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Autore: Give_me_only_kiss    10/09/2013    5 recensioni
Lui non era niente. Era nero. Questo pensava un piccolo Scorpius di appena undici anni, fissando le gocce di pioggia che bagnavano il vetro della finestra di camera sua. Si alzò sbuffando e si mise davanti allo specchio, scompigliandosi i capelli con la mano destra.
Tutto quello che vide fu la luce più assoluta: capelli biondi, quasi bianchi, da angelo e carnagione lattea, labbra sottili e lineamenti taglienti, occhi azzurro lucente eppure slavato, con picchiettature grigie.
Assomigliava ad un angelo.
Scorpius ghignò, ricordandosi un detto che aveva letto in un libro babbano.
L’apparenza inganna.
Perché per quanto Scorpius fosse bello fuori, dentro era marcio. Nero.
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Draco Malfoy, Hermione Granger, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ringrazio Alice, che corregge le mie sviste.

Capitolo 22

La fine di un inizio

Luis. Non era possibile. Eppure era lui, ne era più che sicura. Quello sguardo sicuro e pieno di sé, così diverso eppure così simile a quello di Albus, quel modo di muoversi fluido ed elegante…

E le lame. Quelle lame che all’inizio aveva temuto, poi sfidato e infine ammirato. Le lame nere che in questo momento stavano mandando al tappeto due Demoni, con difficoltà, ma sempre con quell’eleganza che lo contraddistingueva e che lei aveva imparato ad amare.

Sorrise e corse ad aiutarlo, mettendosi schiena a schiena con lui ed evocando le sue sfere verde intenso. Diede il colpo di grazia a un Demone ormai esanime, immerso in una pozza di sangue nero, che ancora fuoriusciva dalla ferita inferta da Luis.

-Bel colpo, Diana – commentò Luis, dando un calcio in bocca all’altro Demone ed evitando per un soffio la fiammata che gli sparò il secondo Demone, più tosto del primo. Diana alzò gli occhi al cielo e lanciò un’altra sfera che il Demone schivò, ma dentro di sé sentì un enorme calore crescerle nel petto. Era tornato. Il suo Luis era tornato. Ed ora era lì, dietro di lei, a combattere al suo fianco come aveva sempre fatto.

Una nuova forza proveniente da quella consapevolezza la riempì. Evocò un’enorme sfera di magia e colpì in pieno volto il Demone, uccidendolo sul colpo.

Nonostante fossero rimasti solo in quattro, i Demoni stavano cercando di completare il rito, aumentando sempre di più il ritmo della cantilena. Scorpius era immobile, sembrava non riuscire a muoversi, completamente in balia della vista orribile che aveva sotto gli occhi.

-Scorpius, reagisci! – gli gridò l’Angelo anziano, colpendo il Demone più prossimo a lei e che le dava le spalle – salvala, accidenti! Vai fuori di qui!

Scorpius sembrò destarsi da un brutto incubo. Gli occhi grigio-azzurro si illuminarono di un’ira incontenibile alla vista della sua Rose in quelle condizioni ed esplose. Letteralmente.

Dal suo corpo si sprigionò una luce azzurra e intensa. Gli ultimi Demoni vicino a lui ne vennero travolti.              Diana e Luis stessi rimasero immobili davanti a quell’esplosione di energia pura. Diana avvertì in quella magia azzurra come il cielo rabbia, dolore… e amore.

Stranamente, nell’ esplosione dell’An di Scorpius c’era anche amore. L’amore che lo legava a Rose, intuì. Quell’amore così forte da far rivivere un animo morto, da far tornare a vivere quel ragazzo che aveva perso tutte le speranze. Diana non capiva cosa avesse di speciale quella ragazza dai capelli rossi.

Era bella. Modestamente. Simpatica, dolce. Ma la sua magia era debole, nulla di speciale. Ma Scorpius si era aggrappato a lei come se fosse la sua unica salvezza, e Rose l’aveva fatto innamorare, facendolo vivere ancora, ricambiandolo con lo stesso amore.

In quell’esplosione di energia che disintegrò i Demoni Diana capì che la sua magia non valeva nulla, per quanto fosse potente. Perché per quanto si esercitasse, potenziasse, non avrebbe mai potuto eguagliare Scorpius.

