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Autore: Menma__    13/09/2013    1 recensioni
Emily scopre di essere una strega dopo aver vissuto per 11 anni tra i babbani, passa ad Hogwarts sette anni facendo nascere nuove amicizie e qualcosa di più...
Compagna di corso del 'golden trio' ma con diverse peripezie, sarebbe come rileggere i romanzi sotto la prospettiva di una nata-babbana.
Questa fanfiction parla di tutti e sette gli anni scolastici di Emily.
Spero che vi piaccia e che continuiate a seguirla :)
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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La via principale era piena zeppa di negozi di ogni genere: scope, pentoloni, ingredienti per le pozioni, libri scolastici…
-Bene, che vuoi comprare prima?- chiese Nathaniel.
-I libri?-
-Va bene, sono da questa parte.-
Si incamminarono uno accanto all’altra ma Emily fece fatica a star dietro a Nath a causa della folla.
Rimase parecchio indietro, tanto da non riuscire più a vederlo.
Si fermò e cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di suo fratello ma tra la folla era praticamente impossibile, quando una mano le afferrò il polso.
-Ehi stai attenta, se ti dovessi perdere non saprei come ritrovarti.-
-S-si -
La prese per mano e si diressero verso un negozio gigantesco, le porte erano alte un metro più di loro e sull’entrata troneggiava una scritta a lettere dorate ‘Il Ghirigoro’.
L’interno era tappezzato di libri, molti volavano da soli dalle mani dei clienti disinteressati al loro posto sugli scaffali.
Emily non fece altro che seguire Nath che guardava prima la lista dove erano elencati i volumi da acquistare e poi i libri, li prendeva con molta cura e li porgeva a lei, le copertine erano noiose come quelle babbane ma avevano qualcosa che allo stesso tempo le faceva sembrare speciali.
Dopo averla caricata di libri, Nath si diresse verso il bancone e pagò con delle strane monete, la commessa gli diede qualche busta nelle quali misero tutti i libri.
Dopo i libri andarono a comprare la divisa.
Entrarono in un negozio basso ma molto largo, c’era un ragazzino in piedi su una sedia mentre Madama McClan, la sarta, gli misurava la divisa, completamente nera.
-Guarda lì, i bordi della divisa cambiano colore al momento dello smistamento- le sussurrò Nath.
-Appena il cappello ti smisterà il bordo prenderà colore.- continuò.
-E quali sono?- chiese lei.
-Dunque: rosso per i Grifondoro, verde per i Serpeverde, blu per i Corvonero e giallo per i Tassorosso.-
-E la tua divisa di che colore è?-
-La mia è blu, io sono un Corvonero, chissà dove capiterai tu- disse con un sorriso.
-Perché, non capiterò nella tua stessa casa?-
-Probabilmente, ma non c’è nulla di certo-
Madama McClan si girò verso di loro e gli fece cenno di sedersi.
Il bambino sulla sedia scese e si guardò allo specchio, fece un sorriso alla signora e andò vicino alla madre seduta poco lontano dai ragazzi.
-Prego signorina – le disse la donna facendo cenno di avvicinarsi accompagnando il tutto con un sorriso cordiale – si metta in piedi qui sopra.-
Emily salì sulla sedia e la donna cominciò a prendere le misure.
Mentre prendeva le misure le fece diverse domande, giusto per fare conversazione.
Rimasero dentro quel negozio per circa venti minuti ma la divisa era stupenda.
-Che ne dici di andare a comprare la bacchetta?-
Il volto della ragazza s’illuminò.
-Certamente-
Andarono verso il fondo della strada, davanti ad un negozio imponente.
L’interno era sporco e pieno di ragnatele.
-Olivander- chiamò Nathaniel.
Un omino basso e dai capelli elettrizzati sbucò da dietro uno scappale impolverato.
-Oh, signor Stone, ha portato sua sorella, ha finalmente ricevuto la sua lettera, signorina Stone?-
-Ehm… si, signor… Olivander- rispose lei a disagio.
-Dunque – disse tornando dietro gli scaffali – cosa potrebbe andar bene per lei, signorina Stone?!-
Nathaniel l’accompagnò fino ad un bancone dal quale era visibile Olivander che frugava tra i pacchetti.
