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Autore: Lely1441    07/03/2008    4 recensioni
Raccolta di song-fic con pairing RoyAi. Dedicata con affetto a Shatzy e Sisya.
"Uno, due, tre colpi. Lo centro, è inevitabile che accadesse. Guardo quell’uomo cadere, sembra una farsa. Anche il sangue che gli colora la tunica, sembra troppo vivido, troppo per essere vero."
Genere: Generale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Red Fraction

Dunque, avrò ricominciato questa song-fiction… Tre, quattro volte, forse? Ho anche perso il conto… Volevo farla estremamente introspettiva, e ogni risultato raggiunto non mi soddisfaceva appieno. Il primo tentativo l’ho trovato scadente, il secondo lasciamo perdere, il terzo una specie di brutta copia del volume 9 del manga, e adesso ho questo. Volevo fare un salto nel passato, quando le song-fiction e le one-shot introspettive ancora mi riuscivano. Ecco il perché di questa raccolta. Be’, almeno posso dire di averci provato, spero solo che le persone che amano Riza e Roy quanto me l’apprezzino.

Raccolta dedicata a Shatzy e Sisya.

P.S. L’ho tradotta da sola, quindi non so come può risultare la traduzione letta da qualcuno che l’inglese se lo mangia… Vi prego, segnalatemi gli eventuali errori!







"Allora come mai è ancora nell'esercito?"
"Perché c'è qualcuno che devo proteggere."


Red Fraction
I have a big gun
I took it from my lord
Sick with justice
I just wanna feel you

I’m your angel
Only a ring away
You make me violate you
No matter who you are

It’s all up to you
No one lives forever
Been burn in the hell
By all those pigs out there

It’s always been hell
From when I was born
They make me violate them
No matter who they are


Ho una grande pistola
L’ho presa per il mio lord
Disgustata dalla giustizia
Voglio solo sentirti

Sono il tuo angelo
Ad un solo squillo di distanza
Mi porti a violarti
Non importa chi tu sia

Sta tutto a te
Nessuno vive per sempre
Sono bruciata all’inferno
Per tutti i porci là fuori

E’ sempre stato un inferno
Sin da quando sono nata.
Mi portano a violarli
Non importa chi siano.




La mia immancabile calibro 9 è qui, davanti a me.

Ogni sera, con cura quasi maniacale, la pulisco e la preparo per il giorno seguente.

Un rituale ormai consolidato negli anni.

Controllo i bossoli abbandonati sul tavolo.

Piccoli oggetti di ottone, dipinti con il rame.

Strano come una cosa minuta come una cartuccia possa procurare un brivido simile solo a vederla. Anch’io sentii una strana scossa il giorno in cui caricai per la prima volta una pistola. Un lento, freddo tremito che mi attraversò la colonna vertebrale al tocco di quell’arma.

Uno strumento di morte.

No, pensai in quel momento con decisione. Uno strumento per la vita.

Ero stufa di quel governo così ingiusto e pugnace.

Il sogno di un uomo, la semplice fantasia di una persona, mi ha convinta a intraprendere questa via.

“Mi basta sentirti accanto, rimarrò sempre al tuo fianco.

Sarò colei che veglia sulle tue notti e che ti proteggerà.

Che proteggerà te e il tuo sogno.”

Quanto tempo è passato da questo giuramento… Eppure, sono sempre convinta di ciò che faccio, delle mie azioni.

Sorrido, mentre soppeso con mano esperta la pistola, e prendo la mira verso un bersaglio immaginario.

Immaginario… Come vorrei che i miei bersagli rimanessero così. Non mi piace uccidere, non mi piace essere un’assassina.

Eppure, ho ucciso. E sono un’assassina, tuttora e comunque.

E continuerò ad esserlo fino al compimento di quel tanto bramato sogno.

Sporca una volta, sporca per tutta la vita.

Tanto vale infangarsi fino al midollo, allora.

Eliminerò dalla sua strada tutti gli ostacoli, uno ad uno.

Non importa chi cercherà di bloccarlo.

Farò del mio meglio.

L’ho giurato.

- Soldato Hawkeye!

No…

I ricordi dell’Accademia… Ogni tanto vengono a trovarmi, mi fanno compagnia durante la notte. Compagnia di cui farei volentieri a meno, perché subito dopo arriva l’ombra di quello che ho fatto a Ishbar. Il mio primo comandante… Il mio primo assassinio… La mia prima vera coscienza del mondo.

