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Autore: _Angelica_    03/09/2013    2 recensioni
Credo non sia facile vivere col fiato sul collo ogni momento da quel fatidico giorno. Bea una ragazza di 16 anni ha iniziato a convivere con questa paura quella di una persona che la segue ogni momento,ogni suo spostamento e che cerca di isolarla dal resto del mondo. Spero vi piaccia e leggerete questa storia e che recensiate in molti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella sera nessuno riuscì a dormire. Guardavamo in continuazione l’orologio in attesa di un qualcosa che sembrasse non finire mai. Nessuno riusciva a proferire parola, sapevamo che solo il silenzio sarebbe servito come rimedio per aiutarci
“Dite qualcosa …” Disse Jeremy interrompendo ogni forma di silenzio.
“Cosa devo dire? Allora? ” Dissi io in stizzita. Cercavo di prendermela con lui, ma tutti sapevano che in realtà la colpa non era di nessuno se non di quel maniaco.
“Mi dispiace …”
“Scusami tu … Non è un momento facile questo. Ma che gusto c’è a torturare ancora una persona dopo un anno? Perché proprio ora? Io non capisco …”
Buttammo giù una lista di persone improbabili, candidati alla nomina di Stalker, depravato, perverso dell’anno.
“Per me è Harry … Quel ragazzo sembra un maniaco.”
“Ma che dici Luen, tutto è tranne questo.”
“Non te lo aspettavi neppure da Noah, e guarda dov’é ora …”
Quelle parole mi colpirono dentro, per un attimo sentii il peso del mondo crollarmi a dosso. Avevo dimenticato quegli occhi azzurri, avevo dimenticato il bene che mi avesse dato e che io ricambiavo,ma forse l’unica a volergli bene ero solo io . Avevo dimenticato anche solo per un istante il suo sguardo prima che mi aggredisse. Mi sentii un attimo vuota, svuotata veramente. Come una bottiglia di vino in mano ad un alcolista.
“Scusami, i-io non ragiono quando parlo lo sai …”
Non le risposi. Quelle parole mi ferirono molto, per il semplice fatto che erano la pura verità. Mi aveva ferito non la persona che le aveva pronunciate, quella che mi aveva fatto presente la triste verità, ma l’antagonista che si era impossessato di quelle parole.
La stanza sprofondò di nuovo nel silenzio più totale. Mi sentii chiusa in una gabbia, cibata solo di paura e terrore per ciò che mi stava ricapitando. Non mi sentivo più sicura nemmeno in casa, avevo paura persino di andare in bagno o di cambiarmi. Il giorno dopo Jeremy venne a prendermi a casa. Incontrammo Luen poco dopo che ci salutò con un caloroso abbraccio. Ottobre ci stava quasi per salutare, e novembre era alle porte. Questa estate la trascorsi da mia nonna a Londra, per cui effettivamente per me l’inverno non era mai passato.
“Allora cosa facciamo sabato sera?” Disse Luen elettrizzata penso che lei abbia voluto affrontare questo argomento solo per non parlare di ciò che era successo la sera precedente.
“Cosa dovremmo fare?”
“Ma come non ricordate? C’è la festa di halloween a scuola …”
Cazzo, la festa di halloween. Quel nome mi fece rabbrividire, ricordai ciò che era successo l’anno precedente e mi sentii male solo al pensiero.
“Penso di starmene a casa …” dissi io con un tono secco quasi annoiato.
“Ma come? Andiamo su!! Fatelo per me …” In quel momento Jeremy annuii, e solo dopo che mi accompagnarono tutti e due in classe per farli stare zitti, esitante risposi che ci avrei pensato.
“Benvenuti a scuola … Ci dispiace tanto che quest’anno abbiamo rimandato di un mese il rientro dalle vacanze, ma sapete i problemi che abbiamo avuto con l’acqua un anno fa e che ancora non riusciamo a risolvere. Pregherei tutti voi di avere comportamenti idonei in queste situazioni, e che non mettiate piede nell’ala distrutta perché non sicura e protetta.” Queste parole ci diedero il benvenuto a scuola, io avrei preferito starmene a casa ma dovevo ritornare qui per cui occupai il mio banco e stetti ad ascoltare tutte le chiacchiere che diceva la prof, sulle sue vacanze, il matrimonio di suo figlio …
“Ora prendete un foglio e scrivete un tema di 200 parole con il titolo ‘COME HO TRASCORSO QUESTE VACANZE ESTIVE’”
Che bella merda, ora dovevo anche scrivere, perfetto … Aprii lo zaino presi il quaderno e senza accorgermene un foglio rosso cadde e fini sotto il banco di Louis.
“Ehi ti è caduto …” Una voce timida mi fece girare di scatto.
“Grazie Lou sei molto gentile.” Sfoderai uno dei migliori sorrisi. Notai che in un anno Louis era cambiato a vista d’occhio. Non era più il ragazzo invisibile che lasciavi lì in un angolo e non si muoveva, non era più quel compagno di chimica. Era molto più alto, slanciato e muscoloso. Mi passò un attimo per la mente, un pensiero rivolto a lui era diventato davvero un bel ragazzo. Lui mi porse quel foglio, ed io divenni pallida. Chiesi alla professoressa di uscire e mi chiusi in bagno a leggere e rileggere quel pezzo di carta che avevo fra le mani.


TI SEI DIVERTITA IN QUESTE VACANZE? SI RITORNA ALLA QUOTIDIANETA’. BELLA LA MAGLIA ROSSA
                                                                                     -X

Lui mi aveva visto, ero osservata e non mi resi neppure conto. Appoggiai la schiena al muro,esso era ghiacciato, e il freddo si sentiva anche dalla maglia come un cubetto di ghiaccio lasciato cadere sulla superficie della schiena. Giravo e rigiravo quel foglio, e lasciavo che delle parole nella mia testa mi diedero conforto. Pensavo che forse a quella festa sarei potuta andarci, pensavo,che forse, avremmo potuto smascherare letteralmente questa persona una volta per tutte. Ed invece mi sbagliavo.

  
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