Giorno Quinto Tarda Sera, nelle mie stanze
Per qualche giorno ho fatto esattamente come ha detto
Galbatorix, non vado fiero di me per questo ma sono talmente stanco che
non ho
nemmeno la forza per ribellarmi, ora Castigo non può nemmeno
dormire con me per
via delle sue dimensioni, rimane nella sala del trono il più
lontano possibile
dal drago del re. Ha iniziato a volare da poco, Castigo, ma
è bravissimo sono
molto fiero di lui. Non credo che potrò scrivere per alcuni
giorni, ho a
malapena il tempo per dormire; so solo che per ora i Varden hanno
sospeso la
loro avanzata ne Surda, il re crede che sia per via
dell’addestramento di
Eragon; dice che quando tornerà sarà
più forte ma che io lo sarò il doppio e lo
porterò da lui, così da poter creare un nuovo
ordine dei cavalieri e mettere
fine a questo inutile spargimento di sangue; io ho assentito ma, non lo
so,
certò sarò più forte di lui, lo sono
già, ma non so se riuscirò a disubbidire
come ho pensato.
Sono tra i campi ho appena volato, è la cosa più
bella
che mi sia mai capitata; la libertà del cielo
però mi fa sentire ancora più
triste perché so che a terra mi aspettano catene, catene
d’oro ma pur sempre
catene, che mi manovrano come un burattino, ma io non lo sono e non lo
sarò
mai, un burattino. I gemelli non mi insegnano più
l’arte della magia, ho
superato il loro livello; è il re in persona che si occupa
della mia
istruzione; ieri mi ha mostrato la
sua
collezione di Eldunarì, non ha preteso quello di Castigo,
non glielo avrei
concesso, avrebbe dovuto ucciderci entrambi. Ha detto che ne avrei
potuto
portare con me cinque, accingere alla loro energia; lo farò
accingerò alla loro
energia, perché Castigo non deve morire e se
dovrò uccidere Eragon per tenerlo
in vita lo farò, anche se preferirei evitarlo.
Fra qualche giorno partirò per le Pianure Ardenti, da
quel poco che sono riuscito a capire è che Eragon
è li, i Varden sono pronti
all’attacco; io devo arrivare a battaglia inoltrata; io e
Castigo saremo la
sorpresa, così ci ha definiti Galbatorix; sono molti giorni
che non scrivo le
uniche novità sono le cicatrici sul mio corpo; ma verranno
guarite prima della
mia partenza. Il mio compito è condurre Eragon e Saphira al
palazzo vivi; lei è
l’unica dragonessa e le sue uova servono più di
quanto possa servire in
battaglia; se il re potesse uccidere Eragon e avere solo la sua
compagna non
esiterebbe. Sembra che anche gl’elfi si stiano muovendo,
così come i nani.
Eragon è mio fratello minore. La frase di buona fortuna
del re è stata questa; com’è ironica la
vita, voi non credete? Entrambi figli
di un cavaliere e cavalieri a loro volta, ma io sarò quello
odiato.
Ho viaggiato da solo, un cavallo non può tenere il passo
di un drago; domani arriverò a scatenare l’inferno
per chi si oppone al re e
per il mio fratellino, che strana parola pronunciata da me; ho sempre
pensato
di essere figlio unico, l’unico a soffrire in questo modo;
non sono figlio
unico ma rimango il solo a soffrire. Non so se odiare quel ragazzino o
amarlo;
ma credo di dover eliminare i miei sentimenti, se lo odiassi allora
dovrei
portarlo da Galbatorix e la mia speranza di libertà sarebbe
eliminata per
sempre; ma se lo amassi, allora credo che sarebbe ancora peggio,
perché non so
se riuscirà a vincere questa guerra e non voglio il dolore
di un’altra perita
nel mio cuore; non so nemmeno se riuscirei ad amarlo, lui e la speranza
che
porta, da solo pena al mio cuore.
Castigo è magnifico con l’armatura,
sembra fatto per indossarla; mi
ricordo la sua prima fiammata pochi giorni fa; ho provato
così tanto orgoglio
che quasi ho gridato, lui è l’unico a cui dovrei
aggrapparmi; solo una cosa gli
rimprovero: trova inutile che io scriva, ma per me è
importante e forse più
avanti capirà.
Sto tornando ma ho paura del mio ritorno, lui mi aspetta
per punirci in modo esemplare; riderò durante la sua
punizione, perché non mi
ha ancora piegato, perché noi nonostante tutto siamo liberi.
Non ho catturato
Eragon, il cavaliere, mio fratello; non perché non ci sia
riuscito, la cosa mi
ha anche divertito, il suo sguardo quando gli ho detto che siamo
fratelli e
quando ho preso Zar’roc; non potrò mai dimenticare
i suoi occhi spalancati.
Provo pena per lui ora che da sa che padre orribile è nato.
Chissà se si
chiederà se gli assomigli? Se dentro di lui
c’è quella vena maligna?
Mi sono ripreso solo ora dal benvenuto del re; per un
secondo ho pensato che mi avesse trafitto gl’occhi con una
lancia, il dolore
lancinante è durato pochi secondi, ma non sono riuscito a
vedere per un intero
giorno; ma sono felice Castigo mi ha detto di non aver sentito nulla,
non so se
dica la verità o mi stia mentendo per non farmi preoccupare.
NOTE
DELL’AUTRICE: Salve
a tutti … non so
cosa dire quindi: spero che vi sia piaciuto e …
Ciao, Chiara!