Get down on your knees
Get a good head on your shoulders
If it’s for your guys
Go to the end of the earth
Do what you think
Give it with dedication
I’ll put out your misery

Mettiti in ginocchio
Vedi di avere una testa che funziona sulle spalle
Se è per i tuoi ragazzi
Vai fino alla fine del mondo
Fai ciò che pensi
Dallo con dedizione
Mi sbarazzerò della vostra sofferenza

- Dietro le trincee, subito! In ginocchio, in ginocchio, stupidi! Non dovete farvi vedere! Avanti, piegatevi in avanti! In avanti!

Corro dietro la prima difesa che trovo. Il maggiore Stulb, a cui noi nuovi arrivati siamo stati assegnati, continua a sbraitare ordini, mentre dall’altra parte dei trinceramenti i nemici continuano a sparare.

- Stateci con la testa! Chrinnell, si può sapere cosa diavolo cercavi di fare?

Vedo distrattamente il maggiore afferrare il bavero di Brian, mentre cerco di calmare il fiatone. Ormai siamo tutti qui dietro, ma probabilmente Chrinnell ha cercato di fare il furbo come suo solito. Sono praticamente certa che abbia cercato di colpire il capo di quel gruppo di ribelli. Guardo leggermente preoccupata il taglio che mi sono procurata sul braccio. Rimpiango le riserve di disinfettante ormai finite, passeranno minimo tre giorni prima che ne arrivino altre. Stasera mi toccherà buttarci sopra dell’alcol puro, sempre che lo trovi.

E sempre che ci arrivi, a stasera.

- Soldato Hawkeye!

- Maggiore…

Vedo quell’omone alto più di due metri acquattarsi accanto a me.

- Hai ancora munizioni per il tuo fucile?

Controllo la sacca accanto a me.

- Poche signore, avrò sì e no dieci colpi da sparare. Senza contare quello in canna.

Il maggiore si concede il lusso di massaggiarsi le tempie. Un lusso nel vero senso della parola, se si considera che i proiettili continuano a pioverci addosso come grandine. Una schifosa grandine color piombo.

- Quanti anni hai, soldato?

- Diciotto, signore.

Sono sorpresa dalla domanda. Comincio a temere che il rumore assordante di quel diluvio artificiale abbia seriamente compromesso il tanto declamato sangue freddo del mio superiore.

- Hai mai ucciso qualcuno?

La profondità del suo sguardo quasi mi ferisce.

- No, signore.

- E ti ritieni pronta a farlo?

- Si può essere pronti per una cosa del genere?

Il maggiore mi guarda intensamente, come addolorato. Allora continuo:

- Tuttavia, sono qui per uno scopo ben preciso, e cercherò di fare del mio meglio.

Fare del proprio meglio per uccidere una persona… Quasi provo ripugnanza per me stessa.

Non dimenticherò mai gli occhi del maggiore Stulb in quel momento. Mi fissavano con forza, cercando di trovare qualcosa in me, ma contemporaneamente il suo sguardo era anche spento… E’ troppo difficile da spiegare a parole.

Ma quello sguardo continua ancora a seguirmi, di notte.

Quegli occhi azzurri, che immagino siano stati tante volte comparati a piccoli pezzetti di cielo. Ora è un cielo appestato da tutta la morte qui intorno.

Sono veramente pronta a compiere un passo del genere? A togliere la vita a qualcuno?

- Ragazza mia…

Il maggiore sospira, e si passa stancamente una mano sul viso, chiudendo quelle piccole fessure di cielo che stavo ancora osservando.

- Vorrei prepararti, sei una delle poche che usa la testa, qui dentro, ma capisci anche tu che non c’è più tempo.

Si alza e, mettendosi in ginocchioni, invita anche me a fare lo stesso. Oltre lo spiazzo di terra e sangue che vediamo, c’è l’altra trincea, ed è proprio quella che l’uomo mi indica. Mi dà poche istruzioni, mentre io ascolto concentrata. Devo uccidere l’attuale capo dei rivoltosi, così gli altri si disperderanno come foglie in balia del vento autunnale. Devo riuscire dove Chrinnell ha fallito, quindi.

- Pronta?

Annuisco.

Ora o mai più.

Il maggiore Stulb mi afferra e mi butta in mezzo al fuoco aperto. Cerco di combattere contro il panico, e corro lontano, dietro un muro vicinissimo alle postazioni nemiche.

Capisco dove mi trovo. So benissimo che basta che giri l’angolo, mi butti sotto un androne – o quello che ne è rimasto – della prima casa, l’aggiri e mi ritrovi dietro la trincea. Sì, ma quella sbagliata, stavolta.

Prendo fiato. Una volta sparato il primo colpo, non mi sarà concesso neppure un secondo, ho dalla mia solo l’effetto sorpresa, e, terminato quello, mi ritroverò come un coniglio in mezzo ad un branco di lupi affamati.

