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Autore: SkyEventide    11/03/2008    7 recensioni
Dopo tredici anni dall'ultima guerra che ha impegnato i Villaggi in battaglie e scontri, una nuova minaccia si stende sulla pace duramente costruita dall'Hokage. Antichi nemici tornano a far parlare di loro, sempre più determinati, sempre più potenti. I ninja della Foglia e della Sabbia sanno che è l'ora di rimettersi in gioco ma adesso non saranno soli: al loro fianco hanno una nuova generazione di giovani ninja nel cui sangue scorre l'eredità dei clan, l'eredità dei loro genitori. Fra fedeltà e tradimento, inganno e amicizia, si deciderà il destino di tutte le Terre Ninja. ATTENZIONE: Per tutti coloro che non conoscono la storia di Naruto Shippuuden potrebbero esserci degli spoiler, ma la maggior parte della storia è di mia invenzione ed il rischio è pittosto basso. Inoltre non tengo conto di ciò che è accaduto dal cap. 380 circa del manga. Buona lettura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Jiraya, Naruto Uzumaki, Tsunade
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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-6-

Legato!




L’aria sorridente, la leggerezza d’animo che invadeva Mayumi e Nohiro, riempiti dalla frizzante consapevolezza di aver vinto, sparì pian piano. Il ragazzo, scorgendo quel sorriso da sfottò sul viso del sensei, si accigliò e sollevò la mano che stringeva i due campanellini, portandoli più vicino al viso.
Aggrottò le fini sopracciglia non appena notò due faccine sorridenti con sei baffi ciascuna disegnate sopra i campanelli.
Che strano… non le aveva notate prima.
Spostò di nuovo gli occhi serpentini sul sensei, ancora lì impalato e ghignante, non pareva intenzionato a schiodarsi di un millimetro. Per diretta conseguenza, anche il sorriso splendente di Mayumi sparì dal suo viso alla vista dell’espressione dubbiosa su quello del suo compagno.
Nohiro guardò di nuovo i campanellini nella sua mano, con quelle due faccette che parevano prenderlo in giro coi loro baffini disegnati, poi fissò di nuovo il Jonin in piedi a dieci metri da lui. E improvvisamente socchiuse la bocca e dilatò le pupille, come se avesse appreso un’improvvisa e scioccante consapevolezza. A quel gesto Mayumi inclinò al testa con espressione interrogativa… mentre Naruto sghignazzò con impertinenza.
«Oh no…» sussurrò Nohiro a mezza voce.
«Cosa no?». La confusione di Mayumi era palpabile.
Il ragazzino, per tutta risposta, le segnò il sensei con la testa. Il quale, sorridente, sparì con un puff in una nuvoletta di fumo, seguito subito dopo dai campanellini nella mano di Nohiro, sotto lo sguardo rassegnato dello stesso e quello incredulo di Mayumi.
Anche Jiro restò esterrefatto e spalancò gli occhi neri… ma lui lo fece con un moto di felicità. Un attimo dopo si sorprese a vergognarsi di quel sollievo: alla fin fine, dopotutto, stava godendo a danni di altri. E non era una persona infima, da provare simili sentimenti abbietti. Quella vergogna, però, era combattuta dal fatto che, in ogni caso, quel suo insopportabile compagno di squadra era perlomeno riuscito a prendere i due campanelli, a differenza di lui. E l’aveva fatto con l’aiuto di Mayumi.
La ragazza fissò con gli occhi azzurri il punto dove, fino a qualche secondo prima, c’era stato il Jonin dai capelli biondi. «Non ci credo… Era una copia anche quella!». Si avvicinò fino ad arrivare a fianco di Nohiro. «Eppure quando l’ho attaccato ero sicura che…»
«Era lui infatti» la interruppe Nohiro, cogliendo inoltre l’occasione per allontanarsi di un passo da quella chioma bionda e vaporosa che gli sfiorava il braccio. «Quello che guardava…» esitò un momento lanciando un’occhiata alle spalle, verso il ragazzo bloccato a terra dal rospo rosso «…Jiro-kun mentre combatteva era Naruto-sensei. Ma poi si è scambiato».
Mayumi fissò Nohiro senza pronunciar parola, probabilmente pensando a quando il sensei poteva aver fatto lo scambio con una copia.
