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Autore: Yume chan    16/03/2008    5 recensioni
Sakura Haruno desiderava innamorarsi del principe azzurro. Ino Yamanaka voleva solo un ragazzo che fosse alla sua altezza. Infine c' era lui: Sasuke Uchiha, amato da loro ma che non contraccambiava i sentimenti di nessuna...o forse le amava entrambe? Pairing principale IoSasuSaku. Coppie secondarie NaruHina, ShikaTema, NejiTen. Enjoy!
Genere: Romantico, Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Double love
Double love


 

Odiava il Lunedì. Motivo? Perchè segnava l' inizio di una lunga e interminabile settimana di scuola. E se c' era una cosa che Ino Yamanaka non sopportava era proprio questa, specie quando sapeva che il concetto di studiare per lei significava rompersi le scatole senza ottenere niente.
Guardò, socchiudendo piano gli occhi, la sveglia sul suo comodino. Le sette in punto.
"Uno, due, tre..." mormorò portandosi istintivamente le mani alle orecchie.
Driiin! Ecco, precisa come un orologio svizzero. Spesso la prendeva l' impulso di romperla una volta per tutte, ma lo sopprimeva sapendo che ciò le sarebbe costato una bella ramanzina da sua madre. Raramente lei si arrabbiava, a differenza della figlia, ma quando dava in escandescenza era meglio non trovarsi nei paraggi.
Borbottando, si scostò di dosso le coperte calde e accoglienti. Si stiracchiò, mentre si infilava le pantofole che sua zia le aveva regalato per il suo compleanno e che lei trovava fossero da donna di mezza età. I lunghi capelli, lasciati sciolti per la notte, incorniciavano il suo volto ancora mezzo addormentato. Si alzò di malavoglia dal letto, uscendo dalla sua camera per raggiungere il bagno. Prima di andare si sarebbe fatta una doccia, le ci voleva proprio.
Stava finendo di usare il phone quando la voce di Miyu Yamanaka le giunse dal corridoio.
"Ino, si può sapere che stai combinando? Non stai per andare a un ballo di gala, perciò non perdere tempo. Se non ti muovi farai tardi, di nuovo"
Detto questo se ne andò, leggermente alterata dal comportamento sempre irresponsabile di Ino. Ma del resto anche lei era così alla sua età, si capiva fin troppo bene da chi aveva preso.
"Che palle!" proclamò la bionda, spegnendo il phone e afferrando una spazzola con cui cominciò a pettinarsi. I nodi nei suoi capelli erano praticamente inesistenti, eppure lei continuava a spazzolarli. Forse perchè cercava sul serio di arrivare tardi, tanto non sarebbe poi stato molto diverso dagli altri giorni.
Però se non si fosse data una mossa rischiava che che sua madre tornasse a farle un' altra predica e non le andava di sorbirsi le sue ramanzine. Per una volta, poteva anche giungere puntuale.
Tornò nella sua stanza, alla ricerca di un elastico con cui farsi la coda. Sfortuna o fortuna volle che ci mise poco a trovarlo, era sulla scrivania accanto alla finestra. Nel prenderlo diede un' occhiata fuori: nuvoloso. Bhè, almeno c' era bel tempo. Ci mise solo un secondo a legarsi i capelli, non controllò nemmeno come stavano. A lei non importava molto del suo aspetto, a differenza di chi le stava intorno.
Tirò fuori dal suo armadio la divisa scolastica, bianca con un fiocco e la gonna rossi. Non le piaceva affatto, colori troppo appariscenti per una come lei che vestiva quasi sempre di viola.
Una volta essersi vestita scese in cucina, dove l' attendevano una Miyu alquanto di pessimo umore e un Inoichi intento a leggere il giornale con un' attenzione spaventosa. Suo padre la mattina era sempre uguale.
"Era ora!" le disse la donna, che nonostante avesse quarant' anni ne dimostrava come minimo venti. Ino la chiamava in segreto "Strega" perchè era convinta che per farsi vedere ancora giovane e bella usasse filtri malefici. Magari anche un pò perchè la considerava davvero così.
"Scusa, ma sai le ragazze devono farsi attendere. Non lo sai, mamma?" disse la figlia con tono sarcastico, punzecchiando per l' ennesima volta la madre. Le loro non erano proprio delle litigate, sembravano piuttosto quei battibecchi tra innamorati. Ino rabbrividì al pensiero.
"Certo, ma quando c' è in ballo la tua promozione non esigo scuse idiote come quella che mi hai affibiato" rispose altrettanto sarcastica lei, allungandole un toast ricoperto di burro.
"Dovrai accontentarti, se fossi scesa prima avresti potuto mangiare decentemente" spiegò, tornando a prepare il caffè per lei e il marito.
"Grazie per la generosità" disse Ino, sorridendo sorniona.
Un digrignare di denti si poteva udire, probabilmente proveniente da Miyu. Il signor Yamanaka, che fino ad allora se ne era stato zitto, alzò la testa dal quotidiano che stava leggendo per salutare la sua bambina, come ancora la chiamava lui.
"Ben svegliata, tesoro. Forza, mangia e poi corri a lezione e metticela tutta" disse gentilmente, guardando la figlia con affetto.
Ino sorrise, stavolta non in maniera canzonatoria, per poi avvicinarsi all' uomo e scoccargli un bacio sulla guancia. L' adorava, non poteva negarlo.
"Sì, papà. Ora vado, buon lavoro" gli disse correndo fuori dalla porta.
"E a me non mi saluti?!" le urlò dietro la madre, stizzita.
"Tanto ti vedrò nel pomeriggio, ma papà dovrò aspettare fino a stasera" rispose, prima di uscire di casa con le chiavi strette nella mano libera, l' altra reggeva una pesante cartella che aveva dimenticato all' ingresso. Probabilmente c' erano ancora i libri della volta scorsa, visto che non ricordava di averli sostituiti, ma non le andava di tornare a prenderli.
"Mi farà impazzire, ne sono sicura" proclamò Miyu, posando le tazze fumanti sul tavolo. Inoichi rise piano, aveva perfettamente ragione.



