Principe azzurro
Zoro
rinfoderò le spade e si voltò. Sudore e sangue
scendevano lungo il suo petto nudo su cui spiccava la cicatrice.
“Idiota,
possibile che ti debba sempre salvare?!”
urlò. Sanji osservò i suoi muscoli,
avvertì una fitta al basso ventre e la
punta delle orecchie bruciargli.
-Ti
odio perché ti amo- pensò. Strinse la sigaretta
tra i denti.
“Non
te l’avevo chiesto stupido Marimo”. Si tolse
gli occhiali da sole, premendo la ferita sanguinante alla spalla con la
mano.
“Non
è colpa mia se hai la sindrome da principe
azzurro” sibilò.
“Vai
a farti f**tere cuocastro di terza categoria!”
urlò Zoro.
“Dopo
di te, spadaccino di quarantesimo ordine!”
gridò Sanji.
[110].
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