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Autore: OneSoul    11/09/2013    1 recensioni
Tratto dal prologo:
-Martin, almeno, prometti che mi chiamerai- Liam era in lacrime, non riuscivo più a guardarlo negli occhi.
-Ti chiamo quando posso, ciao mi mancherai tantissimo- dopo queste parole mi voltai e andai verso l'imbarco, senza più voltarmi indietro.
Ormai quella non era più la mia vita, adesso dovevo ricominciare a vivere anche se tutto quello che mi rendeva felice lo stavo lasciando alle mie spalle.
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Questa è la storia di Martin una ragazza che si trasferisce in un altro paese perché il fidanzato l'ha tradita e arrivata li scopre di essere incinta. Un giorno, dopo quattro anni lo rincontra e questa volta per schiarirsi le idee decide di tornare a casa, all'inizio con l'intenzione di farsi una vacanza ma dopo prolungherà il suo soggiorno a causa del fatto che il figlio vuole conoscere il suo papà.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NIENTE, LASCIA STARE

 

La porta si aprì lentamente, Jawaad si era accomodato sulle mie gambe ed entrambi avevamo voltato lo sguardo verso Zayn e Louis che stavano per entrare. Appena Zayn posò i sui occhi su di me fece una strana smorfia, non riuscivo a decifrare il significato del suo viso. Per la prima volta da quando lo conoscevo, Zayn Malik era diventato un enigma per me. Ma d'altronde era da un mese a questa parte che non lo riuscivo a capire. C’era assolutamente qualcosa sotto, il suo sguardo un momento sembrava triste mentre il momento dopo sembrava uno sguardo di odio puro nei miei confronti. Alla fine decise di avvicinarsi a me e proprio in quel momento la paura invase il mio corpo, che poi paura di cosa? Di sicuro non mi avrebbe fatto del male…ma forse avevo più paura delle sue parole piuttosto che dei sui gesti; e poi si dice che la lingua non ha ossa ma spezza le ossa, lui con le sue parole mi avrebbe potuto anche uccidere.

-Che ci fai qui?- mi chiese prendendo in braccio Jawaad ma senza degnarmi di uno sguardo. Vedi tutti uscire dalla stanza, preferivano lasciarci soli. Non volevo però far sentire le nostre litigate a Jawaad, infatti prima che Louis uscisse gli mimai con le labbra “portalo con te”, lui tornò indietro e dopo che Zayn diede un bacio sulla fronte a suo figlio, lo prese e lo portò via.

-Sono qui perché mio figlio sta male- gli risposi calcando maggiormente l’aggettivo Mio.

-Vedi che so badare a Jawaad, sono suo padre non c’era bisogno che venivi fino a qui.

-Ah certo, sai che sei padre solo da qualche mese e già vuoi il riconoscimento come genitore dell’anno? Ma non farmi ridere- dissi facendo una risata sarcastica.

-Oh scusa vero, il riconoscimento lo devono dare a te- rispose lui alzando un sopracciglio, poi continuò dicendo- si a te che te ne vai in discoteca a flirtare con i ragazzi.

-Che cosa? Ma che stai dicendo?

-Martin non fare la finta tonta, dove eri ieri sera?- dopo le sue parole feci mente locale e mi ricordai della serata precedente, quando avevo conosciuto Sandro.

-Che fai adesso mi fai pure pedinare?- chiesi super arrabbiata.

-No, solo che delle nostre fan ti hanno riconosciuto, c’è su internet una foto dove si vede che sei con un ragazzo, e lui ti spoglia con gli occhi- rispose lui serrando la mascella e chiudendo le mani a pugni, sembrava anche più arrabbiato di me.

Non avevo mai dato peso alle fan, a dire la verità non mi avevano mai fermato per strada e non sapevo neanche cosa pensassero di me perché comunque non avevo ne Facebook ne Twitter, inoltre non amavo neanche molto i giornali scandalistici. Chissà se c’era finita almeno una volta una mia foto li, oppure avevano fatto qualche articolo dove mi nominavano… Mentre pensavo a tutto questo, non mi accorsi che Zayn per la prima volta dopo tanto mi guardava con uno sguardo rilassato, quasi dolce. Ma quando si accorse che lo stavo fissando abbasso lo sguardo che subito dopo tornò rude.

-Sono solo uscita con Viola e Leo, non ho fatto niente di male.

-Niente di male? Ma se stavi parlando con quel ragazzo? Non puoi uscire con il primo che capita.

-Zayn, adesso è un reato parlare con le persone? Ma che stai dicendo, prima mi tratti male e ti porti via mio figlio e poi vuoi comandare sulla mia vita, non ti capisco proprio- gli risposi voltandomi per dirigermi verso la cucina. Non avevo più voglia di parlare con lui. Contemporaneamente però Zayn prese il mio polso e mi avvicinò a se; era da tanto tempo che non mi trovavo così vicino al suo viso e il mio cuore stava già scalpitando dentro al mio petto.

-No, sei tu che non capisci Martin.

-E sentiamo…Cosa dovrei capire?

