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Autore: biberon    02/09/2013    2 recensioni
“Abbiamo dovuto farlo.” Disse la madre di Gwen con gli occhi lucidi.
“Ma è una ragazza dolcissima! Gentile, bella, educata, spiritosa! È una mia grande amica!”
“Capiscici, Duncan, ti prego. Lo facciamo per proteggerti!”
“Da cosa?!”
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Duncan era un ragazzo punk, forte, intraprendente, ribelle, ma buono.
Courtney era una ragazza bella, ordinata, intelligente, intraprende e dolce.
Gwen era una ragazza sola.
Lei era diversa, lei era un pericolo …
Ma lei voleva solo qualcuno, qualcuno che l’apprezzasse e l’amasse, qualcuno … lo voleva disperatamente, con tutta se stessa.
Ed era pronta a fare qualsiasi cosa per averlo.
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen | Coppie: Duncan/Courtney, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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“Gwen … Gwen?”
Qualcuno le stava sventolando vicino alla faccia un foglio di giornale per rianimarla: era svenuta.
Quel qualcuno era Courtney.
“Dov’è … dov’è Duncan?” chiese rialzandosi molto piano.

“è andato fuori a fare due passi. Dopo il suo svenimento diceva di aver bisogno di una boccata d'aria fresca ... speriamo che non stia di nuovo male." “Ah …”

“Tutto bene, ora?”

“Si, va meglio, grazie.”

“Che ne dici di fare una sorpresa a Duncan?”

Gwen parve riprendere colorito.
Batté le mani come una bambina.

“Perfetto!” esclamò Courtney e la trascinò in camera per un braccio.

“Ho dei vestiti in stile dark, molto carini … ci vestiremo … ci faremo belle e lui rimarrà scioccato!”

“Wow! Non mi sono mai truccata!”

“Davvero?”

“Uhm … sì.”

Courtney la trascinò in bagno.

“Aspetta mentre faccio la doccia … ci sono delle riviste, se le vuoi leggere …”

Gwen si voltò dell’altra parte mentre Courtney si spogliava ed entrava nella doccia.
Accese l’acqua calda mentre Gwen si sedeva sul water chiuso e leggeva una rivista.
Dopo cinque minuti la mano di Courtney spuntò dalla tendina della doccia e afferrò un asciugamano.
Cinque secondi dopo uscì lei, con i capelli bagnati e gocciolanti che battevano contro la schiena abbronzata.

“Tocca a te.” Disse sorridendo.
Courtney si girò dall’altra parte mentre Gwen si spogliava ed entrava nella doccia.
Dopo poco uscì anche lei prendendo un asciugamano dal gancio di metallo e mettendoselo addosso.

“E … ehm … e adesso?” chiese.
Si muoveva nel bagno con circospezione, come se non fosse sicura della sua prossima mossa.
Courtney la fece sedere davanti allo specchio sorridendo come la volta in cui aveva baciato per la prima volta Duncan.
Con la sua spazzola le pettinò ordinatamente i capelli e glieli asciugò con il phon.


Gwen si sentiva benissimo: non era mai stata trattata così bene e con  cura e la sensazione le piaceva.
Le piaceva ECCOME.
Rise senza motivo mentre Courtney le spalmava sulla faccia una crema arancione che profumava di pesca.


“Gwen … e ora … la cosa migliore!”
L’ispanica aprì un mobiletto, guardò bene dentro e poi scelse due boccette di smalto, uno nero e uno azzurro.
Entrambe avevano delle unghie molto belle, lunghe e arrotondate, ma Courtney volle comunque dare una sistemata a quelle di Gwen con una limetta.
Mise delle smalto protettivo trasparente sotto e poi applicò quello azzurro a se stessa e quello nero alla gotica.
La parte più divertente fu quella dei piedi.

Gwen rise ancora mentre Courtney le infilava dei piccoli pezzi di cotone tra le dita dei piedi e le passava lo smalto.
Mentre aspettavano che si asciugasse andarono in camera e scelsero dei vestiti dall’armadio.

Courtney prese uno di quelli che reputava più belli, con una camicetta celeste orlata di pizzo bianco e una gonna decorata a fiori cuciti con un grembiule stretto in vita.