Ed il ragazzo dagli occhi paglierini si sentì a disagio nell’avere quelli azzurri di lei puntati addosso; si agitò, senza apparente spiegazione, e prese a tormentarsi l’orlo più scuro del suo largo kimono grigio, mentre le pupille gli schizzavano, febbrili, da un punto all’altro della radura.
«Moltiplicazione e trasformazione assieme» spiegò senza guardarla in volto, per rompere quell’imbarazzante silenzio.
Lei, con una fulminea illuminazione, guardò immediatamente verso un albero al limite della radura. Lo stesso albero sul quale si era piantato lo shuriken del Jonin.
«Non vorrai dirmi che…».
«Già» ammise Nohiro.
La ragazza, a bocca aperta per la dura cognizione afferrata, lasciò cadere le braccia attorno ai fianchi, smorte; il sensei si era trasformato nello shuriken e si era auto-lanciato tramite una copia lontano dalla scena del combattimento. Quello che le risultava più scioccante era la velocità disumana in cui Naruto-sensei aveva eseguito entrambe le tecniche, senza nemmeno farsi scorgere. Magari lei stava già assaltando la copia non appena l’insegnante era balzato fuori dai cespugli.
«Beh, riproviamoci» propose Mayumi, alzando gli occhi con nuova determinazione.
Nohiro, però, scosse la testa ed indicò la sveglia. «Non credo che ci riusciremo. Manca l’effetto sorpresa, il sensei conosce la nostra strategia ed è quasi mezzogiorno».
La biondina sbuffò costernata, per poi voltarsi verso Jiro e guardarlo con espressione stupita, come se non si aspettasse di vederlo schiacciato a terra da un rospo gigante. «Jiro! Che ci fai lì?».
«Oh, finalmente qualcuno si è degnato di accorgersi che ci sono anch’io!». Il tono del ragazzino dai capelli bianchi era acido, a dir poco.
Nohiro ne incontrò gli occhi neri ma, immediatamente, distolse lo sguardo, come se avesse timore di mostrarsi in vena di un confronto. Il compagno di squadra, invece, restò per un momento a fissarlo dalla sua scomoda posizione.
«Santo cielo, scusa Jiro!»
Quindi Mayumi corse verso di lui, attirando di nuovo su di sé il suo sguardo nero e acquoso. «Si, certo, scusa una bella se…»
«Non si dicono le parolacce signorino!» La voce del sensei risuonò nella radura interrompendo la frase del giovane. Immediatamente i tre ragazzini guardarono verso di lui. O perlomeno i due che avevano la possibilità di girare la testa per più di qualche centimetro.
Però, prima che Jiro avesse la possibilità di inveire contro il Jonin tutta la sua indignata frustrazione, quest’ultimo congedò con un cenno ridicolmente solenne il grosso rospo in armatura. Quello scese dalla schiena del ragazzino e, in una nuvoletta, scomparve.
Jiro, quasi infuriato col sensei, o forse con sé stesso, non perse tempo e fece forza sulle braccia intorpidite per alzarsi. Mayumi subito si chinò su di lui per aiutarlo: provava un vago senso di colpa nel non averlo soccorso prima ed era decisa ad eliminare l’irritazione che adesso li separava. Lui, anche se con una smorfia di disappunto, come a dire “ce la faccio da solo”, si lasciò tirare in piedi.
Nohiro si avvicinò lentamente, senza voler calamitare l’attenzione di chicchessia su di lui.
«“ Naruto-sensei, le giuro che prenderò uno di quei campanellini con le mie sole forze”…» citò il Jonin con tono di scherno.
Il ragazzino avvampò e ringhiò con rabbia.
«La smetta immediatamente di prendersi gioco di me, ha capito!?» urlò Jiro puntando un dito addosso all’insegnante. Mayumi si protese verso l’amico e gli poggiò una mano su un braccio con fare ammonitore: lo conosceva da molto, sapeva che quando iniziava così avrebbe potuto sparare ingiurie anche all’Hokage stessa, per poi restare intrattabile per tutto il resto della giornata.
«Ehi, ehi, calma ragazzo. Adesso mi vuoi urlare “lei non sa chi sono io”? Abbassa la cresta che con me non avrai favoritismi solo perché tuo padre era il mio sensei, ‘ttebayo…»
Il Jonin era stato terribilmente serio. Fu forse quella mancanza di sbruffonaggine che gli ricacciò in gola le parole che Jiro aveva lì pronte da sbraitare.
