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Autore: Soul of the Crow    09/09/2013    4 recensioni
Questa long è il sequel de "L'Avvento del Sole Nero".
Ci troviamo nella serie di IE GO CS: l'El Dorado e la Feida stanno distruggendo il Giappone, e come era successo anni prima con il Fifth Sector e la Confraternita del Sole Nero, un'altra forza si dovrà mettere al lavoro per far tornare le cose come dovrebbero essere.
Servirà l'aiuto degli ex Emissari del Sole Nero, e tra viaggi nel tempo e nuovi personaggi, saranno svelate anche nuove notizie riguardanti la Confraternita del Sole Nero: un esperimento avvenuto alla nascita della Confraternita, ma risultato troppo pericoloso da poter essere portato a termine, potrebbe tornare a galla e qualcuno sarà costretto a compiere una scelta...
Per i dettagli, vi aspetto dentro.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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La mattina seguente… Nel futuro… Nella sala d’allenamento delle Ali Nere…

Ogni guasto della stanza era stato riparato completamente e quel posto era tornato come doveva essere, ma erano state aggiunte delle nuove attrezzature: un macchinario, dotato di una miriade di pulsanti e su cui si trovava uno schermo olografico, era stato posizionato accanto alle panchine; inoltre, ad una certa altezza da terra, al centro del campo da calcio, fluttuava un dischetto metallico che emetteva una fioca luce rossa.
- Grazie al lavoro degli androidi, oggi potremo ricominciare gli allenamenti. Come vi avevo già detto, i membri di Feida ed El Dorado hanno grandi abilità fisiche e hissatsu molto potenti, e nonostante la preparazione fisica che avete ricevuto alla Confraternita, è evidente che ci sono ancora degli aspetti su cui lavorare. A questo proposito, ho fatto installare dagli androidi delle nuove apparecchiature. - spiegò Phoenix, per poi osservare attentamente i presenti, notandone molti avevano un’aria confusa e a tratti timorosa, probabilmente perché non sapevano cosa li attendeva.
Si disse che ormai non c’era molto da fare: lui sapeva che ogni azione aveva le sue conseguenze, e se quei ragazzi avevano deciso di presentarsi, avrebbero dovuto andare fino in fondo a quella lotta; prese un auricolare bianco da una delle tasche della giacca, poi lanciò un’occhiata a Shibuya, il quale si limitò ad annuire e si mise all’orecchio il dispositivo che gli permetteva di comunicare con Shadow.  
- Dal momento che molti di voi avessero problemi simili, quindi vi allenerete in gruppi. Per cominciare… - si fermò nuovamente per osservare gli ex Emissari:
- Aster Kazetsuki, Giada Quatlane, Katia Herzen, Sibyl Moonlight e Hayley Brown, potreste dirigervi verso quel disco al centro del campo da calcio? - chiese gentilmente.
I chiamati in causa, chi un po’ titubante e chi timoroso su quello che il leader delle Ali Nere aveva in mente, fecero com’era stato detto e appena si trovarono tutti nel punto prestabilito, il dischetto brillò, circondando i cinque ex Emissari e pochi metri del campo di calcio in una cupola rossa.
- A cosa servirebbe quella? - domandò Kaori.
- Quella cupola darà ai vostri amici l’illusione di trovarsi in un ambiente del mondo reale, anche se si tratterà chiaramente di una proiezione olografica a cui potremo apportare modifiche, ma non crediate che vi lascerò fuori dalla festa perché vi allenerete anche voi. - li informò il biondo, estraendo dall’altra tasca della giacca altri dischi, uno blu, uno verde e uno giallo, e lanciandoli sul campo da calcio. Questi andarono a posizionarsi in punti diversi e crearono cupole degli stessi colori dei dischetti metallici.
- Adesso vi dirò i gruppi in cui vi dividerete, mentre le istruzioni per l’allenamento ve le illustrerò quando sarete entrati nelle cupole. Ricordare, queste ultime non vi permetteranno di uscire prima che una determinata sessione di allenamento non sarà terminata e nemmeno di vedere o sentire cosa accadrà nelle altre cupole, almeno non avrete distrazioni di alcun genere. Tuttavia, io e Sho vi terremo d’occhio grazie all’altro macchinario, e con l’aiuto dei nostri auricolari, collegati ai dischetti e alle cupole, potremo comunicare con voi. -
L’allenamento poteva cominciare.


