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Autore: Cara_Sconosciuta    22/03/2008    7 recensioni
Che succede se una prof un po' impicciona decide di rendere una classe più unita, piazzando le persone che più si odiano nella stessa tenda? Per ora rating arancione, ma quasi sicuramente dovrò cambiarlo per alcune scene che ho in mente...
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kelsi Nielsen, Ryan Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ciao

Ciao!!!

Scusate il ritardo nell’aggiornamento, ma ero e sono un po’ in blocco con questa storia… cioè non ho ben chiare le idee su cosa far succedere. Questo capitolo non è il massimo, ma abbiate fede, ne verranno di migliori.

Per Vitto: Mi piace Ryan? Tu dici? Ma come l’hai capito???????? Pensavo di nasconderlo così bene…però ammettilo: in realtà tu sei follemente innamorata di Matteo Branciamore!

Ok, sclero finito e vi lascio alla lettura! Buona Pasqua a tutti!!

Temperance

 

10 – In which Troy gets nervous

La meta dell’escursione di quel giorno era un rifugio situato a circa due ore e mezza di cammino dal sito dove ritrovavano le tende.

Onde evitare incidenti simili a quello verificatosi nella precedente uscita, Kelsi si era armata di respiratore e buona volontà, decisa più che mai a restare al passo con il resto del gruppo.

Taylor e Sharpay, comunque, schierate come due gendarmi accanto a lei non si allontanavano un secondo, continuando a discutere sul litigio tra la mora e Chad.

Non che la pianista prestasse molta attenzione a ciò che le altre due dicevano… era troppo impegnata a respirare regolarmente per esprimere la propria opinione, così si limitava ad annuire ogni tanto.

Sharpay, in ogni caso, stava facendo un ottimo lavoro nel far sentire Taylor in colpa.

Ad un tratto, Kelsi si sentì afferrare per un polso e si voltò, ricevendo un caloroso bacio sulla guancia da Ryan.

“Come va l’asma’” Le domandò lui, raddrizzandole il cappello sul capo.

Resistendo alla tentazione di gettargli le braccia al collo e dimostrargli il proprio ottimo stato di salute con un bacio come si deve, la ragazza si sottrasse alla stretta e si girò di nuovo verso le sue amiche.

“Lasciami in pace, Evans.”

In un secondo, Kelsi fu di nuovo tra Tylor e Sharpay e il povero Ryan si ritrovò, solo e immobile in mezzo al sentiero, mentre tutti gli altri passavano oltre.

“Un po’ insistente tuo fratello, eh, Pay?”

“Non chiamarmi Pay.” Sibilò la bionda, in risposta alla domanda che Taylor le aveva posto non appena Kelsi le aveva raggiunte.

Ok, Shar.” Ironizzò l’altra. “Ciò non toglie che dovresti dire a Ryan che Kelsi non è interessata a lui.

Ryan sa badare a se stesso, non ha bisogno di babysitter.

Sharpay ha ragione.” Si intromise la pianista, che già si sentiva terribilmente in colpa. “Ryan capirà quello che pro… che NON provo per lui. Se ne farà una ragione.”

 

***

 

Troy, che si era fermato per bisogni di prima necessità, tornò ad unirsi al resto del grupp0o con un terribile presentimento, dovuto al fatto che suo padre non si trovava più in fondo alla fila a parlare con la Brighton dove lo aveva lasciato.

E Gabriella a quella fila era in testa.

Superò di corsa tutti gli altri ragazzi, sperando inutilmente di non aver visto il coach in mezzo agli altri solo per distrazione e non perché, effettivamente, non ci fosse.

E invece eccolo lì, a braccetto con la sua ragazza, chiacchierando animatamente, mentre lei rideva in modo decisamente troppo divertito per i suoi gusti.

Non buono.

Assolutamente non buono.

“…e le lesse una poesia d’amore davanti a tutta la classe, ma sai qual è la cosa più divertente?”

Gabriella scosse la testa, interessata.

“Era un componimento di Gregory O’Hara!”

