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Autore: SmartieMiz    18/09/2013    1 recensioni
Spoiler! Character
E se le New Directions avessero denunciato Sebastian Smythe con la prova della cassetta nella quale ammette di aver corretto la granita con del salgemma?
E se per questo Sebastian fosse finito in riformatorio?
I mesi di Sebastian al riformatorio tra lacrime, guai, messaggi, telefonate, amori e vecchi compagni della Dalton.
Personalità che lo cambieranno per sempre, che lo feriranno dentro e fuori.
E altre, invece, che impareranno ad amarlo. O che già lo amano da tempo.
Post 3x11. Hope you enjoy it!
" Aveva sempre saputo recitare, e anche molto bene, ma questa volta proprio non riusciva a fingere che andasse tutto bene.
Trattenne le lacrime: non pianse e non avrebbe pianto perché lui non piangeva mai.
Strinse a sé le coperte con forza, come se volesse spezzarle.
Non riusciva a credere come uno stupido, pericoloso scherzo andato totalmente fuori controllo fosse stato capace di portarlo fin lì, in quello che era un riformatorio a tutti gli effetti.
Sarebbe rimasto tranquillamente alla Dalton se solo avesse fatto poco l’imbecille.
Era stato incosciente e quello era il prezzo che doveva pagare. "
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Hunter Clarington, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Spoiler!, Tematiche delicate
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Will you love me even with my dark side?





~


Suspect

 

