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Autore: Lore Torri    07/09/2013    5 recensioni
Un'associazione segreta esistente dall'alba dei tempi ha rubato un misterioso oggetto trovato nell'Artide. Associazioni altrettanto segrete cercano disperatamente di scoprire cosa è stato rubato e perché, ma la risposta è tutt'altro che confortante... Ben presto, gli Arcangeli saranno costretti a schierarsi di nuovo tra Bene e Male. Ma questa volta, l'Angelo Traditore potrebbe non essere solo.
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RIASSEGNAZIONE
 
Tre elicotteri atterrarono contemporaneamente. Appartenevano a tre servizi segreti diversi: il primo era decorato con uno stemma verde con uno scudo su cui capeggiava una “R”, il secondo aveva uno stemma rosso con una “U” fiammante ed il terzo aveva uno stemma blu con una “M” in risalto su uno scudo ed una spada del medesimo colore.
Dal primo e dal terzo elicottero scesero due uomini, mentre dal terzo una donna. Si diressero verso il laboratorio che era stato colpito due notti prima.
L’uomo che era sceso dal primo velivolo era alto e magro, anche se la sua fisionomia si notava poco sotto il pesante cappotto. Aveva il naso aquilino perennemente raffreddato e mostrava un piccolo tatuaggio - con lo stesso simbolo che riportava anche il suo elicottero - sul lato destro del collo. Anche gli altri due individui portavano un tatuaggio con il simbolo corrispondente nella stessa zona. La donna era alta e formosa e i capelli lunghi e corvini le circondavano un viso delicato dagli occhi azzurro cielo. Le labbra carnose le conferivano una bellezza incredibile. Il terzo uomo era molto spallato, ma gli occhi castani denunciavano uno sguardo attento.
Quando arrivarono all’ingresso, notarono che gran parte dell’edificio era crollata e quattro furgoni con gomme chiodate erano posteggiati di fianco alla struttura, che era presidiata da quattro militari russi armati di mitragliatori AK-47 che spianarono non appena videro gli estranei.
L’uomo con il tatuaggio della “M” alzò le mani e si avvicinò lentamente, cercando di vincere la diffidenza dei soldati mentre guardava preoccupato le loro armi. Gli AK-47 erano stati usati dai Russi anche durante la Seconda Guerra Mondiale, ed erano particolarmente famosi perché raramente un bersaglio vicino sferzato dalle raffiche micidiali resisteva per qualche secondo.
«Kto ty?» domandò uno di loro, diffidente.
«Vy govorite po-angliyski?» rispose l’uomo in un russo incerto.
Il soldato con cui aveva parlato non rispose, ma quello alla sua destra mostrò di aver capito la domanda e prese la parola: «Io parlo uno poco inglese. Chi siete?»
«Io sono Henry Gilbert, primogenito di Mikael. Loro sono Jerry Smith, primogenito di Raphael, e Lorena Brevi, primogenita di Uriel.»
I tre nuovi arrivati estrassero i rispettivi lasciapassare e i soldati riposero le armi per osservarli. I lasciapassare erano solamente fogli bianchi, ma i russi sembrarono convinti. Il soldato che sapeva parlare inglese si rivolse nuovamente a Henry.
«Cosa siete venuti a fare?»
«Il vostro caso è stato riassegnato. Potete tornare a casa.» disse, porgendogli un foglio di carta bianco come i lasciapassare.
Il soldato lo squadrò per un attimo, poi chiamò tutti gli agenti all’interno della struttura, alzò le spalle e si diresse verso i camion. In meno di una quindicina di minuti, nessuno dei russi era più in vista e nessuno di loro si ricordava di aver mai partecipato ad una spedizione nell’Artide.
Henry estrasse un telefono dalla tasca del giubbotto e premette un pulsante che fece partire la chiamata. Sulla copertura nera, una scritta a caratteri d’argento recitava “SatellitarProto”. Essendo il telefono satellitare più potente del mondo, non aveva bisogno di trovare la linea per telefonare, in qualsiasi punto della Terra si trovasse.
Una voce gracchiò nella cornetta domandandogli qualcosa.
«Il luogo è sotto il nostro controllo, ora. Ci servono degli agenti.»
La voce mormorò ancora qualcosa.
«No, signore, nessuno ricorda più dell’incidente di ieri sera. I figli di Jophiel hanno rimosso dalla mente di tutti gli avvenimenti di queste tre notti.»
Si sentì un ultimo gracchiare, poi l’uomo all’altro capo della cornetta riattaccò.
Jerry e Lorena lo guardavano, in attesa di sapere qualcosa.
«Arriveranno agenti di ricerca entro domattina. Nel frattempo, dobbiamo cominciare a montare l’accampamento.»
Lorena annuì e fece un segno al suo pilota, che era ancora all’interno dell’elicottero. Lui alzò una ricetrasmittente e disse qualcosa in italiano. Pochi secondi dopo, tre furgoni dalle gomme chiodate della FIAT arrivarono davanti a loro ed alcuni operai ne scesero, cominciando ad estrarre il materiale per cominciare a costruire l’accampamento. Annoiati, i tre amici si misero ad aiutare con entusiasmo aspettando l’arrivo dei furgoni con gli altri agenti.
   
 
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