Nella cupola rossa…

Quando la luce svanì, Giada, Aster, Hayley, Sibyl e Katia si ritrovarono in un’ampia distesa innevata, interrotta ogni tanto da alcuni abeti. Il cielo era coperto da nubi e il vento soffiava. Una parte della pianura era illuminata di blu, lasciando intravedere una specie di sentiero luminoso.  
- E lui che ci aveva detto che non ci avrebbe spedito in posti strani. - commentò Quatlane.
- Beh, noi alludevamo al mondo reale, non a quello virtuale. - le ricordò Moonlight.
- Silenzio voi due! Sarà che il freddo non mi dispiace, ma non ho intenzione di rimanere qui a lungo. Se quello che ha detto Phoenix è vero, può comparire qualcosa di strano da un momento all’altro. - le riprese l’ex membro dei Quattro Grandi, togliendosi gli occhiali da sole, data la scarsa luce presente in quel posto.
- Se ti lamenti quando non abbiamo ancora iniziato, chissà cosa dirai quando avremo finito. - s’intromise Katia.
Brown si limitò a sbuffare. Herzen, soprattutto per alcuni dei suoi modi di fare, non le era mai andata molto a genio, sia durante sia dopo il periodo della Confraternita del Sole Nero; tuttavia, da quel momento avrebbero dovuto far parte dello stesso gruppo durante gli allenamenti, quindi avrebbe dovuto cercare di sopportare la sua compagnia.
- Beh, secondo voi che dobbiamo fare? - domandò dopo un po’ Hayley, ma dalle espressioni dei suoi compagni, dedusse che nessuno di loro le avrebbe potuto rispondere.
- Vi do il benvenuto in quello che, per un po’ di tempo, sarà il posto dove vi allenerete. - la voce di Marcus riecheggiò all’interno della cupola.
- Dovreste aver sentito quello che ho detto ai vostri compagni, quindi veniamo subito al sodo. Dovrete correre nella neve seguendo il percorso di luce blu, mentre calciate i palloni che potrete far apparire utilizzando il pulsante nero dei vostri orologi. Man mano che andrete avanti, noterete degli abeti su cui si trovano dei punti rossi: quelli sono bersagli che dovrete colpire coi palloni, ma vi consiglio di prendere bene la mira e di sferrare un colpo abbastanza forte. Se sbaglierete… Anzi no, credo che scoprirete da soli cosa accadrà in quel caso. -
- E come pensa che faremo a muoverci? Questa è neve, non certo erba o terra! - ribatté Sibyl. In effetti, la cosa non si prospettava molto facile: ognuno degli ex Emissari aveva i piedi e le caviglie immersi nella neve. Come se non bastasse, il vento sembrava soffiare sempre più forte.
- Sono sicuro che non avrete problemi. Oh, mi ero dimenticato di dirvi una cosa: per questo allenamento ho impostato i dischetti perché il livello di difficoltà aumentasse nel caso in cui decidiate di utilizzare delle hissatsu, ma sta a voi decidere cosa fare. -
Gli ex Emissari seguirono le istruzioni e, una volta che i palloni si furono materializzati, cominciarono a correre seguendo le tracce di luce blu che trovavano, ma si resero conto che sarebbe potuta essere un’impresa più complicata del normale: sembravano rischiare di affondare ad ogni passo che facevano e la luce blu del sentiero ogni tanto scompariva e riappariva in punti molto lontani rispetto a dove si trovavano gli ex Emissari; per farla breve, i cinque girarono per più di due ore senza aver trovato un solo bersaglio. Almeno fino a quando…
- Ehi ragazzi. Ne ho trovato uno! - li chiamò Katia, e il reso del gruppo notò che c’era un punto rosso luminoso sull’albero vicino al quale si trovava la viola.
- Finalmente uno dei famosi bersagli. Colpiamolo e passiamo subito al prossimo. - decise Brown, calciando poi il suo pallone, ma commise un errore e colpì l’abete poco più sopra del punto rosso, causando l’emissione di bagliori luminosi prima deboli, poi sempre più forti.
