Capitolo II: la pace.
*Diana si legge in inglese.
*Diana si legge in inglese.
E va bene, mi feci bella.
Ma non di certo per i maghi, bensì per il mio Samuel.
''Ma Samuel non è mio...amen'' -pensai.
Mi misi un abito nero lunghissimo senza spalline e un paio di scarpe col tacco. Indossai anche la mia collanina d'argento con la croce egiziana, simbolo della mia razza: ogni vampiro la indossava durante importanti riunioni.
Ma non di certo per i maghi, bensì per il mio Samuel.
''Ma Samuel non è mio...amen'' -pensai.
Mi misi un abito nero lunghissimo senza spalline e un paio di scarpe col tacco. Indossai anche la mia collanina d'argento con la croce egiziana, simbolo della mia razza: ogni vampiro la indossava durante importanti riunioni.
Mi truccai leggermente, non volevo essere una scimmia come tutte le altre ragazze. Esse si mettevano sempre ombretti neri, rossetti neri, un chilo di fondotinta ecc.
Ma io ero diversa.
Forse perchè sono stata umana.
Uscii dalla mia stanza: i maghi erano già arrivati.
Per molti anni i vampiri erano in guerra con i maghi e quel giorno, finalmente, i nostri ''amici'' vennero a firmare la pace con noi.
Mi diressi verso la Grande Sala e mentre scendevo le scale una piccola bambina scivolò. Riuscii a prenderla per il braccio e la misi in piedi. Era una maga, lo dedussi dalla sua collana a forma di stella. La bimba mi guardò male e se ne andò senza neanche ringraziare.
''Mmm..il simbolo dei maghi è la stella, il nostro la croce egiziana, quella dei licantropi...ah sì, la mezzaluna. Gli umani, invece, non ne hanno''
Stupidi umani. Li odiavo, nonostante lo fossi stata.
Dodici anni fa, quando avevo solo cinque anni i miei genitori mi abbandonarono. Mi lasciarono sola in casa, senza mangiare, senza bere. Dissero che sarebbero tornati. Ma non tornarono mai più.
Un giorno, mentre ero nell'orto a raccogliere qualche pomodoro verde, arrivò il mio salvatore. Già, Samuel. Era lo stesso, la sua giovinezza non cambiò nel corso di tempo. Gli stessi occhi malinconici, le stesse labbra..
Insomma, mi morse e diventai un vampiro.
Mi avvicinai al gruppo di vampiri in cui c'era Samuel. Egli mi guardò dalla testa ai piedi e mi sorrise. Mi scioglievo come il burro nell'olio ogni volta che avevo l'onore di vedere quel sorriso.
Però poi si allontanò verso i maghi, essi lo salutarono con grandissimo rispetto. Una donna bellissima dai capelli rossi gli si avvicinò ed insieme andarono al centro della Grande Sala. Tutti, maghi e vampiri, si misero in cerchio attorno a quei due.
''Brutta stronza, prova a rivolgergli una parola e ti disintegro'' -pensai guardando quella donna che sorrideva a Samuel.
E lei gli parlò.
Ed io buttai per terra il bicchiere di cristallo che avevo tra le mani.
E tutti si voltarono verso di me.
Ed io feci un sorriso da ebete.
E Samuel mi guardò male.
Nonostante la mia bella dimostrazione ''Rossa, non toccare il mio Samuel'', quell'altra continuava a parlargli. Mentre guardavo loro due qualcosa mi spinse facendomi crollare e poi questo ''qualcosa'' mi cadde pure addosso.
Per un attimo rimasi calma per pensare quali parolacce avrei dovuto urlargli. Alzai la testa e vidi una ragazza dai capelli neri, come la notte, ondulatissimi. I suoi occhi erano blu scuro, stupendi, ma non come quelli di Samuel. In natura non potevano essere altri occhi così belli come i suoi.
O forse quelli del nostro figlio.
Che neanche esisteva e non sarebbe mai esistito.
La ragazza mi sorrideva maliziosa. Diventò rossa come un peperone e si alzò quando notò che facevo fatica a respirare...
Era una maga, lo capii quando vidi la sua collana.
-Scusa...scusa tanto! Non ti avevo proprio vista! -disse mettendosi una mano fra quei capelli meravigliosi.
-Allora comprati un paio di occhiali.
-Ma che spiritosa!
-Modestamente.
-Diana, piacere -mi disse e avvicinò la sua mano.
Gliela strinsi.
-Piacere, Elsa.
Avevo una strana sensazione, di solito quando facevo la ''spiritosa'', come disse Diana, nessuno continuava a parlarmi. Invece lei sì. Vuol dire che era speciale.
-Chi è quella là? -chiesi indicando col dito (medio, ovviamente) la donna dai capelli rossi.
E, di nuovo, Samuel mi guardò male.
-Quella? E' il nostro capo, Sylvia -rispose Diana.
-Ah...il vostro capo...
''Ecco perchè e vicino al mio Samuel, per firmare la pace''
-Quanti anni hai, Elsa?