Merda, morire così è assurdo, ma non posso fare altrimenti.

Tutto a un tratto, mi riviene in mente il vero motivo per cui sono lì; sono entrata in guerra per proteggere il sogno di una persona, non per farmi scannare come un soldato qualunque.

E allora, che si fa?

Poi, l’illuminazione mi colpisce con la forza di uno schiaffo.

Se solo riuscissi ad entrare in quella casa…

Se solo riuscissi? Ma cosa mi prende? Devo farcela.

Scrollo il capo, mi guardo in giro nervosamente.

Fortuna che non c’è nessuno. Non è da me rimanere imbambolata in un momento del genere.

Scavalco una piccola montagnetta di detriti accanto al muro portante, e lo percorro fino a trovare un’apertura nella parete e infilarmi dentro la casa.

Detto, fatto.

Sono dentro, e percorro a perdifiato le scale semi-distrutte che portano al piano di sopra. E qui sta la parte più difficile. Il tetto dell’abitazione ormai non esiste più, e il pavimento è aperto da grossi fori provocati dalle bombe. Grazie al cielo, sono rimaste le robuste travi che lo sorreggevano un tempo. Camminerò sopra quelle.

Appoggio un piede sopra quella più vicina a me. Robuste? Stanno marcendo pian piano, ma riescono ancora a sorreggere il mio peso.

Cioè, questo è quello che mi auguro.


Have no prayer
So, I keep the gun with me
For my safety
I’ll do it with no sweat

They mean business
No time for sissy pig
Queen of ocean
Sing "the Volga" to you

No need to think about it
You do it or you die
Those aren’t tears
Don’t let it trick on you

Non ho preghiere
Così, tengo la pistola con me
Per la mia salvezza
Lo farò senza sudare

Loro fanno sul serio
Non c’è tempo per una stronza femminuccia
La regina dell’Oceano
Canta “The Volga” per voi

Non c’è bisogno di pensarci
Fallo o muori
Quelle non sono lacrime
Non ci inganniamo su di voi

Ora sono accucciata contro il muro che dà sulla strada.

Ho infilato la canna del fucile nello spacco più grosso che ho trovato.

Prendo fiato, non ho neppure una preghiera da recitare.

Non mi lascio intenerire dal senso di colpa che a momenti mi fa tremare le mani e mi offusca la vista. Non ce n’è il tempo.

Stringo più saldamente il calcio dell’arma, mentre i miei occhi cercano la preda.

La trovano.

E si apprestano ad abbatterla.

Uno, due, tre colpi.

Lo centro, è inevitabile che accadesse.

Guardo quell’uomo cadere, sembra una farsa.

Anche il sangue che gli colora la tunica, sembra troppo vivido, troppo per essere vero.

Una volta, da bambina, in mezzo ai miei giochi, mi capitò anche di imbattermi in un duello.

Con la spada di legno, riuscì a colpire il ragazzo con il quale stavo giocando.

Lo vidi distintamente prendere il pezzo di legno e infilarselo sotto l’ascella, mentre la sua spada cadeva con un tonfo sordo a terra. Il ragazzo moro boccheggiò, e stramazzò a terra, con delle smorfie tanto buffe che mi fecero ridere a crepapelle.

Poi il ragazzo si rialzò e prese a ridere anche lui.

In fondo, Roy Mustang è sempre stato un buon commediante.

Eppure, davanti a me, l’uomo Ishbaliano non si alza più.

E questo non è un gioco.

I compagni si sono accorti della caduta dell’uomo, e per un attimo il tempo si ferma.

Poi iniziano gli urli.

Come mi aspettavo, un ragazzo deve capire come un colpo del genere possa aver ferito il loro capo.

Guarda in alto, e a un certo punto, complice lo scintillio della canna che mi affretto a ritirare, riesce a scorgermi.

I suoi occhi, rosso scarlatto come tutti quelli della sua tribù, sono velati di lacrime.

Sento una fitta stringermi lo stomaco, ma no, non mi lascerò impietosire.

Ho fatto quello che dovevo, punto.

Scendo e torno dai miei commilitoni, approfittando dello scompiglio che ho creato.



I am hard as steel

Get out of my way
Pay back all at once
Suck away the tender part

Sono dura come l’acciaio
Vattene dalla mia strada
Ripaga tutto in una volta
Succhia via la parte dolente

Il maggiore Stulb a momenti si mette a piangere, quando viene a sapere che sono riuscita a portare a termine la missione, rimanendo illesa per di più.

- Ragazzi, prendete tutti esempio da lei! Altro che voi femminucce!