Anche quella mattina si era alzata prima che la sveglia suonasse, anzi si chiedeva sempre perchè si disturbasse a puntarla. Erano le 6.30, l' ora tipica in cui Sakura Haruno si svegliava quando doveva andare a scuola, non voleva fare ritardi e infatti era costantemente puntuale. All' inizio era seccante svegliarsi così presto, però poi si era abituata e ora la vedeva come una cosa normale.
Certo, se non avesse avuto un sacco di faccende da sbrigare avrebbe anche potuto dormire un pò di più. La pesante coperta che l' avvolgeva ora era scostata dal letto, dal quale si era alzata malvolentieri. Sbadigliando, prese l' uniforme dal guardaroba e fece per dirigersi verso il bagno. Doveva  fare la solita doccia mattutina, calda e rilassante.
Una volta arrivata cominciò a far scorrere l' acqua, intanto aspettava che si scaldasse.
La camicia da notte bianca le metteva in risalto le forme, lasciandole parte delle gambe scoperte. Se la tolse e la gettò per terra, l' avrebbe riposta nel cassetto dopo.Si ritrovava così in biancheria, di cotone azzurro pallido. Fece scivolare via anche i pochi indumenti che la coprivano, fino a rimanere nuda. Allora s' infilò nella cabina della doccia e cominciò a sentire rivoli bagnati che la percorrevano.
Afferrò lo shampoo alla fragola -il suo preferito- e cominciò a strofinarselo sulle mani per poi impregnarne i corti capelli.
Stette sotto l' acqua una quindicina di minuti, quando uscì si avvolse con l' accapatoio lavato la sera prima. Era profumato, oppure era lei per via dello shampoo.
Si avvicinò al lavandino in cerca dello spazzolino, che subito trovò. Ogni giorno lei si svegliava, si lavava il corpo e i denti e infine si vestiva per poi fare colazione e scappare alla volta del suo liceo.
Era una sorta di routine la sua.
Finita la pulizia non le restava che asciugarsi e pettinarsi prima di potersi vestire. Prese il phone e lo accese, l' aria tiepida che ne usciva le procurava una sensazione di benessere. Non ci mise molto, vantaggio di avere i capelli corti era proprio questo.
Non le rimaneva che indossare il consueto vestito dai colori troppo poco adatti al rosa della sua testa, in pratica assomigliava a un' enorme ciliegia e ciò le faceva venire una rabbia fuori dal comune. Ah, forse non si notava tanto ma Sakura a volte soffriva di uno sdoppiamento della personalità. Prima dolce e gentile, poi implsiva e violenta. Capitava che si vergognasse di ciò, però le sue amiche le dicevano che era per questo che con lei non ci si poteva mai annoiare.
E lei voleva credergli, anche se spesso la prendevano in giro loro stesse e le veniva da spaccargli la faccia. Comunque, per la maggior parte del tempo era tranquilla e pacata.
Infilatasi anche la gonna, nè troppo corta nè troppo lunga per i suoi standard, si osservò allo specchio. Stava bene, come al solito.
Mancava solamente una sottile scia di ombretto sulle palpebre per completare il tutto. Prese la borsa del beauty case di sua madre, sullo sgabello accanto al lavandino e cominciò a frugarvi dentro.
Trovato. Optò per un violetto. Ora era pronta. Stava per andare a fare colazione, quando si ricordò che non aveva messo il nastro. Corse in camera sua, maledicendosi mentalmente per questa dimenticanza.
"Certe volte sono proprio una stupida!" imprecò, prendendolo e legandoselo tra i capelli lisci e puliti. Suo padre glielo aveva regalato per i suoi otto anni, praticamente di lui le rimaneva solo quello. Perciò non se ne separava quasi mai, perchè credeva fosse un modo per averlo vicino.
"Sciocca" si disse, un sorriso triste sulle labbra. No, basta lacrime. Ne aveva consumate in quantità industriali, nemmeno era sicura che le rimanessero.
In cucina, Hana Haruno aveva appena messo in tavola delle frittelle ricoperte di vaniglia. Piatto assurdo, ma il preferito di sua figlia.
"Oh, buongiorno Sakura. Dormito bene?" disse con gioia, vedendo la ragazza fare il suo ingresso con lo zaino in mano. Notò subito il suo sguardo, ma non volle indagare.
"Sì, mamma" rispose, cercando di darsi un tono allegro.
Si sedette sulla sedia, pregustando il cibo che le si presentava davanti.
"E' quello che preferisco"
"Lo so, i tuoi gusti sono sempre stati bizzarri" dichiarò la donna con un sospiro, in realtà divertita.
Lei e Sakura si fissarono un attimo prima di scoppiare a ridere. A lei sua madre poteva bastare...forse. Finì in fretta e controllò l' orologio. Si alzò, pulendosi la bocca sporca di bianco. Si diresse verso Hana e l' bbracciò.
"Buona giornata, mamma" disse rinsaldando la stretta.
"Anche a te" e contraccambiò l' abbraccio. Quando si separarono, Sakura uscì di casa pronta ad affrontare la nuova settimana.