«Anzi, visto che sei figlio del mio insegnante, potrei anche vendicarmi un pochetto di tutti quegli allenamenti impossibili che mi ha fatto fare…» proseguì il giovane uomo, sghignazzando e unendo i palmi delle mani come se stesse pregando per poi picchiettare lentamente le punte sulle labbra, con l’atteggiamento di chi si crogiola in un’allettante idea.
Mayumi, irrigidendo le spalle, fece un passo avanti. «Sensei, questo non mi pare un comportamento da Jonin serio e maturo!» lo rimproverò con indignazione.
«Serio e maturo? Ma quando mai?». Quel sussurro soffiato con divertimento fra le fronde degli alberi si perse velocemente nel venticello pungente, e non fu udito da alcuno. Come alcuno aveva ancora notato la figura lì rannicchiata, presa dalla scena che aveva seguito con un certo qual interesse. Gli occhi neri del sannin scrutavano dall’alto quella figura dai lunghi capelli neri legati in una coda… ed in pochi potevano sapere quanto quella vista gli desse fastidio. Ne seguiva gli spostamenti degli occhi, che si spostavano da Naruto a Jiro, ma nemmeno disdegnavano di concedersi una fugace occhiata verso Mayumi. E con sempre più attenzione Jiraiya ponderava le reazioni del pallido ragazzo, reazioni che però si era aspettato leggermente diverse; quel gioco di squadra non era ciò che aveva immaginato… e gli procurava una sensazione indefinita che non riusciva ad identificare. In quanto a suo figlio… beh, già sapeva in anticipo che si sarebbe intestardito a far le cose per conto suo.
Quella veloce riflessione fu interrotta da un suono squillante che interruppe il silenzio della radura.
«Toh guarda, è mezzogiorno» commentò Naruto allegramente, ignorando del tutto il rimprovero della sua allieva.
Quest’ultima si girò verso Nohiro con dispiacere per aver perso l’ultima possibilità di cercare di prendere i due campanellini; Jiro, contemporaneamente, seguì con stizza lo sguardo della compagna. Nohiro, con le braccia tese ad abbracciarsi i fianchi, vide bene le diverse espressioni sui visi dei suoi due compagni di squadra ma, pur con una fitta di dispiacere per il rancore che Jiro gli riservava, si strinse nelle spalle decidendo di reagire apertamente solo davanti al volto di Mayumi.
«Jiro, mi dispiace proprio dirtelo, ma salterai il pranzo» annunciò Naruto, e dal tono si capiva che in quel momento stava provando ogni emozione possibile, dal divertimento al senso d’autorità, meno che il dispiacere.
«Come scusi?» chiese il ragazzino sbarrando gli occhi neri.
«Hai capito bene. Non hai preso nessuno dei campanellini, non hai elaborato una strategia, hai voluto fare per forza come ti pareva a te. Di conseguenza adesso ti legherò a uno dei tronchi e addio porzione di ramen».
Il giovanotto restò per un attimo basito. Poi scoppiò come un pentola a pressione. «Nemmeno Mayumi e lui» e indicò Nohiro «hanno preso i campanellini! Era una copia pure la loro! Perché dovrebbe legare me, eh? Perché le rispondo a tono, per caso!?»
«No» lo interruppe duramente il Jonin, incrociando le braccia. «Bisogna dire che prendere a me i due campanellini è un’impresa alquanto impossibile, dopotutto io sono io… ma perlomeno Mayumi e Nohiro sono riusciti a cavare un ragno dal buco, tu invece sei stato avventato e nemmeno hai pensato a quel che stavi facendo. Al tronco ti ci legherò te».
Jiro nemmeno ebbe il tempo di ribattere un ennesima volta. Sentì uno spostamento d’aria e, con uno sguardo stupito, si ritrovò in un attimo attaccato al tronco, con il sensei che gli girava attorno una robusta corda.
«Ecco fatto» dichiarò il Jonin con una palese aria di tronfia soddisfazione.
Mayumi, che aveva seguito lo svolgersi della fulminea azione con gli occhi celesti spalancati, adesso si protese verso Jiro. Aveva sul volto una sorta di dispiacere, con un tocco di imbarazzo, e incontrò con lo sguardo afflitto per la sorte beffarda che gli era stata riservata, le pupille nere del suo amico d’infanzia.
Il quale solo ora aveva preso piena consapevolezza della sua situazione: legato ad un tronco, senza poter mangiare niente.
