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Autore: boosvoice    09/09/2013    1 recensioni
-quando ti rivedrò ancora?- chiese facendomi passare; mi girai a guardarlo mentre attraversavo il corridoio del veicolo all'indietro e -in giro, in questi giorni magari.- scrollai le spalle sorridendo, -beh, allora a presto, Alex. È stato un piacere..- continuò a sorridere con quei denti perfetti.
Scesi dal pullman continuando a guardarlo, e una volta sul marciapiedi lo vidi salutarmi dal finestrino sorridente come un bambino.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso già da ora se questo capitolo è troppo corto o roba del genere. E’ notte fonda e lo sto pubblicando solo per alex. Non so più se metto titoli riguardanti canzoni, sinceramente.. In ogni caso, sarebbe davvero carino se dopo la lettura mi scriveste anche solo un piccolo messaggio, per sapere cosa sbaglio, cosa non vi piace e cosa vi piace. Ripeto che sarebbe davvero carino :)))))). Solo una cosa..il personaggio di Alex è descritto come la persona a cui si ispira, e quindi si comporta allo stesso modo in cui fa lei..quindi se per caso ci dovessero essere bestemmie o cose che potrebbero urtarvi, dico già da adesso che mi dispiace e che ci si deve solo abituare, come ho fatto io.
#muchlove
juls.
 

 
 
Louis era finalmente tornato a scuola. Per tutta la mattinata non aveva fatto altro che parlarmi del ragazzo del Cheshire che aveva conosciuto sulla neve e delle loro giornate passate insieme; ma se non altro, mi distraeva dall'ascoltare la lezione, e non mi dispiaceva affatto.
-dopo scuola vieni con me ad inviargli una lettera?- mi chiese infine, tutto eccitato;
-perché lo chiedi proprio a me?-
-sei l'unica che lo sa. E poi lo so che ti serve un passaggio. E guarda caso io ho la macchina.-, gli sorrisi e annuii distrattamente.
E così, appena fuori scuola, andammo nella sua specie di pickup e prendemmo la strada per la posta.
-in realtà gli ho già scritto una lettera. Devo solo mettere il francobollo e inviarla.- disse lui, quando scendemmo dalla macchina e iniziammo a camminare. 
-si, ma perché non gli invii semplicemente un'e-mail o un sms, come la gente normale?- chiesi un po annoiata,
-la lettera è più romantica.- rispose lui facendo spallucce. -è più da noi.- continuò, ottenendo come reazione alla sua risposta un alzata di sopracciglia da parte mia.
La posta era solo ad una cinquantina di metri da noi, e ai bordi del marciapiede c'era una fila di macchine parcheggiate. 
-durerà più del previsto, a quanto pare. - mormorò Louis osservando le macchine e la posta da lontano; -mh.- non lo ascoltai più di tanto, e questo fu dovuto solo alla vista di quel ragazzo della festa-supermercato-pullman (ancora!), che attirò completamente il mio sguardo. 
Lo vidi camminare verso di noi a testa bassa e ammetto che mi allarmai/eccitai alla sola idea che potesse sorridere come pochi giorni prima. 
"calma, Alex. Calma." mi continuai a ripetere.
-mi stai ascoltando?- Louis mi distrasse dai miei pensieri all'improvviso, e proprio nello stesso momento in cui il ragazzo ci stava per passare accanto.
Lui e Louis si guardarono per un secondo, e con un cenno del capo dissero entrambi -ciao louis.-, -ciao Zayn.-
Zayn. Ecco il suo nome.
Si sorrisero, e poi il sorriso di "Zayn" fu rivolto a me, che ricambiai cercando di non sembrare emozionata, cosa che invece ero, dopodiché si girò e si allontanò.
