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Autore: lady hawke    14/03/2008    4 recensioni
Dopo il discreto successo di una mia storia, Sette, il numero magico, e dopo il tarlo instillatomi da una crudele amica ho deciso di scrivere un piccolo spin-off di questa storia, interamente dedicato a Zia Muriel. Riuscirà il clan Weasley, con una Molly in procinto di partorire il suo settimo cucciolo e una banda di fratelli scatenati, a non farsi sopraffare da questa giunonica e insopportabile vecchia signora? Penso che potrete apprezzarla anche senza aver letto la prima parte^^
Ultimo capitolo!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Arthur Weasley, Molly Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Weasley Family'
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Bene, siamo giunti alla fine. Un po' malinconica la sono, ma in fondo non si può andare avanti all'infinito, perchè le idee poi finiscono ed è meglio andarsene conservando un po' di dignità. Grazie ad Alektos, Rowena, NonnaMinerva e tutti coloro a cui ho sfrantecato le balle mandando capitoli in anteprima con la segreta speranza di farli sganasciare (e ci sono pure riuscita XD). I piccoli Weasley e Muriel mi mancheranno, ma forse, in futuro, ci sarà spazio per un nuovo breve episodio. Nel caso foste interessati a questa o altra storie, tenete d'occhio il forum, perchè segnalo lì novità ed aggiornamenti. Ma ora via verso l'ultimissismissimo capitolo!

… A risentirci, eh?

