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Autore: Laila    16/03/2008    4 recensioni
"Akane era poco.
Akari era troppo.
Ukyo era terra inesplorata.
Si sorprese a pensarla, aggiungendola alle altre due donne importanti della sua vita"
Ho sempre visto bene Ukyo e Ryoga, così anch'io sono entrata in questa terra inesplorata cominciando questa Love-commedy. I personaggi sono tutti di diritto e proprietà dell'autrice Rumiko Takahashi, mia musa ispiratrice, eccetto alcuni personaggi aggiunti di mia iniziativa.
Genere: Romantico, Commedia, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryoga Hibiki, Ukyo Kuonji
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un nuovo cameriere

 

Un tuono, metallico e assordante la destò.

Il suono vibrò ancora, protraendosi in ritmi vuoti ed assillanti.

Suoni che le ricordavano il rullo arcano di un tamburo tribale.

Rabbrividì ed affinò i sensi, facendosi attenta, tutto cessò trasformandosi in surreale silenzio, quasi temendo la sua reazione.

In casa era sola, la puntualità di un probabile ladro poteva esser migliore?

Imprecando fra sé sgusciò fuori dal tepore rilassante del futon.*

Avanzò di qualche passo, poi si appiattì contro la parete palpandone la gelida superficie.

La porta, aperta con lentezza esasperante cigolò permettendole di sbirciare giù dalle scale.

Nessuno, Ukyo riprese fiato e si aggrappò al corrimano.

Forse è solo un gatto, uno stupido gatto randagio... si dev'essere così! Meditò scendendo cauta al pian terreno. Superò l'angolo del bancone delle okonomiaky, poi uscì.

L'accolse una pioggia fitta, sottile e persistente, quasi nevischio. Il vento le fischiava fra le orecchie.

Paradossalmente non sentiva il freddo, troppo impegnata a cogliere i segni di un passaggio qualunque.

Uno dei bidoni, all'angolo tra il suo locale e quello del fioraio era rotolato a terra.

Dal cumulo d'immondizia un sacchetto di cartone color glacé si mosse in linea retta.

Lo fissò incredula.

Avanti, indietro a destra e poi di nuovo indietro, sempre mantenendosi raso terra.

Un verso stridulo proveniva da dentro l'involucro.

Incurante della pioggia, Ucchan s'inginocchiò ed aiutò lo strano animale imprigionato lì dentro.

P-chan stranutì, spaventandola in un primo momento.

- Sei solo il porcellino di Akane - lo acciuffò per la bandana leopardata e lo trascinò all'asciutto delle sue quattro mura. Lo fasciò stretto in una palla d'asciugamano, depositando lo strano fagotto dentro ad una cesta di plastica.

Aggiunse una saponetta, due cotton-fiock, un pettine di legno chiaro e prese la bacinella con sé.

Raggiunsero una piccola stanza da bagno, quando impietosamente per lui, aprì il rubinetto della vasca si alzò una nuvola di vapore.

Inorridendo il malcapitato animale da porcile, pensò di liberarsi dall'asciugamano, impresa che si rivelò più grande di lui.

Un secondo dopo aver tirato fuori una zampa si era ritrovato con l'acqua alla gola.

Il giovane riemerse in una posa timida e composta.

Ucchan non si mosse, al vederlo alzò enigmatica un sopracciglio. - Che ci fai tu qui? Dove hai nascosto il porcellino di prima? - Scrutò l'acqua per nulla imbarazzata, costringendolo a coprire le sue vergogne con l'asciugamano.

Per farsi di nuovo notare, Ryoga l'afferrò per un polso.

- Hai gettato dentro P-chan e sono comparso io, questa è acqua calda, mi segui?

Ukyo spalancò le iridi cerulee. - Un momento! - sentiva l'aria mancarle – E Akane lo sa’?

Devo farle giurare di non dirlo ad Akane! Si ripromise il ragazzo.

Le spiegò la storia dall'inizio, da quando aveva lanciato la sua prima sfida a Saotome, fino a quel momento di convenzionale smarrimento.

- Dovresti girare con un navigatore satellitare, sai la tecnologia aiuta! - suggerì la nuova testimone della sua maledizione.

- Spiritosa! Quei cosi vanno a batteria e non credo proprio che siano infallibili! Per esempio non conoscono le nuove strade...-

- Tu nemmeno le vecchie se è per questo, inoltre dubito che riusciresti ad infilare le batterie dal verso giusto! Ucchan scrollò il capo, facendogli segno di sedersi sullo sgabello accanto al suo.

