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Autore: __storm    14/09/2013    7 recensioni
Spencer gli aveva detto addio. L'aveva fatto quella gelida mattina di novembre, afferrandolo per il colletto della camicia bianca ormai sgualcita, spingendolo ripetutamente verso la porta e urlandogli contro di non voler vedere mai più la sua faccia da bastardo.
[...]
E se lei anche solo per un istante avesse pensato di essersi liberata di Zayn, allora si era sbagliata di grosso. E l'aveva capito quando aveva stretto tra le braccia tremanti quella bambina così piccola.
L'aveva capito quando l'aveva osservata per bene, scrutandone il colore ambrato della carnagione, gli occhi castani e i capelli neri e si era resa conto che lei era l'esatta copia di suo padre.
L'aveva capito quando Amber era cresciuta e in ogni movenza le faceva ricordare di lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Three.)

 
Spencer rise all'ennesima battuta squallida di Rachel che da quando avevano cominciato a pranzare aveva iniziato quella competizione con suo fratello e anche in quel momento dopo aver consumato il primo piatto, il secondo e il dolce, quella sfida era ancora in atto. E diventava sempre più interessante, battuta dopo battuta. «Se io mi nutro, tu ti nutri ed egli si nutre -cominciò Zayn, cercando di trattenere le risate mentre parlava- perché Frank si natra?» concluse scoppiando a ridere seguito da Spencer che stava ascoltando attentamente tutta la conversazione nonostante fosse intenta a lavare i piatti. Odiava sentirsi un peso per le persone e aveva insistito parecchio pur di rendersi utile almeno in quello. Rachel ringhiò, infastidita dal fatto che suo fratello fosse praticamente imbattibile, e sentiva che presto si sarebbe arresa poiché le battute che ricordava erano giunte al termine. 
«Cosa ci fa un drogato in una lavatrice? -attese qualche attimo prima di riprendere a parlare- Il bucato!» disse Rachel con euforia, beccandosi occhiate disgustate da parte degli altri due. 
«Un daino dice ad un altro daino: "giochiamo a nascondaino?"» continuò lui con un ghigno, consapevole del fatto che seppure quella sfida stava procedendo da parecchio avrebbe vinto lui. Rachel sbuffò sonoramente, alzando le mani a mezz'aria in segno di resa.
«E va bene! -disse con tono rassegnato- hai vinto tu!» dichiarò poi, asciugando i piatti e i bicchieri precedentemente lavati da Spencer. Zayn rise e, in segno di vittoria, si avvicinò ad Amber e la prese in braccio per poi farla volteggiare nell'aria, facendola ridere in modo divertito.
«Abbiamo vinto, piccola!» esclamò, mettendola giù e spettinandole i capelli. Spencer li osservò e, come ogni volta che lui toccava la sua bambina, sentì i crampi allo stomaco diventare ogni secondo sempre più intensi. Erano davvero adorabili insieme. 

