Definetely, maybe
Prologo
Che Rose
Weasley fosse la figlia della strega più
brillante che Hogwarts avesse mai avuto era facilmente deducibile dato
il suo
intelletto sopraffino, la sua astuzia – per lo meno in fatto
di logica - e la
matassa di capelli ricci che oscillavano continuamente strofinando il
colletto
della toga. Per non parlare poi delle montagne di libri, certo: di ogni
genere,
di ogni misura, di ogni argomento e di ogni grossezza. Detto in parole
povere,
era la degna figlia di Hermione Granger. O perlomeno era questo che
tutti si
aspettavano.
«Sicura che sia indirizzato a te?»
bofonchiò
Maggie, la migliore amica di Rose, accovacciata su una poltrona di
velluto
rosso della sala comune dei Grifoni, sbocconcellando un muffin al
cioccolato
che aveva abilmente sottratto a colazione.
Rose si rigirò il biglietto tra le mani leggermente
sudate rileggendo per l'ennesima volta quelle righe contando ormai di
saper
distinguere le trame della pergamena dall'inchiostro.
«Sono sicura, non c'è altra spiegazione. Conosci
altre ragazze a Grifondoro che si chiamano Rose
Weasley?»
La rossa si strofinò i polpastrelli delle mani
sudate sulla gonna grigia e schizzò via dalla poltrona
mettendosi a gironzolare
per la sala comune, brandendo quel lembo di pergamena strappato con due
dita
come se fosse un Ungaro spinato in miniatura.
«O miseriaccia». No quella situazione non le
piaceva per niente.
Perché se era vero che Madre Natura le aveva dato
la fortuna di ereditare metà dei geni da sua madre, non si
poteva dire che Rose
non fosse una vera Weasley, con lentiggini e capelli tendenti al rosso
inclusi.
E benché le efelidi sul suo viso fossero di numero
nettamente minore, se non
del tutto inesistente, rispetto a quelle della cugina e del fratello,
in realtà
si sentiva più Weasley lei che gli altri componenti della
famiglia. E la cosa
non le piaceva per niente, anzi a dir la verità un po' se ne
vergognava. Come
poteva lei, la figlia della strega
più brillante, mettersi ad imprecare uno scurrile miseriaccia e perdere la testa per un
insulso biglietto!
Maggie roteò gli occhi poggiando il mento sul palmo
aperto della mano destra ed eliminando gli ultimi residui di briciole
dal
labbro superiore, prima di riportare la sua amica con i piedi per
terra, da
vera Corvonero che era.
Maggie voleva molto bene a Rose anche se non era
così calorosa ed espansiva con lei. Non che non lo
dimostrasse, ma evitava i
modi orribilmente convenzionali e d'altro canto Rose sapeva che se
c'era
qualcuna che potesse farla rinsavire in quelle rarissime occasioni in
cui
perdeva la testa quella era proprio Maggie.
Appunto di questo si trattava, di una della
rarissime occasioni in cui l'equilibrio logico e razionale di Rose
Weasley
veniva pesantemente dirottato per una manciata di minuti e tutto questo
per un
ipotetico ragazzo.
«Se fossi in te, Rosie, non mi preoccuperei tanto.
È possibile che sia solo uno scherzo e che non ci sia nessun
ragazzo dietro a
tutto questo»
«Allora è decisamente uno scherzo di cattivo
gusto»
sbottò veloce Rose appallottolando la carta e lanciandola
contro il tappeto.
Maggie osservò esasperata il biglietto rotolare malamente in
un angolo della
stanza.
Benché avesse letto più libri lei che la stessa
Madama Pince custodiva nella biblioteca di Hogwarts, risultava essere
ancora
ignorante in una materia: i ragazzi. Non che se ne fosse interessata
più di
tanto, sia chiaro. Le sue esperienze in fatto di ragazzi si fermavano
all'età
di undici anni, prima che Harold, il gufo di famiglia, le consegnasse
la
lettera di ammissione alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.
Ma di
quei primi approcci c'erano sicuramente da escludere la cotta che suo
cugino
Albus si era preso per lei all'età di sei anni, con tanto di
biscotto di
fidanzamento, e l'infatuazione che aveva avuto intorno ai nove anni per
un
babbano ventenne durante una vacanza di famiglia a Bristol. Escludendo
quelle
due vicende patetiche e omettendo sorrisi e complimenti persi nel
vuoto, Rose
si ritrovava a sedici anni e cinque mesi, al sesto anno di studi ad
Hogwarts
senza aver baciato né tanto meno avuto un ragazzo.
«Per Priscilla! Raccogli quel foglio e rileggimelo»
ordinò Maggie veloce essendo stanca del pesante silenzio che
era sceso in
stanza e l'amica dai capelli rossi non se lo fece ripetere due volte.
Si schiarì per bene la voce e iniziò a leggere a
voce alta come se fosse uno dei soliti incantesimi. La rosa disegnata e
che
continuava a sbocciare ad intervalli regolari la distrasse per un nano
secondo.
«Cara Rose Weasley, dubita che le stelle siano
fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia
mentitrice, ma non
dubitare mai del mio amore. Tuo ammiratore.»
