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Autore: queerzay    07/09/2013    2 recensioni
Alice è persa.
Louis è solo.
Alice è triste.
Louis anche.
Alice non parla.
Louis sì.
Alice è un numero.
Louis è un numero primo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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louis 3 Capitolo 2



Alice si si sistemò meglio l'auricolare, una piccola pressione sull'interno dell'orecchio.

Come questo autobus va in avanti, in un imminente scontro con il futuro, così la tua esistenza corre verso l'ignoto, in attessa di un incidente.
Bum, lo schianto.
Non ci pensare, Alice.
Lo schianto con quegli occhi...
Un incidente, che come tutti gli incidenti non dovrebbe essere accaduto.
Non lo guardare, Alice.
Ma Alice mise per un momento da parte tutte quelle voci e si voltò verso di nuovo verso di lui.
Non era possibile che un incidente fosse così bello, che i suoi occhi fossero così spenti.
E così tu ti schianti, è così che finisce il mondo, non già con uno schianto, ma con un lamento*.
Un lamento.
Lei era il lamento, e quel ragazzo con gli occhi spenti, lui sembrava lo schianto.
Smettila.
Uno schianto è vivo, pulsante, violento.
Lui era spento, morto.
Gli occhi di Alice incontrarono quelli del ragazzo e lei arrossì, abbassando la testa.
Uno schianto era doloroso, quegli occhi erano piacevoli.
Così cadi, Alice, ma non nel tuo solito modo.
Cadi verso qualcosa, inciampi ma ti rialzi.
Alice si passò una mano tra i capelli e sospirò.
No, lei non era quel tipo di ragazza fatta per avere un ragazzo.
Lei era fatta per rimanere da sola, con i suoi pensieri.
Non poteva condividerli con qualcuno, non poteva condividere nulla.
Può questo schianto essere più doloroso di così?
La consapevolezza di essersi appena schiantati  contro un magnifico prato verde e di non poterci rimanere per il resto della vita.
Più doloroso della morte è questo schianto, questo urto.
Alice si appoggiò contro il vetro che delimitava l'uscita dell'autobus, poggiando lo zaino per terra e evitando di voltarsi verso il ragazzo.
Seduto affianco a lui c'era un altro tipo, circa della stessa età, e davanti a loro c'era Rhebecca.
Rhebecca era nella sua stanza, all'istituto. L'aveva vista la sera precedente, si ricordava del turbinio di colori e allegria che aveva portato nella stanza quando era entrata.
Allegria.
Rhebecca era allegria.
Alice era tristezza.