Per la prima volta in vita sua non era in ritardo. C' era da segnarselo sul calendario. Peccato per la corsa, ma ormai non la stancava più. Ino superò il cancello del Konoha Institute, solo allora si fermò.
Riprese fiato e cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qulcuno.
"Perso qualcosa, Ino?" chiese una voce alle sue spalle, guardacaso proprio della persona che cercava.
Si voltò, con un grande sorriso a trentadue denti.
"Tesoruccio adorato!" gridò, saltando addosso a Sakura, la quale si scansò bruscamente. Risultato una biondina col muso a terra. Forse era stata un pò cattiva, ma gli abbracci dell' amica erano così forti che rischiavi di morire soffocata.
"Ahio, ahi" disse Ino, portandosi le mani sul naso. Almeno non sanguinava. Si rialzò, scostandosi la polvere che ora le ricorpriva la divisa.
"Tutto a posto?" domandò con sarcasmo la rosa, osservandola.
"Racchia"
"Imbranata"
Entrambe si fissarono e soffocarono malamente una risata. Quando s' incontravano la prima cosa che facevano era bisticciare, ma in maniera scherzosa. Tra loro un litigio serio non era ancora avvenuto e speravano non avvenisse mai.
Dlin-dlon, dlin-dlon...il suono della campanella le costrinse a dirigersi verso la loro classe, la sezione III D. Alla prima ora avevano il professor Kakashi Hatake, insegnava matematica. Chissà se anche quella mattina sarebbe arrivato in ritardo.
"Ehi, Ino. Secondo te, Hatake si attarderò ancora con Mitarashi-san?" chiese sorridendo Sakura.
"Probabile. Già me li immagino: lui che mette in atto gli insegnamenti di quel buffo giornaletto che legge durante la lezione e..."
"...lei che ci sta, dicendo che "Il Paradiso della pomiciata" l' ha scritto un genio" concluse l' altra la frase.
Sentirono dei brividi freddi attraversargli la schiena, pensare a due professori in situazioni del genere era agghiacciante. 
"Ah, quasi mi dimenticavo. Non è che potrei mettermi vicino a te per seguire le letture?" chiese Ino con innocenza, anche se sapeva che l' amica si sarebbe infuriata. Lei considerava lo studiare di vitale importanza a differenza sua.
Sakura infatti la guardò prima con meraviglia, poi corrucciando la fronte e serrando un pugno e infine urlando un rimprovero.
"Sei una cretina, possibile che tu sia sem..." si fermò di colpo, vedendo che la compagna aveva iniziato a correre per tentare di sfuggirle.
"Tanto non mi scappi, hai capito Ino-Pig?!" le gridò dietro, cominciando ad inseguirla.
Ino emise un verso di dissenso a sentire il soprannome con cui l' aveva chiamata.
Nonostante il cielo non fosse sereno, si poteva sentire che c' era un ' aria allegra...più o meno.