«Shakespeare. Di una cosa sei certa: non è Gazza
il
tuo corteggiatore» sghignazzò Maggie e si
beccò pure un'occhiataccia da parte
della Grifondoro, la quale al pensiero di essere corteggiata dal
custode del
castello represse un conato di vomito.
«Grazie per aver dissipato i miei dubbi»
asserì con
una punta di sarcasmo portandosi un braccio sugli occhi e rigettandosi
alquanto
scomposta sulla poltrona.
L'amica schiuse le labbra come per parlare ma si
pentì subito non appena vide la rossa ormai sull'orlo di una
crisi isterica
rinsavire quasi come se avesse bevuto un infuso di mandragola dopo
essere stata
Pietrificata.
«Spero solo che Hugo non lo venga a sapere»
mugugnò
affondando le dita tra i riccioli ramati.
Il livello di acidità giornaliero di Maggie stava
gradualmente aumentando e avrebbe tanto voluto rimbeccare
«Cos'è che Hugo non deve assolutamente
sapere?» biascicò
maneggiando la sua scopa, di tre spanne più alta di lei.
E mentre Rosie pregava Merlino di farla uscire
fuori da quell'orribile situazione - che a detta della cugina non aveva
niente
di orribile - la mente calcolatrice da Corvonero di Maggie aveva
già intuito
che avevano davanti la soluzione al loro problema.
Chi meglio di Lily Luna Potter, figlia del
Salvatore del Mondo Magico, avrebbe potuto aiutare la cugina a scoprire
il
responsabile del biglietto?
«Ottimo giorno per andare a caccia di gorgosprizzi,
vero Lys?»
Stare seduti con la testa a ciondoloni su un albero
al limite della Foresta Proibita era un'abitudine che Lysander
Scamander aveva
preso da una settimana o due, dal primo avvistamento di gorgosprizzi
che
fluttuavano tranquillamente sulle fronde di quegli alberi, ma sebbene
più volte
fosse venuto e avesse aspettato nelle ore più disparate del
giorno, violando
una grande quantità di regole, di nargilli e gorgosprizzi
non si era vistoneanche
l'ombra.
«Già peccato che non ce ne siano molti»
rispose
tranquillo sporgendosi dal ramo per osservare il fratello che da basso
lo
scrutava con le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e con aria
alquanto
divertita dati i bizzarri occhiali rosa, ereditati dalla madre.
Seguì una lunga pausa e poi, come se una fluffa lo
avesse colpito, mormorò un leggero oh
e Lysander si sbarazzò degli occhiali strizzando gli occhi
color giada.
«Ad ogni modo, come mai sei venuto a cercarmi,
fratello?» chiese rivolgendo lo sguardo alla sua stessa
immagine e scendendo
dall'albero con una tale grazia che Mrs. Purr a confronto era goffa - o
forse
lo era davvero.
«Mi chiedevo dove fosse Maggie»
bofonchiò
allentandosi la cravatta verde e argento.
Ad Hogwarts i gemelli Lysander e Lorcan Scamander
erano ben noti a tutti gli studenti, ma di certo non avevano ereditato
la
celebre fama dei gemelli Weasley. Mentre le mura e i dipinti del
castello erano
ben consapevoli delle burle dei due fratelli rossi e del loro legame
molto
stretto, lo stesso non si poteva dire per i fratelli Scamander,
indistinguibili
solo per un puro fattore genetico ma per la verità molto
diversi tra di loro,
tanto che a tutti venne un colpo quando Lorcan venne smistato a
Serpeverde. A
tutti meno che a Harry il quale aveva accettato la medesima condizione
per il secondogenito.
E così mentre Lorcan fraternizzava con le Serpi,
Lysander approfittava della sua permanenza ad Hogwarts per seguire le
orme
della madre, tentando di convincere qualsiasi studente Corvonero
dell'esistenza
di quegli esseri dimenticati dal Mondo Magico.
«L'ho vista a colazione e poi mentre si dirigeva
verso
Lorcan gonfiò le guance e si passò una mano tra i
capelli biondi.
«Sarà stata con
Lysander si dondolò sui talloni indeciso se
esprimere i suoi pensieri al fratello oppure ignorare
l’impulso e continuare il
suo appostamento come se niente fosse.
«È carina?...Rose intendo» chiese Lys
frettolosamente
tanto che il fratello ruotò velocemente la testa non essendo
ancora
completamente sicuro di aver afferrato il senso delle sue parole e, se
non
fosse stato per le labbra di Lysander che si erano mosse nel momento in
cui
aveva udito quelle parole, probabilmente Lorcan avrebbe pensato che
fosse tutto
frutto della sua immaginazione. Ed invece no.
Per
Salazar, suo fratello le stava chiedendo un'opinione su Rose Weasley o
cosa?
Sbottò in uno sghignazzo cupo e quasi forzato per
mascherare la forte meraviglia che il quesito del fratello gli aveva
provocato.
«Come scusa?»