«Pronto?».
«Seb… sono Thad».
Sebastian si sentì leggermente sollevato nel sentire la sua voce. «Hey, Thad», lo salutò.
Nessuna risposta.
«Thad?».
Thad respirò lentamente.
«Thad!».
«Sebastian…», si decise a rispondere il ragazzo: «Tu… promettimi che mi ascolterai senza interruzioni! Promettimelo!».
«Sì, okay, ma così mi fai preoccupare, che c’è?».
«Non posso chiamarti né messaggiarti. Dimmelo tu quando sei solo e disponibile e potremmo sentirci. Hunter è pericoloso, sappilo. Stai lontano da lui quanto puoi. E tu fingerai di non saper niente di quello che ti ho appena detto, assolutamente niente».
«Cosa? Voglio spiegazioni».
«Ti avevo chiesto di non interrompermi», fece Thad, serio: «Mi hai capito? Fa’ quel che ti dico».
Sebastian inarcò un sopracciglio, poi si chiuse in camera. «Che cosa ti ha detto?», chiese, apprensivo.
«Fallo e basta», gli intimò Thad: «Te lo dirò, ma non ora».
«Thad…».
«Fidati, lo farò, ma ora non mi sembra il momento adatto. Sta’ lontano da lui e chiamami o mandami un sms quando puoi. Ora vado. Ciao, ci sentiamo. Ti voglio bene».
«Thad, aspetta, ma…».
Ma Thad aveva già abbandonato la conversazione.
«Cazzo», imprecò sottovoce Sebastian, poi uscì dalla stanza e vide Hunter con un’espressione piuttosto rilassata. «Qualcosa che non va?», gli chiese, con un piccolo sorriso.
«Tu», iniziò Sebastian, quasi minaccioso. Poi si ricordò delle parole di Thad, e si trattenne.
Stai lontano da lui quanto puoi. E tu fingerai di non saper niente di quello che ti ho appena detto, assolutamente niente.
Prima a telefono, Hunter aveva sicuramente detto qualcosa per intimidire Thad, e Sebastian voleva capire. Non sapeva perché, ma per qualche motivo a lui ignoto Thad temeva Hunter, e Sebastian si sentiva in diritto di proteggerlo. «Piuttosto tu», disse, infine: «Era il mio cellulare e non avresti dovuto rispondere».
Hunter sbuffò. «Cosa gli hai detto? Ho parlato con Thad per nemmeno sessanta secondi, e risulta che la chiamata era in corso già da cinque minuti. Cosa vi siete detti? Io ero sotto la doccia e a stento sono riuscito a dirgli due parole», notò il francese.
Hunter boccheggiò leggermente: non l’aveva previsto quello. «Beh, ecco, niente di che. Voleva sapere di te, del riformatorio in generale, perciò abbiamo fatto quattro chiacchiere. Le solite cose», rispose Hunter con nonchalance: «È un ragazzo abbastanza piacevole e garbato, deve essere davvero un bravo ragazzo».
«Lo è», rispose Sebastian, serio, poi domandò: «Cosa vi siete più detti?».
«Nient’altro», fece l’ex cadetto, poi sviò l’argomento con un sorriso sornione: «Devi metterti qualcosa addosso se non vuoi essere sbattuto da qualche parte».
Sebastian lo fulminò con lo sguardo, entrando in stanza per prendere un paio di jeans e cambiarsi in bagno.
«Hey», Hunter lo seguì e gli si avvicinò: «Cos’ho detto di male?».
«Sii serio per una cazzo di volta. Ti risulta così difficile?», rispose Sebastian, brusco: «Stavamo parlando di Thad e tu te ne esci con le tue battutine a sfondo sessuale».
Hunter roteò gli occhi. «Ma quel Thad è così importante per te?».
«Mi spiegheresti cosa ti interessa?».
«Semplice curiosità, no?».
«Non è curiosità. Vuoi sapere troppo di me e Thad. Non mi piace, Hunter. Non mi piaci tu», fece il francese.
Grazie a Thad, Sebastian stava incominciando ad avere seriamente dei dubbi su Hunter: cercava costantemente di ottenere informazioni su di loro. E poi Thad non era affatto il tipo da chiacchierare allegramente con il primo sconosciuto che gli capitava a telefono, quindi era evidente che Hunter avesse mentito.
Hunter dovette accorgersene. «Hai paura, vero?», gli sussurrò, piano.
«Di cosa?».
«Di me».
Sebastian respirò, leggermente. «Perché dovrei?».
«Gli altri ragazzi hanno paura di me».
«Beh, io no».
«Se non ti considerassi così importante, anche tu avresti il terrore di me».
«Bene, mi fa piacere».
«Perché non capisci che per me sei tutto, Sebastian? Cosa ti frega di Thad? Ci sono io».
«Cazzo, Hunter, è così difficile da capire?! Lasciami in pace. Non voglio avere a che fare con te, mi sembra di avertelo già detto. Sei soltanto un… un amico, punto», quasi esitò quando pronunciò la parola amico.
Hunter non era un amico: era qualcuno di misterioso che era entrato impetuosamente nella sua vita.
«Eppure cedi sempre al mio tocco…», Hunter accarezzò la sua schiena nuda: «… urli con tanto fervore il mio nome… ti arrendi così facilmente con me, come con nessun altro. Non sono un semplice amico per te, Sebastian. È inutile negarlo».
Sebastian gli si allontanò. «Non voglio uno scopamico, chiaro? Non ne ho bisogno, o almeno non in questo momento della mia vita».
«E cosa vuoi? Di più? Credo che già siamo di più, Sebastian. Credo che siamo arrivati in quella fase nella quale l’uno non può fare a meno dell’altro».
Sebastian respirò, piano. «Hunter… non c’è niente di emotivo in quello che facciamo, comprendilo».
«Non ho mica detto questo. Ma comunque tu non riesci a resistermi, e lo stesso vale per me».
«Posso dimostrarti l’esatto contrario».
«Non ne sei capace».
«Sì, invece».
«D’accordo. Ci scommetterei pure».
Sebastian sbuffò. «Hunter, non mi scocciare», sentenziò, per poi chiudersi in bagno.
Hunter sorrise, sprezzante. Avrebbe approfondito la questione perché Sebastian era suo, suo e di nessun altro.
Sebastian era come Logan e Scott, ma era anche diverso da loro allo stesso tempo. Non era gentile come Logan. Non era dolce come Scott.
Sebastian era un duro, credeva di potergli tenere testa.
E Thad non era stupido quanto Jason o irragionevole quanto Will.
Era caparbio, ostinato, deciso e spaventato allo stesso tempo. E amava sul serio Sebastian, cosa che invece mancava a Jason e Will.
Hunter era sicuro che anche Sebastian provasse qualcosa per quel Thad.
Doveva fare qualcosa per impedirlo, a costo di versare altro sangue.
 