 
---
 
«Possiamo andare adesso.» proferì Zayn, scendendo velocemente le scale. Spencer lo scrutò per bene, mordendosi l'interno del labbro inferiore alla vista di quel ben di Dio; la maglietta bianca che gli fasciava alla perfezione i muscoli dell'addome, i jeans altrettanto aderenti che mettevano in bella mostra le gambe lungue e slanciate e, come se non fosse già abbastanza scopabile, chiodo e anfibi neri per completare il tutto. Dire che era bellissimo era dire troppo poco. Il ragazzo prese le chiavi della range rover, il cellulare e diede un ultimo ritocco al ciuffo, guardandosi attraverso lo specchio nel corridoio. Solo quando si rese conto di essere più che presentabile, volse lo sguardo verso Spencer ed Amber. «Allora?» chiese poi, abbastanza divertito. Spencer si ricompose all'istante, rendendosi conto di aver fatto la figura dell'idiota poiché non gli aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un nano secondo.
«Certo, andiamo.» gli rispose, prendendo per mano sua figlia e sorridendo appena. Zayn ricambiò e tutti e tre uscirono di casa, pronti per la loro uscita delle quattro. Il ragazzo fece per aprir loro lo sportello ma la mora lo precedette, guardandolo male. «Non farmi venire il voltastomaco, Malik.» lo ammonì, aprendo la portiera e accomodandosi con Amber seduta sulle gambe. Nel sentirle pronunciare quella frase qualcosa si accese dentro di lui, che non potè fare a meno di sorridere ampiamente. 
«Ecco la mia vecchia Spè!» esclamò con euforia. Spencer sentì le guancie andarle a fuoco; non solo aveva attribuito l'aggettivo mia al suo nome, l'aveva anche chiamata con lo stupido soprannome con il quale amava punzecchiarla e che mai, prima di quel momento, lei aveva voluto sentirsi dire. 
«Non sono mai cambiata, .» gli fece notare lei, sistemando meglio la bambina sulle sue gambe e abbassando il finestrino. 
«Noto che non te ne sei dimenticata..» disse alludendo al nomignolo, lei scosse il capo, sorridendo amaramente. Non aveva dimenticato niente che riguardasse lui.
Il viaggio in auto fù molto silenzioso solo per Spencer, poiché gli altri due provvederono parlando fra di loro. Amber aveva chiesto a Zayn di portarla al parco ed era proprio lì che lui si stava dirigendo. 
Stavano ascoltando uno dei vecchi abbandonati che il ragazzo aveva in macchina quando la mora allungò la mano verso lo stereo, alzando volutamente la voce sulle note della canzone Whit Me dei Sum 41, la stessa canzone che aveva fatto da colonna sonora ai loro anni di amicizia. Senza proferir parola aprì il cruscotto, passando l'indice su un'incisione all'interno di esso. 

Erano nel pieno del mese di gennaio, il freddo era pungente e la pioggia scendeva senza sosta. Nascosti in un vicolo buio, nella range rover, Zayn, Harry, Cassie e Spencer fumavano la loro canna passandosela fra di loro per poterne fare un tiro ciascuno. 
«Che cazzo stai facendo, Haz?» sbraitò Zayn non appena si rese conto che il riccio gli stava sfregiando la bambolina -ovvero l'auto-, Harry rise di gusto, mostrandogli poi l'incisione che aveva fatto con le chiavi di casa. A quella vista il pakistano si addolcì. 
«Spè, Cas -le chiamò il riccio, distraendole dal loro intento di fumare in pace. Le due si sporsero per vedere la scritta fatta dal loro amico- in memoria di tutti gli scleri, le lacrime, le disperazioni, le risate e perché no anche le scopate memorabili che ha dovuto subire quest'auto.» Cassie si gettò istintivamente verso l'amico, stringendolo in forte abbraccio. Fece lo stesso con Zayn e Spencer.
«Sarà per sempre?» chiese la rossa con voce tremante, trattenendo le lacrime di gioia. Harry annuì subito, guardando gli altri due in attesa di conferme. 
«Per sempre.» ripetè Spencer, con gli occhi puntati verso le lettere incise pochi attimi prima: HZSC.
E ci credevano davvero.