-Diciassette, tu?
-Anche...
-Sei contenta per la pace?
-Certo, però sono un pò preoccupata per la reazione dei lupi mannari.
-Non penso che sia un affar nostro, per me potrebbero anche suicidarsi subito, così ci risparmiano una fatica immensa.
-Elsa! -scoppiò a ridere- Oh, shh, ora firmano la pace!
Mi voltai dall'altra parte per vedere meglio. In quel momento, Samuel si morse il polso facendo cadere le gocce del suo sangue, dall'odore così delizioso, su un foglio di carta.
Il suo sangue profumava come una rosa, ma non avrei mai potuto assaggiarlo visto che un vampiro poteva bere dall'altro solo se fossero sposati. Ed io non avrei mai sposato Samuel.
Nello stesso momento anche il capo dei maghi, Sylvia, si morse...un dito...pff, Samuel si morse mezza mano, invece quella solo un dito.
Così il sangue dei due rappresentanti delle nostre razze fu su quella carta che segnava la pace fra i vampiri e i maghi. Quella era la nostra firma.
-Guardi sempre quel ragazzo orrendo...ma ti piace? -chiese Diana gesticolando e toccandosi i capelli in continuazione.
Per un secondo non capii di chi stesse parlando, ma dopo un pò ci arrivai.
Di Samuel.
Del mio Samuel!
''Ma come ti permetti?!'' -pensai.
Le diedi un pugno in faccia che la fece stendere in un batter d'occhio. Tutti si voltarono a guardare me con il pugno chiuso ancora in aria e Diana che teneva le mani sul viso.
Non feci neanche in tempo a battere le ciglia che un'ombra nera mi prese e mi spostò nel corridoio buio dove non c'era nessuno. Aprii gli occhi ed incontrai lo sguardo infuriato di Samuel. I suoi occhi non erano più blu come il mare, ma rossi ed ardevano per la rabbia.
Mi strinse alla parete. Per me si metteva male.
Volevo scappare da quello sguardo intenso che prometteva poco di buono.
-Cosa ti salta in mente, eh? Ma, Elsa, te ne rendi conto? Stiamo firmando la pace e tu attacchi un mago? -mi urlò non distogliendo lo sguardo.
-Ma è lei che...
-Zitta, non voglio sentire niente, neanche una parola.
-Samuel...
-Vai in camera tua, sei in punizione.
-Non sono una bambina e non sei mio padre per punirmi!
-Elsa, sono già abbastanza arrabbiato. Come fai a non capire? Questa pace è così fragile, come una ragnatela...
-Hai paura che i maghi...
-Sylvia non era convinta quando le ho proposto la pace, penso che la sua razza non si fida ancora di noi e hanno ragione. La fiducia bisogna guadagnarsela.. -sospirò- ora vai, non ho tempo da perdere.
Mi diressi verso la Sala sperando che il mio capo avesse cambiato idea, ma mentre stavo per fare un passo, mi prese per mano e mi sussurrò all'orrecchio:
-La tua camera è in direzione opposta.
Ma io ero diversa.
Forse perchè sono stata umana.
Uscii dalla mia stanza: i maghi erano già arrivati.
Per molti anni i vampiri erano in guerra con i maghi e quel giorno, finalmente, i nostri ''amici'' vennero a firmare la pace con noi.
Mi diressi verso la Grande Sala e mentre scendevo le scale una piccola bambina scivolò. Riuscii a prenderla per il braccio e la misi in piedi. Era una maga, lo dedussi dalla sua collana a forma di stella. La bimba mi guardò male e se ne andò senza neanche ringraziare.
''Mmm..il simbolo dei maghi è la stella, il nostro la croce egiziana, quella dei licantropi...ah sì, la mezzaluna. Gli umani, invece, non ne hanno''
Stupidi umani. Li odiavo, nonostante lo fossi stata.
Dodici anni fa, quando avevo solo cinque anni i miei genitori mi abbandonarono. Mi lasciarono sola in casa, senza mangiare, senza bere. Dissero che sarebbero tornati. Ma non tornarono mai più.
Un giorno, mentre ero nell'orto a raccogliere qualche pomodoro verde, arrivò il mio salvatore. Già, Samuel. Era lo stesso, la sua giovinezza non cambiò nel corso di tempo. Gli stessi occhi malinconici, le stesse labbra..
Insomma, mi morse e diventai un vampiro.
Mi avvicinai al gruppo di vampiri in cui c'era Samuel. Egli mi guardò dalla testa ai piedi e mi sorrise. Mi scioglievo come il burro nell'olio ogni volta che avevo l'onore di vedere quel sorriso.
Però poi si allontanò verso i maghi, essi lo salutarono con grandissimo rispetto. Una donna bellissima dai capelli rossi gli si avvicinò ed insieme andarono al centro della Grande Sala. Tutti, maghi e vampiri, si misero in cerchio attorno a quei due.
''Brutta stronza, prova a rivolgergli una parola e ti disintegro'' -pensai guardando quella donna che sorrideva a Samuel.
