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Autore: Vagabonde    12/03/2008    4 recensioni
Un guerriero senza riposo. Un tris di vagabonde, destinato solo a espandersi. Un mondo senza frontiere, un cielo pieno di stelle, treni, aerei, navi, e ancora treni e aerei alla ricerca dell’isola che non c’è.
Desideri in standby, pensieri sconnessi, poeti e criminali.
Un materasso di parole scritto apposta per lui.
Un diario di bordo senza precedenti per quel viaggio chiamato vita.
E lui, Orlando, lo zahir. Quel desiderio potente che smuove mari e continenti.
E allora, le vagabonde vi sfidano a credere. Voltate pagina.
*Authors: Strowberry, Aredhel, Summer. more to come*
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sountrack: Tear down these houses, Skin

Vagabonda: Cecil

“We are intrepid: we carry on!”



Ho ritrovato la 60b smarrita. Era proprio lì, accanto a me, e io nemmeno la vedevo. Stava giusto lì al mio fianco e mi pareva inavvicinabile. 

Allungavo la mano e quella si spostava, crudele e bastarda come solo la vita su questo pianeta sa essere.

Poi, una mano afferra la mia, due occhi mi guidano nel buio e una voce calda, solare, mi spinge a combattere. 

Mai arrendersi, quella non è la vita che fa per me.

Senza saperlo, ho scoperto una forza che non credevo d'avere. Un coraggio così grande che mi ha spinta a non cedere, a reagire alle mazzate tra capo e collo che continuamente mi si presentavano. 

Sai, il destino ti colpisce quando meno te l'aspetti, tutto va alla grande, non pensi minimamente che il prescelto sia tu, e, all'improvviso, bam, una delle tue certezze frana, si sbriciola tra le tue dita come una parete di cartongesso.

Se avevo una punto fermo due anni fa, era sapere che mia madre c'era, era lì, una presenza costante, vigile, che comunque sarebbe stata lì. 

Non mi aspettavo certo che da un momento all'altro dovessi contemplare l'idea di perderla. Notti e giorni passati nell'angoscia, le lacrime bloccate intorno agli occhi, scivolate giù solo due volte in un lungo e lento calvario. Credevo, pensavo che l'avrei persa.

Finchè arriva un ragazzo dai ricci ribelli e due occhi più profondi dell'oceano che mi dice che una speranza c'è sempre, che tutti si rialzano, tutti ce la possono fare. 

Quando tutto mi spingeva alla deriva, mi sbatteva da parte a parte, trasportata dagli eventi, quando ogni possibilità mi veniva negata, tu eri lì. Accanto a me, sentivo la tua presenza.

Così mentre Drew gioia per aver ritrovato la famigerata 60b, io sorridevo ritrovando la via smarrita. Una piccola figlia di Dante, che aveva perso il sentiero, infiltrandosi in luoghi oscuri e troppo bui per la sua piccola età. 

E da lì tutto prende a sorridere, tutto gioisce, tutto è armonia e colore. 

Quel sorriso spento, sedato dalle circostanze, annebbiato dal terrore e scombussolato dagli eventi, si fa spazio sul mio viso. Accanto al tuo, di suo riflesso.

Il tuo sorriso è la mia pace.

Non c'è stata una discesa ad attendermi, ma un'arrampicata mortale, dove se mettevi un solo piede nel modo sbagliato ti ritrovavi la testa fracassata in pochi secondi, senza che tu potessi neanche accorgertene. 

Ci sono delle cose che si realizzano così velocemente, che il tempo per razionalizzare non c'è, ti viene negato, solo col passare del tempo puoi tentare di capire e mai lo farai del tutto. 

Ancora mi chiedo perché sia successo a mia madre, lei che adesso sta alla grande, che ha reagito a mesi e mesi di chemio, sette giorni su sette di radio, un dolore dietro l'altro.

Mi chiedo se quella mia forza me l'abbia infusa tu. O forse se ne stava in un angolino di me, sperduta, senza scopo, trovandolo d'un tratto, scoprendo in te il suo tramite.

Ti investiamo di carichi così pesanti, noi fan. Ti ritrovi con macigni così pesanti sulla schiena, sai di dover agire nella corretta maniera perché noi, noi ti osserviamo. 

Ogni singolo passo, ogni piccola mossa, ogni spostamento. Arriva prima a noi, che alla tua famiglia.

Ma io non ti giudico. 

Come potrei? 

Colui che mi ha reso quel sorriso volato via, che mi ha tenuta aggrappata a questa assurda vita, che mi spinge ad andare avanti nonostante gli ostacoli sembrino insormontabili. 

Vivi, Orlando. Vivi.

E sogna. 