- Sembra che il periodo passato nei sotterranei del Sole Nero ti abbia causato qualche altro problema alla vista, oltre ad averla resa molto sensibile alla luce. Non credevo che una come te avrebbe commesso un errore tanto banale. - la schernì Katia con un leggero ghigno sulle labbra.
- Faresti meglio a stare zitta! Non sarà certo il problema alla vista che m’impedirà di andare avanti. - replicò Brown.
- Dici? Io ho qualche dubbio… - ribatté l’altra.
- Ragazze! Non credo sia il momento adatto per una discussione. - le riprese Kazetsuki.
- E perché? - chiesero all’unisono, ma quando si voltarono verso l’albino, videro Aster che continuava a saltare da un punto all’altro di quella zona, intento a schivare delle sfere rosse.
- Credo sia la conseguenza dello sbaglio di poco fa. - constatò Quatlane.
Intanto, Katia e Sibyl stavano cercando di colpire il punto rosso, ma i palloni sparivano ogni volta che una di quelle sfere color sangue li sfiorava.
- Ho idea che quei tiri non fossero abbastanza forti. - osservò Hayley.
- Beh, se ognuno farà per conto suo, potremo arrivare alla fine dell’allenamento senza aver ottenuto nulla. Dal momento che sembra impossibile centrare quel punto da lontano, qualcuno dovrebbe avvicinarsi per colpirlo. - rifletté ad alta voce Kazetsuki.
- Sì, ma chi va? Sappiamo già che Hayley non è in grado di farlo, soprattutto visto quello che è successo poco fa, e noi altri abbiamo le mani legate per colpa di questi globi rossi. - gli ricordò Herzen, eseguendo una capriola all’indietro per evitare un’altra sfera.
La diretta interessata sembrò volerla incenerire con lo sguardo, ma la viola non ci fece caso.
- Io dico che dovrebbe andare Giada. - consigliò Moonlight, mentre saltava per schivare alcuni globi luminosi.
- E perché proprio lei? Posso benissimo farcela anch’io! - replicò l’ex membro dei Quattro Grandi.
- Forse Sibyl non ha tutti i torti. - Brown rivolse un’occhiata sorpresa ad Aster: non si sarebbe aspettata quelle parole da lui.
Il ragazzo si accorse dell’espressione della compagna, e decise di spiegare:
- Finora quelle sfere hanno colpito tutti quelli che hanno sbagliato la mira oppure hanno perso i palloni a causa della collisione di questi ultimi con i globi rossi. Dal momento che Giada non ha ancora tirato, non è mai stata bersagliata da quelle sfere, e potrà avvicinarsi senza problemi. -
Hayley si limitò a stringere i pugni, poi annuì, anche se leggermente seccata:
- Uff… E va bene. - sbuffò lei, per poi guardare Quatlane, la quale la osservava come se cercasse una specie di permesso per agire:
- Allora? Cosa stai aspettando ancora? Sbrigati! - a quelle parole di quella che una volta era una dei suoi superiori, l’ex Emissaria Minore si mise a correre verso l’abete per quanto la neve glielo permettesse. Come avevano detto i suoi compagni, le sfere rosse non avevano mai tentato di colpirla e quando si trovò abbastanza vicina all’albero, alzò il pallone e saltò, per poi calciare la palla, mandandola verso il bersaglio, e sperando che nessun globo rosso fuoriuscisse da esso per interferire; per sua fortuna, ciò non accadde e il pallone colpì il punto rosso, il quale smise di brillare e fece scomparire le sfere che stavano per raggiungere i suoi compagni.
- Ce l’hai fatta! - esclamò felice Sibyl, correndo verso Giada.
Anche gli altri si avvicinarono alle due, partecipi di quel piccolo risultato, ma consci del fatto che quello era solo un primo passo: l’allenamento era ancora lungo.


