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Autore: Robertaddict    31/08/2013    2 recensioni
----- SOSPESA -----
Cinque ragazze, ognuna con il proprio carattere. Ognuna con la propria storia. Abbiamo Mariana e Zayn, Martha e Niall, Annie e Louis, Sophie e Harry e Simone e Liam. Vivranno degli incontri, ognuno di questi sotto il segno della pioggia. Cosa succederà quando andranno incontro al proprio destino?
Buona lettura.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PER LA PRIMA VOLTA

Ringrazio In love with Styles_ per il banner stupendo.

A Marta, la mia compagna di gioie, dolori, scleri e pazzie.
A Marta che ancora sta aspettando la sua anima gemella, come me.
A Marta che mi ha salvato dalla noia.

La prima volta che aveva sentito la sua voce, se ne era innamorata.
Un angelo biondo, aveva detto alle amiche.
Simone non le credeva, diceva che non era possibile incontrare un angelo.
Sophie si era messa a sognare insieme a lei sull’angelo biondo dagli occhi azzurri.
Annie le aveva guardate con un sopracciglio alzato ed era tornata alla sua rivista interessante.
Mariana le aveva risposto che lei il suo angelo l’aveva trovato, ed era Zayn.
Eppure lei continuava con la sua convinzione, doveva rivederlo, anche a costo di stare tutte le sere fino a mezzanotte al pub dell’angolo.





Aveva convinto Sophie e Mariana a seguirla, a vedere il suo angelo biondo.
Così quando, una settimana dopo, il ragazzo biondo salì nuovamente sul palco si lasciò cullare dalla sua voce.
Era calda e familiare, intonata con il suono dello strumento.
Le mani rovinate dal suonare ripetutamente la chitarra, la voce melodiosa, gli occhi azzurri come il cielo e le labbra screpolate dal fumo. 
Un incrocio perfetto di caratteristiche che lei amava.
La sua voce le tornava in mente come una dolce cantilena di cui non poteva fare a meno.
Stavolta fece attenzione a sentire il suo nome.
Quando le sue labbra screpolate toccarono il microfono impercettibilmente, sussultò inconsciamente, e sentì il nome pronunciato attraverso l’amplificatore collegato al palchetto.
Niall.
Il suo nome era un insieme di suoni strani e opachi, ma ne risultava una melodia armonica.
Non distolse un attimo lo sguardo dagli occhi del biondo, talmente presa da ogni suoi movimento.
La chitarra, piena di graffi e vissuta come le sue mani, gli brillava in mano; mentre con leggerezza le sue dita callose cominciavano a pizzicare piano le corde dello strumento.
Seguì la sua voce, che intonava perfettamente il tono profondo di Danny O’Donoghue, cantante dei The Script.
Senza accorgersene cominciò a muovere le labbra imitando la canzone intonanta dal biondo.
Quando essa finì, sentì un vuoto incolmabile invaderla, come una sorta di malinconia che la portava a desiderare che la sua voce continuasse a cantare ancora e ancora.




