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Autore: HellHathPie986    16/09/2013    2 recensioni
Affetto e cura sembravano essere sul fondo della lista delle richieste di auto-miglioramento di Doflamingo, a prescindere dall’arrivo del membro più giovane della sua ciurma.
Ma con le circostanze sfortunate della comparsa improvvisa di Law, il temibile capitano pirata potrebbe aver bisogno di regolare il suo temperamento violento prima di scagliare il bambino in mare troppe volte.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Donquijote Doflamingo, Trafalgar Law
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Doflamingo si considerava una persona mattiniera perché era uno dei primi sulla nave ad alzarsi. Ma quando fu svegliato alle dio-solo-sa-a-che-ora da un certo bambino, non era esattamente di buon umore. Il pirata era sul suo letto completamente immerso in svariate coperte e lenzuola quando ne sentì tirare una. Il sole non era nemmeno spuntato, ma il bambino era riuscito a strisciare fuori dal suo letto, attraversare un po’ di corridoio e vagare fino alla stanza del capitano come se fosse il padrone del posto. Alcuni grugniti di fatica e frustrazione provenivano da Law mentre continuava a cercare di salire sul giaciglio del ragazzo, arrampicandosi sulle lenzuola che penzolavano oltre il materasso. Doflamingo roteò gli occhi seccato mentre cominciava il primo giorno di tantissimi lunghi anni.

Il pirata si chiese vagamente quanto tempo ci sarebbe voluto al bambino per diventare completamente efficiente e autonomo, ma rabbrividì quando si rese conto che non sarebbe stato molto presto.

Alcuni rumori più tenui sfuggirono dal neonato e Doflamingo prima di rendersene conto poté vedere una minuscola mano frugare sul fianco del suo letto. Il tessuto si strinse mentre un altro fu alzato sul materasso e la testa del bambino spuntò oltre il bordo. Il capitano lo fulminò irritato prima di scoprire un braccio da sotto le lenzuola, afferrare con la mano il retro della maglia del piccolo, sollevarlo in alto e lontano dal suo letto e girando il marmocchio verso la porta da cui era entrato. Doflamingo poi lo mise giù, diede al bambino una leggera spinta e finalmente si voltò a guardare lontano dal neonato.

A Law ci vollero pochi secondi per realizzare appieno tutto ciò che era appena accaduto prima di rendersi conto di essere stato ingannato. Il bambino gridò insoddisfatto e crollò sulle sue ginocchia, tornando a gattonare e a ricominciare tutto il processo di arrampicata sul letto del pirata. Doflamingo fece del suo meglio per ignorare i progressi di quel piccoletto, fingendo di dormire e sperando che il bambino si stancasse e cercasse qualcos’altro da infastidire, ma dopo pochi minuti il neonato era riuscito a salire sul letto ed ormai stava inginocchiato vicino al suo orecchio accarezzandogli la testa.

“Mamma!” Chiamò il ragazzino. Doflamingo era vagamente impressionato; la maggior parte dei marmocchi piagnucolanti all’enorme età di nove mesi avrebbe potuto difficilmente gattonare, figuriamoci parlare. Ma la parola che Law aveva appena pronunciato menzionò un intero nuovo argomento che il pirata non pensava che il bambino potesse ancora capire appieno.

“Non è qui.” Borbottò il capitano, desiderando almeno un'altra ora di sonno prima di essere svegliato così bruscamente. Un momento di silenzio passò tra i due prima che il piccolo riprendesse ad accarezzare la testa del maggiore.

“Mamma!” Gridò ancora una volta il bambino, questa volta un po’ più urgentemente. Doflamingo sospirò irritato e parlò di nuovo.

“Tua madre è morta.” Affermò in tono piatto, la sua impazienza era evidente nella sua voce. Un altro momento di silenzio riempì la stanza mentre la notizia del capitano rimaneva sospesa nell’aria. Proprio mentre stava per chiudere gli occhi e fingere dormire, il pirata pensò di aver sentito un esile tremore viaggiare attraverso le dita del piccolo.

“Mamma...” Disse Law remissivo. Doflamingo capì subito il suo errore nel pensare che il bambino non fosse abbastanza grande per capire delle frasi basilari e si schiaffeggiò mentalmente per questo. Non che fosse preoccupato per i sentimenti del piccolo o qualcosa di amoroso e sdolcinato come quello, ma non aveva proprio voglia in quel momento di avere a che fare con un bambino che piangeva.  O mai, se era quello il punto. Qualche singhiozzo e qualche lacrima provenivano dal bambino e il pirata brontolò sottovoce irritato. Tirò subito fuori un braccio e afferrò il piccolo da dove era inginocchiato, sollevandolo verso l’altro lato del letto e portandolo sotto le coperte. Tenne Law vicino a sé stesso in quello che sperava essere un modo un po’affettuoso mentre le lacrime continuavano a scendere dagli occhi del neonato e maledì la sua sfortuna per avere avuto a che fare con tutto questo. Sapeva che urla e minacce non avrebbero aiutato in quella situazione e decise di aspettare fino a quando il bambino non si sarebbe calmato almeno un po’.
I minuti passarono, e ben presto il neonato si ridusse solo a singhiozzi secchi e tiri su col naso mentre continuava a piangere per la madre. Ormai il capitano ne aveva avuto abbastanza di tutta la situazione e decise che la sua buona azione dell’anno era già stata fatta.