La gotica scelse una abito nero con la gonna corta e delle calze a maglia rete nere e un grande fiocco sul retro della vita.

Courtney mise una collana con una croce di brillanti a Gwen e le fece mettere un paio di guanti di pizzo, mentre lei mise un ciondolo con una pietra blu. Gwen prese degli stivali borchiati con il tacco e Courtney delle zeppe con una parte di velluto azzurro.

In effetti, non sembrava che dovessero stare in casa, ma che dovessero andare ad una festa.

Tuttavia Courtney aveva pensato che Gwen avesse bisogno di una serata del genere, per sentirsi a proprio agio, come in un pigiamo party.

Aveva pensato anche di farle una bella sorpresa, così, quando la ragazza si chiuse in bagno per i suoi bisogni, l’ispanica telefonò ad una sua amica, di nome Bridgette.

Era una delle sue migliori amiche, nonostante non avessero molto in comune.

Bridgette era solare, spericolata, sportiva, non amava leggere e studiare e stare in casa, cose che Courtney adorava fare.

Bridgette era molto snella, aveva lunghi capelli color oro e magnetici occhi verdi che sembravano sorridere sempre.

Viveva in città, ma andava ogni week and in una casa al mare con il suo ragazzo, un classico macho stile “anima della festa.”
Si erano conosciute ad un corso di surf, dove Bridgette era l’insegnante, ed erano diventate molto amiche. Anche Duncan e Geoff si divertivano quando stavano insieme, tra rutti virili e partite di football.
Di solito Bee portava una felpa azzurra, delle ciabatte ed i pantaloni sportivi.

“Ehi, ciao, Bee.”

“Ciao!”

“Sono Courtney.”

“Court! Come ve la passate tu e Duncan?”

“Bene, bene. Senti, oggi ti va di raggiungermi qui in campagna? Potrebbero venirti a prender ei tuoi … ho una nuova amica, la nostra vicina di casa, che ha studiato in privato e si sente molto sola … vorrei farle provare la gioia di un pogiamo party tra amiche!”

“Volentieri! Quando devo venire?”

“Sono già le nove e mezza, quindi direi … subito!”

“Uhm, arrivo. A tra poco!”
 
Courtney, appena finita la telefonata, aiutò Gwen a lavarsi la faccia e si truccarono.

Quando sentirono il campanello suonare da giù finirono di pettinarsi in fretta e furia, misero via i trucchi alla bell’e meglio e corsero giù.
Quando Duncan le vide, emise un breve fischio.

“Siete bellissime!”
“Volevamo farti una sorpresa …”

Duncan sollevò Courtney per i fianchi e la riportò giù baciandola ripetutamente e a stampo.
Poi fece fare a Gwen una piroetta su se stessa sorridendo.

“Pupa, hai preparato la cena?” chiese subito dopo.

Courtney se n’era scordata!

Scosse la testa tristemente, ma Duncan le prese il mento con due dita e le sussurrò “Sei bellissima comunque.”

Prese il cellulare e sorrise ammicante alle ragazze.

“Stasera avremo ospiti! Vedondovi così bella ho deciso di fare una feeeesta! Dopo quel brutto episodio ho voglia solo di musica punk, amici e pizza!”

“Chi inviterai!?”

“Alcuni amici.”

“Cosa intendi per ‘alcuni’?”
“Una decina.”

“Tutti maschi?”

“Mh … già, di pollastre non ne vedono loro. Quando vi vedranno impazziranno.”

“Viene anche Bridgette!”

“Woah! Gli serviranno le camicie di forza.”

Duncan fece un sacco di telefonate, e quindici minuti dopo il campanello iniziò a suonare a intermittenza.
Gli amici di Duncan erano davvero una banda di rokkettari, punk e metallari da far paura.
Dieci ragazzi e si videro piercing, bracciali e collari borchiati, camicie borchiate di jeans, cinture, scarponi chiodati e creste di trenta centimetri verdi, rosse, gialle, nere e persino una fuxia.

Alle undici arrivò Bridgette e il fattorino con una quantità di pizze.

La surfista portava i capelli rilegati in uno chignon alto e un tubino rosso brillantinato.