Gli abbracci, le urla di trionfo , mi fanno sorridere. Peccato che sia uno di quei sorrisi che precedono il pianto.

Però mi trattengo. Da quel momento, saranno molte le lacrime che imparerò a non versare.

In quell’istante mi sento incredibilmente vecchia, e mentre le urla di gioia nel campo continuano nella notte, io vado a rintanarmi nella mia tenda.

Basta con il rimorso, quel che è fatto è fatto.

Afferro la bottiglia di rum che sono riuscita a recuperare, e ne butto un po’ sulla ferita del braccio, che cominciava ad infettarsi.

Stringo i denti, impedendomi di urlare, e con una garza pulita (o almeno, spero che lo sia) pulisco per bene il taglio. Mi fascio il braccio, e quando non me lo sento più pulsare di dolore, decido di stendermi.

Sarà la stanchezza, sarà il dolore per quella ferita molto più profonda di quel che pensassi, ma mi addormento subito.

Da quel momento, verrò soprannominata Occhio di Falco, un gioco tra il mio vero cognome e la mia abilità da cecchino.

Se non altro, mi verrà risparmiato il corpo a corpo, e quello lo odio veramente.



You made a mess

For Christ sake, this rotten world
Shit out of luck
Go with my vision
Light up the fire
Right on the power
Weapon… I have it all

Hai fatto un casino
Per l’amor di Cristo, questo mondo corrotto
Sei in un’irreparabile brutta situazione
Accompagnati alla mia visione
Accendi il fuoco
Aggiusta la potenza
Arma… Ho tutto

Non c’è niente da fare, Roy Mustang ama mettersi nei guai.

Ne ha combinata un’altra, ma stavolta non è un gioco.

E mentre mette a frutto gli studi di mio padre, mentre aggiusta il tiro, regola la potenza, e fa fuoco, io faccio lo stesso con la mia arma, simultaneamente.

Combattiamo insieme, io con il ferro, lui con il fuoco.

Dopotutto, non si dice proprio “mettere a ferro e fuoco”?

Ho tutto, non mi manca nulla per proteggerlo.

Nulla.

Passano gli anni, passano le stagioni.

Ora sono nella mia cucina, a ripensare a tutto quello che ho vissuto.

Certe esperienze non si possono dimenticare mai del tutto.

Mi alzo e vado in camera, e ripongo la calibro 9 nel cassetto del comodino. Piano, con cura, non mi lascio mai prendere dalla fretta.

Dopo essermi lavata le mani, con le stesse mosse tranquille e calcolate, mi spoglio.

L’occhio mi cade su una sottile cicatrice, ormai biancastra, proprio sul braccio.

Sospiro, e so che quella notte non dormirò molto, me lo sento.

- Tenente, che brutta cera! Hai fatto le ore piccole?

Il Colonnello è abituato a dire certe battute, ma quella di Havoc in risposta lo spiazza totalmente.

- Sì, magari in compagnia di qualche bel giovane, eh, Tenente?

Ridacchio con discrezione, mentre Roy Mustang è colpito da un violento colpo di tosse, e a momenti cade dalla scrivania.

- Havoc, ma cosa ti salta in mente! Il Tenente ti pare il tipo?

Ribatte, cercando disperatamente di riprendere aria.

Dopo aver attaccato il soprabito all’appendiabiti, afferro dei documenti da consegnare, e, mentre apro la porta ed esco, affermo sibillina:

- Mai dire mai.

Chiudendo la porta dietro di me, mi concedo un sorriso sereno. Tutti i ragazzi scoppiano a ridere, mentre sento il Colonnello sbraitare verso il loro indirizzo.

Certi episodi ti segnano, è vero.

Ma la vita continua ad andare avanti, e con quella la mia promessa, che sto ancora mantenendo.





Note:
Allora, cosa ne dite? Questo è solo l'inizio, con il POV di Riza. Non so se il secondo capitolo sarà una song-fiction pubblicata su un altro sito molto tempo fa, che personalmente mi piaceva, ma che purtroppo non c'entra con il Royai, oppure scriverne un'altra... Be', ci penserò. Intanto fatemi sapere cosa ve n'è parso, tutto quello che dovrei cambiare e tutto quello che vi viene in mente! ^^
La canzone è la sigla di Black Lagoon, ossia Red Fraction di Mell.
I commenti in risposta a "Never Alone" arriveranno insieme al prossimo capitolo, intanto ringrazio immensamente: Shatzy, elyxyz, merion, Sisya e Bad Girl. Non dimenticatevi di me! XD
Kissoni e grazie di aver letto! ^X^
Lely

   
 
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