-Niente, lascia stare- mi disse lasciandomi il polso e allontanandosi. Adesso era lui che se ne stava andando, lo vidi prendere la giacca che in precedenza aveva adagiato sul divano e poi con la coda dell’occhio lo vidi dirigersi verso la porta di ingresso. Riuscì a sentire solo il forte rumore della porta che sbatteva, avevo subito abbassato lo sguardo quando se n’era andato e quella botta mi fece sussultare. Immediatamente incominciai a piangere, tutte le lacrime, che avevo trattenuto mentre Zayn era davanti a me, scendevano in quel momento velocemente lungo le mie guancie rosse a causa della rabbia ma principalmente a causa della sua vicinanza.

-Martin, ti senti bene?- mi chiese Liam mentre mi accarezzava le spalle.

-Scusate ma credo proprio che devo andare.

-No, mamma resta- disse Jawaad, precipitandosi subito dopo tra le mie braccia.

-Amore, devo tornare a casa ma tu puoi restare, non voglio litigare ancora con tuo papà.

-Va bene, ti voglio bene mamy- risposi semplicemente “anch’io” e lo strinsi ancora più forte.

Tutti mi chiesero di restare almeno per la notte, ma sapevo che non sarei riuscita a stare con il pensiero che lui eri li a pochi passi da me. Quindi decisi di prendere il primo volo disponibile. Nel giro di neanche una giornata ero andata e subito dopo tornata, se questa sarebbe stata la mia vita speravo vivamente che qualcosa sarebbe cambiata, non volevo vedere mio figlio solo per poche ore per poi scappare letteralmente via.

 

IL GIORNO DOPO

-Allora cosa è successo?- chiese Viola, mentre beveva il suo caffè. Avevamo deciso di fare colazione al bar prima di andare a lavoro.

-Abbiamo litigato di nuovo, è troppo strano non sembra più neanche lui.

-Ma adesso come ti senti?- le risposi che non ne avevo voglia di parlare e continuammo a bere il nostro caffè, eravamo anche un  po’ in ritardo infatti appena finimmo ci precipitammo alla radio.

Arrivate li subito Marco ci informò sul lavoro che dovevamo fare, io e Viola ci separammo avevamo incarichi differenti da svolgere. Dovevo aspettare una nuova band, dovevo sentire come cantavano e poi avrei dovuto decidere se inserirli nella scaletta, del concerto che stava organizzando la radio per cui lavoravo, oppure mandarli via. Stavo aspettando già da un po’, mi ero seduta nei divanetti all’entrata dell’edificio, mi stavo incominciando ad arrabbiare odiavo aspettare.

-Salve, siamo qui per fare un provino- alzai la testa dalla rivista che stavo leggendo e mi ritrovai davanti un ragazzo moro e alto, aveva anche una chitarra sulle spalle.

-Siete un po’ in ritardo- gli risposi guardando l’orologio che portavo sul mio polso sinistro.

-Ci scusi tanto, siamo ancora in tempo?

-Si, non vi preoccupate- guardai anche gli altri ragazzi della band che si stavano avvicinando e subito mi accorsi di conoscerne uno- Sandro, che ci fai qui?- Si era proprio lui, non pensavo avesse una band- Sei un musicista?- continuai a chiedergli.

-Ciao Martin, questa è la mia band io sono il cantante, ma non so suonare- mi rispose grattandosi la nuca, sembrava un po’ imbarazzato. Che coincidenza , anche lui era un cantante che strana cosa. Mi ritrovai a sorridere senza un motivo ben preciso.

-Va tutto bene?

-Benissimo, scusa ma non sapevo cantassi- risposi a Sandro, subito dopo mi incamminai verso la sala dei provini e gli dissi di seguirmi.

 

Non cantavano male, anzi erano abbastanza bravi. Decisi che per il concerto erano perfetti e loro ne furono felicissimi.

-Martin, abbiamo ancora un appuntamento in sospeso- mi disse Sandro mentre gli altri sistemavano i loro strumenti.

-Si hai ragione, e scusa ancora se ieri ti ho dato buca.

-Non ti preoccupare, adesso hai risolto?- mi chiese premuroso accarezzandomi una spalla.

-Diciamo- risposi semplicemente, abbassando la testa.

-Va bene per te se ci vediamo allora stasera?-chiese questa volta speranzoso.

-Si sono libera, quindi per me va bene.

-Allora ti passo a prendere alle otto.

-Ok, a stasera- dissi avvicinandomi per salutarlo con un bacio sulla guancia.

 

Era stato molto gentile a rinvitarmi, non si era per niente arrabbiato. Pensavo a come sarebbe stata la serata ma non ne avevo la minima idea. Speravo solo di riuscire a lasciare i problemi a casa, così mi sarei potuta godere la serata in tranquillità. 

 

 


 

Buonasera, e dopo quasi una settimana ecco un nuovo capitolo.

Ringazio tantissimo chi ha recensito la storia,

ma anche chi l'ha messa nelle Preferite/Seguite/Ricordate...

Grazie ancora un bacione OneSoul :)

  
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