Lorcan sperava che il fratello adesso abbandonasse
quel cipiglio grave e lo sostituisse con la sua solita aria trasognata,
che
dicesse che stava scherzando e magari sarebbero andati a fare un giro
insieme
sulla scopa.
Invece Lysander si portò nervosamente una mano
dietro la nuca.
«
Per un secondo Lorcan si sentì il cervello
evaporare e dubitò addirittura della sua
esistenza, cosa del tutto rara data la sua spiccata autostima che lo
cottrandistingueva
dal fratello, a suo malgrado.
No, Lorcan Scamander si sentì per un momento il
più
perfetto idiota di tutta Hogwarts ma di questo
ovviamente ne furono a conoscenza solo una manciata di
neuroni e lui.
Per il resto: suo fratello e Rose Weasley? Neanche
per la terza guerra magica!
«Si, credo di si» si limitò a dire con
una veloce
scrollata di spalle, giusto per far scivolare via quelle idee a dir
poco
malsane. E in fin dei conti non gli dispiaceva affatto che
Lysander sembrò girare intorno quanto detto dal
fratello, ma alla fine si convinse che fosse sincero e quasi alla pari
di un Elfo
domestico fece una piccola riverenza, poi estrasse la bacchetta recito
un
veloce Vingardium Leviosa e si
allontanò dal fratello con lo stuolo di cianfrusaglie che lo
seguivano.
E mentre Lorcan si chiedeva che cosa avesse fatto
di male per avere un fratello del genere e magari, si magari,
a furia di credere nei nargilli un giorno o l'altro avrebbe
raggiunto il livello ottimale di follia, mentre rimuginava tutte queste
belle
cose nel suo calderone personale, una voce più che familiare
lo colpi ad un
timpano.
«Scamander!»
Lorcan si irrigidì peggio della sua bacchetta
credendo di trovarsi davanti il professor Rasputin di Pozioni e
inorridendo
all'idea di una nuova sgridata.
Invece al posto del naso aquilino di Rasputin si
trovò davanti il pizzetto malcurato di Zabini seguito a
distanza da Caleb Nott.
Ottimo
giorno per le serpi per uscire dalle loro tane.
«Avresti dovuto vedere la tua faccia»
sghignazzò il
moro scimmiottando Lorcan il quale stava già riportando alla
mente qualche
maledizione senza perdono.
Nott intervenne cambiando subito argomento e
aprendosi in uno smagliante sorriso che a detta dello Scamander non
prometteva
nulla di buono.
«Notizie fresche dal Gazzettino di Hogwarts»
«Notizie che non puoi neanche immaginare»
rincarò
la dose lo Zabini mentre si svoltava le maniche della camicia,
gongolando come
non mai alla notizia che fremeva a dire e che Lorcan non aveva la
benché minima
voglia di sentire.
Loro e il
loro stupido giornale di pettegolezzi.
«
Ora, una persona sana di mente avrebbe sicuramente
pensato a quella notizia come a una semplice coincidenza e non a
chissà quali
fatture o addirittura scherzi del destino; stava di fatto che era certo
che
qualche mago del passato ce l'aveva con lui.
«Per tutte le cavallette, e chi è il tipo in
questione?»
Lo scambio di sguardi più che eloquente tra i due
Serpeverde, che sembravano saperla lunga, incuriosì il
biondo.
«Scorpius Malfoy»
La risposta lasciò basito lo Scamander il quale
aggrottò le sopracciglia e non fu ben certo del fatto che le
sue orecchie
sentissero bene. Magari qualche gorgosprizzo gli si era intrufolato
dentro nel
sonno.
No, aveva sentito proprio bene. Scorpius Malfoy.
Zabini intervenne in aiuto di Lorcan ancora
incredulo della notizia.
«Sta tranquillo, quando Malfoy fa qualcosa ha in
mente tutt’altro» disse con una scrollata di spalle
e con una punta di ironia
in quella lingua biforcuta che si ritrovava.
Una mano si posò sulla spalla dello Scamander e
guardò di sottecchi chi potesse essere.
«Ben detto amico, mio-» annunciò
Scorpius «quando
Malfoy fa qualcosa ha sempre in
mente
qualcos’altro».
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Ciao a
tutti,
non sono - come dire
- abituale da queste parti, ho scribacchiato qualche one-shot sulla
prima generazione ma niente di che. Ebbene adesso ho picchiato per bene
la testa e mi ritrovo nel fandom di HP a proporvi questa long - o
meglio dovrei dire neverendingstory
dato che la sto iniziando e non si sa dove arriverò. Sta di
fatto che mi è balzata alla mente questa idea e ci ho
scritto un paio di capitoli sopra. Per adesso è solo il
prologo che avete letto ma nei capitoli a seguire ci sarà
ben altro. Spero che questa anticipazione vi sia piaciuta e se la
risposta è sì spero vivamente che continuerete a
seguire questa storia. Preciso che il titolo l'ho preso da un film del
2008 dal medesimo titolo (che poi in verità è
anche una canzone degli Oasis)
Ad ogni modo grazie per l'attenzione.
un bacio
Sil
P.S per chi volesse contattarmi mi potete trovare su facebook Dreem L. Efp