-Vediamo se le va bene questa… è simile a quella di suo fratello.-
Emily prese il pacchetto che le porgeva Olivander e lo aprì, dentro vi era una bacchetta sottile e lunga, di colore scuro, la prese e la guardò.
-Che… che dovrei fare?-
-La agiti-
La impugnò bene ma il signor Olivander gliela tolse immediatamente dalle mani.
-Mmh, direi di no.- disse Olivander guardando la bacchetta, la rimise nel pacchetto e tornò tra gli scaffali.
Lei lo guardava curiosa chiedendosi su che principio decideva qual era la migliore.
Tornò con un altro pacchetto che le porse.
-Forse questa-
Aprì il pacchetto e prese la bacchetta al suo interno, era di un legno chiaro e appena l’ebbe stretta tra le mani ebbe l’impressione che emanasse calore, come una persona vera.
-Penso che vada bene quella, non trova, signorina Stone?-
-Beh, penso di si-
-Eccellente, una bacchetta niente male, lunga 10 pollici e 3/4, legno di Peccio, nucleo di unicorno, sorprendentemente sibilante.- concluse lui.
Lei lo guardava stupita.
-Sta tranquilla, non devi memorizzarlo- la rassicurò il fratello sottovoce.
-Molte grazie signor Olivander- disse rivolgendogli un sorriso.
-Di nulla signorina, è il mio mestiere, spero di rivederla presto.-
Nathaniel pagò Olivander e si diressero verso la porta.
Il resto delle compere passò tranquillamente, Nathaniel le spiegò anche il valore delle monete che venivano utilizzate nel mondo magico.
Fecero anche delle compere per Nathaniel, se ne era dimenticate alcune e dato che si trovavamo lì ne approfittarono.
 
Era ormai mezzogiorno e decisero di fermarsi lì a mangiare, entrarono in un locale pieno zeppo di gente.
-Certo che Diagon Alley è davvero molto affollata- affermò lei.
-No, questo non è nulla, tante persone si riducono all’ultimo momento per fare compere quindi la gente è molta di più.-
Una cameriera si avvicinò a loro con due menù, era molto sorridente, soprattutto nei confronti di Nath.
Nathaniel prese i menù e la congedò.
Le ricette elencate le erano tutte sconosciute, avevano nomi strani e per niente invitanti.
-Ehm… Nath, tu che prendi?-
-Oh, penso che prenderò una Burrobirra e un panino agli occhi di rana, tu?-
-Non so, non ho ancora scelto…-
-Vuoi che ti aiuti?- le chiese nascondendo una risata.
-Si, ti prego- disse facendo uno sguardo supplichevole.
Nathaniel le elencò tutti gli ingredienti dei cibi nel menù, il che rese tutto molto più facile, finì per prendere le stesse cose di Nath ad eccezione della Burrobirra che prese analcolica.
Il locale era pieno di ragazzini dell’età di Emily che avevano deciso di restare più tempo possibile, accompagnati dai genitori.
La cameriera portò le cose che avevano ordinato.
Mangiarono tranquillamente e Nath le continuò a parlare di Hogwarts, le raccontò dei suoi amici e degli scherzi che facevano insieme.
Le parlò di un ragazzo della sua casa con cui faceva scherzi al guardiano, di due gemelli di un’altra casa che erano degli autentici geni negli scherzi, le spiegò che il guardiano, Gazza, aveva il compito di tener d’occhio gli studenti, disse che era un rompiscatole e che non era difficile prenderlo in giro.
Dopo aver finito con calma di mangiare conclusero le compere per la scuola, sia per lei sia per Nathaniel.
Appena si trovarono davanti al camino con il quale erano arrivati Nath si girò verso di lei.
-Tu vai pure a casa, io devo finire un’ultima commissione, ricordi la strada?-
-Si, certo, è una cosa importante?- chiese.
-Abbastanza, ora vai pure, vengo a casa tra circa mezz’ora-
Si girò e si diresse verso i negozi, lei lo guardò finché non scomparve tra la folla.