Quando fummo ormai lontani più di dieci metri da lui mi rivolsi a Louis, -lo conosci?-
-chi?- mi chiese confuso,
-quel ragazzo.-
-Zayn?-
-si. -
-oh..si. - rispose in modo superficiale, muovendo la mano; -ah..-
-perché?-, alzai le spalle, -così.- gli sorrisi, e lui mi guardò di sottecchi, sorridendo.
Arrivammo finalmente alla posta, entrammo, prendemmo il numeretto per l'attesa per la posta da inviare e aspettammo per un po’, appoggiati al muro a causa delle sedie già tutte occupate.
-sono quasi le due, porca puttana! Devo andare a casa!- sfuriai a bassa voce;
-tra altre due persone è il nostro turno, dai. Resisti.- mi rassicurava Louis,
-mio padre mi ucciderà!-
-ma no. Capirà se glielo spieghi.-
-allora non sai proprio un cazzo. Mi uccide e basta. Succederanno casini. La terza guerra mondiale.-
-esagerata!- rise lui, e poi continuò -avvisalo!-
-non ho una porcoddio di ricarica!-
Louis rise ancora, e -se ti sentisse Harry non so come potrebbe reagire. Tieni.- sfilò il suo cellulare dalla tasca e me lo porse, lo presi sbuffando e iniziai a comporre il numero.
Attesi.
-ecco! Segreteria telefonica! Fottiti!- glielo rilanciai in mano facendogli urlare un -hey!-.
Sbuffai ancora e restai ferma a fissare la tabella elettronica con i numeri che cambiavano di tanto in tanto.
Louis sospirò e mi imitò, stropicciando il bigliettino tra la mano.
Finalmente, dopo quella che era sembrata un eternità, ci avvicinammo al bancone degli invii e Louis parlò con quello strano signore con gli aloni di sudore sulla camicia a quadretti blu.
-okay. Grazie mille. Arrivederci.- sentii solo Louis dire prima di allontanarmi con lui verso l'uscita.
-ora però me lo dai un passaggio da mia sorella.- salimmo in macchina,
-ovvio.- sorrise lui, sgargiante, mettendo in moto.
In circa un quarto d'ora arrivammo sotto il palazzo di Mary. 
-ci si vede a scuola, Alex.-
-a domani, Lou.-
Chiusi la portiera e corsi all'ultimo piano; bussai ed entrai, sotto gli occhi arrabbiati di tutti.
-non possiamo aspettare te tutti i giorni per mangiare!- urlò mio cognato.
-ti ho aspettato sotto casa per mezz'ora!- questo invece era mio padre.
-ti sembra l'orario di tornare a casa? Dove sei stata?- ecco mia sorella,
-noi abbiamo già mangiato. La pasta si è fatta fredda.- che cazzo c'azzecca un mocciosa di dieci anni?
-dovevo aiutare Lucy e la madre a fare una cosa. - risposi semplicemente, facendo sospirare tutti di stanchezza.
-chi ti ha accompagnato?- era Mary,
-la madre di Lucy.- mi sedetti a tavola e iniziai a mangiare la pasta asciutta, ora anche fredda, da sola.
Una settimana. Un'intera settimana chiusa in casa. Senza uscire, se non per la scuola. Non so con precisione il motivo, ma in poche parole le mie sorelle mi avevano detto che non avrei più dovuto stare sempre fuori dalle amiche, o con le amiche in generale.
-e cerca di non usare nemmeno troppo questo computer.- aveva detto mio padre.
Corin insisteva per farmi restare da lei a studiare per tutti i test che avevo a fine mese.
Febbraio. Pochi mesi alla fine della scuola. Potevo farcela.
-pà..-
-oh..che c'è?-
-mi dai tipo..dieci sterline?- mi dondolai su me stessa davanti al suo letto, in attesa.
-che devi farci?-
-una ricarica.-
-vabè. Dopo te li do. -
-mi servono ora. Stavo scendendo al tabacchino.-
-ok. Stanno nel mio portafogli in cucina.-
Esultai dentro di me annuendo e raggiungendo l'altra camera.
