma ho sempre immaginato Sel come una specie di aiutante,
più che
come la risolutrice di tutto, non so se mi spiego... Riguardo alla
decisione di
mandarla via, invece, mi è sembrata opportuna, visto che Sel
non appartiene al
mondo degli umani.
Vorrei ringraziare Fanny e Pendragon per essere
arrivate
fin qui, senza di voi non sarei mai riuscita a finirla e questo
capitolo è
tutto dedicato a voi! Un altro ringraziamento va a tutti i lettori
anonimi. In
ogni caso, anche se ho già fatto il “Discorso
finale”, ci leggiamo all’EPILOGO
Ila