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Autore: Liahangry    06/09/2013    1 recensioni
Aileen ed Harry si conoscono solo di vista, nessuno sa i gusti dell'altro, a nessuno importa, eppure si ritrovano a conoscersi.
Sapeva che frequentava un corso differente dal suo, condividevano solo poche lezioni insieme, ma non si erano mai seduti vicini e mai si erano parlati, il loro rapporto era inesistente.
Eppure nessuno dei due sapeva che, qualcosa durante l'estate sarebbe cambiato.
“Non ti hanno mai detto che non si deve mai fare piangere una donna, ragazzo più gettonato della scuola?” Sorrise Aileen entrando in bagno.
Sentendo la voce della ragazza, Harry si aprì in un sorriso lascivo.
“A te invece, non ti hanno mai detto che non si origliano le conversazioni degli altri Tigrotta?” E rincarnò la dose con un occhiolino.
“No, ragazzo corteggiato da tutta l’High School.” Ribadì Aileen facendo passare le dita fra le punte dei capelli.
“E poi perché tigrotta? Io non graffio, al contrario di Jasmine.” Domandò, e con un gesto della mano indicò la sua guancia.
“Non lo so se non graffi, vuoi per caso scoprirlo?” Suggerì con un sorriso fin troppo malizioso e un leggero movimento della testa.
“Non ho tutta questa curiosità".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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You're like a clichè
    Chapter one
They, they gonna see us from
outer space. 
Light it up, like we’re the stars
of the human race.

 

 

 
 
Una sigaretta stretta fra le labbra, un piede in bilico sul tavolino in vetro del salotto, una manciata di pop corn sparsi
qua e là sui cuscini del comodo sofà.

Harry si era ritrovato a passare il sabato sera sul suo divano di pelle bianca, con lo sguardo rivolto verso la tv,
che trasmetteva una vecchia commedia romantica, da lui amata, tanto incuriosito dalla trama, da non accorgersi di
suo fratello maggiore Georg, che si era appostato al centro del salotto.
Si era ritrovato a pensare che nell’ultimo periodo gli sembrasse cambiato, non tanto nell’aspetto esteriore, quello era
sempre uguale a parere suo, ma di carattere.

Suo fratello era cambiato da quando aveva conosciuto Allyson, una ragazza tutt’altro che femminile, le piaceva perché
per lui era come una sorella maggiore, una seconda mamma cui chiedere pareri e consigli, e lui ne era contento.

Allyson Evans era una ragazza sui ventisei anni, tutta pepe, era una gran simpaticona, si vedeva che era diverse dalle

altre ragazze.                                                                                                                                       
Sapeva comportarsi da donna di casa, sapeva cucinare alla perfezione il suo piatto preferito, da lei aveva assaggiato un
pollo arrosto meraviglioso, e ogni qual volta che sua madre provava a farglielo seguendo alla lettera la ricetta della
ragazza, dopo le due ore di forno, veniva fuori una specie di uccelletto spennacchiato nero, con tanto di fumo a
circondare le patate di contorno.
Era diventata la sua cuoca preferita, tanto da fargli acquistare dei buoni punti, per avergli portato via il fratello, e con
lui il suo cervello, già inesistente, a detta di Harry.

Georg la adorava, si vedeva da come la guardava, da come la cercava in una stanza affollata, ed era amata da tutta la
famiglia, compreso lui.

Allyson, era tutto il contrario della sua sorella minore, Aileen, quella ragazza lo incuriosiva perché aveva qualcosa di
misterioso, l’aveva vista un paio di volte a delle cene di famiglia; e poteva rivederla anche quella sera.

Era sempre silenziosa, parlava solo se veniva interpellata e lui, si chiedeva come sarebbe conoscerla, come sarebbe
parlarle, sembrava sempre nel suo mondo, sembrava sconnessa dal genere umano, e connessa su un altro pianeta, ma
in compenso era particolare aveva un gusto tutto suo nel vestire.
I capelli sempre spettinati, gli occhi poco truccati contornati da delle lunghe ciglia nere, le carnose labbra sempre
screpolate e le poche lentiggini sparse sul nasino.

L’aveva conosciuta l’anno scorso, quando suo fratello si era fidanzato con Allyson, frequentavano la stessa scuola ma
nei corridoi si erano incrociati poche volte, e quando succedeva si salutavano solo con semplici cenni della testa.
Sapeva che frequentava un corso differente dal suo, condividevano solo poche lezioni insieme, ma non si erano mai
seduti vicini, e mai si erano parlati, il loro rapporto era inesistente, eppure nessuno dei due sapeva che quella sera,
in quella casa, il loro rapporto stava definitivamente cambiando.
 

Georg era immobile al centro del salotto e osservava Harry con sguardo severo.                                                                                           
 Doveva venire a cena la famiglia Evans e lui se ne stava in mutande sul divano di casa.
Non con poca fatica riuscì a farlo alzare per farlo andare a preparare.                                                                                                     
Fra poco Georg, avrebbe rivisto la sua Allyson e non voleva fare brutta figura.                                         
Aveva in mente un’idea meravigliosa, che li passava per la mente da un mesetto e questa era la serata giusta per dirlo
a tutti.
 
Aileen se ne stava tutta tranquilla seduta sul suo letto, ricoperto da delle soffici lenzuola color crema, che richiamava il
colore delle tende, dove un sottile spiraglio di luce le accarezzava il volto, accompagnata dalle note strimpellate della
sua chitarra.                                                                                                             

“Dovresti smetterla di suonare Aileen, fa poco andiamo da Georg, che ne dici di prepararti?” Allyson comparse
all’improvviso dalla porta della sua stanza e senza darle neanche il tempo di risponderle, che aveva fatto già di testa sua,
aprendo l’armadio e curiosando all’interno.

“Nessuno ti ha mai insegnato che si bussa alla porta?” sputò con acidità la sorella minore, Aileen.       
Allyson fece finta di non sentire e sbuffando tirò fuori una gruccia dall’armadio, dove appeso stava un vestitino, con
fantasia floreale.

“Rimetti quel vestito dov’era” Allyson sospirò arrendendosi e come consigliato dalla ragazza, riposizionò la gruccia al
suo interno e con passo lento, si trascinò fuori dalla stanza, non prima di vedere sua sorella tirare fuori dall’armadio i
suoi inconfondibili jeans di pelle.
Quelli erano i suoi gusti e non sarebbero mai cambiati.                                                                                       

Poco dopo la voce della madre di Aileen, Janette, risuonò per tutta la casa, mentre Aileen stava ancora cercando di
sciogliere i nodi creati dai lacci delle sue scarpe.
“Aileen è tardi, dobbiamo andare” La piccola di casa Evans sospirò e a passo strisciato scese le scale.
   
 
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