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Autore: Marauder_    06/09/2013    1 recensioni
Cosa è successo nel Mondo Magico quando si è diffusa la notizia che un bambino era riuscito a sconfiggere Colui-che-non-deve-essere-nominato?
Un viaggio attraverso i principali luoghi, dai negozi di Diagon Alley ai locali di Hogsmeade, al luogo dell'assassinio Godric's Hollow.
Non sono sicura di voler continuare questa serie, quindi SE VI PIACE, RECENSITE, altrimenti temo che la lascerò incompleta!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Hogsmeade – I Tre Manici di Scopa

 

In quella fredda giornata di novembre, uno strano spettacolo teneva occupati i clienti del pub.

Anche Madama Rosmerta, la barista, era sconvolta da ciò a cui stava assistendo, tanto da non riuscire a decidere come gestire la situazione.

“Non ci s-si può c-credere! Hic!” la donna che parlava continuava ad alternare e mischiare pianto e risate “Morti! Anche loro! Hic! M-mi chiedo quando toccherà a me, di q-questo passo! Hic!”

Nonostante le cupe parole dell'ubriaca, il gruppo di persone che la circondava aveva l'aria di divertirsi moltissimo.

Il bancone era pieno di boccali che evidentemente avevano contenuto del whisky incendiario e della burrobirra, che avevano ridotto in stati pietosi la misteriosa donna.

“Signora, le serve una mano a tornare a casa?” aveva chiesto una voce gentile sinceramente preoccupata.

“Non hic mi chiamo signora, io! Sono hic Arabella! Arabella F-figg! E p-portatemi un'altra hic burrobirra!”

Tutti scoppiarono a ridere nel vederla tentare goffamente di attraversare il locale per raggiungere il bancone.

Anche Madama Rosmerta, che era andata ad esaudire la richiesta di Arabella, stava sorridendo.

“Quando v-verrà a uccidermi, prima hic gli voglio offrire un whisky, a Voldemort!

Le risate si spensero all'istante, al suono di quel nome: tutti all'interno del locale, anche quelli che non stavano osservando lo spettacolo, trasalirono, si voltarono per fissare la donna e qualcuno iniziò a piangere in silenzio.

“No, questo è troppo! E' inammissibile!” la barista esplose di rabbia e con un movimento di bacchetta fece tornare in sé la signora Figg, che appena si rese conto di ciò che era successo, si mise a lacrimare e singhiozzare.

Quel nome faceva più paura della morte stessa.

Quel nome rappresentava qualcosa di peggio della morte stessa.

Sì, perché quel nome ne aveva portata parecchia, di morte, ma era riuscito a portare anche qualcosa di peggio: la paura, il terrore di venire torturati, di sentirsi risucchiare l'anima, semplicemente il terrore di vivere.

La morte in un certo senso era stata un regalo pietoso, in molte situazioni.

Nel corso di tutta la Storia della Magia, nessuno ricordava un periodo più oscuro e difficile di quello e l'origine di quel dolore stava tutto racchiuso in un unico mago: Lord Voldemort.

Pronunciare il suo nome portava tanta paura quasi quanto la sua presenza stessa.

Arabella sapeva benissimo tutto ciò e mai si sarebbe permessa di dire ad alta voce una cosa simile, in condizioni normali.

Iniziò disperatamente a scusarsi con tutti i presenti nel locale, dicendo che non aveva mai bevuto così tanto in vita sua, ma una recente notizia l'aveva tremendamente sconvolta e aveva reagito nel primo modo che le era venuto in mente.

Madama Rosmerta, impietositosi nel vedere una scena del genere (che era comunque molto comune, in quel periodo), decise di non buttarla fuori dal locale, ma, anzi, di tentare di consolarla.

Spinta dalle parole di conforto della barista, la signora Figg si sedette su uno sgabello davanti ad una tazza di cioccolata ed inizio a raccontare come avesse saputo che Colui che non deve essere nominato era stato annientato da un bambino, che era stato salvato dal sacrificio dei suoi genitori, amici, per l'appunto, di Arabella.

Le reazioni tra gli ascoltatori furono molto diverse: qualcuno era incredulo, qualcuno pianse dalla gioia, qualcuno uscì dal pub in estasi.

Ma la reazione più strana di tutti fu quella del signor Sinister, un uomo col cappuccio nero abbassato fino a coprirgli il volto, che lavorava a Notturn Alley nel negozio di Magie Sinister.

Cadde quasi a terra da tanto era sconvolto e scappò rabbioso fuori del locale, imprecando a voce alta, come se avesse appena ricevuto la peggiore delle notizie.

Nessuno ci fece troppo caso, comunque, siccome tutti erano troppo occupati a assimilare e assaporare le parole della povera Arabella, che continuava imperterrita a lacrimare.

Nessuno pareva pensare, come stava facendo lei, a quanto sangue innocente era stato versato, a quante famiglie erano state annientate, a quanti bambini erano rimasti orfani, a quante mogli vedove..

Quando ormai tutti parevano non prestare più alcuna attenzione alla donna, qualcuno le si avvicinò.

Aveva folti capelli e barba grigia e degli occhialetti a mezzaluna posati sul naso molto lungo, dietro ai quali scintillavano dei gentili occhi azzurri.

L'uomo era avvolto in un lungo mantello color porpora.

“Mia povera signora, temo di non essere riuscito ad ascoltare la sua storia per intero per via del baccano. Posso sapere che cosa la turba?” la voce riusciva a trasmettere un meraviglioso senso di pace.

Arabella confidò così i suoi pensieri al misterioso vecchio che, guardandola come solo un uomo molto saggio può fare, rispose: “Non abbia pietà per i morti, mia cara, è per i vivi che la deve avere! Ma soprattutto, per coloro che vivono senza amore..”

La donna si sentì un po' sollevata, ma senza parole, così l'altro aggiunse “Mmm, niente male questa frase, non trova? Me la dovrei proprio segnare da qualche parte, potrebbe tornarmi utile!” e si allontanò con un sorriso soddisfatto.

La signora Figg era rimasta profondamente colpita dal modo di fare, ma soprattutto dalle parole dell'uomo, che, anche se lei non era sicura di averle comprese a pieno, avevano descritto una grandissima verità, a cui lei si aggrappò molto spesso per consolarsi e convincersi che la morte dei Potter valeva molto più delle sue lacrime.

  
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