Nel frattempo… Nella cupola gialla…

Se era stato il freddo ad accogliere gli ex Emissari nella cupola rossa, in quella gialla c’era un cielo limpido, la luce del Sole cocente, un clima caldo e un’enorme distesa sabbiosa.
Fiammetta si trovava da sola davanti ad una porta di un campo di calcio, coi piedi quasi interamente coperti dalla sabbia del deserto: quello era il posto in cui si sarebbe dovuta allenare, ma non capiva perché si trovava proprio lì e nemmeno cosa fosse successo ai compagni che si trovavano nella cupola con lei.
- Anche per te è ora di cominciare Fiammetta. - riecheggiò la voce del leader delle Ali Nere.
- Prima potrebbe dirmi perché mi trovo qui e perché sono sola? -
- Certamente. La cupola in cui ti trovi serve per allenare i portieri, ed è meglio che tu e gli altri tuoi compagni vi alleniate singolarmente. Tra poco farò apparire un ologramma dell’attaccante più forte della Protocol Omega perché tu possa imparare a parare i suoi tiri, ma sta attenta: l’immagine olografica avrà tutte le abilità della persona reale, quindi non sarà meno pericoloso del normale.
Ho impostato il deserto come luogo dell’allenamento il deserto perché la sabbia opporrà una certa resistenza ai tuoi movimenti, quindi le cose saranno un po’ più complicate. Tieniti pronta. - dopo quella frase, un ragazzo dai capelli viola, la carnagione lievemente abbronzata e gli occhi grigi inespressivi comparve davanti a Rossi.
- Questo è Alpha, il capitano della Protocol Omega. - la informò l’allenatore dei Messaggeri delle Ali Nere.
- E va bene. Vediamo cosa sa… - neanche il tempo che la ragazza potesse terminare la frase che l’ologramma calciò il pallone. L’africana cercò di buttarsi verso destra per prenderlo, ma si ricordò della presenza della sabbia, la quale riuscì a rallentarla: si era trattato di pochi secondi, ma bastarono perché il pallone entrasse in porta, per poi scomparire. Forse era un altro ologramma.
- Ok, è stato un piccolo contrattempo, ma adesso devo stare più attenta. Forse è anche colpa del fatto che, da quando sono entrata nella Gassan Kunimitsu, non ho più avuto occasione di esercitarmi come portiere. - pensò lei, mentre il calciatore olografico tirava un’altra volta:
- Non sbaglierò nuovamente. - disse Fiammetta, saltando per cercare di afferrare il pallone, ma quando riuscì ad afferrarlo, questo le sfuggì dalle mani e sbatté contro la traversa della porta.
- Ero convinta di averlo preso… Che è successo? - si domandò lei, osservandosi distrattamente le mani coperte dai guanti blu, i quali presentavano lievi bruciature.
- Guarda un po’… Questo non è mai accaduto se non quando paravo i tiri degli ex Emissari alla Confraternita. - dopo quell’ultima frase, si rimise in posizione.
Arrivò il terzo tiro, e stavolta il colpo non sembrava essere diretto alla porta, ma proprio al portiere; quest’ultima sembrò accorgersene, ma non ci diede troppo peso: era un allenamento e doveva fare il possibile per completarlo al meglio. Quando il pallone fu abbastanza vicino, lo prese e lo strinse per evitare che le sfuggisse ancora dalle mani; riuscì a fermarla con non pochi sforzi, ma delle nuove bruciature sui guanti, stavolta un po’ più marcate, si aggiunsero a quelle già presenti.
- Mi voleva colpire, questo era più che evidente, ma non è niente che non possa sopportare: è vero che ho subito di tutto e di più al Sole Nero, ma non permetterò che quella difficile preparazione vada sprecata. - pensò Fiammetta, mentre il pallone scompariva dalle sue mani e lei si preparava per il secondo tiro.