Tornò a casa da sola, un po’ spaventata essendosi fatta ormai sera, entrò salutando affannosamente a causa dei pacchi pesanti che portava addosso e li posò in corridoio.
Suo padre era seduto sul divano di fronte alla televisione e guardava distrattamente il telegiornale mentre sua madre era in cucina a preparare la cena.
-Ah, ciao Emily, ciao Nathaniel…- salutò la madre dalla cucina.
-Ciao, Nath non c’è, è rimasto un altro po’ a Diagon Alley, ha detto che ci avrebbe messo poco tempo.-
Sua madre si affacciò guardandola sorpresa.
-Quindi sei tornata qui da sola?-
-Beh… si-
-Appena torna Nathaniel mi sente… far tornare da sola a casa una ragazzina di soli 11 anni… a quest’ora?? Ah ora che torna…- continuò a borbottare tornando ai fornelli.
Emily andò in salotto e si accasciò sfinita sul divano accanto a suo padre.
-Stanca eh?- chiese lui.
-Oh si, tantissimo.-
- La prossima volta voglio venire anch’io, Nathaniel non mi ha mai lasciato andare con lui- disse lui borbottando.
-Tranquillo pa’, l’anno prossimo verrai anche tu, e magari facciamo venire anche mamma, non le fa molto bene restare sempre chiusa in cucina…-
-Perché no?! È un’ottima idea- disse sorridendole.
-Che dicono di interessante?- chiese lei riferendosi al telegiornale.
-Niente di che… non fanno altro che parlare di disgrazie…-
-Allora perché lo guardi?- chiese perplessa.
-Stai scherzando? Se mi facessi vedere da tua madre senza fare nulla mi metterebbe di certo in cucina a sgobbare… no grazie, mi bastano le ore in ufficio.-
Emily scoppiò a ridere, suo padre era molto meno severo della madre che era a tutti gli effetti ‘ l’uomo di casa’, che fosse una donna non era rilevante, Emily aveva ripreso tutto, ma proprio tutto, da lui.
La porta d’ingresso si aprì e si chiuse molto rumorosamente.
-NATHANIEL STONE- urlò sua madre dalla cucina.
-COME TI È SALTATO IN MENTE DI FAR TORN…-
-Mamma, non è il momento. Sono anche caduto a causa di questi stupidi pacchi in corridoio- bofonchiò lui interrompendola.
Seguì un periodo di silenzio.
-Ahia… guai in vista…- sussurrò suo padre togliendo l’audio alla televisione per godersi meglio lo spettacolo.
I litigi tra Nathaniel e la madre erano la cosa migliore che esistesse, lui aveva ripreso tutto da lei per cui ogni volta si finiva in parità con almeno due porte che sbattevano rumorosamente.
-Emily, vieni a controllare le pentole.- sibilò sua madre uscendo dalla cucina.
-S-subito mamma-
Emily corse in cucina e si mise il grembiule tendendo l’orecchio ai passi della madre per le scale.
I passi erano pesanti e rumorosi, un’ingegnosa tattica per far capire a Nath che la guerra stava iniziando.
Silenzio.
-Uhm… insolito, molto insolito… perché non urlano? Dove sono le grida?- chiese suo padre quasi deluso.
-Non ne ho idea- sussurrò lei affacciandosi in corridoio.
-Ah Emily, stanno scendendo, rifugiati in cucina, presto!- disse concitato il padre.
Lei rientrò immediatamente in cucina fingendo la massima attenzione alle pentole.
La madre e Nathaniel scesero tranquilli insieme, suo padre li guardò sorpresi mentre lei usciva lentamente dalla cucina.
-Tutto a posto?- chiese lui.
-Certo, tutto a posto- rassicurò sua madre.
Nathaniel si sedette in salotto e la madre la raggiunse in cucina.
La serata passò molto tranquillamente, sembrava che non fosse successo assolutamente nulla.
Parlarono e risero di alcuni avvenimenti che raccontò Nath dei suoi primi anni ad Hogwarts.
Più se ne parlava più Emily era ansiosa di andarci.
Si prospettavano degli anni stupendi.
  
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