Lo stesso flashback percorse le memorie di entrambi nel momento in cui i loro occhi si incontrarono, ma fù il moro stesso ad interrompere quella magia che si era creata per poter puntare di nuovo lo sguardo sulla strada. La giovane chiuse il cruscotto, sospirando. «Te lo ricordi quel giorno?» 
«E come potrei dimenticarlo?» rispose lei, alzando il finestrino per il troppo vento. Non voleva che Amber prendesse un brutto raffreddore stando esposta a tutte quelle correnti. 
«Già..»
ancora una volta calò un silenzio devastante che durò per tutti i successivi cinque minuti di tragitto verso il parco, solo quando Zayn parcheggiò l'auto si decise a parlare, rivolgendo però la parola ad Amber. «Sei pronta piccola?» Lei annuì euforica, scendendo dall'auto ancor prima di sua madre, che sorrise vedendola correre spedita verso le giostre assieme al ragazzo. Camminò verso di loro a passo lento per poi accomodarsi su una panchina di fronte alle altalene e nel giro di pochi minuti Zayn la raggiunse. «E' fantastica!» commentò il moro, sedendosi accanto a lei con un sorriso stampato sul viso. Spencer annuì, tornando a posare lo sguardo sulla bambina. 
«Come suo padre.» sussurrò tra sè e sè, inconsapevole del fatto che il suo sussuro era stato udito dal giovane. 
«Chi è?» chiese curioso. Spencer lo guardò in modo interrogativo, corrugando la fronte.
«Cosa?» le domandò con un espressione confusa.
«Il padre, intendo. Chi è?» ripetè. La mora sentì un improvvisa stretta ferrea stringerle lo stomaco e avvertì le mani cominciare a tremare, distolse lo sguardo da lui per poterlo posare su sua figlia, notandone ancora l'evidente somiglianza con Zayn. Di certo, però, non avrebbe potuto dirgli così su due piedi che il papà era lui. «Se non vuoi dirmelo non importa, ma almeno posso sapere perché non è qui adesso?» 
«N-non gli ho m-mai detto che e-ero incinta.» balbettò in modo nervoso. Zayn parve un po' scosso da quella notizia, di certo non se lo sarebbe aspettato. 
«E non glielo dirai mai più, vero? -Spencer si strinse nelle spalle nel tentativo di coprirsi, sentendosi un libro aperto. Annuì soltanto- ma magari potrebbe piacerle.» ipotizzò, probabilmente nel tentativo di convincerla a rivelare tutto al padre di sua figlia. Lei scosse il capo, contrariata.
«Ne riparleremo un'altro giorno.»

 
---
 
«Grazie per aver trascorso la giornata con noi.» disse con imbarazzo Spencer non appena, alle otto in punto, Zayn accostò l'auto fuori casa sua. 
«Grazie a te.. a voi.» si corresse, ridacchiando appena. Lei alzò le spalle, sentendosi lievemente in imbarazzo, e aprì la portiera dell'auto per poter scendere. 
«Mamma ma Zayn va già via? -chiese Amber, travolta da un improvvisa ondata di tristezza al solo pensiero di lasciar andare il suo principe azzurro.- non resta da noi?» domandò ancora, sempre meno gioiosa. 
«Beh -la ragazza alzò il capo verso il moro e, improvvisamente, cambiò del tutto idea- non sarebbe una cattiva idea, tu che dici?» chiese al giovane che accettò immediatamente. 
Entrarono in casa e furono invasi da un forte odore di pulito e in quel momento la mora si trovò a benedire la sua amata amica Cassie quando decideva di rimettere in ordine tutto. Zayn rise, seguendo Amber che gli aveva afferrato la mano per condurlo nella sua camera da letto per fargli vedere tutti i suoi giocattoli e così Spencer ne approfittò per cominciare a preparare la cena. 

Si asciugò velocemente le mani ed afferrò il cordless che stava squillando, appoggiandoselo tra la spalla e l'orecchio per poter continuare a sbucciare le patate. «Pronto?» dall'altro capo del telefono c'era Cassie, riparata nel bagno delle donne di un ristorante italiano. 
«Ehi S, finalmente sei a casa! Ma dove sei stata?» Spencer rise, cominciando a fare mille ipotesi sul perché la rossa stesse parlando sottovoce. 
«Ho pranzato da Katherine e nel pomeri..»
«Kath non è la madre di Zayn?» chiese confusa, interrompendo l'amica.
«Sì. E nel pomeriggio Zayn ha portato Amber al parco.» aggiunse, pulendosi di nuovo le mani con lo straccio e girandosi di spalle al ripiano di marmo, accogliendo finalmente il cellulare in mano per potersi liberare da quella scomoda posizione.
«Capisco, poi mi spieghi tutto. Adesso devo abbandonarti, sono in un ristorante con un tipo che ispira sesso violento.» a quell'affermazione entrambe scoppiarono a ridere. 
«Mi raccomando non venire qui per il "dopo cena".» Cassie, per quanto possibile, rise ancora di più e chiuse la chiamata senza neppure risponderle.
La mora sospirò, posò il telefono al suo posto e ricominciò a cucinare senza rendersi conto del fatto che non proveniva più alcuna voce dalla camera da letto.

