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Autore: CUCCIOLA_83    12/03/2008    5 recensioni
[...]Lo aveva fatto veramente, alla fine. Aveva ucciso un uomo. Il caos, il rumore, il pianto dei bambini tutto attorno a lei svanì all’istante, lasciandola sola nel silenzio più assoluto. Rimase in piedi, in mezzo alla battaglia che andava esaurendosi attorno a lei [...] Riuscirà Tonks a riprendersi? chi le darà una mano?
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come promesso non vi ho fatto aspettare molto. Più che altro perché forse non mi sono spiegata benissimo l'ultima volta. Ma ne riparleremo alla fine del capitolo.

Visto che oggi è il 12 ne approfitto per fare gli auguri a Pioggia ;)








Il quartier generale era immerso nell’oscurità. Solo una piccolo spiraglio di luce filtrava dalla porta della cucina, l’uomo l’aprì con cautela, bacchetta alla mano, e perlustrò attentamente l’interno con lo sguardo. Trovò Tonks, con capelli di un insolito nero, seduta vicino al fuoco con in mano una tazza di tè.

«Quel tè ha tutta l’aria d’essere freddo». Le si avvicinò lentamente, puntando la bacchetta verso la tazza, scaldandone il contenuto.

«Cosa? Oh ciao Remus».

«Tutto bene? Non mi sembri in forma».

«Sto bene».

«Certo, si vede. Quando qualcuno sta bene, tende ad isolarsi per tutta la cena, poi si rintana in cucina, quando tutti dormono, fissando il fuoco con una tazza di tè ormai freddo, in mano», constatò Remus, che nel frattempo si era seduto vicino a lei.

«Hai intenzione di continuare a lungo?»

«Più o meno fino a quando non mi dirai cosa ti succede. Oggi sei stata grande. Hai salvato molte persone, ma nonostante questo, non mi sembri felice». Continuò lui, riempiendosi una tazza di tè.

«Certo che ne sono felice, è solo che...»

«“Solo che” cosa?».

«“Solo che”… Per farlo ho dovuto…» Ma le parole le morirono in gola.

«Hai dovuto uccidere». Finì per lei la frase, Tonks annuì.

«Non mi guardare così, lo so».

«Cosa sapresti di preciso?» Chiese confuso.

«So cosa pensi. IO sono un Auror, sono stata addestrata a questo. Ma ora che è successo mi comporto come una ragazzina».

«Io veramente…» Tentò di risponderle.

«Quello era un mangiamorte, se non l’avessi fermato, l’avrebbe fatto lui». Continuò Tonks, senza notare che Remus stava cercando di dirle qualcosa.

«Sì, è così». Confermò, capendo che forse era meglio lasciarla finire di sfogare senza interromperla troppo.

«Lui non ci avrebbe pensato su due volte, mi avrebbe uccisa e con me tutti gli altri».

«Già». Remus si alzò e si diresse verso la credenza.

«Ma allora perché mi sento così?» Chiese guardandolo con occhi lucidi, Remus tornò a sedersi vicino a lei.

«E’ stata la prima volta?» Le chiese, lei annuì, «capisco». Così dicendo le prese dalle mani la tazza e mettendovi, invece, un bicchiere di whisky incendiario.

«Grazie», mormorò prima di berlo tutto d’un fiato. «A te questo non succede», sospirò appoggiandosi allo schienale della sedia.

«Non sai quanto ti sbagli».

Tonks lo fissò stupita.

«Tu? Ma io ti ho visto combattere, hai una tale determinazione nei gesti e, nello sguardo…» Remus non rispose. «Remus?» Lo chiamò.

«Ninfadora, togliere la vita a qualcuno non è mai facile. È una cosa che ti segna dentro».

«Non chiamarmi Ninfadora…» Mormorò lei, Remus sorrise tristemente.

●●●●●

I tre ragazzi seduti nel piccolo, appartamento di Sirius, discutevano sulla proposta che Silente aveva fatto loro, il giorno prima.

«Vi rendete conto di quale opportunità ci ha offerto?» Il tono di voce di James era fin troppo eccitato.

«Chi l’avrebbe mai detto, Silente ci ritiene davvero degni di fiducia!» Ma quello di Sirius non era da meno.

«Ragazzi, ragioniamo, è una grossa responsabilità». Remus cercò di calmare gli animi avventurosi dei suoi due amici.

