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Autore: hellosunshjne    11/09/2013    1 recensioni
Honey un nome completamente contradditorio per la persona che lo portava.
Honey si era posta degli obiettivi.
Honey aveva incentrato la sua vita in quella della sua creatura.
Honey non sapeva cosa volesse dire la parola amare, o meglio aveva preferito rimuoverlo.
Honey non era più Honey dopo aver incrociato i suoi occhi con quelli della persona che gli avrebbe stravolto la vita, senza chiederle il permesso.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella mattina, come tutte le altre 10 precedenti, avevo aperto gli occhi sperando di trovarmi Harry al mio fianco.
Anche quella mattina, come tutte le altre 10 precedenti, la speranza si era spenta quando allungando il braccio trovavo solo il freddo comodino il legno.
Mi misi a sedere a letto, sarebbe stata una giornata impegnativa dato che dovevo preparare ancora le ultime cose per la festa che si sarebbe tenuta l’indomani.
Beck era eccitatissima, tutti i suoi amichetti avevano confermato l’invito e lei non aspettava altro che indossare il suo vestitino color pesca.
Scivolai dal letto e raggiunsi la cucina, dove trovai mia madre a battere le dita sulla tastiera del suo laptop.
«Allora, come sta venendo questo libro?» chiesi aspettando il cappuccino dal microonde.
«Spero bene, la settimana prossima devo consegnare i primi capitoli.» mi spiegò togliendosi gli occhiali e appoggiandoli sul tavolo di vetro.
«Non vedo l’ora di leggerlo!»
Tornai in cameretta e lessi il messaggio di Litz che mi avvisava che sarebbe venuta a prendermi tra un’ora. Mi avvicinai alla culla di Beck, dormiva così bene che mi faceva male svegliarla.
Chiesi a mia madre se poteva tenerla lei per la mattinata, dopo la sua risposta affermativa mi feci una doccia veloce e mi vestii velocemente. Controllai sulla lista le ultime cosa da fare per la lista e afferrai il telefono. Andai nella lista dei fuso orari e controllai che ora fosse a Los Angeles.
Harry dormiva.
Grazie alla festa mi ero tenuta molto impegnata e avevo passato quasi tutte le giornate con Litz. Di tanto in tanto c’era qualcuno che mi osservava come se stesse cercando di capire dove mi avesse visto, chi invece mi fermava e mi chiedeva se ero la ragazza di Harry Styles e chi semplicemente giocava con Beck.
Non mi ero ancora abituata a quelle attenzioni, soprattutto quando leggevo o sentivo dei commenti cattivi.
Quella mattina ci fu un episodio piuttosto.. strano, diverso, particolare.
Io e Litz eravamo appena uscite dalla pasticceria più ambita dei dintorni. Avevamo deciso di farle una torta più particolare e la mia migliore amica aveva insisto per regalarcela lei.
«Scusa.. sei Honey?» mi chiese una ragazza, sui sedici anni più o meno, accompagnata da un’altra ragazza e un ragazzo.
Annuii e aspettai che continuasse. Lei mi guardò con un’aria triste ma allo stesso tempo rincuorata. Non seppi decifrare la sua espressione.
«Posso parlarti due minuti, da sola?» mi chiese torturandosi le mani. Pensai a mia sorella ed annui, spostandomi di pochi metri dagli altri.
«Come ti chiami?»
«Georgia»
«Dimmi tutto, Georgia»
Lei alzò lo sguardo verso di me con gli occhi lucidi. «Promettimi che non lo lascerai, promettimi che non lo farai soffrire. Promettimi che lo amerai come lo amo io, promettimi che lo comprenderai. Promettimi che non lo porterai via da noi, via da me. Promettimi che non ci sbatterai in faccia che stai con il ragazzo più perfetto a questo mondo. Perché lui, si, lui è perfetto. Ha innumerevoli pregi, è umile, è generoso, è sensibile, è simpatico, è divertente e credo sia anche romantico. Questi sono solo i pregi più stupidi che lui possiede, perché lui è così. Ha anche i suoi difetti, è sempre in giro, per far capire una cosa ci gira intorno per tantissimo tempo. –prese un respiro e poi mi guardò fisso negli occhi.- devi promettermelo.»
Rimasi di stucco, seguii ogni parola del suo discorso e rimasi shockata. Sembrava conoscerlo così bene eppure era una fan. Mi stava chiedendo di prometterle delle cose per me ovvie. ‘Come lo amo io’ aveva detto.
«I-io… perché mi hai detto tutte queste cose?» le chiesi dolcemente.
«Perché ho bisogno di sapere che posso fidarmi. Lo so, la relazione è la vostra ma non puoi capire quanto faccia male vedervi insieme, felici! Io sono felice quando sorride, ma sapere che il suo miglior sorriso lo sfoggia quando guarda la tua bambina o te fa male.»
Sorrisi e scossi la testa, mettendole una mano sulla spalla. «Harry ama le sue fan, ok? Tu non puoi neanche capire quanto. Siete importantissimi per tutti e cinque. Harry me ne parla e lo vedo com’è fiero di tutto questo. Io non sono nessuno per portare Harry lontano da voi e neanche voglio farlo. Se ho deciso di stargli accanto in questo modo non vedo perché dovrei cambiare le carte in tavola. Non faccio promesse, perché è una cosa a cui non credo. Ma ti chiedo di fidarmi di me, anche per Harry.»
«Mi sento così in imbarazzo.. Ti ho aggredita in mezzo alla strada come una psicopatica.»
«Non sei una psicopatica, ok? Sei semplicemente presa. E lo capisco, ci sta tutto. Ti chiedo solo di non odiarmi perché non faccio nulla per poter farmi odiare. E’ frustrante leggere tutti quegli insulti nonostante io non abbia fatto nulla. –le sorrisi- Georgia, sei una bella ragazza, sei in gamba. Presto troverai il ragazzo che ti farà battere il cuore come Harry fa battere il mio. E ti auguro il meglio, davvero. I ragazzi ci saranno sempre per te, con le loro canzoni loro faranno sempre parte di te.»
L’abbracciai nello stesso istante in cui scese una lacrima dal suo occhio sinistro. Non la conoscevo, ma la dolcezza con cui mi aveva parlato.. sembrava di ascoltare mia sorella, ma lei era più.. più matura.
Ormai erano state spuntate tutte le cose scritte nella lista e mi sentivo più tranquilla. Avevamo anche pranzo al Burger King ma non riuscivo a levarmi dalla testa le parole di quella ragazza.
Mentre Litz mi spiegava dei suoi programmi per l’inverno, controllai il telefono, di Harry ancora nulla. Provai a chiamarlo ma il telefono risultava spento.
«Credo che farò i capelli blu!»
Perché aveva il telefono spento? Lui non lo spegneva mai.
«Honey, mi ascolti?» mi chiese allungandosi verso di me.
«Cosa? Oddio scusa, stavi dicendo che volevi farti i capel..Come vuoi farteli?» urlai alla fine, notando solo dopo l’espressione divertita di Litz.
«Volevo solo vedere se mi ascoltavi. Pensi ancora a quella Georgia?»
«In realtà penso a lei, al fatto che Harry abbia il telefono spento, domani verrà Gemma a casa, devo mandare avanti una festa. Tu hai pianificato il tuo inverno e io non so neanche cosa farò quest’estate!» mi lasciai andare sulla sedia del locale.
Elisabeth mi guardò con un’espressione intenerita. «Harry sarà a qualche riunione o avrà il telefono scarico. Da quanto ho capito Gemma è una ragazza alla mano, come il fratello e non ci saranno problemi. Per la festa ci sarò anche io e poi per i due precedenti anni non mi sembra che ci siano stati problemi tralasciando tua Zia Terry che iniziò il karaoke. La tua estate sarà in America con Harry e.. Tom.»
«Che c’entra Tom?» le chiesi. Seguii il suo sguardo e capii a cosa si riferiva. «Andiamo via, non voglio che mi veda.»

