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Autore: _nihonjin_    06/09/2013    3 recensioni
“Voglio sapere…” fa una breve pausa in cui vorrei mangiarmi le unghie e strapparmi i capelli, ma cerco di rimanere tranquilla. “se Harry e Louis sono omosessuali.”
Tiro un sospiro di sollievo. Vuole solo sapere se Harry e Louis sono…COSA?! VUOLE SAPERE SE SONO GAY?!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ride ancora, come rideva lui, senza una vera allegria, piuttosto per consolare quella tristezza lieve ma perenne.
"Vieni."
"Ci penso, sì..."
"Non devi pensarci, devi venire."
"Perché?"
"Perché la vita passa, e noi con lei. Ti ricordi?"
Certo che mi ricordo...
"E ride di noi, come una vecchia puttana sdentata che aspetta l'ultimo cliente..."


 
Capitolo 19


Corro a perdifiato sui marciapiedi bagnati di Londra.
Non mi importa di scivolare, di cadere o di rompermi un osso. Devo parlare con Louis e Harry. Ma soprattutto con Niall.
Che si fottano le insicurezze e i limiti da me posti in precedenza. Non posso vivere nel dubbio, nel rancore. Non voglio ripetermi di continuo “e se fosse andata così…” quando avrò cinquant’anni e il culo sarà floscio e cadrà, le rughe mi copriranno il viso, e avrò fatica a ricordare le cose.
C’era un vecchio detto, you only live once, si vive una sola volta, e io voglio vivere ogni attimo della mia vita al meglio.
Le gambe mi fanno un male cane, ma non posso fermarmi.
Mancano solo sei isolati, nulla di che.
Dannazione, proprio oggi la macchina deve stare dal meccanico?
Sbatto contro alcune persone che passeggiano tranquillamente per la strada, le travolgo, faccio cadere libri e buste della spesa. “Permesso!” continuo a ripetere.
“Si tolga dai coglioni.”
“E che cazzo, mi faccia passare!”
“Ma sa solo rompermi la minchia mettendosi in mezzo?!”
Corro finché il fiato non mi manca.
Mi fermo un secondo davanti un bar, poggiando una mano su una panchina, per sorreggermi. Espiro ed inspiro, cercando di regolarizzare il fiato. L’aria non mi sembra più abbastanza, e siccome mi sono scocciata di aspettare di ritornare a respirare regolarmente, riprendo la mia strada, questa volta non correndo ma camminando velocemente.
Arrivo davanti casa di Louis e busso al campanello più volte ed insistentemente.
Passano due secondi e mezzo, ma nessuno si degna di venire ad aprirmi. Ritorno a premere sul campanello, nervosa finché Liam non spalanca la porta con occhi arrabbiati. Mi guarda male e sembra che voglia uccidermi, ma non ci faccio molto caso. Lo scosto di lato con un gesto brusco ed entro in casa.
“Che c’è?” Mi chiede prendendomi per un braccio.
“Dimmi solo dov’è Louis.”
“E’ di sopra con Har…”
Non lo lascio finire che subito mi stacco dalla sua presa e corro verso le scale, salendo due gradini alla volta.
Alla seconda rampa mi fermo un attimo a riflettere.
Sono davvero sicura di poter avere una risposta sincera da quei due?
E’ l’unico modo. L’unico modo per saperlo con certezza. Non posso più rimandare.
Procedo lentamente verso la camera di Tommo riflettendo ancora sul da farsi.
Avrei dovuto saperlo che alla fine non avrei avuto coraggio.
Ora voglio tornare indietro, a casa, davanti la stufetta che mi segue ovunque io vada, a bere un bel the caldo e a guardare i vecchi episodi di Spongebob e AH! EH! AH! Jonny Bravo.
Forse non arriverò da nessuna parte chiedendo il loro orientamento sessuale, forse mi scopriranno e mi allontaneranno dalla loro vita.
Mi volto, decisa a tornamene a casa. Finché non mi torna in mente anche l’altro motivo per cui sono venuta.
Niall.
Sospiro, stringendo i pugni e affondando le dita nella carne. Mordicchio il labbro inferiore, fino a sentire il sapore del sangue sulla lingua.
E’ il momento che sto aspettando da dodici anni e mezzo.
Caccio il telefonino dalla tasca posteriore dei jeans.

A Niall
Hei nano, devo dirti una cosa fantastica. Dove sei?


Dopo neanche dieci secondi già la risposta.

Da Niall
Ohw, cosa? Sono a casa di Lou.