Fine della terza ora, ricreazione. Il momento più amato dagli studenti, esclusi l' Haruno ovviamente. A lei piaceva studiare. Però quella era l' occasione in cui poteva riunirsi con le sue amiche, quindi lo apprezzava lo stesso. Lei e Ino erano scese in cortile, alla ricerca delle altre.
Non che fosse molto esteso, ma con tutti gli alunni che vi si radunavano era facile non trovare chi si stava cercando.
"Ma dove si saranno cacciate? Andrà a finire che passeremo tutto l' intervallo alla loro ricerca invece di godercelo" disse nervosamente Ino.
"Se tu non avessi uno scarso senso dell' orientamento le avremmo già trovate" annunciò la ragazza accanto a lei, volendo stuzzicarla.
"Cerchi grane?"
"No, chi vorrebbe sfidare la grande Ino? La disescendente di Bulboa?" chiese Sakura, alzando gli occhi in alto per ammirare le grigie nuvole. Si preannunciava una tempesta in tutti i sensi.
"Ma io ti..." non riuscì a finire di parlare, perchè una terza voce s' intromise nel discorso.
"Se una di voi fosse un mashio vi si potrebbe scambiare per fidanzati, sapete?"
Le due si voltarono nella sua direzione con uno sguardo rabbioso. Tre ragazze molto carine erano di fronte a loro. La prima -quella che aveva parlato- aveva i capelli biondo scuro, acconciati in quattro buffi codini arruffati e gli occhi verde acquamarina, decisi e risoluti. La seconda, dagli occhi marroni e i capelli dello stesso colore, le salutò con un caloroso sorriso. Anche la sua pettinatura era strana, in testa aveva come due palle da golf. Infine l' ultima si limitò a un cenno della mano, aveva degli occhi bianchi quasi trasparenti e lunghi capelli corvini. Aveva un' espressione dolcissima.
"Non dire più una cosa del genere, Temari!" le dissero in coro le protagoniste dell' affermazione canzonatoria.
"Quanto la fate lunga" sbuffò quella, portandosi le mani sui fianchi.
"Dai Tem, lo sai quanto sono permalose" le disse la mora, battendole una pacca sulla spalla.
La bruna, si intromise timidamente nella discussione.
"Io...penso che Ten Ten abbia...abbia ragione. Però non...non voglio offendervi" si affrettò ad aggiungere, temendo che loro se la prendessero per quel commento.
Come risposta, Sakura e Ino l' abbracciarono affettuosamente.
"Lo sappiamo, Hinata" disse Ino.
"Ti preoccupi troppo dei sentimente degli altri, per questo sei carinissima" la sostenne l' altra.
Hinata sorrise. Di certo non avrebbe potuto trovare amiche migliori. Mai
"E a noi niente abbraccio?" domandò Ten Ten, già con le braccia spalancate. Loro si separarono dall' amica, guardandosi complici e con un sorrisetto per nulla rassicurante.
Temari indiettreggiò istintivamente, non era una tipa paurosa ma quando quelle due si coalizzavano era un brutto segno. Invitò anche la mora a seguirla, ma ormai era troppo tardi.
"Addosso!" urlarono insieme, gettandosi sulla ragazza con foga. Ten fece uno sforzo enorme per non cadere e sostenere il loro peso.
"Siete pesanti" riuscì a dire, soffocata da loro.
"Senti chi parla" le disse di rimando la bionda con gli orecchini, saldando la stretta intorno alla sua vita. Temari sospirò rassegnata, avevano diciotto anni eppure erano ancora così infantili.
"Guarda che c' è n' è anche per te" la informò Sakura, cambiando bersaglio. In un istante anche Tem si ritrovò travolta da quelle furie. Però non era poi così male. La pausa passò così, tra scherzi e risate e un' Hinata che tentava in tutti i modi di far andare d' accordo le amiche, tutte dal caratter decisamente vivace. Forse fin troppo.