Nick e Jeff tornarono alla Dalton di sera. Thad era in camera con il cellulare in mano, identico a come lo avevano lasciato. Incominciarono seriamente a preoccuparsi.
«È per Sebastian?», chiese Jeff, facendo sobbalzare Thad che non si era nemmeno accorto della loro presenza.
Thad non seppe come rispondere. Prese un respiro e infine disse: «Quell’Hunter. È un pazzo».
«Hunter? Quell’amico di Sebastian del riformatorio?», chiese Nick, perplesso.
«Sì, ed è pericoloso. È ossessivo nei confronti di Sebastian».
«Thad, diciamoci la verità: Sebastian ti piace, e non poco. Se Sebastian e Hunter si frequentano e scopano, non puoi dire che quello è un pazzo maniaco e ossess…».
«Lo è veramente!», Thad interruppe bruscamente Jeff: «Cazzo, la mia non è gelosia, magari lo fosse! La mia è paura, paura per quel che possa fare a Sebastian».
Nick e Jeff si guardarono, sbigottiti da quella reazione; Thad era sempre pacato e calmo anche durante una discussione, eccetto con Sebastian. Thad si voltò, per non mostrare i suoi occhi lucidi.
«Thad… c’è qualcosa che io e Jeff non sappiamo, vero?», provò a parlargli Nick: «Lo sai che puoi fidarti di noi… è così da sempre…».
«Già, Thad. Se c’è qualcosa che ti spaventa, puoi dircelo tranquillamente», concordò Jeff.
Thad era tentato nel raccontare tutto, ma qualcosa lo bloccava. Già immaginava le reazioni dei suoi amici: sconcerto, rabbia, furia.
«Io… niente, vado a farmi un giro da solo», Thad prese il cappotto e la sciarpa e fece per andarsene.
Bastò una semplice occhiata e Nick e Jeff si capirono al volo, lasciando la stanza.
 
Per un momento, Sebastian si sentì smarrito a causa degli ultimi avvenimenti.
Hunter era un tantino inquietante e opprimente e le parole di Thad erano decisamente indecifrabili.
Hunter è pericoloso, sappilo.
Quel giorno al riformatorio Thad aveva appena visto Hunter e tremava. Non aveva freddo.
La sua pelle impallidita, i suoi occhi spaventati.
Perché Thad aveva quello sguardo così intimorito?
«L’hai visto Thad? Sembrava spaventato…».
«Forse gli faccio paura?».
«Boh… so solo che quando ti ha visto ha incominciato a tremare… vi conoscevate già?».
«No, non l’ho mai visto prima».
E, ancor prima dell’incontro, aveva parlato con Hunter.
«Blaine Anderson… continua la farsa! Vengo con te».
«No, Hunter, rimani qui».
«Perché?».
Perché Thad non voleva conoscerlo. Era stato chiaro.
«Andiamo, mica voglio fare del male ai tuoi amici!».
Aveva cancellato gli sms, ma ricordava come se fosse avvenuto pochi secondi prima quando Thad gli aveva detto che non sarebbe voluto venire in presenza di Hunter.
Thad non voleva vedere Hunter.
«Seb».
«Cosa diavolo è successo ora, eh?», gli chiese Sebastian quasi alterato.
«Calmati…».
«Cos’è questa storia di Hunter?», insistette il francese.
«Niente… non mi va di parlare con te in presenza dei tuoi compagni…».
«Mi nascondi qualcosa, Harwood? Sei strano».
«Perché dovrei nasconderti qualcosa?».
«Questo lo devi sapere tu».
«Non ti nascondo niente, Seb…».
Le immagini, gli sguardi, le parole.
Improvvisamente si fece tutto molto più chiaro nella mente di Sebastian.
Ovvio che Thad nascondesse qualcosa. Sebastian pensò anche che Thad e Hunter dovessero già conoscersi.
Avrebbe dovuto parlare con uno dei due, preferibilmente con Thad, e avrebbe dovuto indagare su Hunter.
 
Thad non era andato così lontano: si era semplicemente rifugiato nel cortile della Dalton.
Si appoggiò contro un muretto e si lasciò cadere lentamente verso l’erba.
Gli scoppiava la testa. Mille pensieri che frullavano.
Occhi pieni arrossati, pieni di angoscia e trepidazione.
Poi sentì un trillo provenire dal cellulare. Controllò immediatamente.
 
Devo parlarti. Da vicino. – Seb
 
Thad sospirò profondamente.
 