“Ora smettila di piangere.” disse l’adolescente in modo rozzo. Il piccolo si irrigidì all’atteggiamento duro del maggiore, colpì con i pugni stretti il torace nudo del pirata ma ancora tirava sul col naso. Doflamingo sospirò amaramente.

“Che cosa ho detto? Frena il tuo pianto patetico o ti butto in mare.” Minacciò il pirata mentre aspettava che il piccolo obbedisse. Law non era del tutto sicuro di quello che l’adolescente avesse appena detto, ma sapeva che non sarebbe riuscito a farla franca con nulla come il giorno prima. Purtroppo, il lamento non si fermava e lui continuò a tremare e singhiozzare mentre piangeva silenziosamente. Doflamingo ringhiò in gola.

“L’hai voluto tu, moccioso.”

~0~

Si stava già rivelando una bella mattina e nonostante il giorno fosse giovane, una brezza calda passava nell'aria. Vergo piacevolmente sedeva a un tavolo all’esterno, rivolto verso la prua della nave, immergendosi nei raggi del sole che avevano appena cominciato a spuntare sopra l’orizzonte mentre leggeva il giornale del mattino. Il News Coo era stato piuttosto veloce a consegnare quella mattina, ma non era un problema in quanto il primo ufficiale era sempre il primo ad essere alzato. Doflamingo commentava spesso questo fatto e chiedeva, prendendolo in giro, se dormisse o no. Di fatto Vergo dormiva ma non aveva bisogno di così tanto tempo come la maggior parte delle persone e aveva scoperto di essere più ristorato con un massimo di cinque ore di riposo.

Ma la sua tranquilla mattina finì presto perché fu interrotta da grida e pianti. Naturalmente, i due rumori provenivano da due persone diverse e Vergo non aveva bisogno di vederli per sapere che erano il suo capitano e il nuovo membro. Doflamingo prese a calci la porta che conduceva al ponte e si precipitò verso la ringhiera più vicina, vestito di nulla se non un accappatoio, prima di far penzolare il bambino che era di fianco alla sua caviglia. Il piccolo fermò subito il pianto quando abbassò lo sguardo e vide l’oceano agitarsi sfiorando il fianco della nave e sostituì la sua espressione di tristezza con una di paura.

“Regola numero uno, fottuto marmocchio.” Il pirata fremeva a denti stretti, sopprimendo la sua rabbia più di quando ne stava dimostrando. “Se vuoi restare su questa nave, non mi fare incazzare. Capito?”

Con grande sorpresa di Vergo, il bambino non fece nemmeno un suono quando agitò determinatamente la testa facendo su e giù in segno di affermazione. Doflamingo ringhiò dal profondo della sua gola come se rendesse la sua motivazione più degna di nota prima di portare il bambino di nuovo sulla sua nave e lasciarlo cadere sul ponte. Vergo rabbrividì quando la testa del bambino sbatté violentemente contro il legno, ma rimase ancora una volta stupito quando il piccolo non fece nemmeno un suono di protesta. Il neonato si mise a sedere stringendo la testa mentre il capitano parlava.

“Piangerai di nuovo?” Chiese il giovane in tono livido. Il bambino scosse un paio di volte la testa rimanendo in silenzio. Doflamingo incrociò le braccia.

“Allora alzati.” Disse il capitano con voce molto più controllata. Quando il bambino non rispose, il pirata si ripeté e fece un cenno con le sue mani di qualcosa che pensava avrebbe marcato il suo ordine. Il piccolo tremante si alzò in piedi prima di guardare il maggiore come se si aspettasse qualche tipo di risposta positiva.

Doflamingo semplicemente spinse il bambino a terra col piede, facendolo cadere all’indietro sulla schiena.

“Ho detto alzati.” Ribadì il pirata. Il neonato guardò il giovane un po’ confuso ma rispettando l’ordine ancora una volta solo per essere spinto non appena si era quasi rimesso in piedi.

“Alzati.” Il capitano lo ripeté più fermamente di prima. Law guardò negli occhi il maggiore come se stesse cercando ciò che l’uomo chiedesse in realtà, ma non trovò nulla. Questa volta il ragazzo si allontanò dal pirata percorrendo parte del ponte e cercò di mettersi in piedi. Alla fine si alzò e aspettò quello che il giovane aveva intenzione di fare allora, ma ricevette solo un sorriso soddisfatto prima che il capitano voltasse le spalle e si avviasse verso la porta che conduceva dentro la nave. Il bambino seguì in fretta il pirata, inciampando più volte mentre iniziava il suo cammino più lungo di sempre, ma riuscì a scivolare dentro poco prima che la porta si chiudesse.

Vergo osservò il duo più strano che avesse mai visto scomparire nella nave e si chiese come diavolo potesse venir fuori una tale combinazione.



 
Dedico un ciao a tutti gli studenti e le studentesse che oggi hanno iniziato ad andare a scuola!
Ho ritardato l'aggiornamento rispetto alla data che avevo dato nello scorso capitolo. Scusate. Mi perdonate, vero? Il prossimo, se non ritardo, uscirà tra sette giorni esatti. Per ora faccio un sacco di cose ed è difficile mantenere tutto, ecco!
*Tira fuori dal panciotto l'orologio da taschino* Dannazione, è tardi, tardi, tardi! Ci vediamo tra una settimana!
  
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