E lei gli parlò.
Ed io buttai per terra il bicchiere di cristallo che avevo tra le mani.
E tutti si voltarono verso di me.
Ed io feci un sorriso da ebete.
E Samuel mi guardò male.
Nonostante la mia bella dimostrazione ''Rossa, non toccare il mio Samuel'', quell'altra continuava a parlargli. Mentre guardavo loro due qualcosa mi spinse facendomi crollare e poi questo ''qualcosa'' mi cadde pure addosso.
Per un attimo rimasi calma per pensare quali parolacce avrei dovuto urlargli. Alzai la testa e vidi una ragazza dai capelli neri, come la notte, ondulatissimi. I suoi occhi erano blu scuro, stupendi, ma non come quelli di Samuel. In natura non potevano essere altri occhi così belli come i suoi.
O forse quelli del nostro figlio.
Che neanche esisteva e non sarebbe mai esistito.
La ragazza mi sorrideva maliziosa. Diventò rossa come un peperone e si alzò quando notò che facevo fatica a respirare...
Era una maga, lo capii quando vidi la sua collana.
-Scusa...scusa tanto! Non ti avevo proprio vista! -disse mettendosi una mano fra quei capelli meravigliosi.
-Allora comprati un paio di occhiali.
-Ma che spiritosa!
-Modestamente.
-Diana, piacere -mi disse e avvicinò la sua mano.
Gliela strinsi.
-Piacere, Elsa.
Avevo una strana sensazione, di solito quando facevo la ''spiritosa'', come disse Diana, nessuno continuava a parlarmi. Invece lei sì. Vuol dire che era speciale.
-Chi è quella là? -chiesi indicando col dito (medio, ovviamente) la donna dai capelli rossi.
E, di nuovo, Samuel mi guardò male.
-Quella? E' il nostro capo, Sylvia -rispose Diana.
-Ah...il vostro capo...
''Ecco perchè e vicino al mio Samuel, per firmare la pace''
-Quanti anni hai, Elsa?
-Diciassette, tu?
-Anche...
-Sei contenta per la pace?
-Certo, però sono un pò preoccupata per la reazione dei lupi mannari.
-Non penso che sia un affar nostro, per me potrebbero anche suicidarsi subito, così ci risparmiano una fatica immensa.
-Elsa! -scoppiò a ridere- Oh, shh, ora firmano la pace!
Mi voltai dall'altra parte per vedere meglio. In quel momento, Samuel si morse il polso facendo cadere le gocce del suo sangue, dall'odore così delizioso, su un foglio di carta.
Il suo sangue profumava come una rosa, ma non avrei mai potuto assaggiarlo visto che un vampiro poteva bere dall'altro solo se fossero sposati. Ed io non avrei mai sposato Samuel.
Nello stesso momento anche il capo dei maghi, Sylvia, si morse...un dito...pff, Samuel si morse mezza mano, invece quella solo un dito.
Così il sangue dei due rappresentanti delle nostre razze fu su quella carta che segnava la pace fra i vampiri e i maghi. Quella era la nostra firma.
-Guardi sempre quel ragazzo orrendo...ma ti piace? -chiese Diana gesticolando e toccandosi i capelli in continuazione.
Per un secondo non capii di chi stesse parlando, ma dopo un pò ci arrivai.
Di Samuel.
Del mio Samuel!
''Ma come ti permetti?!'' -pensai.
Le diedi un pugno in faccia che la fece stendere in un batter d'occhio. Tutti si voltarono a guardare me con il pugno chiuso ancora in aria e Diana che teneva le mani sul viso.
Non feci neanche in tempo a battere le ciglia che un'ombra nera mi prese e mi spostò nel corridoio buio dove non c'era nessuno. Aprii gli occhi ed incontrai lo sguardo infuriato di Samuel. I suoi occhi non erano più blu come il mare, ma rossi ed ardevano per la rabbia.
Mi strinse alla parete. Per me si metteva male.
Volevo scappare da quello sguardo intenso che prometteva poco di buono.
-Cosa ti salta in mente, eh? Ma, Elsa, te ne rendi conto? Stiamo firmando la pace e tu attacchi un mago? -mi urlò non distogliendo lo sguardo.
-Ma è lei che...
-Zitta, non voglio sentire niente, neanche una parola.
-Samuel...
-Vai in camera tua, sei in punizione.
-Non sono una bambina e non sei mio padre per punirmi!
-Elsa, sono già abbastanza arrabbiato. Come fai a non capire? Questa pace è così fragile, come una ragnatela...
-Hai paura che i maghi...
-Sylvia non era convinta quando le ho proposto la pace, penso che la sua razza non si fida ancora di noi e hanno ragione. La fiducia bisogna guadagnarsela.. -sospirò- ora vai, non ho tempo da perdere.
Mi diressi verso la Sala sperando che il mio capo avesse cambiato idea, ma mentre stavo per fare un passo, mi prese per mano e mi sussurrò all'orrecchio:
-La tua camera è in direzione opposta.