Scesi di casa in cinque minuti, munita di soldi, cellulare e cuffiette, e mi avviai lentamente a pochi isolati a destra, godendo quei pochi minuti di cui disponevo per stare fuori casa. Ne approfittai del tempo:tramontava e fortunatamente non pioveva, e presi la strada più lunga possibile. 
Fui al tabacchino in circa mezz'ora, forse più: tempo necessario per sfogare quella settimana; entrai e aspettai che due signore comprassero i gratta e vinci e roba varia.
-si?-
-ehm..mi serve una ricarica da cinque.-
-che gestore?-
-vodafone.-
Continuai dicendole il mio numero, le diedi i soldi e aspettai la ricevuta con il resto.
-ecco a lei.-
Feci per uscire dal tabacchino ripescando le cuffie appese e il cellulare dalla tasca.
In quell'esatto momento, Zayn, fece capolino oltre la porta di vetro, e la lasciò chiudersi da se. Si guardò intorno camminando prima di posare il suo sguardo su di me e sorridere facendo un cenno del capo.
Gli sorrisi e raggiunsi la porta guardandolo; l'ultima cosa che sentii fu -un pacchetto di Marlboro rosse, per favore.- e poi mi chiusi la porta alle spalle.
La sua voce.
Continuai a camminare per Bradford per un'altra mezz'ora, in cui incontrai Tom, appena fuori una sala giochi-bar, e dopo cinque noiosi minuti passati a parlare con lui, lo mollai e ripresi il mio giro.
Il cellulare squillò. "scommetto che è mio padre." 
Lo ripresi dalla tasca e sorrisi leggendo "padre lol" sul display.
È così prevedibile.
-Alexandra, ma dove stai?-
-sto tornando a casa, pà.-
-e muoviti, dai. Dobbiamo andare a casa di Johanna a cena. -
Perfetto. Un'altra nipote a cui badare.
-sto arrivando..- staccai.
Decisamente troppo lontana da casa.
Soluzione ovvia: pullman. Altri due dollari spesi.
Salii alla fermata più vicina, e aspettai che facesse il giro della città per le altre fermate.
Continuai ad ascoltare musica fissando fuori dal finestrino; le case diventare palazzi, i discount diventare cinema, la stazione di polizia diventare un circolo per vecchi.
Mi girai all'interno del veicolo pubblico solo quando vidi una figura stare ferma accanto a me; staccai le cuffie dalle orecchie e -eh?- chiesi, guardando Zayn, improvvisamente arrossita.
Mi fissava in attesa di una risposta, con un sopracciglio leggermente alzato e le labbra rosee semichiuse.
-mi senti? È occupato?-
-come? Ehm no. No. Accomodati pure.- entrai in panico, lui si sedette al mio fianco e restò in silenzio, aspettando di ripartire.
Anche io restai in silenzio, senza cuffie, a fissare la chioma arancione del ragazzo che mi stava davanti.
-comunque..io sono Zayn. - disse poi, d'un tratto, mentre i negozi scorrevano veloci.
-Alex. - risposi afferrandogli la mano che aveva teso; ci sorridemmo e poi tornammo in silenzio per un po'.
-non è la prima volta che ci incontriamo, vero?- chiese dolcemente, -direi di no. - continuai a sorridere e a dargli un'occhiata di tanto in tanto; - dov'è che devi andare?- 
-a casa. -
-oh..e quanto dista?-
Guardai il cellulare e -circa dieci minuti, anche meno.- e lo vidi sorridere e dire -bene.- per poi guardare in avanti agitando il capo come se stesse cantando in mente un motivetto ritmato.