Le dieci passate. L' ora perfetta per alzarsi, almeno secondo Sasuke Uchia. Faceva sempre così, andava a dormire a mezzanotte e si svegliava a mattina inoltrata. Lasciò il letto sfatto, non l' aveva mai sistemato in vita sua. Cominciò a frugare fra gli ammassi di vestiti sparsi nella sua stanza, alla ricerca di chissà quali indumenti. Lì trovò -strano  a dirsi- quasi subito, se li mise non badando al fatto che erano stropicciati. Pantaloni di jeans strappati in alcuni punti, una camicia nera e un paio di scarpe sportive. I primi bottoni della camicia li lasciò aperti, facendo intravedere parte del torace scolpito. Gli allenamenti di quando andava ancora al liceo l' avevano ben formato, si vedeva chiaramente.
Si diresse verso il bagno, sbattendo con forza la porta. Tanto non avrebbe disturbato nessuno. Una rapida sciacquata alla faccia e già era pronto per uscire. Si fissò nello specchio sopra il lavandino, con indifferenza. Era bello ma non lo considerava, apparte quando voleva un pò di compagnia femminile. Le donne si scioglievano quando c' era lui, erano tutte frivole secondo la sua opinione. Trovare una che non avesse ceduto alle sue lusinghe sarebbe stato interessante. Anche una facile da abbordare ma con comunque un carattere risoluto gli andava a genio. Peccato che trovare ragazze così era impossibile.
Un sorriso di scherno gli increspò le labbra, mentre i suoi occhi si chiudevano.
"Sono proprio un bastardo" disse a denti stretti. Capitava che questo suo atteggiamento di sfruttare quelle che gli capitavano a tiro gli desse fastidio qualche volta. Un pò provava pena per loro quando gli diceva che la loro "relazione" era finita. Il fatto era per lui si trattava solo di sesso, se loro volevavano una storia seria Sasuke non ci poteva far niente.
Afferrò l' asciugamano e si asciugò rapidamente il viso, per poi dirigersi al piano terra. Sul tavolo della cucina c' era apparecchiato per una persona, vicino al tovagliolo un biglietto. Lo lesse distrattamente, anche perchè le leggeva tutti i giorni quelle poche righe.

Good morning, my little brother. Anche oggi hai dormito fino a tardi? Sei proprio un pigrone.
Nel forno ci sono delle brioche ripiene, vedi di non ingozzarti nel mangiarle.
Ci vediamo questo pomeriggio, se tu non sei troppo impegnato a fare risse con quei tuoi strambi amici. A proposito, è da un pò che non li vedo.
Bhè, io scappo se no faccio tardi.
Itachi

Sasuke gettò il pezzo di carta nella pattumiera. Un moto di rabbia lo assalì, ma non per il fratello bensì per se stesso. Praticamente lui gli aveva fatto sia da madre che da pedre, mandando a farsi friggere lo studio. Ora lavorava come meccanico in un officina. Guadagnava abbastanza per entrambi, però sapeva che per farlo faceva molti sacrifici. E lui invece se ne andava in giro a cercare guai. Ma era fatto così, anche se avesse voluto non sarebbe riuscito a cambiare. Era egoista, solitario, cupo e ancora non si spiegava cosa avessero trovato di positivo in lui i suoi amici.
Non gliel' aveva mai domandato, forse perchè conosceva già la risposta in cuor suo. Compassione. Anche loro avevano dei problemi, ma lui era quello messo peggio. Semplice solidarietà. Ma lui detestava essere compatito, perciò manteneva una certa freddezza anche nei loro confronti.
Prese le due brioche, senza stare lì a scaldarle. Si sedette sulla sedia di legno e ne addentò un pezzo. Alla marmellata. Itachi come al solito aveva preso quelle che a lui piacevano di meno. A volte pensava che lo facese apposta. Si versò un pò di spremuta nel bicchiere, almeno su quella ci azzeccava sempre. All' arancia era.
In cinque minuti aveva già finito e sparecchiato, pronto ad uscire per ritrovarsi con i compagni alla stazione da cui avrebbero preso un treno per dirigersi nel centro città. Chiuse a chiave la porta e se le mise nella tasca dei pantaloni. Il Sole non c' era, se avesse piovuto sarebbe stato il massimo.