 
---
 
Trenta minuti passarono velocemente e quando Spencer fece per chiamare Amber ed avvisarla per la cena, si ricordò della presenza di Zayn, dandosi della stupida da sola per essersene dimenticata. Aggiunse un terzo bicchiere e le posate per il loro ospite e si recò nella camera da letto per avvisarli. Quando aprì la porta sentì il cuore sciogliersi letteralmente e non riuscì a trattenere un sorriso; Zayn dormiva e tra le sue braccia anche la sua bambina era immersa nel mondo dei sogni. 
Si avvicinò con cautela, cercando di non fare rumore poiché ricordava bene che il giovane odiava essere svegliato bruscamente. Si sedette accanto a lui e, accarezzandogli la guancia con delicatezza, pronunciò il suo nome più volte a bassa voce, ricevendo dei semplici gemiti contrariati come risposta. «Andiamo Zà, è pronta la cena!» a quella parole lui aprì lentamente gli occhi e la sua prima reazione fù di sobbalzare, stranito dal fatto che Spencer fosse accanto a lui e lo stesse svegliando. Ci mise qualche secondo per ricordare tutto e istinitivamente si mise a sedere, imbarazzato per essere crollato. Il moro farfugiò qualcosa di incomprensibile, per poi rendersi conto del fatto che stava delirando e ricomporsi immediatamente.
«Scusa -proferì con tono dispiaciuto, guardandola- non volevo addormentarmi.» si giustificò, facendola ridacchiare in modo divertito.
«Non preoccuparti. -lo rassicurò, alzandosi dal letto e continuando a sorridergli- vieni a cenare?» lui annuì, alzandosi a sua volta e stiracchiandosi per poi seguirla. Si sedette comodamente attorno al tavolo mentre lei, silenziosamente, gli riempì il piatto con le cena e glielo appoggiò davanti, sorridendo appena. Zayn fissò attentamente le pietanze preparate dalla ragazza per poi ridacchiare, consapevole del fatto che lei aveva di proposito cucinato il suo pasto preferito. Già al primo boccone si complimentò con lei, era sempre stata un mito ai fornelli ma stavolta aveva superato se stessa. 
Parlarono di un po' di tutto, a partire dalle esperienze del moro in Italia, al fatto che avesse bisogno di un lavoro per poi cominciare a parlare della vita quotidiana di Spencer e finire spettegolando su Harry e Cassie in modo simpatico. Ricordarono i loro vecchi compagni al college, tutte le volte che il preside li aveva ammoniti o addirittura sospesi, tutte le punizioni che avevano dovuto scontare e tutte le cazzate fatte tra i banchi di scuola. E per un attimo Spencer si chiese come fosse possibile che un'amicizia così intensa sia potuta finire, poi le era ritornata in mente la notte passata insieme, il furioso litigio del mattino seguente, l'ultima volta che l'aveva visto in ospedale, e Amber. 
Zayn si diede dello stupido da solo quando, mentre sparecchiavano la tavola freneticamente, aveva sfiorato la mano di Spencer e aveva avvertito diversi brividi percorrergli la schiena, proprio come le scene romantiche dei film. Con la sola differenza che la realtà era molto più diversa, bastarda, infame. Ed oltre a definirsi stupido si reputò anche coglione, per averla amata così tanto e non averglielo mai detto, per essersene andato invece di chiederle perdono. Era stato incosciente tornare e sperare di poter diventare di nuovo suo amico per poterle finalmente rivelare che non aveva mai