Ginevra rimase al S. Mungo per altri quattro giorni assieme alla sua mamma e ad Arthur Weasley, che faceva la spola tra casa e l’ospedale. Zia Muriel e i bambini furono costretti ad una convivenza forzata per ancora una settimana buona, mentre arrivavano con cadenza fissa biglietti di auguri e regali per i neo, ma non più tanto, genitori. Molti amici erano anche passati a trovare la mamma, stando a debita distanza dalla Tana, una volta conosciuta la pasta della “babysitter”.
Fu un sollievo rivedere Molly mettere piede nella sua cucina, che amava probabilmente quanto se non più dei suoi figli. Se non altro la cucina difficilmente si metteva a fare capricci.
- Bambini? – chiamò Arthur, aprendo la porta. – Avanti, venite a salutare le ragazze di casa!
- Mamma! – urlarono i piccoli in coro correndo verso di lei.
- Ginny è come prima, non apre nemmeno gli occhi. – disse Percy, esaminandola. – Quand’è che sarà interessante?
- Presto, piccolo, presto. Devi darle tempo, ha solo una settimana. Anche tu ci hai messo un po’ per diventare interessante.
- Davvero? – chiese George, molto serio.
- Da quando è interessante? – domandò Fred.
- Via ragazzi, piantatela. Dov’è Muriel?
- E’ in bagno. Abbiamo avuto qualche problema nel preparare il tè. – spiegò Bill con un sorrisino, indicando il lavello. I coniugi Weasley erano perplessi; non capivano che difficoltà si potessero incontrare nel preparare un semplicissimo tè. Fu Charlie a intervenire, intuendo i pensieri dei genitori.
- Be’, diciamo che quando si è trattato di aprire la busta nuova le è esplosa in faccia e metà del contenuto le è finito negli occhi.
- E’ stato un bel momento. – aggiunse Fred, con gli occhietti luccicanti.
- E ci siamo preoccupati così tanto. Sai, pare bruci molto. – disse Percy con fare molto compito. Nello stesso momento sentirono strani movimenti dal piano di sopra, e la conosciuta voce della donna risuonò per le scale.
- Arrivo! Oh Molly, vengo subito ad aiutarti. Non ti affaticare, ci penso io!
- Dubito che ci aiuterà. – bisbigliò Arthur alla moglie.
- Smettila, - rise lei, - sta scendendo.
Un secondo dopo, infatti, annunciata dai consueti e pesanti passi, apparve Muriel in tutto il suo grasso splendore. Aveva il viso e alcune ciocche di capelli ancora umide, e gli occhi erano iniettati di sangue. Probabilmente la sostanza che le era finita negli occhi l’aveva irritata così tanto dal costringerla a mettere la faccia sotto il getto d’acqua corrente.
- Oh, Ben, molto bene. – salutò la donna, avvicinandosi. – Scusa se mi presento in queste condizioni, ma, forse i ragazzi te l’hanno raccontato, abbiamo avuto qualche problema in cucina.
- Ce l’hanno accennato, sì. – disse il mago, trattenendosi a stento dallo scoppiarle a ridere in faccia. Sapeva bene che per i suoi pargoletti doveva essere stato uno spasso.
- Muriel, io porto la bambina di sopra, si è addormentata da poco e vorrei godermi il momento, se non ti dispiace…
- Oh, certo cara se vuoi…
- Grazie, ma faccio da sola. – e la signora Weasley, lanciando un’occhiata eloquente al marito, sparì salendo le scale.
- Bene, ragazzi potreste andare di sopra anche voi un momento? – domandò l’uomo. – Vorrei parlare con vostra zia.
- Cosa le devi dire?
- Oh, Fred, dà retta a tuo padre. Se ti ha chiesto di fare qualcosa fallo, no? È evidente che dobbiamo discutere di cose da adulti non adatte alle vostre orecchie.
- Per la verità volevo sapere come vi siete comportati in questi giorni.
- Noi? Benissimo. – confermò Charlie. – Diglielo anche tu, maggiore. – aggiunse rivolgendosi a Bill.
- Sì, davvero papà. Dei figli modello.
- Figli modello? Ha! – sbottò Muriel. – Non so che gli hai insegnato ma sono furbi, questi marmocchi, schifosamente furbi. Mi hanno fatto impazzire, questa è la verità! In ospedale sono stata pesantemente insultata da un Guaritore per colpa loro…
- Ma ti sei difesa bene, zia. – disse George.
- Egregiamente. – fece eco Percy, felice di poter usare una complicata parola. Si sentiva tanto grande ogni volta, i gemelli non erano certo capaci di fare altrettanto.
- Oh, certamente, solo perché io non tollero che mi si mettano i piedi in testa!
- Mi spiace, Muriel. – disse Arthur, che era rimasto un momento in silenzio. – So bene che i miei ragazzi sono impegnativi, e ti ringrazio davvero tanto per il favore che ci hai fatto. Non so come ripagarti. – concluse con un ampio e solare sorriso.
L’anziana strega ci pensò su un attimo, molto seriamente. La cucina si fece improvvisamente silenziosa, la tensione era palpabilissima sui volti dei bambini.
- Oh, Arthur, vedi… tu e Molly siete deliziosi, ma questi qui stancano davvero tanto. Io vorrei tanto tornare a casa con il mio Jost a recuperare il piccolo gattino Kitty, sono ormai tre settimane che non lo vedo. Sempre se Molly non ha bisogno di me…
- No… - disse una voce dal piano di sopra. Charlie si dovette mordere il labbro a sangue per trattenersi dalle risate. Percy sospettava che, se non l’avessero lasciato libero di lì a poco, se la sarebbe fatta addosso.
Arthur trasse un profondo respiro: - Come preferisci, Muriel, in fondo hai già fatto così tanto per noi. – disse, mentre il cuore gli sorrideva.
- Bene, allora penso che preparerò i bagagli per domenica. Così avrò il tempo di assicurarmi che tutto proceda per il meglio. Sai, non vorr
ei allontanarmi troppo presto.
- Domenica? – sussurrò Charlie. - Ma oggi è soltanto martedì!
- Forza e coraggio, Percy. – lo rassicurò Bill, sospirando.
- Ok, tenterò di essere stoico.
- Storico? No, la vecchia è molto più vecchia di te.
- NON STORICO, stupido. Ho detto stoico, stringerò i denti insomma. – sibilò Percy con aria melodrammatica a Fred.
- Mitico. – commentò George. – Chi vuole giocare a buttare i Fluocandy nel water?