"Sas' ke!" una volta arrivato a destinazione, udì immediatamente quella voce. Imprecò silenziosamente contro l' amico, quel nomignolo non l' aveva mai digerito.
Si girò verso il proprietario della voce, un ragazzo biondo dagli occhi azzurri. Vestiva con una tuta nera e arancio, gli unici colori presenti nel suo arsenale di abbigliamento. Aveva un gran sorriso, al contrario dei due che gli stavano a fianco. Quello a sinistra aveva un' aria seria, occhi bianco latte e capelli marroni lunghi legati in un codino basso. L' altro accanto a lui sembrava annoiato, camminava con le mani dietro la testa stando attento a non rovinare la coda che si era fatto. 
Ecco, loro erano il suo tormeno. Anzi, solo il primo lo era. Gli rimaneva incollato peggio di un francobollo. Ma che credeva, che fosse la sua balia?
"Naruto, non sono ancora diventato sordo perciò abbassa il volume. E poi quando la finirai di chiamarmi così?" chiese scocciato il ragazzo. Come risposta ottenne un risolino.
"Sarà meglio sbrigarsi, il treno dello Shinkansen di Tokyo è sempre molto puntuale. A meno che non vogliamo andare a piedi" disse autoritario Neji. Lui era senz' altro quello più responsabile, però certe volte questo lo rendeva palloso.
"Che seccatura" disse infine Shikamaru, il più pigro del gruppo. Nemmeno Naruto batteva la sua pigrizia e il che era tutto dire. Sasuke cominciò ad incamminarsi verso il binario, seguito dagli altri. Il biondino gli mise un braccio intorno alle spalle che lui prontamente levò. Non sopportava gesti affettuosi tra maschi, anche perchè era capitato che Naruto quando ancora andavano a scuola lo aveva abbracciato davanti a tutti. Le dicerie che i due erano gay si erano sgonfiate dopo un intero mese.
Dal canto suo, Naruto rimase un pò deluso. Per quanto si sforzasse, Sasuke era sempre freddo con lui. Non lo diede a vedere, ma ne rimase dispiaciuto. Infondo, per lui era il suo migliore amico. Nessuno sembrò accorgersi del velo di tristezza che si era dipinto sul suo volto, apparte Neji. Il rifiuto e l' indifferenza da parte di qualcuno li conosceva bene, quindi poteva capire l' amico. Invece Shika rimase indifferente, era inteliggente -tra tutti loro il miglore- e sapeva quando tirava una brutta aria anche senza bisogno di parole. Sasuke non era mai stato molto socievole. Il motivo si spiegava facilmente. Anche se lui non l' avrebbe mai ammesso nemmeno a sè stesso, magari temeva di soffrire ancora legandosi a qualcuno. Tutti ormai l' avevano capito, tutti tranne Sasuke.
"Gaara non viene?" domandò Shikamaru per tentare di sciogliere il ghiaccio. Fu Neji a rispondergli, come sempre sapeva tutto di tutti.
"Ieri l' ho chiamato. A quanto pare oggi aveva un compito in classe, non poteva marinare. Ha detto di apettarlo nel quartiere di Shibuya alla tre, ci raggiungerà lì"
Sasuke emise un ghigno divertito. Sabaku no Gaara gli assomigliava un pò come carattere, anche se era più piccolo di due anni aveva imparato a rispettarlo durante il suo terzo anno. Un pivello di prima che aveva già la stoffa del teppista era da ammirare. Inoltre riscontrava successo tra le ragazze almeno quanto lui, con i suoi capelli rosso fuoco e gli occhi chiari. Peccato fosse anche uno studioso diligente, soltanto poche volte marinava per uscire con loro.
Lui e gli altri si fermarono. Il treno ancora non si scorgeva. Altro che puntualità.