Mayumi e Nohiro si avvicinarono lentamente, con un’aria di rassegnazione, lei le labbra arricciate come per un fastidio; lui, inquieto, apriva e chiudeva la bocca, ogni volta sul punto di dire qualcosa ed ogni volta senza il coraggio di proferire una singola sillaba. Nemmeno lui sapeva perché sentiva quel bisogno di interrompere il silenzio calato improvvisamente, escluso, ovviamente, il fischiettio del sensei che armeggiava con uno zaino ed il suo contenuto misterioso. Quell’irrequietezza di parlare era…inusuale per lui, che il più delle volte preferiva restarsene zitto; e Nohiro la reputò ancora più inusuale quando si accorse che la coscienza gli premeva per parlare proprio con Jiro. Era un pensiero stupido voler parlare ad ogni costo col suo compagno di squadra, soprattutto perché Nohiro sapeva che l’altro non voleva parlare con lui.
Mordicchiò il sottile labbro inferiore ed apri e chiuse la bocca un ennesima volta; ma per fortuna la voce raggiante del Jonin nella radura gli risolse qualsiasi problema decisionale avesse avuto in quel momento. Giusto in tempo Naruto-sensei, lo ringraziò mentalmente Nohiro abbandonandosi ad un leggero sospiro liberatorio.
«Ta-dan! Il pranzo!». E Naruto si fece avanti con in mano delle calde porzioni di ramen.
«Oh, grazie sensei!». Nohiro corse incontro al biondo ninja, con un luccichio negli occhi ambrati puntati sul pranzo.
Il Jonin si mise a ridere. «Tieni qui» gli disse bonariamente tendendogli una delle porzioni.
Il ragazzo subito la prese rigirandola fra le mani candide, con un sorrisone sul viso… sorriso che subito si spense. E si diede dell’idiota per la propria insensibilità, in quanto, a meno di cinque metri da lui c’era Jiro che non avrebbe potuto mangiare niente. Gli parve quasi di sentire lo sguardo nero e bruciante dell’altro piantato sulla sua nuca. Subito Nohiro si girò, con le guance colorite dall’imbarazzo.
Vide il sensei consegnare a Mayumi un’altra delle porzioni di ramen… e subito il suo occhio attento notò un piccolo particolare fuori posto. O meglio, non che ci volesse un genio per notarlo, in quanto le porzioni di ramen rimaste in mano a Naruto non erano una, bensì due.
Immediatamente a Jiro si risollevò il morale con uno slancio. «Ma allora c’è anche per me!» esclamò sorridente.
Naruto lo guardò inarcando un sopracciglio. «Oh no. Queste due sono per me» decretò con tono autoritario.
Jiro, per un secondo, restò palesemente interdetto, lì attaccato a quello scomodo tronco. Poi arrivò a capire che la fissazione per il ramen del Jonin non aveva limiti. E decise di provare un'altra tattica.
Subito piegò all’ingiù gli angoli della bocca e assunse un’espressione da cane bastonato, con gli occhioni neri luccicanti e spalancati. «Sensei… ma davvero lei… lei sarebbe così crudele da negarmi del ramen? E’ una cosa disumana… Non crede anche lei? Non starebbe malissimo se le negassero una bontà come un piatto di ramen caldo mentre tutti gli altri possono mangiarne un po’?»
A Mayumi sembrò una cosa stupida cercare di corrompere il loro maestro. Ma Nohiro, che lo conosceva un po’ meglio della ragazza, riconobbe, con un sorriso nascosto da una mano, la furbizia di Jiro; il ragazzo dai capelli bianchi non era mai stato a stretto contatto con Naruto, se non da piccolo… ma già aveva inquadrato bene la via in cui giravano i suoi pensieri.
Ed infatti, sotto lo sguardo un poco sorpreso di Mayumi, il Jonin si era bloccato, come per una strana e attanagliante incertezza.
«Non ho ragione?» insisté Jiro con viso implorante. «Non permettere a qualcuno di avere un cucchiaino di ramen è davvero un comportamento perfido…» Naruto, stringendo le labbra come per trattenere il respiro, dava dei vaghi segni di intenerimento. «E, alla fin fine, lei ha due porzioni, potrebbe anche rinunciare ad una e lasciarla a me…»
Ahia. Mossa sbagliata.