Intanto… Nel passato… Tra le vie di Tokyo…

Yamato e Nikora si erano ritrovati davanti a casa Kazetsuki, poi il verde la aveva condotta tra le vie della città per portarla dalla persona che doveva avere i progetti dell’Incubo dei Petali della Rosa. Stavano camminando da una ventina di minuti, e nonostante la donna avesse continuato a chiederglielo, il trentenne non le aveva ancora dato una risposta esauriente.
- Almeno mi puoi dire dove mi stai portando? - gli domandò ad un certo punto Violet, sia perché si meritava almeno quella risposta sia nella speranza di spezzare la monotonia delle risposte che Yamato le aveva dato.
L’altro si limitò a mormorare un “Tra poco lo vedrai”. Infatti, dopo un’altra decina di minuti di cammino, arrivarono davanti a quella che doveva essere la loro destinazione: una casa a due piani bianca e dal tetto nero. Il cancello di ferro che permetteva l’accesso all’abitazione era aperto: che il proprietario della casa li stesse aspettando?
- Andiamo. - disse il verde, e seguito dalla viola entrò nella casa, divisa dal cancello dell’entrata solo da un giardino con alcuni cespugli di rose bianche e un piccolo pesco in fiore. Si ritrovarono in un salotto dalle pareti color neve, costellate da fotografie incorniciate che raffiguravano una miriade di paesaggi, e dai mobili in mogano. C’erano anche un paio di poltrone verde scuro e un divano dello stesso colore, davanti ai quali si trovavano un tavolino di legno e un televisore a schermo piatto. La poca luce presente filtrava da una finestra, davanti alla quale si trovava una donna che continuava ad osservare il cielo fuori dalla finestra comodamente seduta su una sedia: sembrava avere circa trent’anni, era alta e dal fisico ben proporzionato, aveva lisci capelli color pesca che le arrivavano a metà schiena, la carnagione chiara e gli occhi color blu elettrico. Indossava un top bianco, una giacca rosacea a maniche lunghe aperta sul davanti, una gonna lunga verde e scarpe da ballerina nere.
- Non vi aspettavo così presto. - li salutò la donna misteriosa senza voltarsi verso i nuovi arrivati.
- è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ci siamo visti. Ti pare questo il modo di salutare tuo fratello e una tua amica? - le fece notare l’uomo dai capelli verdi.
Violet sgranò gli occhi per la sorpresa:
- Cara Nikora, sarà che sono passati alcuni anni da quando me ne sono andata dalla Confraternita, ma non credo sia un motivo valido per esserti scordata della sottoscritta. - dopo quella frase, la donna dai capelli rosa si decise a voltarsi e Nikora sbatté un paio di volte gli occhi per assicurarsi di quello che stava vedendo: prima non se ne era accorta, ma ora che guardava meglio la donna dai capelli color pesca, si accorse che gli occhi e alcuni tratti del viso erano simili a quelli di Yamato, sebbene ci fossero ugualmente delle differenze.
- Io… Io… Adesso mi ricordo di te. Tu sei Momoka! - esclamò la viola e il verde sorrise, anche se quasi impercettibilmente:
- Ti ci è voluto un po’, ma alla fine te ne sei ricordata. - le disse, per poi rivolgersi alla rosa:
- Avrei preferito che ci rivedessimo in circostante tranquille sorellina, ma a quanto pare non ci è ancora possibile. -
L’interlocutrice si limitò ad annuire, per poi dirigersi verso una delle poltrone e invitare i due ex Guardiani del Sole Nero a sedersi:
- Immagino sia successo qualcos’altro che riguarda il Sole Nero. Me ne ero andata perché non sopportavo più di vedere Pandora che torturava quei ragazzi, ma sembra che chiunque sia entrato nella Confraternita, rimanga legato ad essa per sempre. Che cosa volete di preciso da me? -


Angolo di Emy
Diamo il benvenuto ad un’altra dei miei OC: Momoka Kazetsuki, sorella minore di Yamato ed ex Guardiana del Sole Nero, ma non preoccupatevi perché vedremo anche come se la caveranno gli ex Emissari con gli allenamenti. Come vi sono parsi finora?
Oh, prima che me ne dimentichi, d’ora in poi risponderò alle recensioni solo quando posterò un capitolo.
Grazie a chi recensisce e segue.
Baci
Emy
  
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