Finalmente le lezioni erano terminate. Masse di alunni uscivano dall' edificio scolastico, chi in gruppi chi di per sè. Cinque ragazze camminavano l' una difianco all' altra, commentando la loro giornata.
"Hatake ha di nuovo fatto tardi, come pensavamo. Quando è entrato in aula era tutto trafelato, perciò potete dedurre come si è divertito prima di venire a insegnare" disse Ino ridendo, imitata dalle amiche. Tutte pregavano perchè la preside Tsunade-sama non beccasse i due piccioncini, era troppo divertente scherzare sulle loro imitazioni del giornalino del professore. Certo, metterle in pratica in una scuola era un pò scomodo, però quando ti viene voglia ti viene voglia. Tutti gli studenti si erano accorti della relazione tra l' Hatake e la Mitarashi ed era uno spasso parlarne a loro insaputa.
"Noi invece abbiamo assistito a una nuova lezione di Gai-san, stavolta ha tirato in ballo la teoria secondo la quale noi possediamo dei chacka e dobbiamo aprirli per espandere la nostra energia" disse Temari, suscitando altre risate.
"Naturalmente...ci ha detto che...che possiamo farlo solo con...la forza della giovinezza" aggiunse Hinata, un tantino a disagio a scherzare su dei loro insegnanti. Le altre aumentarono il tono delle risa. In ogni discorso quell' uomo c' infilava quella frase. Eppure così giovane non lo era, aveva quarantacinque anni. Secondo loro era già decrepito in confronto a Kakashi-san che ne aveva soltanto una trentina. Questo era il motivo della loro segreta rivalità.
"Suppongo che Lee si sia messo a piangere dalla commozzione" riuscì a dire Sakura asciugandosi le lacrime, formatasi per il troppo ridere.
"Bhè, più o meno era sul punto di farlo. Ha una vera adorazione per il nostro maestro di ginnastica, si è perfino tagliato i capelli come lui" ammise Ten Ten.
"E poi a quanto pare ha un' adorazione anche per te, dico bene?" le chiese Ino, guardandola maliziosa. Ten arossì leggermente.
"Ma che dici?! Non è affatto vero" disse. Aveva parlato spesso con lui, si poteva dire che erano quasi amici. Ma nulla di più. Lei non provava più di questo nei suoi confronti e anche per Lee era così. O almeno così credeva.
"Sarà" le rispose la biondina, con una nota interrogativa nella voce.
"Potremmo non parlare di uomini, per favore?" era stata Temari a parlare, voleva sviare l' argomento maschi dal discorso. Non le interessavano. Proprio come a Ino, però quest' ultima trovava piacevole parlarne se erano cose che non riguardavano lei. Al contrario Tem non ne voleva proprio sapere.
"Di questo passo non ti troverai mai un fidanzato" proclamò Ino, guardandola di sottecchi.
"Vuol dire che rimarrò zitella come te" la sfidò l' altra.
"Ah, ah, ah. Che spiritosa" però doveva ammettere che non aveva tutti i torti. Neanche a lei importava molto dell' altro sesso, visto che a suo parere gli uomini erano tutti delle femminucce. E anche se a volte c' erano delle eccezzioni -come in quelli per cui le sue amiche provavavno simpatia- era convinta che la stramaggioranza fosse da buttar via.
Sakura invece amava chiaccherare e spettegolare dei ragazzi, ora era difficile trovarli con la testa a posto ma non poteva evitare di continuare a sperare. Il suo atteso principe era da qualche parte. L' idea di rimanere single a vita, circondata da miriadi di gatti la terrorizzava. No, non sarebbe finita in questo modo.
Hinata abbassò lo sguardo. Al contrario delle sue compagne lei non riusciva nemmeno a pensare alla parola ragazzo. A parte il fatto che per via della sua timidezza era sicura non ne avrebbe mai trovato uno, bisognava considerare suo padre. Hiashi Hyuuga non avrebbe mai accettato qualcuno che non avesse un ceto sociale prestigioso.
"Guardate c' è Gaara. Ehi, fratellino!" esclamò Temari, salutando con la mano il rosso.
Le altre lo fissarono voltarsi verso di loro. Ten Ten non lo conosceva bene, ma non le sarebbe poi tanto dispiaciuto. Hinata pensava che se avesse avuto un fidanzato come lui sarebbe svenuta dall' imbarazzo. Ino nonostante il suo rifiuto nei confronti della maggioranza degli uomini, doveva ammettere che lui non rientrava in questa categoria. Sakura più volte si era ritrovata a pensare che fosse molto attraente, sarebbe stato un perfetto cavaliere per lei. Solo che non provava più di una forte amicizia per lui.
Gaara si fermò ad aspettarle, guardando un attimo l' orologio. Doveva sbrigarsi o avrebbe fatto tardi all' appuntamento. Le giovani lo raggiunsero, salutandolo. Lui fece un debole cenno del capo.
"Sempre serioso, eh?" scherzò la rosa. Gaara la guardò trattenendo un sorriso. Tra loro, Sakura era quella che gli stava più simpatica, forse perchè era l' unica capace di scherzare con lui dandogli anche confidenza. Escludendo sua sorella ovviamente. Tuttavia lui non si sbilanciava mai neanche con lei, la chiamava sempre Haruno e tentava di mantenere le dovute distanze. Se si fosse interessato a lei, l' avrebbe fatta stare male. Non era il tipo da storie stabili e solide.
"Senti, noi abbiamo deciso di andare in un bar a bere qualcosa. Ti va di venire?" gli domandò Sakura cortesemente. Sperava che accettasse, perchè nonostante non parlasse molto era piacevole la sua compagnia. Ino ridacchiò sotto i baffi. L' amica più di una volta aveva dimostrato che Gaara non le era così indifferente, se non fosse stata consapevole dell' ira di cui era capace l' avrebbe presa in giro dicendole che sembrava proprio essersi presa una cotta. Anche se questo le pareva impossibile.
"Mi spiace, devo incontrare dei miei amici a Shibuya" rispose mesto quello.
"Però è sulla strada, quindi tu ci farai da scorta" gli disse Temari. Far fare cose che non piacevano a Gaara era sempre una soddisfazione per lei. E poi sapeva che lui avrebbe accettato, non era così rimbambito da opporsi al suo volere.
"D' accordo, ma muoviamoci" disse rassegnato, iniziando ad incamminarsi. Le cinque lo seguirono ridacchiando. Per quanto potesse sembrare un duro, sottostava sempre agli ordini di Tem.



