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Autore: annabll    05/09/2013    1 recensioni
L’ultima cosa che ricordava la disorientava: era uscita dal bar, dopo aver preso un caffè, e si stava dirigendo verso casa di Emily, per incontrare le ragazze. Aveva qualcosa di importante da dir loro. Doveva aver fatto una scoperta sconvolgente, ma che al momento non le ritornava in mente. - Spence, apri gli occhi – ripeteva a se stessa. Ma ancora non aveva trovato il coraggio di farlo. Non ne conosceva il motivo, ma aveva un orribile presentimento.
Genere: Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Spencer Hastings, Toby Cavanaugh, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A Way To Remember

capitolo settimo

 

 

 

 

 

Orazio diceva che il tempo seppellirà, cancellandone la memoria, le cose che risplendono. Spencer riteneva invece che il tempo avrebbe aiutato, riportando a galla la sua memoria, a ricordare gli eventi più dolorosi che le erano mai capitati fino a quel momento. Aveva perso la sua metà, stavolta per davvero, per sempre. Il ragazzo che le era sempre stato accanto, fin dal principio, che l’aveva protetta, che l’aveva amata, con cui era cresciuta. Per sempre. Davvero un bel po’ di tempo. Eppure non ricordava nulla di ciò, non riusciva a capacitarsene. Per lei non era mai accaduto. Le sembrava che tutti le raccontassero una storia propria della vita di un’altra persona, non della sua. Non aveva assistito nemmeno al suo funerale, né sapeva cosa ne avessero fatto del corpo, né voleva venirne a conoscenza. Preferiva crogiolarsi nell’illusione che Toby fosse fuori città, magari ad esplorare il mondo, magari per lavoro. Magari un giorno o l’altro sarebbe sbucato da qualche stradina buia per afferrarla, per baciarla, per amarla ancora più di prima. Come aveva potuto Spencer dubitare davvero di lui? Per tutto il tempo del suo sequestro lo aveva ritenuto colpevole, mentre in realtà giaceva già sottoterra. L’aveva sognato in compagnia di Alison, mentre probabilmente era stata proprio lei a privarlo della sua meravigliosa vita. I medici dicevano si trattasse di suicidio, ma no, Spencer lo conosceva meglio delle sue tasche: Toby non avrebbe mai potuto fare alle persone che gli volevano bene ciò che la madre aveva fatto a lui. Allora chi l’aveva ucciso? Cappotto rosso? Il suo complice? Ma soprattutto: chi diavolo era costui, ora che Toby era stato finalmente scagionato? Forse erano troppi pensieri in una volta per una sola ragazza, che tra l’altro era ancora in convalescenza. Era passata una settimana da quando era stata dimessa dall’ospedale, eppure non aveva ancora voluto parlare con nessuno. Stava lì, nella sua camera, rannicchiata sulla sedia a dondolo regalatale da Toby, vestita unicamente del vecchio felpone che il ragazzo le aveva regalato durante una delle loro prime uscite. Chiudendo gli occhi riusciva ancora a percepirne l’odore. Ma sapeva che prima o poi sarebbe sparito anche quello, insieme a tutto il resto. Qualcuno nel frattempo stava rumorosamente bussando alla porta da circa un minuto. Spencer non aveva voglia di vedere gente, tantomeno sua madre, che continuava ad assillarla da giorni, ma tutto quel fracasso disturbava decisamente la quiete che con tanta fatica s’era costruita intorno. Con uno scatto veloce già era dinnanzi alla porta, che girava la chiave nella serratura.

“ Oh . . . buongiorno Spence . . . “ disse con tono stupefatto la madre, come se fosse stato fin troppo facile convincere la figlia ad aprire la porta “ . . . come stai, tesoro . . . ? “ continuò in modo più dolce e sincero.

“ Bene . . . solo, troppo baccano per i miei gusti “ rispose aggrottando le sopracciglia e inarcando la bocca in una smorfia Spencer.

“ So che non hai voglia di vedere nessuno. Ma di sotto c’è qualcuno che ha un forte bisogno di parlarti “ continuò Veronica Hastings.

“ Non sono . . . cioè, non ho . . . di’ che sto riposando “ supplicò la ragazza.

“ Beh, questo non posso farlo . . . “ diventò più seria la sua voce “ . . . è l’FBI “.

 

Scendendo le scale, Spencer intravide di spalle due individui, un uomo e una donna, che sorseggiavano due caffè appoggiandosi al bancone nella sua cucina. Lui era alto, muscoloso, di carnagione molto scura; indossava un pullover nero, stretto, che sottolineava la sua eccellente forma, con dei jeans scuri ed in vita una vistosa cintura per la calibro 38. Lei invece sembrava più formale nel suo tailleur grigio chiaro, con i capelli biondi e morbidi che le arrivavano alle spalle; sembrava badare più all’aspetto che ad altro, quasi come se dovesse apparire in televisione. Spencer pensava che fosse una giornalista, fin quando non si fu girata, tanto quanto basta per mettere in mostra l’enorme pistola che aveva sul fianco sinistro.  