“Quello delle poesie erotiche?” Domandò la morettina, strabuzzando gli occhi.

°No, la storia di O’Hara no!°

“Sì!” Ribadì il coach Bolton tra le risate. “L’insegnante mandò a chiamare la preside e… oh, ciao, Troy!” Salutò l’uomo, quando notò la presenza del figlio.

Ciò di cui, evidentemente, non si accorse fu il temporale in miniatura, completo di fulmini e saette, che si agitava nel blu dei suoi occhi. “Stavo giusto raccontando a Gabi di quella volta quando facevi le elementari e…”

“Lo so cosa le stavi raccontando e te lo potevi risparmiare. Disse il ragazzo, tagliente.

“Dai, Troy, non fare così.” Si intromise Gabriella, cercando di sedare la burrasca.

“Faccio così eccome, invece! Papà, non hai nessun diritto di mettermi in imbarazzo davanti alla mia ragazza!”

Ma Troy…”

Ma un corno! Cerca un modo per sembrare simpatico che non coinvolga me, dannazione! O forse non ne sei capace?”

Troy!” “No, Gabi, lascia stare.” Bolton trattenne la ragazza per un braccio. “Vado… vado a vedere se Miss Brighton ha bisogno di me.

Non appena il padre fu sparito in fondo alla fila, Troy tentò di prendere la mano di Gabriella ma lei si scostò, stizzita.

“Ehi, piccola, che c’è?” Chiese, sorpreso.

“Sei veramente un bambino, Troy! Tuo padre voleva solo farmi ridere. Vado dalle ragazze, chiamami quando sarai cresciuto.

 

***

 

“Ragazze, vado in bagno.” Annunciò Kelsi, alzandosi dal prato di fronte al rifugio sul quale lei, Taylor e un’arrabbiatissima Gabriella avevano appena finito di pranzare.

“Torna presto.” Risposero in coro le due ragazze, per poi tornare a prendere il sole.

Kelsi entrò nell’edificio di legno alla ricerca di Ryan.

Doveva assolutamente scusarsi con lui e spiegargli il suo comportamento: non voleva rovinare tutto.

Ad un tratto, un paio di mani l’afferrarono alle spalle, trascinandola nella cucina, in quel momento deserta.

“Si può sapere che ti è preso?” Sussurrò la voce di Ryan, mentre il suo fiato le solleticava l’orecchio.

“Scusami, scusami, scusami, scusami Ry, volevo dirti tutto prima di partire ma non ne h0o avuto il tempo.” Rispose Kelsi, rigirandosi nel suo abbraccio.

Tutto cosa?”

“Non voglio che gli altri sappiano di noi finché non saremo tornati ad Albuquerque.

Ryan si allontanò da lei, lo sguardo confuso.

E perché no, scusa?”

“Perché…” Dov’erano tutti i buoni motivi che, quella mattina, l’avevano spinta a prendere una decisione del genere?

Rovinosamente affogati nell’azzurro dei suoi occhi, ecco dove!

Perché non vuoi che Jason ci veda, giusto?”

Cosa? No!”

“Oh, sì, invece.” Replicò Ryan, muovendo un paio di passi verso la porta. “Lui ti piace ancora e a me non va di essere un ripiego o un tappabuchi. Mi dispiace, Kel, trovati qualcun altro.”

Detto ciò, il giovane uscì dalla cucina.

“RYAN! RYAN, ASPETTA!” Chiamò Kelsi a gran voce, fregandosene dei propri propositi, raggiungendolo e afferrandolo per un poso ai piedi delle scale.

Che cosa vuoi?” Domandò lui, brusco, senza guardarla.

Lo aveva ferito.

Preso in giro, usato e poi ferito dritto al cuore.

Come poteva aver pensato che lei si fosse davvero dimenticata di Jason?

“Non mi piace Jason, Ry.” Sussurrò Kelsi, accarezzandogli una guancia. “Io voglio stare con te, lo voglio davvero, però tutti pensano che noi due ci odiamo. I miei amici non sopportano te e tua sorella mi detesta.

Non credi che non farebbero altro che renderci le cose più difficili, se lo sapessero?”