Mi feci stretta stretta al mio posto e non fiatai fino a quando non fu lui a aprire bocca dopo pochi secondi: -sai, per un attimo ho pensato che mi pedinassi ovunque andavo.- e rise da solo; alzai le sopracciglia perplessa e -ma anche no. Cioè..io ero convinta della stessa cosa di te. Ovunque andavo ti incontravo, e pensavo che..che ne so..che mia sorella avesse assunto qualcuno per spiarmi..- e risi assieme a lui che un po’ sconvolto agitava la testa e diceva -ma no! Daai come puoi pensare una cosa simile?-, feci un'alzata di spalle e gli sorrisi prima di chiedergli -e tu dov'è che vai?-; aspettò pochissimo prima di rispondere -a casa. - con un accento di ovvietà. 
-mh..ed è lontana?-
-direi di no..hai presente la bottega della signora Cloverfield?-
-mh..si. -
-ecco, lì vicino.-
-ah..ma non è chissà quanto vicina, eh. -
-fa niente. Tanto non ho il coprifuoco.-
-mh..scommetto che vivi solo.-
-no, con la mia famiglia. C'è mia madre, mio padre, e le mie tre sorelle.-
-oh.. scusa, ma..quanti anni hai?- 
-diciannove, perché?- alzai di nuovo le spalle e -così.-
-tu?-
-diciassette.-
-oh. -
-già..- e calò il silenzio.
"Oddio. Gli sto parlando. Oddio. Calma."
-oh..la prossima fermata è la mia..- dissi un po’ rattristata, guardando fuori dal finestrino gli edifici familiari.
Zayn restò in silenzio fino a quando il pullman non rallentò.
-quando ti rivedrò ancora?- chiese facendomi passare; mi girai a guardarlo mentre attraversavo il corridoio del veicolo all'indietro e -in giro, in questi giorni magari.- scrollai le spalle sorridendo, -beh, allora a presto, Alex. È stato un piacere..- continuò a sorridere con quei denti perfetti.
Scesi dal pullman continuando a guardarlo, e una volta sul marciapiedi lo vidi salutarmi dal finestrino sorridente come un bambino.
Salii velocemente al secondo piano prendendo le scale e prima che potessi arrivare sul pianerottolo di casa, mio padre uscì chiudendosi la porta alle spalle e -andiamo, dai.- disse. Presi fiato, mantenendomi sulla ringhiera nera, dopodiché lo seguii in ascensore, ricordandomi solo in quel momento che avrei potuto benissimo evitare di salire i quarantadue scalini e bestemmiandomi addosso.
Le cene da mia sorella Jo non erano diverse da quelle di Mary. C'era solo una nipote a cui badare, più piccola, e un cognato più simpatico e "giovanile". 
-papà..ma fammi capire una cosa. - iniziò a dire Jo a tavola, facendo voltare tutti verso di lei, che iniziò a muovere la forchetta in mano mentre parlava, -mi spieghi perché una bambina di dieci anni può tingersi le punte dei capelli arcobaleno e una di diciassette anni non può.- disse e la guardai, improvvisamente interessata alla loro conversazione. Parlava di me, che avevo passato tutti i pomeriggi con lei a pregarla di convincerlo. Ed ora finalmente..
Non lo lasciò parlare, e continuò -ma guarda che la sorella di una mia amica fa la parrucchiera e mi può far pagare la metà. E poi non preoccuparti, tanto lei ora si mette a studiare, altrimenti glieli raso a zero. - disse seria, ma con un pizzico di ironia, e papà annuì senza parole, quasi impaurito di risponderle qualcosa.
Sorrisi di nascosto e continuai a mangiare. 
Tornammo a casa tardi, dopo che la piccola Denise mi aveva costretto a giocare con la sua "Punzel", ergo la principessa Rapunzel.
Un'altra settimana era passata, noiosa e lenta, e tutti i pomeriggi mi ritrovavo a casa di Corin a studiare fino alle otto, mai prima.
Stranamente anche Louis si era messo d'impegno a studiare negli ultimi giorni; poi però mi aveva svelato che la madre gli aveva promesso di portarlo a Holmes Chapel dal suo Harreh solo se i suoi voti fossero migliorati.