Dalla morte di Luis e Seira, lei viveva senza amore. Aveva trovato degli amici, ma non li amava. Erano importanti. Invece Scorpius da animo morto, aveva imparato ad amare e aveva trovato dentro di sé quella forza, sprigionandola per salvare chi amava.

Diana si guardò le mani incredula, quando tutto finì, e si sentì inutile.

Ce l’avevano fatta. Scorpius teneva la mano di Rose, piangendo, e le curava la ferita con la magia. Tra un singhiozzo e l’altro, le sussurrava  parole dolci e amorevoli. Forse aveva finalmente capito che quello che lo legava a Rose era un sentimento molto più forte dell’amicizia.

Diana invece era al punto di partenza. C’era Luis accanto a lei, che la rassicurava. Ma Luis era ormai morto, e il suo amore per lui se n’era andato da tempo.

Senza volerlo, Diana immaginò accanto a sé l’unico che a prima vista l’aveva amata abbastanza da farla sentire ancora viva. Immaginò un profilo da bambino e occhi verde smeraldo, sotto una folta zazzera nera.

“Albus, dove sei?”

 

-Dov’è il mio bambino? – chiese all’improvviso Ginny. Scorpius era tornato all’accampamento con in braccio Rose, che era subito stata affidata alle cure dei Medimaghi, e con al seguito Diana e Albus. O Luis? Ancora non aveva capito cosa era successo all’amico di sempre.

Li avevano festeggiati, urlando il loro nome. Ma Ginny, da brava madre, aveva capito subito che quello non era suo figlio e che qualcosa non andava.

Era calato il silenzio, mentre Albus\Luis spiegava:

-Ecco… ho fatto una sciocchezza, e mi dispiace, signora Potter. Il mio nome è Luis Valdez, ero il Venerabile di Diana prima di morire, rapito dai Demoni. Deve sapere che non appena morto, i poteri e la saggezza di Simon, il primo Venerabile, scivolarono fuori dal mio corpo, in cerca di un nuovo Venerabile. Ma io sono cocciuto, non volevo morire, non del tutto, così trasferii anche tutto il mio spirito insieme a quello di Simon. Purtroppo i Demoni riuscirono a intrappolarne un po’ in quest’anello, così da usare la mia magia per i loro loschi scopi. L’altra metà del mio spirito viveva in Albus. Sicuramente avrete notato la nostra inquietante somiglianza fisica.

Molti nella stanza annuirono. Ginny aveva le lacrime agli occhi, come prevedendo una brutta notizia, e si strinse al marito, mentre Lily abbracciava James in preda ai singhiozzi.

Scorpius sgranò gli occhi, riconoscendo la scena della sua visione. Si avvicinò a suo padre e a Hermione. La donna gli sorrise dolcemente ma piangendo, e Scorpius l’abbracciò forte. Suo padre si unì all’abbraccio e Scorpius si sentì finalmente parte di una famiglia. Mancava solo una cosa.

Rose.

-Purtroppo, quando ho visto Albus, da dentro l’anello, non sono riuscito a resistere alla tentazione di riunire il mio spirito, dovevo fare ancora una cosa prima di andarmene per sempre, perciò non appena Albus si è infilato l’anello, ho riunito il mio spirito prendendo possesso del suo corpo. Lui ora è nel mio, con lo spirito intrappolato nell’anello gemello a questo, che io portavo sempre – alzò il dito e mostrò l’anello con il giglio.

Lily chiese, tra i singhiozzi e staccandosi un attimo dal petto del fratello maggiore:

-Ma allora come facciamo a riavere il nostro Albus? – Luis sospirò e indicò Diana.

-È nella mia tomba, che i Demoni hanno nascosto nei monti qui vicino, protetta da una barriera formata dal sentimento più forte che questi ultimi possono provare: dolore. Perciò solo chi prova la forma più pura dell’opposto di questo sentimento può salvarlo. Sto parlando di Diana, che è innamorata di tuo fratello.           

Diana rimase sconvolta da quelle parole. Guardò Luis e lui le sorrise amaramente.

-Vieni con me, parliamone – e la condusse fuori, mentre Lily riprendeva a piangere. Scorpius riuscì solo a dire:

-Vado da Rose – prima che le lacrime iniziassero a scorrere, per la paura di perdere il suo primo e unico vero amico.