“Lo farebbero anche in città.” Rispose lui, più calmo, scostandole la mano e stringendosi nelle spalle.

“Sì, ma almeno vorrei finire la gita in pace… se non vuoi, comunque, non è un problema.”

“Sicura che non è per Jason?” Chiese ancora Ryan, scostandole un ricciolo dal viso dietro all’orecchio.

“Al cento per cento.” Rispose lei, prendendogli la mano.

“In questo caso, penso di poter resistere per altri quattro giorni.

“Sul serio?”

“Sul serio.”

Ryan si chinò per baciarla, ma lei arretrò di scatto, vedendo Chad e Jason entrare nella sala.

“Beh, allora… io vado.” Biascicò il biondo, prima di sparire oltre la porta della sala ristorante.

“Ehi Kels.” Salutò Jason, avvicinandosi alla ragazza.

“Ciao Jay, ciao Chad.”

Chad alzò una mano per poi scusarsi e dire che sarebbe andato a rubare un pezzetto di pane al ristorante: lui aveva provato ad avvertire Jason, ma ora il suo amico doveva cavarsela da solo e, stavolta, un bel due di picche non glielo avrebbe tolto nessuno.

“Allora…” Cominciò il ragazzo, imbarazzato. “Bella giornata, eh?”

“Già…”

Fino al giorno prima Kelsi avrebbe pagato per trovarsi da sola con lui. Ora, invece…

“Senti, hai dimenticato il cappello nella nostra tenda, sai.. quando vi abbiamo rubato i vestiti…”

“Grazie, Jason, sei gentile a offrirti di riportarmelo. Puoi lasciarlo appena dentro dalla tenda. Ora scusami, ma devo andare in bagno. Ciao ciao.”

“Volevo chiederti se passi a prenderlo stasera, così chiacchieriamo un po’…” Mormorò il giovane a se stesso, guardando Kelsi che si allontanava. “Ma dov’è che sbaglio con lei?”

 

***

 

Entrando nella sala ristorante, Chad trovò Ryan seduto ad uno dei tavoli, sorseggiando tranquillamente un caffè.

“Non vai a controllare che Kelsi non ti tradisca?” Domandò il moro, provocatorio, avvicinandosi a lui.

“No, mi fid… ehi, come fai a sapere di noi?”

“Vi ho visti fare lezione di lingue, ieri sera. Non avrei dovuto?”

“Le è presa la fissa di tenere tutto segreto per un po’ e io mi adeguo. Non ti siedi?”

Chad scosse i ricci scuri, prendendo a camminare avanti e indietro e ignorando gli sguardi che gli altri avventori gli lanciavano.

“Devo trovare un modo per fare pace con Taylor, ma non so da dove accidenti cominciare.

“Hai provato a chiederle scusa?” Suggerì Ryan, muovendo distrattamente il cucchiaino nella tazzina ormai vuota.

“Sì, ma non è servito.”

“Erano scuse sincere?”

“Ehi, ma chi sei tu, il grillo parlante?”

“Può darsi… o forse voglio solo darti una mano.

Chad sospirò, appoggiandosi al tavolo.

Ecco a che punto si era ridotto: ascoltare i consigli di un Evans.

Peccato non sapesse quanto vicina era la sua situazione a quella di Taylor

“No, non erano sincere perché non avevo nulla di cui scusarmi. Insomma, è stato uno scherzo innocente, non ho fatto male a nessuno…”

“E tu prova a chiederle scusa non solo per quello scherzo, ma per tutte le volte in cui hai fatto qualcosa che le è dispiaciuto. Non prometterle di cambiare, perché non lo farai mai. Sii solo te stesso, senza esagerare le tue qualità. Di sicuro le piacera molto di più delle tue scuse fini a loro stesse o del tuo fare il figo a tutti i costi.

“Wow, Evans, cono colpito! È così che l’hai conquistata?”

Kelsi? No.” Sorrise Ryan, scuotendo il capo. “Io ho usato una coppola di raso nero.”

 

Continua…

 

   
 
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