"Sono arrivato tardi" pensò il rosso. In questi casi sosteneva la teoria di Shikamaru Nara, secondo la quale le donne erano tutte delle seccature. A causa loro era stato rallentato, se non avessero perso tempo a confabulare sarebbe arrivato in orario. Si fermò nel centro della piazza, guardandosi intorno. Le ragazze erano dietro di lui. Potevano benissimo lasciarlo, ma erano curiose di sapere chi stava cercando. Ok, erano dei suoi amici ma c' erano volte in cui si usava questa scusa per mascherare l' incontro con una lei.no lì.
Poco distanti quattro ragazzi cercavano di scorgere l' amico, stranamente in ritardo.
"Eccolo là" disse Neji, vedendolo tra la folla.
"Ed è in compagnia di super sventole!" esclamò con stupore Naruto. Non che Gaara non fosse affascinante, ma non l' aveva mai visto insieme al gentil sesso. In più le tipe che erano con lui erano davvero belle, soprattutto quella dai lunghi capelli scuri. Aveva una bizzarra somiglianza con lo Hyuuga a dire il vero.
"Quella è mia cugina, dimenticavo che va nella stessa scuola di Gaara" ammise infatti.
"Quella con le quattro code è la sorellina di Gaara, invece" disse con uno sbadiglio Shika. Si ricordava di averla intravista un paio di volte con il rosso. Tutte quelle ragazze andavano nel loro vecchio istituto, a giudicare dalle divise. Dovevano essere all' ultimo anno.
"Strano che non le abbiamo mai incontrate, eppure vanno nella stessa scuola in cui andavamo noi" disse il biondo perplesso.
Sasuke se ne era rimasto zitto fino a quel momento ma colpito dall' ignoranza di Naruto si decise a parlare.
"Può darsi che le abbiamo già viste, ma essendo del secondo anno non le abbiamo considerate"
"Bhè, allora è il caso di rimediare" Naruto si diresse verso di loro.
Gli altri lo seguirono. Neji era curioso di conoscere le fantomatiche amiche della cugina, soprattutto una certa Ten Ten di cui gli aveva parlato spesso. Dalla sua descrizione era rimasto colpito. Il giovane Nara invece mormorò la sua solita parola famosa, per nulla contento di fare la conoscenza di quelle lì. Specie della sorella dell' amico, da come gli aveva parlato di lei una volta doveva davvero essere una grande scocciatura. Naruto era assai ansioso di conoscere le ragazze, sembravano tutte molto carine e socievoli.
Sasuke seguì gli amici con passo lento, le mani in tasca. Altre gallinelle da spennare. No, a prima vista non sembravano delle tipe facili e non gli andava di provarci con delle sue ex-compagne di liceo. Un pò perchè Neji e Gaara lo avrebbero ammazzato, un pò perchè la mora non lo ispirava granchè. Al contrario Ino e Sakura parevano suscitargli un celato interesse.








 












Primo capitolo concluso. Che ve ne pare? Spero di non aver deluso le vostre aspettative. Nel prox si incontreranno i nostri protagonisti, cosa accadrà? L' incontro sarà gradito a tutti? Non vi resta che aspettare il continuo per scoprirlo!
Per le recensioni ringrazio:

Mat Darkwind: grazie per il tuo commento, spero continuerai a seguirmi. No, purtroppo non ho msn. Forse il mio è l' unico computer sulla terra a non averlo!

Tsuyuko: ti ringrazio del complimento, sono contenta che la storia ti intrighi anche se il SasuIno e il SasuSaku non ti piacciono particolarmente. Dopo questo cap che mi dici?

KuRoNeKoChAn: felice che tu abbia trovato interessante il prologo. Peccato, io le yaoi non riesco proprio a digerirle ma spero che non me ne vorrai. Mi fa piacere che la descrizione di Ino ti sia piaciuta.

Yunie The Black Angel: grazie del complimento e grazie anche per aver detto che mi seguirai anche se Sasuke dovesse scegliere Ino, già m' immagino quanti vorrebbero linciarmi se una cosa così accaddesse!

kya chan: sono contenta che l' inizio ti sia piaciuto, mi raccomando non abbandonarmi.

Mimi18: la mia autrice preferita di SasuIno mi ha commentata, che gioia! Sì, forse Ino è leggermente OCC ma mi serviva darle un carattere opposto a quello di Sakura, quindi l' ho resa in questo modo. Spero ti sia piaciuto questo cap. Hai poi ricevuto la mia mail? Lì ti avevo scritto una cosa...bhè, se la leggi capirai di che si tratta. E' super top secret, mi fido del tuo silenzio!

Per i preferiti ringrazio: kya chan, Yunie The Black Angel e Mat Darkwind. Grazie anche a chi ha solo letto e leggerà, un vostro commentino ino ino però non mi dispiacerebbe.
SMACK a tutti voi!

  
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