Prese il frappuccino che le porgeva la cameriera dello Starbucks e uscì sorridendole.
La pioggia aveva già cominciato a scendere copiosa e silenziosa, mentre bagnava le strade di Londra e i vetri delle finestre.
Sospirò rendendosi conto di non avere l’ombrello.
Si infilò il cappuccio della giacca e cominciò a camminare a passo veloce evitando di tornare a casa bagnata come un pulcino.
Le scarpette da ginnastica aderivano all’asfalto bagnato e producevano piccoli schizzi d’acqua, in modo tale da farle bagnare anche i piedi. 
Resasi conto che non sarebbe andata molto lontano di quel passo, decise di fermarsi al primo vicolo presente sulla sua strada e aspettare che la pioggia si calmasse.
Da piccola aveva sempre odiato la pioggia, le metteva un senso di malinconia e tristezza e la portava a stare rintanata in casa a fissare inerme il temporale.
C’era solo una persona, di loro cinque, a cui piaceva la pioggia.
Mariana.
Adorava sedersi sul davanzale della finestra, una cioccolata calda in mano e un buon libro da leggere, e fissava la pioggia cadere disegnando piccoli segni sul vetro.
Con sollievo vide la pioggia smettere di cadere lenta e inesorabile, facendo posto a un bel sole.
Era così imprevedibile il tempo londinese e delle volte le portava a chiedersi perché mai avessero deciso tutte e cinque di trasferirsi lì, dove il clima era sempre lo stesso.
Poi però dava uno sguardo alla sua bella città e tutti i dubbi e le domande sparivano così come erano venute.
Gettò il frappuccino nella spazzatura e si passò una mano tra i capelli, cercando di renderli più voluminosi possibile.
Con lo sguardo basso proseguì, quando qualcuno le venne addosso.
Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi azzurri del suo angelo biondo.
Ringraziò mentalmente i suoi occhiali da sole che nascosero temporaneamente il rossore che le aveva pervaso le guance.
Il biondo le sorrise, inclinando leggermente la testa e squadrandola da capo a piedi, prima di pronunciare due sillabe.
“Mi dispiace.” Continuò a sorridere enigmatico.
“Figurati. Capita a tutti.” Gli rispose con voce leggermente tremante.
“Hai… bisogno di un ombrello?” Le chiese gentilmente.
Arrossì ancora di più, rendendosi conto che lui la stava squadrando perché era completamente zuppa, e non perché era interessato.
“No, non preoccuparti. Sono a pochi isolati da casa. Grazie lo stesso.” Gli sorrise sistemandosi i capelli e allontanandosi, non prima di averlo visto alzare le spalle e sfilare una sigaretta dal pacchetto di Marlboro che aveva in tasca e posarla tra le labbra screpolate.




 
Quando tornò a casa si diede mentalmente della stupida per aver continuato a pensare al loro incontro, dopotutto non si erano presentati ne avevano intrattenuto una conversazione a lungo.
Nonostante questo, la notte non fece altro che pensare a lui e la cosa non migliorò la mattina dopo, quando si recò al lavoro.
Ogni volta che entrava in quel bar si chiedeva se la sua massima aspirazione fosse quella, lavorare in un bar come cameriera part-time. 
Doveva seguire gli studi e contemporaneamente lavorare per poter pagare l’affitto che le altre si sudavano duramente.
L’unica esclusa dal lavoro era Annie, data la sua giovane età.
Simone lavorava come segretaria presso uno studio di avvocati, Mariana lavorava in un negozio come commessa mentre pensava a dare gli ultimi esami e Sophie faceva l’animatrice in un villaggio turistico.
Non erano quelle le loro aspirazioni, ma per mantenere la casa dovevano pur incassare soldi in qualche modo.
Sospirando si mise al servizio dei clienti, mentre osservava la pioggia bagnare nuovamente l’asfalto, e continuava a chiedersi se sarebbe proseguita a lungo.
Il suono del campanello che introduceva la visita di nuovi clienti la fece ridestare.
Alzò lo sguardo e incontrò quello fin troppo familiare del ragazzo biondo.
Lui le sorrise, mentre si passava una mano nei capelli bagnati e li scrollava dall’acqua.
Il suo amico, un ragazzo più alto di lui e con un viso dai tratti dolci, le sorrise di rimando senza conoscerla affatto.
Appena si furono accomodati, pensò subito a portargli l’ordinazione afferrando il blocchetto degli ordini.
Tremò leggermente, quando si avvicinò ai due, e chiuse gli occhi in modo da riprendere il controllo del proprio corpo.
Prese le ordinazioni, sorridendo, e uscì di scena tornando al bancone.
Quando questi si alzarono, per andarsene, il biondo le sorrise dicendole il proprio nome.
“Ah comunque io sono Niall.”
Gli sorrise, mentre si allontanava per servire altri clienti, e gli sussurrò, sperando ardentemente che l’avesse udita, il proprio nome. 
“Martha.











HOLAAAA A TODOS
Sono tornata con la seconda os della serie
Questa volta incontriamo Niall, che come potete vedere canta nei pub per guadagnarsi da vivere, e Martha che ci spiega un pò la sua storia
Anche questi sono molto complessi come caratteri e bisogna studiarli a fondo per capirne tutte le sfumature
Marta se stai leggendo, sappi che ti voglio bene.
Tornando a noi, ci si vede alla prossima os
Penso di poterla pubblicare la settimana prossima, di sabato.
Un bacio a tutte :)
  
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