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Autore: FeelingWeird    03/09/2013    4 recensioni
"[...]Io sono Helen.
Una ragazza particolare, strana.
Una ragazza con i capelli blu, un piercing al labbro inferiore sinistro e uno sul naso. Pure i lobi dilatati.
Un maschiaccio, in sostanza. Mi fa schifo tutto quello che in qualche modo possa sembrare femminile.
Vestiti, ballerine, gonne...ma soprattutto tutte le cose rosa, a meno che non siano chitarre o bassi.
Io sono Helen, e l'amore mi ha rovinato la vita."
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo poco vidi tutti entrare nel locale: Josie accompagnata da Mark, Scott accompagnato da una mora e Tom invece, da una bionda. A quella vista mi salì un incredibile nervoso e dopo un urlo ben poco femminile entrai anche io nel locale. Cercai di calmarmi, anche se vedendo una bionda accanita provarci spudoratamente con il mio ragazzo non era poi così facile. Mi sedetti con Josie e Mark in un angolo del locale e mentre loro facevano i piccioncini io mi sentivo del tutto isolata e ridicola.
"Che stai guardando?"
disse Mark mentre accarezzava la mia amica. 


"Oh, Tom sei veramente carino lo sai?! Ahahahahah"
"Beh, grazie..." quello sguardo ammiccante che faceva a me, di solito.
La tizia poco sobria le fece cadere dell'alcool sui suoi pantaloni:
"Oddio scusa!" disse poi accarezzandogli molto delicatamente le parti intime, quelle che toccavo io, di solito.