Lo so, anch’io dovrei. – Thad
 
Devi venire qui. – Seb
 
Non posso. – Thad
 
Credo di sapere il perché. Allora vieni con qualcuno – Seb
 
Non voglio coinvolgere nessuno… - Thad
 
 Thad, devo capire – Seb
 
Lo so, hai ragione… – Thad
 
Troverò un modo. Ci sentiamo domani – Seb
 
Sebastian cancellò i messaggi e infilò il cellulare in tasca. Camminò per il corridoio del riformatorio voltandosi indietro di tanto in tanto, alla ricerca di qualcuno che conoscesse e che conoscesse abbastanza bene anche Hunter.
Incontrò Robert, Xavier e Simon, un amico di Hunter, che parlottavano tra loro.
«Cos’ha fatto Hunter per essere qui?», chiese, senza giri di parole.
Robert sorrise, divertito. «Ciao, Sebastian. Sì, grazie, sto bene! Oh, è davvero una bella giornata!».
«Ho fatto una domanda», asserì il francese, freddo.
«Cosa vuoi che ne sappia?», rispose infine Robert, scocciato.
Sebastian sgranò leggermente gli occhi. «Mi stai dicendo che…».
«Ti sembrerà strano, ma non lo sappiamo», fece Xavier: «Non ce ne ha mai parlato».
«E voi non avete mai provato a chiederglielo?», domandò Sebastian.
«Una volta e basta», questa volta fu Simon a rispondere: «Hunter è molto riservato su queste cose».
«Ma tranquillo, può darsi che a te lo dirà, dato che sei entrato immediatamente nelle sue grazie», ammiccò Robert: «Saprai sicuramente convincerlo con le tue incredibili doti, no?».
Sebastian lo fulminò con lo sguardo. «Perché ti interessa saperlo?», chiese gentilmente Xavier.
Il francese si trattenne nel rispondergli male. «Perché sì», disse, infine, dileguandosi senza nemmeno salutare.
 
«Thad non sta affatto bene».
«Già. Forse problemi in famiglia?».
«No, non credo».
«Con Sebastian? Hunter?».
Nick respirò, lentamente. «Boh, potrebbe essere. Vorrei saperlo anch’io, Jeff», rispose.
Thad era ancora lì, a terra, con il volto chino e il cellulare tra le mani.
«Non capisco perché non ci voglia parlare. Fa male tenersi tutto dentro, no?», disse Jeff.
«Le persone affrontano sempre in modo diverso una situazione. Non siamo tutti uguali», parlò Nick: «ma anch’io sono dell’idea che debba confidarsi con qualcuno. Magari anche con lo stesso Sebastian, a meno che non sia lui la causa di tutto questo».
Jeff annuì, leggermente. «Cosa dovremmo fare secondo te?».
«Non dobbiamo pressarlo, rispetteremo i suoi tempi», rispose il moro, prendendo il suo ragazzo per mano: «Andrà tutto bene».
 
Hunter non era né nella sua stanza né in quella di Sebastian.
Sebastian si chiese dove potesse essere andato quando poi gli venne in mente quel luogo: lo stanzino dimenticato.
Hunter lo aveva condotto ad occhi chiusi fin lì e Sebastian non aveva idea di come arrivarci e non poteva chiedere a nessuno, dato che nessuno dei ragazzi sapeva dell’esistenza di quel “rifugio”.
Pensò di poterlo chiamare, ma solo in quel momento si accorse di non avere il suo numero di cellulare.
Poi sentì un trillo, e immediatamente lesse l’sms ricevuto.
 
Se mi stai cercando, scendi le scale, imbocca il corridoio a destra, poi quello a sinistra, scendi gli scalini e apri la terza porta a destra. Ti aspetto ;)
 