Le tre ragazze vennero accolte da una pioggia di fischi e dopo una serie di presentazioni e commenti (che schianto!) (dove l’hai beccata questa?) (viva le spagnole!) (amo i dark!) (che bionda!) (sei fidanzata?) arraffarono tre pizze e qualche bibita e si chiusero in camera.

Fecero le tipiche cose da ragazze americane ad un pigiama party: misero lo smalto sulle dita dei piedi di Bridgette, spettegolarono sui ragazzi amici di Duncan, guardarono un film romantico alternato a degli spezzoni horror che piacquero particolarmente a Gwen, fecero battute stupide, mangiarono schifezze tirandosi i popcorn e si provarono i vestiti di Courtney finché non si trovarono ubriache di gazzosa e rhum e con i residui di popcorn persino nell’elastico degli slip.

“Vuoi scendere?” chiese Courtney ridacchiando.

Gwen annuì.

Scesero le scale urlando come pazze.

“OHo …!” esclamò un amico di Duncan, e afferrò Courtney per un braccio.

La attirò a sé a la fece roteare.

“SI balla!” esclamò baciandole il collo.

“Piantala!” esclamò Bridgette e si lasciò cadere tra le sue braccia.

Lui lasciò andare Courtney e inizò a far roteare velocissimo la surfista al ritmo della canzone punk.

Duncan spuntò da un gruppetto di amici.

Aveva la faccia coperta di panna montata e un paio di mutande (probabilmente le sue) in testa.
Prese l’ispanica per le spalle e ridacchiò.

“OH-HO! Mi sa che la mia principessa ha bevuto!”

Ridacchiò ancora, poi l’accompagnò in stanza sorreggendola.
Lei rideva e traballava.

“Mi sembra strano.” Continuava a ripetere mentre la sistemava sul letto e la copriva, “che si sia ubriacata. Court non lo farebbe mai. Devono averla convinta Gwen e Bridgette … oppure … costretta.”

Scacciò via il pensiero con la mano.
Conosceva Birdgette da abbastanza tempo da sapere che non l’avrebbe mai fatto, ma Gwen … no, Gwen era troppo dolce per farlo.
E poi non sapeva cos’era il rhum.
Forse  …


Tornò giù, strappò Bridgette dalle mani di tre suoi amici e la distese sul letto accanto a Courtney.
Poi cercò Gwen.
Stava parlando con alcuni dei suoi amici, ma non sembrava per niente ubriaca.
Quando lui la raggiunse, lei parve illuminarsi.

“Ciao Dunki!!!” esclamò.

“è ubriaca?” chiese ad uno dei suoi amici.

“No, non sembra.”

Gwen gli fece un sorrisone.

“Ciao ragazzi, ora è meglio che io vada a letto.”

“NOOOO DAI” esclamarono in coro.

“Dai, vado.” Disse Gwen.

Uno dei ragazzi le fece il baciamano e gli altri risero.

Lei salì con Duncan.

Quando furono lontani dalla festa, accanto alla camera delle ragazze, lei gli chiese: “Come va?”

“Tutto bene, perché?”

“Eri molto pallido.”

“No, ora sto meglio …”

“Posso darti un’occhiata? Di solito si tratta di pressione …” disse lei,  e senza aspettare risposta si avvicinò a Duncan e gli prese il collo con due dita.

“Proprio come pensavo …” sussurrò.

“Che succede?”

“Ehm, nulla! Bassa pressione.” Confermò.

I loro visi erano molto vicini.

Gwen lo guardò intensamente.

“Beh allora io vado giù, eh?” disse Duncan grattandosi la nuca.

Stava sudando.
Scese in fretta e furia gli scalini, e Gwen rimase a guardarlo finché non scomparve.

Poi entrò nella stanza di Courtney.

Come aveva potuto, Courtney, la sua amica, invitare qualcun altro?
EVIDENTEMENTE Courtney non aveva capito.
Non avrebbe avuto nessun’altra amica, era sua e basta.
Quando aveva risi delle battute di Bridgette, quella sera, Gwen era stata molto male.
Bridgette doveva andarsene, perché Courtney era sua.


Chiuse a chiave la porta e guardò Bridgette.

Passò una mano sui capelli biondi e sul viso delicato .


Tutto come aveva previsto.

L’alcool le aveva fatte cadere nel sonno, proprio come voleva lei.
 

 
   
 
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