Sognare è quanto di più bello possa esistere nella mente umana, quel piccolo organo che si perde in congetture, non se ne sta mai fermo, mai un attimo di riposo, è capace di produrre il mondo. La mente, l'unica facoltà che sfugga al controllo, non si arresta mai, non puoi metterla in stand-by e non riesci a starle dietro. E' impossibile. Non dorme mai, nemmeno quando tu chiudi gli occhi e ti concedi il degno riposo del guerriero. Dopotutto è questa la vita, una lotta perenne contro le pugnalate nella schiena che ricevi dagli altri, dagli eventi, dal mondo. E il guerriero è lì che si contraddistingue dalla persona normale. Il guerriero non perde tempo a leccarsi le ferite, non massaggia la parte lesa. Il guerriero si alza, agguanta la spada e combatte. Non importa se poi perderà. Ha mostrato quel che valeva.

E allora sogno. 

There's nothing like a dream.

E in attimo sei nel posto che hai sempre sognato, circondato da fate dalle ali incantate, in un luogo così irreale che ti pare impossibile, eppure, ci sei. Con la mente, ma ci sei. Sei lì. 

Una sognatrice distratta, è così che mi vedo. 

Sogno dall'età di sei anni, da quando una piccola grande città tutta illuminata a giorno nonostante fosse notte inoltrata mi si parò davanti agli occhi, paralizzandomi. 

Quella è la mia metà. Quello a cui tendo.

Non pensare al sogno come qualcosa da raggiungere, il bello dei sogni è liberare la mente, farla vagare nello spazio e nel tempo, volare verso la seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino in compagnia di Peter Pan. 

E' tutto lì, vivere. Sognare, crederci sempre, arrendersi mai. 

C'è sempre un posto a cui tornare. Può essere un posto che non hai mai visto, un posto a cui senti di appartenere, un posto in cui hai lasciato piccoli pezzi del tuo cuore. 

Non voglio certo insegnarti la vita, chi sono io per farlo?

Io che ne so così poco, vissuta solo per sentito dire, facendo volare via occasioni che avevo ad un palmo da me. Avrei potuto allungare la mano e afferrarle. Ma, no, non l'ho fatto.

Preferisco il bene altrui al mio, veder sorridere le persone che amo è quello che più desidero. 

Saper donare il sorriso, vederlo spuntare tra le lacrime di un'amica che ha perso la donna che l'ha messa al mondo senza aver avuto l'occasione, il tempo, il coraggio, di dirle addio, veder sgorgare gioia dalle labbra della gente, è quanto amo di questo viaggio folle e assurdo, che poi, chissà chi se lo è inventato.

E' questo il mio pregio, donare solarità. Un piccolo clown in cerca di destinazione sicura, alla ricerca di quella meta lontana, quella terra promessa chiamata Londra che si avvicina sempre di più, che però, rimane coi piedi piantati al suolo, per terrore di vederla sfuggire all'ultimo momento, costretta a non afferrarlo davvero stavolta.

Però, sai una cosa? Io sorrido, me lo hai ricordato tu, perché Noa ha ragione, life is beautiful that way. Stiamo così tanto a rinnegare il passato, a sedarci la parte malmessa che perdiamo tutto il meglio.

Perciò, smile. Non c'è ragione per farlo, non deve esserci. 

E' questa la frase ricorrente nelle conversazioni con quella comitiva di pazze delle mie amiche. Conosciute grazie a te, merito tuo, anche questo. 

Come vedi siamo legati da un doppio filo, un cordone ombelicale che lega me a te. Non certo il contrario.

A me basta saperti felice, un po' quà e un po' là per il mondo, dove vuoi tu, errante, girovago, mai nello stesso punto.

Avrai degli angeli a vegliarti, a proteggere il cammino dorato che hai davanti. 

Quella strada luccicante e illuminata che si stende ai tuoi piedi, quella favola che potrà essere la tua vita futura, è per ciò che sei, per quello che significa per ognuna di noi ciò che riesci a trasmettere. Ad una per una. 

C'è Sara, così piccola e intelligente che fa tenerezza. C'è Mihi, come la chiamo io con quel mio diabolico dialetto fiorentino, il Grillo Parlante della situazione, la coscienza del gruppo. E ce ne sono tante altre, sai? 

Ma non spaventarti, non è un esercito pronto a chissà quali imprese, non solcheremo i mari ai confini del mondo. Il solo nostro scopo è ringraziarti, tutto quà.

Per essere ciò che sei. La mano tesa nel momento del bisogno, la spalla su cui piangere, l'appoggio che mai è mancato.

Ti sentivo accanto a me, tu che nemmeno sai della mia esistenza. Tu che ignori di essere così importante per persone di cui non sai nemmeno il nome, sperduti per il globo, che devono qualcosa a te. 

Come loro, io. 

Ci fu una mano che afferrò la mia stringendola a sè, due occhi color cioccolato che mi guidarono mentre brancolavo nel buio rendendomi più sicura dei miei passi e una voce calda che mi teneva compagnia, mi sorrideva la notte cullandomi nel sonno, tornando a trovarmi la mattina, per starmi accanto tutta la giornata, ridandomi la vita, la voglia di vivere. Quel coraggio necessario che possa rendere una vita degna di essere chiamata così.

Quella mano, quegli occhi, quella voce. 

Eri tu, Orlando.

  
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