Il mio sguardo era del tutto fulminante e da tanto ero incuriosita della loro "conversazione", non avevo nemmeno ascoltato la domanda di Mark.
"Guarda Tom, Mark...e risponditi da solo."
A quel punto tornai in me e scossi la testa:
"Eh? Nono, non stavo guardando Tom."
Entrambi scoppiarono a ridere. Io invece presi il tutto come una sfida:
"Perfetto, farò come sta facendo lui. A dopo ragazzi."
"Dacci dentro Helen!"
disse infine Mark. Mi accostai al bar nel lato opposto dove erano Tom e la bionda ordinando un cocktail:
"Dammi qualcosa di potente, ma veramente."
Il barman tornò con quello che gli avevo chiesto, e subito un ragazzo si girò verso di me sghignazzando:
"Coraggiosa..."
"Tu credi? Io reggo l'alcool."
replicai sorseggiando il contenuto del bicchiere.
"Non ti ho mai vista qua in giro...dove abiti?"
"Poway."
Lui sghignazzò di nuovo, ma non gli chiesi spiegazioni. Era un ragazzo davvero carino, perfetto per continuare la sfida con Tom. Era moro ed aveva gli occhi verdi. Continuammo a parlare per un po' e notai che era veramente simpatico e disponibile. Anche lui suonava in una band, il basso. Scoprii anche che si chiamava Jack, ma sicuramente non me lo sarei ricordata. Poco dopo arrivò mrs bionda insieme all'amore della mia vita e si presentò:
"Ciao Helen, sono Sam!"
Non le risposi subito, mi tempestai prima la testa di insulti rivolti a lei e domande, ad esempio: come faceva a sapere il mio nome? Ma per educazione, ugualmente un po' scocciata le risposi:
"Ciao!"
Tom nel frattempo non faceva altro che alternare lo sguardo su di me, e Jack. Ben presto ci ritrovvamo seduti su un divano a parlare. Jack e quella Sam per qualche strano motivo si conoscevano già, ma non mi importava. Dopo vari discorsi poco intelligenti si ritrovarono solo loro due a parlare, mentre io e Tom continuavamo a fissarci. Era una cosa del tutto imbarazzante, ma non riuscivo a smettere di guardarlo. Passata una buona mezz'ora così i due si stavano sbaciucchiando ed io e Tom eravamo seduti vicini, senza rivolgerci la parola.
"Stavolta nemmeno Tom DeLonge ha dato."
annunciai poi.
"Tanto mi stava anche sulle palle, mi ha sporcato i pantaloni. Cazzo guarda! Erano i miei preferiti..."
mise su un broncio e non potei fare a meno di sorridere.
"Vieni, ti aiuto io..."
Lo presi per mano e lo scortai fino al bagno; poco mi importava se era quello degli uomini. Lui senza dire una parola mi guardava, un po' sorpreso. Io nel frattempo presi un pezzo di carta e lo bagnai, poi chinandomi lo sfregai sui suoi pantaloni. Lui mi guardò con uno dei suoi soliti sguardi da pervertito e gli risposi dicendo:
"Non pensarci nemmeno, Thomas."
Subito sbuffò:
"Me lo devi..."
"E perché mai?"
continuai ridendo.
"Il mio pene ha sofferto molto prima. E se soffre lui, soffro anche io!"
"Se ti fossi comportato in un altro modo non sarebbe successo."
Mi alzai buttando via il pezzo di carta.
"Che ho fatto?"
"Non fare il finto tonto."
"Non capisco."
A quel punto mi sentii talmente presa per il culo che sbottai:
"Io non sono una tua "amica", almeno...non credo di esserlo! Perché continui a comportarti in questo modo? Dici di amarmi, e poi guarda cosa combini! Possibile che non te ne renda conto che mi fai del male?"
Una lacrima scese dal mio viso, dopo di che uscii dal bagno. La musica era iniziata, e Tom mi era venuto incontro, ma non appena uscii dal locale ed entrai nel camper rimasi sola. Iniziai a piangere, odiavo i suoi comportamenti, mi facevano salire la rabbia, sembrava che non gliene importasse niente di me e che mi stesso solo prendendo in giro. Dopo poco qualcuno aprì lo sportello del camper e, ovviamente, era lui. Si sedette davanti a me e mi diede un poster con lui stampato sopra:
"Tieni...se vuoi puoi strapparlo."
Lo presi, e dopo averlo ridotto in mille pezzi mi alzai con l'intento di uscire. Lui mi si mise davanti:
"Togliti."
ma non mi ascoltò e chiuse a chiave il camper, poi si scostò.
"Thomas, dammi quelle chiavi."
"No."
Non appena finì la risposta le lanciò fuori dal finestrino.
"Oh, ottimo. Adesso siamo chiusi qui."
"Già."
Si avvicinò di più a me, alzai la testa per guardarlo meglio negli occhi:
"Hai un concerto tu tra poco..."
"Non m'importa niente del concerto."
Posò le sue mani sul mio volto asciugandomi le lacrime e tentò di baciarmi ma chinai la testa facendo scendere un'altra lacrima. Sentii il suo pollice sul mio mento e lo lasciai alzare la mia testa:
"Non piangere, ti prego."
Mi strinse in un meraviglioso abbraccio. In quel momento quasi mi mancò il respiro, quell'abbraccio era qualcosa che lui non mi aveva mai dato.
"Ti amo."
sussurrò poi. Ed in quel momento capii che erano le scuse più sincere che lui mi avesse mai fatto. Mi staccai da quell'abbraccio e gli tirai la maglia come per dirgli di chinarsi. Così fece e quando le mie labbra furono abbastanza vicine al suo orecchio aprii la bocca:
"Sei la cosa migliore che mi sia mai capitata. Ti amo, e scusa."