****


Nonostante tutti gli sforzi di Muriel per rendere la fine del suo soggiorno ancora più orrendo giunse finalmente, come una ventata d’aria fresca, la domenica. Non che lo facesse apposta, sia chiaro, ma era realmente insopportabile.
- Charlie? Charlie? Per favore, mettimi Jost nella gabbia, io sto finendo i babagli! – esclamò la zia con fare perentorio.
- Uffa! Sempre io con quel pennuto puzzone, non può farlo un altro? Che schifo! Cerca sempre di beccarmi a sangue!
- Cosa hai detto, zucchero?
- Niente, zia. Vado. – mugugnò il bambino, andando ad incastrare il grassoccio pennuto nella gabbia. Fu uno spasso vederlo impazzire e tentare di assalirlo, una volta impotente.
- Muriel, sei pronta? – chiamò Molly, dopo poco.
- Sì, cara, sì. Arthur! Le valigie sono di sopra! – ululò la donna, scendendo con goffaggine le scale sconnesse. – Cielo, falle sistemare, ti prego. Mi ucciderò una volta o l’altra.
- Sìììììì. – urlò Ron, mentre volteggiava tra le braccia dei gemelli.
- E voi, ragazzi, mettetelo giù! Venite qui, via, vi devo salutare. – tuonò la donna. I bambini marciarono verso la giunonica zia, svogliati, mentre Molly sorrideva vedendo sopraggiungere il marito, paonazzo per lo sforzo.
- Oh, ragazzi, siete dei mostri, lasciatevelo dire, ma mi mancherete. – disse, strizzandoli con forza inaudita.
- Zia, mi schiacci! – si lamentò il piccolo.
- Scemenze, Perce. E dov’è quel lavativo di Charlie?
- Sono qui, ecco Jost! – disse il bambino posando la gabbia sul tavolo.
- Bravo, bravo. Ora vieni a salutare tua zia. – chiamò la madre. Il secondogenito si avvicinò, ricevendo il privilegio, unico tra tutti i fratelli, di essere sbaciucchiato in maniera indimenticabile da Muriel.
- Uh uh. – scherzò Bill. – Charlie se la fa con la zia.
- Che schifo, sembra un cane bavoso. – si lamentò l’interessato, mentre vedeva il padre soffocare tra la morsa d’acciaio della parente. L’unica che si salvò fu Molly, che teneva in braccio la piccola, tenera Ginny.
- Bene, ragazzi. Passate delle belle giornate. Ci vediamo a Natale. – si accomiatò la donna, afferrando con forza la gabbia del suo amato gufo. Prese una enorme manciata di Polvere Volante e sparì nel camino, biascicando un indirizzo incomprensibile.
- Merlino, quanto manca a Natale? – chiese George, in preda al panico.
- Parecchi mesi. – lo rassicurò Percy.
- Mamma, dici che si è persa? Io non ho capito dov’è che abita.
Molly sospirò, cullando il piccolo fagottino, profumato, stavolta, che aveva tra le braccia. - Non ti preoccupare, Charlie, per Natale si sarà di nuovo resa rintracciabile. – disse mentre suo marito l’abbracciava, enormemente sollevato.
- Se mi porta ancora dei regali schifosi io la mando a quel paese. Ma per davvero. – sentenziò Fred, sedendosi sul divano. Zia Muriel poteva dire quel cavolo che voleva, ma lui, seduto lì, stava comodissimo.
La piccola Ginny borbottò qualcosa di incomprensibile, come se volesse esprimere il suo stato d’animo, pur non essendo ancora completamente in grado di farlo. Probabilmente anche lei stava festeggiando a suo modo la partenza della strega. Dal giardino Errol le fece eco. Quella magnifica giornata di fine estate ora era perfetta.

Ultimi ringraziamenti:

Mirwen: E’ sì, in effetti siamo proprio agli sgoccioli. Spero che quest’ultimo capitolo ti sia piaciuto, grazie per avermi seguito fino a qui, mi hanno fatto molto piacere i tuoi commenti. Ehi, dai, in fondo non è un addio lacrimevole questo: i Weasley sanno, purtroppo per loro, che Muriel è destinata a tornare XD
Vale Lovegood: Spiacente, questo capitolo è proprio l’ultimo. Probabilmente ci sarà almeno un’altra avventura, ma verrà scritta più avanti con calma. Grazie mille per avermi seguito!
LiTtLe_Giuliy_: Povero Percy ultimo classificato XD. La sua versione bebè no nti fa nemmeno un po’ tenerezza? Bill e Charlie mi vengono bene (la modestia argh…) perché sono più grandicelli e hanno più margine per fare delle birbonate. Spero che l’aggiornamento ti sia piaciuto.
Pioggia: Tranquilla, i gemelli sanno come far soffrire qualcuno XD. Eh sì, in effetti temo che il rospo rosa e Muriel possano essere parenti, il caratteraccio è uguale. Grazie per il tuo commento ^^
Seiryu: Eccoci in fondo. Spiacente ma gli occhi da cucciolo con me funzionano poco XD. Però forse ci sarà spazio per una shot ancora su di loro, in futuro. I gemelli sono fenomenali, vero? ^^ Felice di averti emozionato, spero che il cap. sia stato di tuo gradimento.
Insomma, grazie davvero a tutti quelli che hanno letto e recensito. Alla prossima, un bacione!
  
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