«Remus, smettila di essere razionale». Lo prese in giro Sirius.

«Qualcuno qui dentro deve esserlo».

«Hey ragazzi, cosa fate qui? James Potter, ti ho cercato ovunque!» Lily comparve improvvisamente nella stanza.

«C… Ciao tesoro, cosa ci fai qui?» Le chiese James, alzandosi di scatto per andarla a salutare.

«Come ti ho già detto, ti cercavo. Volevo discutere con te di una proposta che mi ha fatto Silente. Sirius non commentare!» Lily lo fissò, Il ragazzo alzò le mani.

«Io non ho detto niente».

«Continua a non farlo».

«Lily, non dirmi che Silente ha parlato anche con te dell’…Ordine». Chiese James, la ragazza annuì.

«Anche a voi? E cosa ne pensate?».

«Ne stavamo giusto parlando». Rispose Remus.

«E cosa c’è da pensare? Questa è una grande opportunità per tutti noi. Potremo aiutare molte persone». Esclamò Lily eccitata per la prospettiva che avevano davanti.

«No Lily, anche tu no!» Remus si accorse di essere in netta minoranza.

●●●●●

Il buio della notte era illuminato soltanto dalla mezza luna e dai fasci di luce verdi e rossi degl’incantesimi lanciati in una piccola radura nella battaglia tra i membri dell’ordine della fenice e i mangiamorte.

«Forza cugina, vediamo che sai fare!» Sirius si divertiva sempre molto a prendere in giro Bellatrix.

«Tu, lurido traditore del sangue puro! Pagherai caro il tuo affronto!» Urlò la strega.

«Uh che paura…» La canzonò.

«Sirius smettila!» Lo riprese Remus.

«O andiamo, Remus mi sto solo divertendo un po’». Sfortunatamente Sirius si distrasse per pochi secondi dalla battaglia.

«Attento!» Urlò Remus, spostandolo bruscamente e colpendo diritto al petto con un fascio di luce verde, un mangiamorte incappucciato che stava per colpire l’amico, proprio in quel momento arrivarono altri membri dell’ordine a dare man forte a quelli che gia stavano combattendo.

«Ben fatto ragazzo! Vigilanza costante, ecco cosa serve nella vita». Moody, visibilmente fiero di lui gli batté una mano sulla spalla, per poi su diresse verso un gruppo di mangiamorte che stavano scappando. Remus non si mosse, rimase fermo lì, ancora in credulo di quello che aveva appena fatto.

Aveva ucciso una persona. per salvare Sirius certo, ma questa non era una giustificazione.

I giorni passarono ma Remus non accennava a riprendersi dallo shock che gli aveva causato quel gesto. Nessuno sembrava in grado di alleviare il suo tormento. James, Lily e in particolar modo Sirius, le provarono tutte, ma niente sembrava efficace. Riuniti in salotto discutevano sul modo migliore per farlo reagire.

«Potremmo portarlo in un pub, magari incontrerà qualcuno che lo farà reagire». Esordì Sirius.

«Stiamo parlando di Remus, non di te. Cerca di essere serio, è colpa tua se siamo in questa situazione!» Lo rimproverò Lily.

«Ho già chiesto scusa un milione di volte, lo so che è colpa mia. Non ho bisogno di te che me lo ricordi ogni due secondi».

«Ragazzi vi prego, non è il momento di discutere…» James cercò di calmarli.

«Zitto tu!» Urlarono in coro Lily e Sirius, James alzò le braccia in segno di resa, ragionare con quei dure era impossibile.

«Hem, hem…» Sentirono qualcuno schiarirsi la voce, si voltarono tutti e tre di scatto e si ritrovarono davanti Silente.

«Salve ragazzi. Tutto bene?» Chiese tranquillamente il vecchio preside di Hogwarts.

«Tutto bene? Lei ci chiese se va tutto bene? Remus è di sopra in uno stato quasi catatonico e lei ci chiede se va tutto bene?» Lo aggredì Sirius.

«Sirius, calmati. Sono al corrente della situazione. Ora se volete scusarmi devo scambiare qualche parola con Remus, in quale stanza si trova?» Chiese cortesemente.

«La seconda stanza a sinistra». Lily lo accompagnò fino alla prima rampa di scale.

«Grazie». E così dicendo scomparì al piano di sopra.