Sebastian si sentì come letto nel pensiero. Seguì immediatamente le indicazioni e si ritrovò di fronte alla porta che aprì.
Hunter era disteso sul divano, con le mani dietro la testa :«Noto che sono stato piuttosto efficiente come navigatore satellitare», disse, con un piccolo sorriso: «Ho poggiato le chiavi sopra al davanzale, chiudi pure la porta».
«Non sono venuto qui per scopare», rispose Sebastian, freddo.
«Qualsiasi cosa tu abbia in mente di fare, chiudi la porta», fece Hunter: «per evitare qualsiasi rischio, no?».
Sebastian obbedì, poi Hunter gli fece spazio sul divano. «Allora? Non cedi? Credi di poter vincere sul serio questa scommessa?».
«Non stiamo facendo nessuna fottutissima scommessa», rispose il francese: «Io mi chiedevo se… insomma, volevo chiederti…».
Sebastian si bloccò: sarebbe stato troppo sospettoso porgergli la domanda in modo diretto, doveva trovare un modo per farlo. Cosa poteva fare?
Saprai sicuramente convincerlo con le tue incredibili doti, no?
«Mm?», Hunter lo guardò, interrogativo: «Hai perso la lingua?».
«Non ancora», Sebastian gli si avvicinò, premendo le sue labbra contro le sue. Le loro lingue si incontrarono, le loro mani si cercavano.
Sebastian provò un’improvvisa e inaspettata repulsione nei confronti di Hunter, ma seppe fingere.
Più frequentava Hunter, e più pensava a quanto gli sarebbe piaciuto baciare Thad, abbracciarlo, amarlo, poterlo sentire suo.
Si rese conto che per la prima volta si chiese che sapore avessero le labbra di Thad e che sensazione avrebbe provato nell’averlo per sé.
Non lo avrebbe mai creduto possibile, ma Thad gli mancava e lo voleva in quel momento.
Avrebbe fatto di tutto per proteggerlo.
Doveva scoprire cosa c’era dietro quella storia, dietro quelle parole non dette e dietro quegli occhi pieni di terrore.
«Te l’avevo detto, Sebastian… non puoi resistermi… non puoi», mormorò Hunter, con un sorriso divertito.
Sebastian si lasciò toccare, stando al “gioco”. «Hunter, ormai siamo molto… intimi», disse in un sussurro, poi gli baciò con veemenza il collo: «… ma in realtà ci conosciamo poco, davvero molto poco».
«Cos’altro vorresti da me?».
«Tu sai perché sono venuto qui, ma io non lo so il motivo per cui ci sei anche tu. Magari potresti condividerlo con me… ti fidi di me, no?».
Hunter sembrò irrigidirsi. «Davvero mi hai fatto questa domanda?», chiese, quasi incredulo.
«Non… non avrei dovuto?», fece Sebastian fingendosi perplesso, allontanandosi leggermente dal compagno.
 
Hunter non capiva a che gioco stesse giocando quello Smythe. Era una pura coincidenza che Sebastian gli chiedesse del perché del suo alloggiamento al riformatorio nello stesso giorno in cui lo aveva svelato a Thad per telefono?
Qualcosa gli suggeriva che Thad aveva taciuto, ma Hunter restava comunque nel dubbio.
Beh, se fosse accaduto qualcosa di orribile, Sebastian si sarebbe potuto anche sentire responsabile, senza problemi. E ad Hunter ciò non importava.
«Hunter, conosco solo io questo posto oltre te», fece Sebastian: «Avevi detto che volevi permettermi di entrare dentro di te…».
«Mi avevi anche detto di non illudermi. Sono solo un amico, no? Queste sono le tue parole», gli ricordò.
«Potrebbe essere che mi sto ricredendo?», fece l’altro, guardandolo intensamente: «Potrebbe essere che mi sono sbagliato?».
Hunter rifletté. «Incomincerai a giudicarmi».
«Non lo farò».
Hunter si insospettì non poco dell’atteggiamento del ragazzo. Sebastian aveva intuito qualcosa, ne era certo. «Te lo dirò, ma non ora».
 
Te lo dirò, ma non ora.
La stessa identica risposta che gli aveva dato Thad.
Te lo dirò, ma non ora.
Sebastian non ne poteva più di quelle risposte incomplete.


 



Angolo Autrice

Buon pomeriggio a tutti! :)
Eccomi con il quattordicesimo capitolo (: Sto cercando di migliorare con i tempi - invano lol -, ma proprio ora che è iniziata già da giorni la scuola... beh, ecco... sarò ancora più lenta del solito ._. Mi dispiace :(
La situazione si fa sempre più difficoltosa e sospetta! Thad continua ad essere freddo, in particolare con i Niff, anche se sta provando ad uscire dal baratro ed è anche tentato nel parlare con qualcuno, Hunter è sempre più asfissiante e ossessivo e Sebastian, un po' con l'aiuto di Thad un po' grazie alla sua testolina(?), sta finalmente incominciando a capire qualcosa. Persino i Niff hanno dei dubbi e sono preoccupati per Thad. :/
Ringrazio tutti coloro che leggono e tutti coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e tutti coloro che leggono o recensiscono!
Al prossimo capitolo! :)

P.S: Per vedere gli aggiornamenti, qui la mia pagina Facebook ---->
https://www.facebook.com/pages/Marta_Gleek-EFP/493176084080290?fref=ts 
Per commenti, domande, curiosità, giudizi e critiche, qui il mio Ask ----> http://ask.fm/MartaGleek944
:)

   
 
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