“ Salve “ s’introdusse timidamente la ragazza.

“ Ciao Spencer . . . “ cominciò la bionda che con i suoi occhioni azzurri sembrava catturare tutta l’attenzione della Hastings “ . . . io sono l’agente Jereau, e lui è il mio collega Derek Morgan, siamo dell’unità Analisi Comportamentale dell’FBI . . . siamo qui per porti qualche domanda “.

“ A proposito di cosa? Sapete, ne succedono tante qui “ continuò la ragazza.

“ Principalmente del tuo rapimento . . . “ proferì parola l’uomo, sedendosi sul divano di fronte a lei e guardandola con sguardo penetrante. Era talmente bello che avrebbe potuto fare il modello di professione, anzi entrambi forse avrebbero avuto ottime possibilità di riuscire ad entrare nel mondo della moda. Sembravano quasi attori che interpretavano il ruolo di poliziotti, ma Spencer sapeva che non si trattava di uno scherzo, né di un gioco. Erano morte troppe persone a lei care. “ . . . siamo stati chiamati qui dal nostro collega, il dr Reid, con il quale probabilmente hai già avuto modo di confrontarti . . . “ parlò lui, alzando gli occhi per avere conferma dall’interrogata, che annuì “ . . . e abbiamo notato che negli ultimi due anni, qui a Rosewood il tasso di criminalità e di omicidio è sensibilmente cresciuto, tanto da portarci a ritenere che sia colpa della stessa persona/stesse persone. Abbiamo già parlato con le tue amiche, che ci hanno confermato che sono ormai anni che siete perseguitate da questo “A”, e anche il dr Reid ci ha menzionato che gliene hai parlato.  Ora, sospettiamo che il tuo rapitore sia il vostro stalker, quindi, per capire di chi si tratta, devi darci una mano, Spencer “ concluse l’agente un discorso che sembrava quasi studiato in precedenza.

Spencer, ormai stanca di tutto ciò che le era capitato fino a quel momento, cominciò a parlare e a raccontare tutto ciò che ricordava di quel maledetto giorno, dei giorni successivi, della baita, dei sospetti su Toby, di Cappotto Rosso . . . Non menzionò però di aver visto Alison, perché temeva che l’avrebbero presa per pazza, né del salvataggio del dr Reid. Sapeva con certezza che era stata messa al sicuro da una chiamata anonima, ma allora perché vedeva scorrere nella sua mente con tanta nitidezza i ricordi riguardanti quegli ultimi istanti di coscienza?

“ Dov’è il vostro collega . . . il dr Reid? “ chiese incuriosita ad un certo punto la Hastings.

“ Beh, è alla centrale a lavorare al caso . . . perché lo chiedi? “ rispose e domandò a sua volta Jennifer Jereau.

“ Io ricordo di essere stata soccorsa da lui . . . quindi la faccenda della chiamata anonima non mi quadra, tutto qui “ parlò apertamente Spencer.

“ Ah, tranquilla, non ricordi male . . . “ proseguì sorridente e accomodante la bionda “ . . . è una tattica che abbiamo deciso di adottare in seguito al tuo ritrovamento: sospettiamo che a minacciarvi sia più di una persona, un gruppo o un clan. Con la trovata della chiamata anonima volevamo provare a mettere l’uno contro l’altro i tuoi aguzzini, facendo loro sospettare magari del tradimento da parte di qualcuno”.

“ Geniale “ fu tutto ciò che uscì dalle labbra della Hastings. Però aveva ancora qualcosa da chiedere: “ Perché allora non c’è anche lui qui con voi, dato che mi conosce? “.

Ci fu un minuto di silenzio imbarazzante, durante il quale i due estranei si guardarono reciprocamente con occhi quasi divertiti; poi l’uomo decise di rompere il silenzio: “ Abbiamo potuto appurare che c’è un certo coinvolgimento . . . sentimentale tra voi due. Forse non è più il caso che sia lui a svolgere le sue attività . . . lavorative con te “. Sembrava quasi che faticasse a non ridere. Spencer cominciò ad arrossire; aveva completamente dimenticato del bacio in quel bosco, prima che arrivassero i soccorsi. Ma non voleva pensarci, le sembrava di aver tradito Toby già abbastanza.

“ Sai . . . “ ruppe la bionda il suo flusso di pensieri “ c’è un modo per ricordare ciò che la tua mente sembra aver completamente cancellato “.

“ E cioè? “ chiese lei.

“ Intervista cognitiva . . . “ rispose lui “ . . .  un metodo colloquiale che utilizzeremo per farti ricordare ciò che è accaduto . . . . per te va bene? “.

Era così vogliosa di ricordare tutto che non ci pensò un attimo per rispondere con un “ Si “ squillante.

  
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