- Po... posso chiederti un favore? Ho bisogno di soldi... – farfugliò quello.

- Capiti a proposito, ho bisogno di un cameriere!

Girovagò con lo sguardo sulla stanza, sollevato dal non doverle necessariamente delle spiegazioni.

- Se cerchi Konatsu, si è trasferito, pare si sia innamorato! - spettegolò francamente la chef.

- Mi sembra strano...

- Che cosa? Io sono felice per lui! Tu no?

Ryoga restò attonito alcuni istanti. Non s'é mai accorta che Konatsu le sbavava dietro! Ricordava

vagamente il kunoichi, conosciuto da troppo poco tempo, per rendergli giustizia.

Non gli erano sfuggiti però, i suoi sguardi per la signorina Ukyo, come amava chiamarla.

Dal caotico tentativo di matrimonio fra Ranma e Akane, in cui avevano conversato esclusivamente sull'eventualità di assaggiare la torta nuziale, altrimenti sprecata, non si erano più visti.

L'amica si stiracchiò sbadigliando mentre Ryoga aprofittando di quella sua momentanea distrazione, cominciò a rivestirsi dietro un separè in noce. Calarono alcuni minuti di silenzio, prima che Ucchan rincarasse la dose.

- Sai che ti dico?! Che oggi mi hai fatto perdere abbastanza sonno, ragion per cui ora vieni e seguimi, ti mostro la tua nuova stanza!

Quello, uscì dal separè in tutta fretta. - Non occorre, tornerò da te domani, dopo le lezioni, d’accordo?

Grazie ad una spatolata tra capo e collo, usando il lato del manico, Ukyo lo stordì.

- Neanche per sogno! Tu non ti muovi da qui!

Ridacchiò, non sapeva nemmeno perché ancora gli parlasse... Hibiki pareva aver perso i sensi, sicché non poteva udirla.

Passò le braccia sotto le ascelle del ragazzo e lo trascinò di peso su per la rampa.

Varcò la seconda stanza a sinistra e con fatica, liberò un braccio dal torace del poveretto, per accendere la luce.

Ci mise un bel po’, ma alla fine, tra uno sbuffo e l'altro, lo gettò sul futon appartenuto a Konatsu.

Affannata dal trasporto, prese carta e penna ed attaccò un promemoria con una puntina sulla porta.

Ciondolò sui propri passi, imbucandosi nella stanza adiacente, quindi senza nemmeno accendere la luce, cercò il futon a tentoni.

Una volta sentita la consistenza morbida del materasso sotto le dita, crollò al suo interno russando appagata.

 

Quando riaprì gli occhi, Hibiki si sforzò di capire dove fosse e come mai avesse pernottato in quel luogo sconosciuto... Sentiva male alla nuca e tastandosi avvertì il segno di un piccolo bernoccolo.

Notò un biglietto sull'uscio, lo staccò e lo lesse mentalmente:

“Se hai davvero bisogno di soldi, non provare ad uscire da casa mia! Ti ho avvertito! Ucchan”

Ora ricordava, la sera prima, stava dialogando con lei, quando d'improvviso, usando modi assai poco ortodossi l'aveva tramortito!

Sospirò avvilito, infondo aveva realmente bisogno di un guadagno.

Gli Hibiki avevano un sacco di bollette arretrate da pagare e sfortunatamente per lui anche i suoi genitori erano "avventurieri" per usare un elaborato eufemismo, in giro senza tappe fisse per il Giappone, ciò significava che toccava a lui provvedere, prima della scadenza prefissa.

Nella situazione in cui si trovava, non gli restava altro che ispezionare l'abitazione di Ukyo. Chissà dov'é il bagno? Si chiese.

Quando rientrò da scuola, Ucchan s'avvide che Ryoga non aveva ancora fatto colazione, l'okonomiaky che aveva preparato per lui, s' era raffreddata.

- Ryoga sei ancora qui?! Rispondi!

- Dovresti vergognarti di non avere neanche un bagno, ogni locale deve averne uno per legge! - fu l'insensata replica, proveniente dalla cantina.

- Se non lo trovi tu, non vuol dire che non ce l'ho, idiota! - borbottando sottovoce, scese a ripescarlo tra le conserve dei suoi condimenti.