Chiudo gli occhi, per poi riaprirli di scatto. Metto a posto il cellulare e invece di ritornare alle scale, prendo il corridoio a destra con l’intenzione di cercare il biondino.
La mia è una tattica per risparmiare tempo e soprattutto per capire come esporgli i miei sentimenti.
Mi trascino, strusciando i piedi e rivolgendo uno sguardo veloce alle camere aperte alla mia sinistra.
In una stanza due ragazzi sono seduti sul letto. Si baciano e uno dei due ha la mano nei capelli dell’altro.
Una forza sconosciuta mi impedisce di proseguire. I miei piedi si rifiutano di fare anche un solo passo, sembrano incollati al suolo. La gola è secca, non riesco a sforzare le corde vocali.
Il tempo sembra essersi fermato. Nulla si muove, se non Harry e Louis davanti a me e la mia bocca che si spalanca automaticamente.
Le mie gambe si sono tramutate in budino, pronte a sfracellarsi e a cadere a terra. Ma non succede nulla di tutto ciò.
I due si staccano e i secondi ricominciano a scorrere normalmente. Sento persino il cuore battere all’impazzata. Si sfiorano, si accarezzano.
E io trattengo il respiro. E’ buffo, però. Prima ne avevo così bisogno, e ora  mi sembra anche troppo.
Gli occhi mi bruciano terribilmente e vorrei cercare di non piangere, ma non ci riesco. Fermo tutte quelle gocce salate col palmo della mano. Sono delusa, sì. Delusa.
Non so che pensare, che fare.
Vorrei scappare, ma qualcosa non me lo permette. Qualcosa mi tiene bloccata, come se stessi osservando la scena di un omicidio da dietro un muro di vetro e non posso fare nulla.
Vorrei urlare.
Tiro su col naso, cercando di muovermi.
I due girano la testa di scatto verso di me. Harry si alza, Louis è immobile.
“Ross…”
Sono sorpresi, ma non arrabbiati. Hanno quell’espressione da padre bastonato quando scoprono che la figlia si è fidanzata.
“N-non…non d-dire niente…”
Harry fa qualche passo incerto verso di me ma io indietreggio, provando un magone allo stomaco.
Corro via, cercando di non essere raggiunta. Devo smettere di piangere, di autodistruggermi come faccio sempre.
Qualcuno mi prende il braccio, ed io mi blocco guardando il pavimento.
“Perché non me lo avete detto?” Farfuglio, a testa bassa.
“Perché non ci fidavamo completamente di te.”
Cerco di andarmene, ma lui stringe di più la presa.
“Perdonaci, pensavamo di dirtelo la settimana prossima.”
“Dirmelo la settimana prossima?” Dico sprezzante. “Io ti ho confidato il mio più grande segreto, quello che non rivelo a nessuno da anni. Ti ho detto tutto. IO mi sono fidata di TE, quello che tu non hai fatto.”
Lui toglie la mano dal mio braccio. “Sei uno stupido, Harry Styles.”
Mi stringo nella felpa scendendo le scale piano piano e cercando di non piangere.
“Non lo dirò a nessuno.” Biascico, sperando mi abbia sentito.

Finalmente l’ultimo gradino. Sembrano infiniti.
Infilo le mani nelle tasche della felpa e guardo alla mia destra.
Niall e Amanda strofinano i loro nasi e si guardano desiderosi di assaporare le labbra dell’altro. Si danno un innocente bacio a stampo.
E’ la seconda volta nel giro di pochi minuti.
“Hey Ross!” Si alza, viene verso di me con le guance arrossate, i capelli scompigliati. “Io e Amanda stiamo insieme. Non è grandioso?”
Sorrisetto sbruffone.
E’ il colpo di grazia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Il colpo che ha mandato in frantumi il cuore.
Cado a terra con un tonfo e piango l’anima, lacrime mischiate a singhiozzi carichi di disperazione.
Amore ucciso, amore morto, amore che non ha senso. Amore inutile. Amore che mi blocca, mi odia, mi distrugge.
L’amore non fa male, l’amore fa solo bene. Ripeto. Ma ammazza quando non è corrisposto.
Non odio lui, non odio quella troia di Amanda. Odio me, perché faccio schifo, perché non sono brava a nulla.
Agito i pugni, infilo le mani tra i capelli, disperata.
La mia vita è un disastro, sotto ogni aspetto.
Ho il trucco colato, chissà quanto sono brutta, grassa, antipatica, stupida.
Niall cerca di toccarmi, ma io sbatto i piedi per terra, urlando, in preda a una crisi isterica. E’ da tanto che non mi sfogo, troppo tempo.
Ho tenuto tutto dentro, chiuso a chiave nella mia mente, in uno scrigno vecchio e consumato.
Non voglio essere toccata da nessuno.
“Che ha?” Chiede la ragazza dai capelli rossi, visibilmente preoccupata.
Il biondo cerca di avvicinarsi a me, ma viene bloccato dalle mie urla disperate. Mi calmo un po’ dopo aver visto tutta l’acqua caduta sulle mie mani. Ho sicuramente gli occhi rossi.
Provo ad alzarmi, voglio andarmene.
“Ti senti male? Cos’hai?” Mi chiede Niall.
“L-lasciami i-in p-pace.” Gli rispondo con la voce tremante. “V-voglio andare a-a c-casa..”
“Ma non riesci a reggerti in piedi…ti accompagno a casa, okay?”
“VAFFANCULO HORAN!”
Lo spingo via.
Da questo momento, lui non fa più parte della mia vita. Lui è solo uno stupido punto nero sul naso, ma è il momento di eliminarlo, di toglierlo definitivamente.
“L’accompagno io.”
Sento la voce di Liam alle spalle. Sto per ribattere ma lui mi mette un braccio intorno la vita e mi sento protetta.