 

-Sei qui – disse Diana con un sussurro, quando lei e Luis furono fuori. Erano seduti in una piccola radura poco distante l’accampamento. Lui si era accomodato elegantemente sul prato, cogliendo una piccola viola e rigirandosela tra le mani, completamente rilassato.

Diana invece non sapeva cosa decidere tra mangiarsi le unghie o strapparsi i capelli. Era talmente confusa.

Amava Albus? Bè, era stato gentile con lei. Era sveglio e astuto, e aveva quell’aria da bambino innocente e angelico. E poi c’erano quegli occhi insieme chiari e scuri, che sembravano poter contenere tutto l’universo…

Ma c’era Luis. Luis che le aveva insegnato tutto, che le aveva fatto scoprire l’amore. Il suo amore per lui c’era ancora, o era morto con lui tempo fa, sostituito dalla bramosia di vendetta?

-Non angosciarti, mia chica – la rassicurò Luis e Diana sorrise quando udì il dolce nomignolo che le aveva affibbiato nella sua lingua natale, lo spagnolo.

-Tu sai già, ciò che provi. Devi riconnettere di nuovo il tuo cervello al tuo cuore.  Hai pensato troppo tempo immersa nei tuoi pensieri, non preoccupandoti di ciò che diceva la tua anima. Vivi, e non preoccuparti per me. Verrò con te, per indicarti la strada fino alla grotta. Quando libererai Albus, io dovrò essere lì, e tornerò nel mio corpo felice, perché saprò che tu finalmente ti godi la vita.

Diana sorrise e annuì. Lo abbracciò. Senti un grande calore riempirle il cuore, segno di grande affetto. Voleva bene a Luis, certo. Ma amava Albus. E l’avrebbe ritrovato.

 

Scorpius strinse forte la mano di Rose, ancora incosciente nel letto bianco nella tenda dell’infermeria. Ammirò ancora una volta quel piccolo angelo dai capelli rossi come l’inferno.

Aveva capito di amarla. Non sapeva come, ma quando finalmente aveva realizzato che la sua Rose era in fin di vita, dentro di sé si era fatto finalmente tutto chiaro.

Se Rose moriva, lui sarebbe morto con lei. Perché era la sua più cara amica, la sorella che aveva sempre voluto, ma soprattutto, era la donna che amava.

Amava quel sorriso pazzerello che delle volte lo irritava, perché lui non sarebbe mai riuscito a essere così spensierato. Amava quel broncio che assumeva quando la faceva arrabbiare. Amava il suo modo elegante eppure naturale di muoversi, come se fosse una fata che cammina sulle nuvole.

All’improvviso sentì un gemito provenire da quelle labbra perfette. Sgranò gli occhi, ma non si azzardò a spostare la mano. Rose aprì gli occhi, rivelando al cielo il nascondiglio di due suoi frammenti.

Si mise a sedere a fatica, tra smorfie di dolore, tenendosi l’addome, ma quando vide il biondino che le stringeva la mano i suoi occhi si illuminarono e le sue guance si tinsero teneramente di un dolce rossore.

-Rose! Stai bene? – chiese preoccupato Scorpius. Rose sorrise e annuì.

-Tralasciando questa piccola ferita… - e indicò sorridendo forzatamente la ferita alla pancia bendata – scusa – Scorpius aggrottò la fronte di fronte alle scuse della rossa Weasley.

-Perché ti scusi? – Rose abbassò lo sguardo, come se tutt’ad un tratto le coperte fossero diventate molto interessanti.

-Mi sono lasciata rapire come una sciocca e voi avete rischiato la vita per un mio errore – spiegò ingenuamente Rose. Scorpius alzò gli occhi al cielo, stupito dall’immensa innocenza di quella ragazza. Ma amava anche quel lato terribilmente Grifondoro di lei.

-Rose, ficcatelo bene in testa perché non te lo ripeterò, tu non sei stata sciocca. Poteva capitare a tutti. E inoltre, io arriverei anche ai limiti della Terra per salvarti – non appena Scorpius si rese conto della cosa terribilmente melensa che aveva detto, si morse la lingua.

Poi la passò sui denti, come a controllare che fosse ancora biforcuta. Metaforicamente. Chissà cosa avrebbe detto Albus se lo avesse sentito parlare così. Probabilmente lo avrebbe preso in giro a vita.