Erano le nove di sera e Beck stava pettinando i miei capelli. Sentii il mio telefono suonare e mi affrettai a rispondere.
«Nina.»
«Addio Tom!»
«Sono fuori casa tua, esci.» disse con calma.
Avvisai mia mamma, lei voleva chiamare la polizia ma per fortuna la calmai. Le dissi di tenere d’occhio Beck e di non perderla mai di vista.
Uscii fuori e mi trovai davanti quel verme. Avevo voglia di picchiarlo, avrei sfogato tutta la mia rabbia.
«Come sei bella..» mi salutò.
«La prossima volta che ti avvicini alla mia casa chiamo la polizia.»
«Sono venuto in pace Honey, me ne vado.» disse tenendo lo sguardo basso per poi rialzarlo.
«Non ci credo.»
«Qualcuno ha avvisato i miei, sono nei guai. Devo andarmene.. volevo darle questo.» disse allungandomi un pacco regalo. Lo afferrai e lo guardai di nuovo.
«Falle gli auguri, ok?» disse allontanandosi.
«Tom! -lo richiamai.- Come facevi a sapere del suo compleanno?»
Lui mi sorrise, il potere che avevano i genitori su di lui era assurdo ma, c’era dell’altro, me lo sentivo.
Ci girammo entrambi verso il rumore del motore di una macchina, una Range Rover. Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata e pensai di sentirmi male quando vidi scendere Harry da quella macchina.
Guardò truce Tom e poi me. «Ho interrotto qualcosa?»
«Andavo via. Ciao Honey» salutò Tom, scomparendo dietro a degli alberi.
Guardai Harry e corsi verso di lui, non potevo crederci.
«Che diavolo ci faceva fuori casa tua?! Da soli?!» urlò.

Scuuuuuuuusate! Sono pessima lo so ahahah il capitolo è orrendo ma se non pubblicavo ora non pubblicavo più!
Giuro che il prossimo sarà migliore!
Non so con quanta regolarità aggiornerò perchè devo iniziare l'università da lunedì! 
Se volete farmi qualche domanda sono qui: http://ask.fm/IlariaDiNardo817

Grazie per chi mi segue e chi recensirà! 
Love you <3

ps: ovviamente non potevo non pubblicare il capitolo oggi dato che è il compleanno della piccola Lux! Tanti auguri bambina più fortunata di questo mondo! <3
  
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