Louis guardò la ragazza mora negli occhi, e lei come se ne accorse abbassò di scatto la testa, non prima di aver messo in mostra le guance pallide colorate di un leggero rosso.
Poichè si sentiva addosso lo sguardo di Zayn, Louis si voltò a guardarlo negli occhi, scoprendolo sorridente.
"Che c'è?" sbottò, cercando di non pensare a quanto lo infastidisse quell'occhiata.
Il moro scosse la testa e rise, per poi dire: "Niente."
Louis lo guardò, una silneziosa preghiera, un'ammonizione dipinta negli occhi. "Non una parola."
"Okay, okay. Dirò solo che mi sembravi piuttosto... preso... e anche lei" commentò con una voce improvvisamente piena di allegria.
Louis lo scimmiottò e gli diede un colpetto sulla spalla. "Pensa per te, Malik, che è meglio."
Zayn rise e, di riflesso, sollevò le gambe per poggiare i piedi sul sedile davanti a loro, dimenticandosi completamente della rossa che vi era seduta sopra.
Lei si voltò di scatto, un'espressione non troppo amichevole sul viso, e Zayn, borbottando delle flebili scuse e arrossendo come solo lui sapeva fare, si affrettò a togliere i piedi.
Louis trattenne a stento una serie di risatine isteriche, mentre Zayn abbassava la testa, imbarazzato.
La rossa si voltò nuovamente verso di loro, torcendo il busto, e sorrise al moro.
La sua mano era tesa a mezz'aria e Zayn la fissava con un'espressione stralunata sul viso.
"Mi chiamo Rhebecca" cinguettò la ragazza, sorridendo e mettendo in mostra i denti perfetti.
Louis le sorrise, sforzandosi di mostrarsi cordiale, e si presentò.
Quando Rhebecca capì che Zayn non le avrebbe stretto la mano, la lasciò cadere e restò in silenzio.
"Beh" iniziò dopo un po', la voce critica. "Potresti almeno chidermi scusa, sai? Mi hai sporcato il giubbotto."
Louis capì che era rivolta al moro e si arrischiò a gettare un'occhiata alla ragazza mora, in piedi accanto all'uscita.
Stava osservando la scena con un'espressione inleggibile sul viso, le mani calate nelle tasche e le caviglie incrociate.
Zayn nel frattempo sembrava essersi rispreso dal suo stato comatoso e stava dicendo: "Io... sì, scusami, mi dispiace."
Rhebecca sembrò leggermente delusa da quella frase, come se si aspettasse altro.
Gettò uno sguardo sconfortato prima a Louis e poi a Zayn, e infine si girò di nuovo, infilandosi le cuffiette nelle orecchie che aveva precedentemente tolto.
"Io... comunque io sono Zayn" mormorò con un filo di voce.
Rhebecca sorrise e si liberò le orecchie dalle cuffiette, poi si girò verso di lui per l'ennesima volta.
"E io Rhebecca" ribadì lei, le mani e gli avambracci posati sul bordo dello schienale del sedile arancione.
Louis sbuffò e alzò gli occhi al cielo, senza capire perché ci girassaro così tanto intorno.
Era ovvio che erano cotti, entrambi.
Se c'era una cosa che Louis non tollerava erano le persone che non sfruttavano l'amore che provavano.
Se solo lui avesse potuto amare qualcuno, non avrebbe perso tempo in stupidi convenevoli.
Se solo lui avesse potuto amare quella ragazza mora alla sua sinistra, non avrebbe ripetuto il suo nome ottocento volte.
Le avrebbe detto altre cose.
Parole, gesti, cose così.
Non perdite di tempo.
L'amore era una perdita di tempo, sì, ecco perché a Louis non capitava mai di innamorarsi.
Quando Louis si riscosse dai suoi pensieri, Zayn aveva un'espressione confusa e la rossa stava parlando.
"Beh, Zayn, sporcare la giacca di una ragazza non è un gran bel modo per abbordarla, non credi?" gli chiese Rhebecca, schietta.
Zayn avvampò e iniziò ad agitarsi scompostamente sulla sedia. "Io non... non era assolutamente un modo per... per ecco..."
Louis alzò gli occhi al cielo.
Quattro.
La ragazza mora era salita sull'autobus da ormai quattro fermate.
Era più interessante quel numero che non la conversazione tra il suo amico e la sua fiamma.
Zayn provò a riprendere il discorso, senza riuscirci.
Dalla sua bocca uscirono soltanto mormorii disconnessi e privi di senso, frasi senza una struttura interna solida.
Rhebecca si alzò in piedi e lo guardò con un'espressione dispiaciuta. "Sai, mi piacerebbe starti ad ascoltare borbottare tutto il giorno..."
Louis strabuzzò gli occhi e Zayn lo seguì a ruota.
Era seria o stava prendendo il moro per il culo?
"... ma purtroppo devo scendere . Ci vediamo, Zayn" concluse, e il suo sorriso sembrava sincero.
Le porte dell'autobus si aprirono e Rhebecca scese, rivolgendo un rapido sorriso alla ragazza mora, che scese pochi secondi dopo, alla stessa fermata.
Louis la seguì con gli occhi, cercando di ignorare le imprecazioni di Zayn e i suoi continui 'che figura di merda, dio' sussurrati piano.
L'unica cosa che riusciva a pensare era che Rhebecca aveva sorriso alla ragazza mora, e forse la conosceva.
E, dopo quel giorno, Zayn conosceva Rhebecca.
Ma no, Louis non era il tipo da ragazza.
Lui era un numero primo, solitario, triste e malinconico, e a nessuno sarebbe mai piaciuto così com'era.



* da una poesia di T. S. Eliot

                                                                                                                    -


Hey.

So che sono le due, ma pace.
Sto ascoltando one day acustica e sto piangendo come una rincoglionita.
Andrò a vedere asaf avidan in concerto, e sono troppo felice.
E per di più lo stesso mese in cui andrò a vedere i bastille e uscirà midnight memories.
Aiuto.
Non reggo l'emozione, per di più ho pure il ciclo.
Non ne esco viva, vi giuro.
Sono di nuovo un fiume di lacrime per una sola gif zerrie che ho visto.
Non so se avete presente cosa si sente a vederlo sorridere con lei.
Io sì, sto di merda, mi basta una foto e sto male.
Bene, bona. Più ne parlo peggio sto.
Per questa roba qui sopra, so che è molto breve, ma voglio che la storia sia strutturata in questo modo, perciò non uccidetemi.

Ringrazio chi ha messo questo obrobrio tra preferite/ricordate/seguite e le meraviglie che hanno recensito.
Voi mi volete morta, ahaah.
Detto questo, il prossimo capitolo sarà un po' meglio, questo fa merda ahahhahaha.
(one day babe we'll be old, oh babe we'll be old.............)
Ciao ciao :) xx
  
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