Già, Albus. Si augurò che Diana riuscisse a ritrovarlo, perché senza di lui gli mancava un pezzo.

Scorpius ci mise un attimo a realizzare che tra lui e Rose era caduto un silenzio abbastanza imbarazzante.  Abbassò lo sguardo. Voleva dirle che l’amava, che aveva bisogno di lei come dell’ossigeno, ma non ci riusciva. Non era mai stato bravo a esprimere i suoi sentimenti, tranne il dolore e l’indifferenza verso il resto del mondo.

“Fai ciò che ti riesce meglio, piccolo mio” la voce di sua madre, più concreta e presente delle altre volte, gli suggerì nella mente “segui l’istinto”. E lo fece.

Si avvicinò sempre di più a Rose e le sussurrò all’orecchio, mettendo la mano libera vicino al suo fianco, per non pesarle addosso:

-Sei la mia salvezza, Rose Weasley – detto questo, la baciò delicatamente sulle labbra. Non fu nulla di più che un bacio a fior di labbra, che esprimeva tutto l’amore che i due provavano.

Il ciondolo al collo di Rose scintillò. Perché Scorpius aveva finalmente donato l’anima a quella piccola rossa pestifera. Altro che un piccolo frammento.

Rose era di Scorpius. E Scorpius era di Rose. Si sarebbero appartenuti per l’eternità.

 

Intanto due adulti, abbracciati, spiavano la scena sorridendo, dall’entrata della tenda dell’infermeria.

-Oh santo Salazar, mio figlio, un Malfoy, con una Weasley… - mormorò, scherzando, Draco. Hermione rise ma si divincolò e mise su un finto broncio.  

-Ah, è così? E tu, che stai con una Granger, eh? Cosa direbbero i tuoi avi?

-Non me ne frega niente. Io ti amo, Granger, mettitelo bene in testa – disse Draco, riavvolgendola in un caldo abbraccio e baciandola sulla fronte. Hermione sorrise, felice come una bimba.

-Senti… - iniziò Draco, abbassando lo sguardo e frugando nervosamente nella tasca – nella mia famiglia c’è una stupida legge che dice che quando un Malfoy si sposa con una Purosangue, resta con lei fino al momento della morte (la sua, non quella della moglie). Perciò agli occhi della legge Malfoy, io sono ancora sposato, anche se Astoria non è più tra noi. Quindi, io mi chiedevo…

-Draco Malfoy, mi stai per caso chiedendo di sposarti? – lo interruppe Hermione emozionata.

- Non ufficialmente, però, se vorresti diventare la mia compagna, ne sarei felice – detto questo, tirò fuori una scatoletta rivestita di velluto blu e la aprì, rivelando un piccolo anello con uno zaffiro (la pietra preferita di Hermione) – e poi, se non ci sposeremo, non ci saranno intralci per Scorpius e Rose. Quindi…

-Preparo le valige e sono subito a casa tua. E la biblioteca da oggi è ufficialmente mio territorio! – esordì Hermione, infilandosi l’anello al dito e baciandolo dolcemente sulle labbra.

La guerra era finita, ma per tutti loro era solo l’inizio.

The end

Allora, è vero. È finita. Scriverò un minuscolo epilogo e poi finirà tutto. Amo questa storia e l’amerò sempre, è stato il mio primo vero lavoro fantasy. Insomma, magari un giorno potrei usare le stesse idee per scrivere un libro, no? Magari. Perciò se vedrete il nome Giulia Serafini su un libro, beh, sappiate che ci sono riuscita, ho realizzato il mio sogno. Ho iniziato a scrivere su questo sito perché volevo vedere se il mio modo di scrivere piaceva, e insomma, 134 persone mi hanno seguita fino a qui! 134! Oddio, mi sto commuovendo. Grazie a tutti voi che mi avete sostenuto fino a ora. Tornerò tra poco con una Drarry, spero di ritrovare tutti voi:

1 - 3ragon
2 - AbcdefG97
3 - addictedtoskins15
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129 - _Elly
130 - _Niklas_
131 - _RedRose_
132 - _steffi_yolo
133 - _wr1ter_
134 - __cannonball

 

Grazie ancora, davvero, sto piangendo. Vi adoro. Un bacio a tutti,

Nihal

(me lo lasciate un ultimo commentino? Anche negativo J )

  
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