Silente bussò più volte alla porta ma non ricevette risposta, quindi, decise di entrare ugualmente. Lo trovò seduto sul letto con la testa fra le mani.

«Buonasera Remus».

«Preside! Cosa ci fa qui? Hem voglio dire buonasera». Disse alzandosi di colpo.

«Siediti Remus», Gl’indicò il letto e avvicinò una poltrona per se.

Una volta che entrambi furono seduti, Silente fissò Remus con il suo solito sguardo intenso, tanto che il ragazzo non riuscì a sostenerlo.

«Mi dispiace preside. Non sono adatto per questa “missione”».

«Tu dici?».

«Sì. Siamo realistici, io non sono un tipo da battaglia. Voglio tornare ai miei libri e ai miei studi e…».

«”E”, cosa?».

«”E” non voglio più uccidere nessuno!» Urlò tornando a premersi le mani sul viso, per poi colpire più volte con forza il materasso. Silente lo lasciò sfogare per tutto il tempo necessario.

«Remus, so come ti senti. Ma rifletti, se tu non avessi…».

«Ucciso…» sussurrò con un filo di voce Remus.

«Sì, ucciso un pericoloso assassino, chi avresti perso?».

«Stava mirando a Sirius» Alzò di colpo lo sguardo.

«Già. Tu hai salvato la vita a Sirius. Certo spesso il fine non giustifica i mezzi, ma ci sono delle eccezioni, l’animo umano è fatto per difendere le cose che amiamo. Tu hai fatto questo» Silente gli sorrise, Remus rimase per qualche secondo in silenzio a riflettere. «Siamo in guerra, ed è una cosa terribile. Sappi che nessuno ti biasimerà se decidi di abbandonare, uccidere non è facile, ogni volta ti si apre una nuova ferita, ma spesso queste ferite si rimarginano pensando a tutte le persone che, grazie a quello che facciamo, possono vivere le loro vite più tranquillamente». Silente si alzò, Remus si risvegliò di colpo dallo stato di torpore in cui era caduto pensando alle parole del preside.

«Preside, grazie». Silente si voltò e gli sorrise prima di scomparire dietro alla porta.

●●●●●

Tonks rimase colpita dal racconto di Remus, improvvisamente si sentì molto più vicina a quello strano uomo che le sedeva a fianco, e non solo fisicamente.

«Silente sa sempre cosa dire». Sussurrò lei.

«Già, è come se ti arrivasse dentro, fino al cuore».

«Remus». L’uomo si voltò verso di lei e la guardò negli occhi. Lei arrossi violentemente ma, per fortuna il rosso del fuoco le mimetizzò il rossore del viso e dei capelli, così fu costretta a distogliere lo sguardo.

«G…Grazie». Gli sorrise timidamente, Remus ricambiò.

«Ora fa male, lo so. Non ci resta che pensare davvero alle persone che aiutiamo, e oggi ne hai salvate molte».

Tonks annuì. «Lo so. È che è successo tutto così in fretta… come se non fossi stata io a farlo».

«Già, succede spesso anche a me». Sospirò lui. «Che ne dici di andare a letto ora?» Chiese Remus, «voglio dire, ognuno nella propria stanza». Precisò, Tonks rise vedendo il suo evidente imbarazzo.

«Non me la sento di stare da sola, ti va di farmi ancora un po’ di compagnia?».

«Certo, tutto il tempo che vuoi», le rispose. Tonks, allora, avvicinò la sua sedia a quella di Remus, e gli appoggiò la testa sulla spalla.

«Ora mi sento meglio. Grazie Remus».

«Di niente Ninfadora».

«Non chiamarmi così…». Ma nel dirlo le sfuggì un sorriso, pronunciato da lui quel nome non era così male

In quel momento i loro cuori cominciarono a battere all’impazzata.







Spero che vi sia piaciuto, nonostante sia così "semplice".

La serie di confessioni notturne è ambientata in tre fasi diverse del rapporto tra Tonks e Remus, usando avvenimenti passati o appena accaduti che loro confessano tra di loro o ad altri.

Pensavo che come idea fosse carina ^^'... Ma forse mi sbagliato, se è così vi chiedo scusa ^^'

non so quando riuscirò a pubblicare le altre due perché sono senza il mio solito pc, e su questo non posso inserire la penna Usb.

A presto :D tao tao

   
 
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