- Da quant'é che sei quaggiù? -

- Questo non ha nessuna importanza! - Ryoga fece una goffa corsetta sul posto, tenendosi il cavallo dei pantaloni.

- Dimmi dov'é il bagno! E' un' urgenza!

- Ti accompagno! – lo prese per il gomito quella. - Dato che vai in bagno, ti preparo il tuo completo da lavoro, indossalo!

Ryoga annuì lasciandosi trascinare dove lei voleva.

Alle 16.00 il locale apriva al pubblico.

- Non avevi qualcosa di un po’ meno sfarzoso? - brontolò il coetaneo, in giacca e cravatta.

Gli dette una pacca sul petto.

- Macché! Stai benissimo! Oh, ma non dirmi che volevi per caso uno degli abitini sexi di Konatsu?

L'occhiolino di Ukyo, l'infastidì se possibile ancora di più.

Quasi, quasi mi licenzio subito! Considerò fra sé.

- Si può?

Akane, Sayuki e Yuka fecero il loro ingresso e eccezionalmente per quella volta, il girovago mise in fondo alle sue priorità, quella di licenziarsi.

Le tre liceali si sistemarono in un tavolo, di lì a poco il giovane cameriere le raggiunse.

- Ciao A-Akane!

La ragazza si stupì di vederlo lì fermo con un block-notes e la penna in mano.

- Ryoga, da quanto lavori qui?

Strusciò un piede per terra, non osando alzare lo sguardo sul suo – E' il primo giorno

- Ti trovo bene – a quell'affermazione anche le amiche di Akane confermarono che il completo da cameriere gli calzava a pennello.

- Cosa desiderate ordinare?

Una piccola paletta gli infilzò la testa.

- Portagli i menù! - ordinò quella vipera del suo capo.

Il ragazzo represse la rabbia, che lo incalzava a controbattere e tornò al banco a prendere i menù.

Akane non domandò di Konatsu, Ukyo infatti le aveva già raccontato del ballo a cui il giovane aveva partecipato, a scuola.

Arrivarono anche Hiroshi, Daysuke, dieci minuti più tardi, un gruppo da quattro anonime studentesse del Sanbacco animò il locale.

- Ecco qua, la tua okonomiyaki ai funghi! – porse il piatto ad Akane.

- La vegetariana – mise la portata davanti a Yuka – E quella ai frutti di mare – terminò servendo Sayuki, la quale si apprestò a disingannarlo:

- Guarda che la mia era vegetariana, mentre quella di Yuka è questa qui – Ryoga si fece contrito.

- Non importa, dai! Capita a tutti di confondersi! - Gli sorrise Akane dando il gomito all'amica coi codini.

Il cameriere si sciolse un po’, sentendosi difeso dall'amata.

- Come sei gentile, posso fare altro per te?

Ucchan intanto non aveva più posto sulla piastra da cottura, tante crepes arretrate dovevano esser tolte da là sopra, prima di rischiare di bruciare ed intossicare i clienti.

Hiroshi e Daysuke giocavano ad una partita di macchiavelli, Daysuke sembrava in vantaggio.

Le studentesse del Sanbacco picchiettavano con gli indici sul tavolo, giunte allo stremo della pazienza.

- Ryoga! La smetti di ciarlare! - berciò Ukyo meditabonda.

Il ragazzo s'intirizzì sentendosi osservato da ogni tavolo, decise allora di strafare e prese quattro piatti di okonomiyaki, servendo le ragazze del Sanbacco.

- Non ho ordinato questa! Io sono allergica ai sottaceti! - s'inasprì una delle clienti.

Hiroshi si sbracciò, cogliendo l'occasione al volo. - E' mia! E' mia!

Disperata Ucchan si passò una mano sulla fronte, mentre il suo esimio collega rimediava, scambiando gli ordini!

 

Fine 3 cap. Ecco una fanart per voi :-)



testo

Futon:  letto orientale simile al nostro sacco a pelo, si dice faccia bene alla schiena.

Ringrazio in particolare:


Mariku: Anch'io quando leggo una fanfic tendo ad immaginarmi i possibili seguiti, è diciamo il bello della diretta^^!

Kuno: Secondo me, Ukyo non ha in considerazione Konatsu, quanto lui vorrebbe, anche se gli vuole bene, altrimenti non l'avrebbe mai strappato dalla matrigna e le sorellastre...

Devilmaycry:  la tua opinione è sempre gradita, spero di risentirti^^!

Alla prossima! Laila


   
 
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