smesso di pensare a lei. E invece, come per punirlo della sua stupidità, lei era madre e sicuramente nella sua testa c'era il padre di sua figlia e non ci sarebbe mai stato posto per lui. Sbuffando la raggiunse e si sedette sul divano, accanto a lei, permettendo alle loro gambe di sfiorarsi. Avvolse un braccio attorno alle sue spalle e la sentì irriggidirsi: ecco la reazione che desiderava. «Come mai Cassie non è in casa?» le chiese, cercando una scusa qualsiasi pur di ascoltare la sua voce. 
«Mi ha chimata prima e mi ha detto che è a cena con un ragazzo -si voltò verso di lui, incatenando i loro occhi- che ispira sesso violento.» aggiunse, scoppiando a ridere sonoramente. Zayn si limitò a sorridere, troppo preso ad ascoltare il suono della sua risata cristallina. 
«Ma tu sei stata più fortunata.» Spencer lo guardò corrugando la fronte, non capendo il senso di quell'affermazione.
«Cioè?»
«Cioè hai cenato con uno che ispira sesso violento a tutte le ore, non sesso violento a basta.» ovviamente la sua era una battuta ma Spencer non perse l'occasione per prenderlo in giro, inscendando una risata. 
«Non credo proprio.» lo smentì lei, muovendo una mano a mezz'aria con fare isterico, imitando alla perfezione le ragazzine un po' troppo sicure di sè. 
«Cambi idea facilmente, allora.» capì di aver schiacciato il tasto sbagliato non appena lei smise di comportarsi come una stupida e schiuse le labbra, stupita. Si voltò immediatamente, puntando lo sguardo su un punto impreciso della stanza. Zayn le prese il viso tra le mani, pronto a scusarsi ma il rumore della porta che si aprì lo precedette. Entrambi si voltarono verso Cassie che aveva appena fatto capolino in casa, seguita da un ragazzo alto coi capelli castano chiaro e un viso adorabile. 
«Ti avevo detto di non venire qui per il dopo cena!» proferì la mora con tono scherzoso e con l'intento di mettere in imbarazzo la sua amica, per poi alzarsi e avvicinarsi a loro. 
«Tranquilla S, ci ho già pensato a quello. -le fece l'occhiolino per poi puntare lo sguardo su Zayn- ehi stronzo.» 
«Ehi suora.» rispose lui con indifferenza. 
«Non farci caso -sussurrò Spencer al ragazzo che era venuto assieme a Cassie- comunque sono Spencer.» aggiunse tendendogli la mano che lui afferrò e strinse con delicatezza. 
«Io sono Liam.»



 
Spazio autrice.
Già tredici recensioni totali? cavolo, grazie mille. Siete davvero fantastiche!
Passando al capitolo direi che fa cagare, ma è tanto inutile quanto fondamentale poiché vediamo il modo in cui Zayn si lega sempre di più ad Amber, vediamo come insiste per cercare di sapere chi è il padre (e nel prossimo capitolo si parlerà molto di questa cosa, preparatevi.), inoltre si può notare come il rapporto tra Spencer e Zayn diventa sempre più intenso e per ultima cosa, non meno importante, c'è l'arrivo di Liam nella storia! 
Manca solo Niall e credetemi, non so che cosa fargli fare. Ma troverò qualcosa haha.
Vorrei chiedervi una cosa imporante, vi va di passare a leggere l'altra mia fan fiction?
Vi lascio il link nel caso forte interessate: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2086461&i=1
Beh credo di non aver altro da dire, spero di ricevere ancora le vostre recensioni.
Vi abbraccio tutte :3

  
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