Non dava più fastidio nemmeno alla Darbus.
In ogni caso, uscivo lo stesso. Un mercoledì pomeriggio ero andata a fare un giro con Monique, ma solo  perché era l'unica disponibile, e perché a lei serviva un libro.
La campanella trillò prima del previsto il sabato a mezzogiorno, durante la lezione del professor Rivius, e in meno di cinque secondi l'intera classe di venticinque si catapultò nel corridoio lasciando il pover'uomo ancora con il pennarello sulla lavagna. Nella mischia riuscii a sentire un -a lunedì, Alex. - con la voce di Louis e un -stasera tutti da me alle dieci.- di Kyle, tra le risate di qualche papera che doveva essere una mia amica.
Salii in macchina con Eric e Leigh evitando il pullman, e una volta a casa trovai la tavola già bandita con le tre pesti attorno.
“Quanto amo mangiare con tutta la famiglia. Yay……..”
-ciao amoro!- urlai mentre Denise mi correva tra le braccia e Mary si girava a guardarmi per il mio arrivo e mi chiedeva -chi ti ha accompagnato?-, andai verso la cucina e -dei miei amici.- risposi assaggiando un pezzo di carne sul ripiano; lei non rispose e dopo nemmeno due minuti ci mettemmo tutti a tavola.
-ehm..stasera devo andare a casa di una mia amica..- dissi alla fine del pranzo, sistemando le cose sporche nella lavastoviglie e cercando in tutti i modi di ottenere un consenso alla "festa" a cui avevo già detto di andare alle mie amiche.
-chi?- fece Mary,
-Lucy. -
-e che devi andare a fare?-
-mangiamo una pizza, credo, e guardiamo un film. -
-mh..dopo fammi parlare con lei al telefono. Come ci vai?-, sospirai e -penso col pullman..forse mi viene a prendere lei.-
-mh..ti devo dare qualche sterlina per la pizza?-
-eh si. -
-mh..e va bene. Poi ti riaccompagna lei a casa?-
-credo di si. - 
Lanciai un urlo dentro la mia testa e corsi in camera mia a scrivere a Lucy.
"dopo ti chiamo. Devi dire a mia sorella che stasera vengo da te e mi vieni a prendere tu. E dovresti venirmi a prendere davvero tu.
Alex"
Aspetti il suo "ok xx" per dieci minuti, e la chiamai passando subito il telefono a Mary.
Perfetto. Ho ‘il permesso’ di andare alla festa e anche cinque sterline da spendere come mi pare o anche mettere da parte. Meglio di così non mi poteva andare.
Il sabato ero libera dalle grinfie di Corin. Avrei studiato il giorno dopo. Potevo fare quello che volevo. Ovviamente, però, i miei limiti erano uscire a fare un giro o stare al pc. Decisamente la seconda.
Aspettai di liberarmi dalle mie sorelle e nipoti e cognati e tutto il resto e mi concessi qualche ora su twitter, facebook e chi più ne ha, più ne metta. Staccai solo quando, fatte le nove, era diventato troppo tardi e dovevo iniziare a prepararmi. Non avrei mai optato per un vestito, mai e poi mai, anche se mia sorella Jo muore dalla voglia di vedermi indossare i nuovi vestitini da brava ragazza che mi aveva comprato. Non erano proprio da brava ragazza..solo troppo perfettini e da hippie per me.
Dopo una veloce doccia infilai dei leggins e una maglia lunga e larga sopra, stivali bassi neri e feci giusto in tempo a scendere di casa, correndo verso la macchina di Eric, dove Lucy mi urlava contro un – diamoci una mossa, Alex! Ho dei ragazzi che mi aspettano alla festa!-. Sbuffai mandandola a fanculo e partimmo per una delle solite e chiassose feste di Kyle.
  
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