Subito il Jonin parve riprendersi e guardò fisso negli occhi il suo giovane allievo dai capelli bianchi. Poi guardò il ramen. Poi di nuovo Jiro.
Ed infine, con aria risoluta, si sedette provocatoriamente davanti al ragazzino e, aprendo le due porzioni e spezzando le bacchette, inforchettò due generosi bocconi da entrambi i piatti, per poi ficcarli in bocca con un’espressione che pareva dire: “tiè, tu ci hai provato, ma il ramen me lo mangio io lo stesso”.
Nohiro ridacchiò in silenzio mascherando il sorriso con una boccata delle tagliatelle. Lo sapeva per certo che sarebbe andata così alla fine: tutto, ma non il suo ramen.
Jiro invece subito si imbronciò a quella reazione, pieno dell’irritazione di chi sa di essere stato vicinissimo alla meta ma di non averla raggiunta per uno stupido, singolo, insignificante errore.









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Niente di particolare da dire su questo capitolo. Forse perché semplicemente la storia ancora non è entrata “nel vivo”… ci sono così tante cose che al momento non sono accadute… Ma di divertirò a lasciarvi sulle spine. Mwa… L'unica minuscola annotazione è sul "'ttebayo" prounciato da Naruto: è chiaramente l'abbreviazione di "dattebayo", il doppio rafforzativo giapponese formato da "datteba" e "yo". In realtà questi due suffissi non sono conciliabili, quindi chiaramente questa è un'espressione scherzosa usata da Kishimoto per caratterizzare il personaggio. Giusto un'annotazione. XP In ogni caso abbreviare "dattebayo" come io ho fatto è un'italianizzazione, un'escamotage (...viva la letteratura e i Promessi Sposi) per rendere più originale la frase e adttarla alle mie esigenze.

Quindi adesso passo a ringraziare:

Talpina Pensierosa, non sei di certo l’unica ad essere felice per Nor. *-* Grazie per i complimenti, aspetto le letture e i commenti delle autrice a cui hai consigliato la mia ff (e grazie per averlo fatto!). Killkenny, il tuo 9 è sempre graditissimo! Ed in effetti si, questo è proprio l’errore che Jiraiya e i cittadini di Konoha stanno facendo… ma cosa vuoi, Nohiro è una versione miniaturizzata di Orochimaru e chiunque abbia conosciuto il sannin dei serpenti è chiaro che non si fidi. I soliti pregiudizi che c’erano per Naruto e Kyubi… forse è per questo che il caro signor Uzumaki tratta così bene Nor? XP Ametista, sono felice che questa fanfic sia nei tuoi preferiti e, si, ti capisco benissimo quando dici “al ginnasio ci massacrano”. Ci sono passata anch’io, ma le infinite lezioni di letteratura, epica e metrica poetica stanno dando i loro frutti! XD Una yaoi non rientra nei miei piani… ma come ho già detto, sulle coppie fra i nuovi personaggi mi cucio la bocca, quindi anche sulla NorMayu ti lascio libera di formulare le ipotesi più disparate! XD In ogni caso sono di Forte dei Marmi, provincia di Lucca. ^__^ Marty9210, eccoci giunte all’appuntamento con lo spannung. XD La cosa che più mi fa contenta è che il protagonista non ti stia antipatico perché, spesso, i personaggi secondari (per modo di dire, visto che fra questi apparsi fin ora di “secondari” non ce n’è nemmeno uno) sono quelli che attirano le simpatie, mentre per il protagonista accade il contrario. Ma vedo invece che Nohiro è uno dei preferiti: *-* Grazie dei complimenti, comunque! Lilithkyubi, non ti ucciderò di certo anche se non sei la prima a recensire! XD Per l’appuntamento con Nohiro… beh… prima ci sono io, e poi un altro paio di mie amiche. XD A parte gli scherzi, sono felicissima che ti piaccia la storia a tal punto da aspettare l’aggiornamento con tale ansia. Stasera ho inserito il nuovo capitolo pure con un po’ di ritardo. Su Nohiro e Mayumi ti rimando a quel che ho scritto in un ringraziamento un pochino più su… come vedi dai “thanks to” ci si ricavano tante informazioni interessanti che la mia lingua lunga si lascia sfuggire. ^^’’ Rinnovo i ringraziamenti, leggi questo capitolo con calma!

Ringrazio anche gli 11 che hanno inserito la storia nei preferiti!

Al prossimo martedì!
   
 
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