“Dove la porto signorina? Nel suo appartamento?” Mi chiede dopo essere entrati in auto.
Non rispondo. Non ho voglia di sforzarmi, preferirei morire, proprio qui, su questo sedile di pelle di questa macchina super costosa.
Va tutto a puttane, la mia vita va a puttane.
“Chi tace acconsente.”
“Da Mariateresa.” Sussurro qualche minuto dopo.
Lui sospira. “Mi dispiace che tu abbia dovuto scoprire tutte queste cose in così poco tempo.”
Non dico niente.
“Sei delusa?”
Mi prendo la briga ancora una volta di non rispondere.
“Io sapevo tutto.” Continua. “Me lo aveva detto Harry.”
Chiudo gli occhi. “Non sono delusa. Sono spenta, morta. Come se nel mio corpo non circolasse più sangue.”
Liam mi guarda per un attimo. Uno sguardo pieno di comprensione, tristezza, malinconia.
“La prima volta che Niall ti incontrò in quella discoteca era ubriaco fradicio.” Inizia a raccontare.
Sussulto sentendo nominare la discoteca. Lì hanno avuto origine tutti i guai.
“Il mattino successivo mi disse che aveva ballato con una ragazza tutta la notte, ma non si ricordava il volto. Quando venisti a casa di Zayn, Niall era così meravigliato di vederti, ma non lo aveva dato a vedere. Mi raccontò che eri tu la ragazza con cui aveva ballato e che…”
“Basta Liam.” Lo interrompo.
La testa mi pulsa. Non ho la forza di sentire nient’altro. E non voglio sentire nemmeno come sono stata brava a farmi sfuggire tutto di mano.

Entro nell’appartamento di Mariateresa.
Pare vuoto.
Vado in cucina, stanca e con tanta voglia di andare a letto, ma non posso. Devo prima raccontare tutto alla mia migliore amica.
Ho bisogno di lei.
Non c’è nessuno. Nemmeno in salotto.
Riesco a sentire dei piccoli singhiozzi. C’è puzza di pianto, qui dentro. Ormai sono un’esperta nel percepire queste cose.
Mariateresa è stesa sul suo letto, a pancia in giù, abbracciando il suo cuscino. Le accarezzo la schiena nel disperato tentativo di calmarla un po’.
Dopo dieci minuti buoni, finalmente smette di piangere e mi abbraccia.
“Cosa è successo?” Le chiedo.
“Per favore, perdonami.”
E riprende a piangere.
Cosa devo perdonarle? Cosa ancora devo sopportare?
Aspetto con calma che si tranquillizzi.
Biascica qualcosa a denti stretti e scuote il capo. Riesco a capire solo una frase, quella che mi fa gelare il sangue nelle vene.
Ho detto a Zayn che sei una detective.


Salveeee.
In questo capitolo succedono una marea di cose. Tantisssssssime.
Okay, non ce la faccio ad essere felice. Non ci riesco proprio. In queste righe c'è una tristezza cosmica, e devo dire che finalmente un capitolo mi è uscito come voglio io.
La nostra Ross ha scoperto che Louis e Harry sono gay, finalmente.
Niall si è fidanzato con Amanda.
Mariateresa ha detto tutto a Zayn.
Le cose si mettono male.
Il prossimo sarà sempre abbastanza triste e forse anche l'ultimo, ma finirà bene. Non vi preoccupate.
Quindi mettetevi l'anima in pace e sopportatemi per altri due capitoletti. Amen.
La frase all'inizio del capitolo è del libro "Venuto al Mondo", il mio preferito. Grazie a tutti quelli che seguono la storia.
Un bacio.
-R.
  
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