Subito mi baciò ed io gli saltai addosso. Continuammo così fin quando non mi appoggiò su un tavolino, o quello che era. Chiusi le tendine dietro di me:
"C'è tempo?"
dissi poi con un sorriso maligno.
"C'è sempre tempo."
Replicò lui facendo la stessa smorfia. Fu così che facemmo di nuovo l'amore ed anche quella volta fu una cosa magnifica. Non potevo desiderare di meglio. Quando guardavo Tom vedevo la mia vita, migliore. Senza di lui non sarei stata niente, c'era sempre stato fin quando ero piccola, anche se in modo diverso... E nonostante tutti i suoi difetti io l'amavo e lui amava me. Ero sicura che dopo poco tempo avrebbe rifatto qualche stronzata e così avrei fatto anche io...ma non m'importava perché niente avrebbe potuto separarci. 
Stavo per rivestirmi, quando sentii bussare:
"Tom?"
"Ehy Mark!"
continuò lui. Aveva un faccino tutto soddisfatto che mi fece sorridere.
"Siamo in ritardo per il concerto cazzo! Ti ho cercato dappertutto!"
Mi guardò con una faccia un po' sconvolta:
"Mi sa che abbiamo durato un po' troppo Hel..."
"Che hai detto?!"
Mark era sempre più incazzato.
"No, niente. Emh, ero...impegnato!"
Io quasi non riuscivo a trattenermi dal ridere.
"Okay, adesso Thomas Matthew DeLonge, esci da quel cazzo di camper!"
"Emh, ecco...sì, beh...abbiamo un problema."
A quel punto scoppiai in una fragorosa risata.
"COSA VUOL DIRE ABBIAMO UN PROBLEMA? Ciao Helen, comunque!"
"Ciao Mark!"
continuai io.
"Beh ecco, diciamo che Thomas ha voluto fare il figo e ha lanciato le chiavi del camper fuori dal finestrino..."
Per un attimo non si sentì nessun rumore, e dopo di che un bel respiro:
"Thomas, ti giuro...appena esci da quel fottutissimo camper io ti ammazzo! Dobbiamo suonare e tu fai il cazzone?! Non potevi farlo quand'eravamo a casa?! NO, sempre nei momenti inopportuni!"
DeLonge sbuffò:
"Invece di stare qui a lamentarti, vai a cercare le chiavi."
Mark fece lo stesso, dopo di non si sentì più nulla. Tom si avvicinò a me baciandomi:
"Secondo round?"
"Eh, no! Troppo facile!"
Mi rinfilai la maglia e lui fece una faccia delusa, dopo di che alzò le spalle:
"Va beh, ci ho provato almeno!"
Poco dopo un Mark molto poco tranquillo aprì la porta. La sua espressione era al quanto ridicola, tanto che io e Tom scoppiammo a ridergli in faccia. A quel punto lui sbottò come una ragazzina con le mestruazioni:
"Ridete?! RIDETE?! Questo concerto vale tantissimo per me! Non potevate fare la litigata di tutte le settimane più tardi? Tanto lo sapevate già che avreste fatto pace!"
questo lo disse rivolgendosi verso di me, dimenando le braccia. Poi guardò Tom, quasi lo fulminò:
"E tu. Tu. Thomas. Matthew. DELONGE."
"Sì, quello è il mio nome!"
disse Tom facendogli l'occhiolino.
"Perché l'hai stuzzicata?! Lo sai benissimo che te l'avrebbe data anche solo con un semplice: uuh, ti ammmmo ammmoore mmmio"
mise la bocca a bacio e da quel momento in poi il tutto diventò uno show comico.
"E lei ti avrebbe risposto: anche io Tooomm, ti ammmmo tantisssssssimo!"
sbattè le ciglia velocemente facendo una voce acuta.
"Oh baby, sei così sexyyy oggi!"
La ricambiò imitando Tom.
"Uuuuh, anche tuuuu hihihhiihi"
"Io non faccio ihihiihihi!"
Ribattei io.
"Oh sì, lo fai Helen."
Uscimmo dal camper ridendo e lui continuò ad insultarci e ad imitarci. Appena rientrati nel locale mi posizionai in prima fila ed aspettai l'entrata dei Blink, insieme a Josie che nel frattempo mi stava tartassando di domande. Così le risposi con un:
"Abbiamo fatto sesso."
deciso. Lei sorrise:
"LO SAPEVO."
Ben presto cominciò il concerto e fu il delirio. Li osservavo onorata di conoscere delle persone del genere e talvolta pensavo a quello che si chiedevano gli altri fan. Avrebbero mai immaginato che i Blink fossero così, come li conoscevo io? Mi rispondevo dicendo:
"Non credo proprio."
Sembravano senza problemi e invece non era affatto così. Ero orgogliosa di loro, di quello che stavano diventando. Ogni volta che finiva una canzone applaudivo e urlavo come una matta. Certe volte io e Tom ci guardavamo intensamente e tutto si fermava. C'eravamo solo io e lui e mi sembrava che stesse cantando solo per me. Una cosa stupida, vero...ma a cui volevo credere. Il corcerto passò velocemente, nonostante il ritardo era stato meraviglioso. Tutti li avevano apprezzati e loro erano felici. Lo si poteva vedere chiaramente. Alla fine avevamo passato una serata magnifica e dopo qualche bevuta tornammo a casa, felici e contenti. 


Angolo di giulss:
Stavolta sono stata brava dai! Ho aggiornato relativamente presto... Sono abbastanza contenta di questo capitolo, quindi spero piaccia anche a voi! 
Un ringraziamento particolare a quelli che recensiscono la mia ff, mamma mia...siete diventati in tanti! Sono davvero felicissima, siete fantastici...grazie mille ancora! :'D Ovviamente grazie anche a quelli che leggono, senza di voi sarei persa(?) c.c
GRAZIE. <3

 
  
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