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Autore: peterpanmydrug    18/09/2013    4 recensioni
Avete mai immaginato come sarebbe vivere con i cinque baldi giovani degli One Direction? Avete mai pensato a come potrebbe essere la loro vita senza la fama? Beh, neanche Emily se lo immaginava, sino al giorno in cui Harry, il suo migliore amico dai tempi dell'asilo, non le aveva offerto un alloggio nell'appartamento che condivideva con altri quattro ragazzi. Da quel momento la nostra protagonista scoprirà cosa significa vivere alla giornata, affrontare problemi di convivenza e non, ma soprattutto cosa significa amare davvero...
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aprii gli occhi, anche se la voglia era quella di rimanere a dormire per tutta la giornata. Non volevo andare a scuola, nonostante sapessi che mancava poco più di una settimana alle meritate vacanze. Ricordo che all'inizio dell'anno con un paio di amiche prospettavamo un viaggio, magari in Italia. Eravamo entusiaste, non vedevamo l'ora. Volevo bene a quelle due ragazze, forse troppo, in quanto mi avevano voltato le spalle quando avrei dovuto avere più bisogno di loro.

Ma in fondo cosa mi importava? Meno male si erano rivelate per quello che erano, dato che ho sempre pensato che persone del genere è meglio perderle che trovarle.

Scostai le lenzuola, rabbrividendo per un attimo a contatto con l'aria fresca della mattina. Dopodichè mi alzai, allungai le braccia verso il cielo per sgranchirmi i muscoli intorpiditi dal sonno e mi diressi nel piccolo bagno che, fortunatamente, confinava con la mia stanza.

Quando ero andata a vivere là avevo imposto ai cinque maschietti quella postilla, dato che non avevo intenzione di scannarmi con loro tutta la mattina a chi toccava il primo turno.

Pensando che solo il caro Louis per ingellarsi quel ciuffo da gallo ci impiegava quasi mezz'ora mi venne quasi da sorridere. Per non parlare di Zayn, il quale si rimirava almeno una decina di volte nello specchio prima di decidere che era pronto per uscire.

Mi feci una doccia veloce, legandomi i capelli per evitare di bagnarli, mentre intonavo il motivetto di una canzone che avevo sentito la prima sera al pub:

-Baby, you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But when you smile at the ground, it ain't hard to tell
You don't kno-o-ow, you don't know you're beautiful...-

Aveva un ritmo orecchiabile e pensai che probabilmente era la cosa più carina che un ragazzo potesse dire ad una ragazza.

Mentre chiudevo la valvola dell'acqua e mi apprestavo ad afferrare l'asciugamano, sentii qualcuno bussare alla porta del bagno. Sobbalzai.

-Si??- chiesi, mentre tentavo di nascondere il mio corpo nel piccolo asciugamano che avevo trovato.

-Emily, sono Harry. Noi siamo pronti-

-Di già?- chiesi, lanciando un occhiata all'orologio da polso che avevo appoggiato accanto allo specchio.

In effetti avevo passato sotto la doccia più tempo di quanto avessi previsto.

-Si. Persino Zayn ha finito la sua mezz'ora giornaliera di narcisismo e ci ha minacciato che se non usciamo di casa entro dieci minuti si andrà a cambiare di nuovo-

Inorridii all'idea.

-Dammi cinque minuti e ci sono-

Penso che avrebbero potuto darmi un premio per il record mondiale con il quale mi vestii, mi pettinai e mi vestii.

Quando scesi trovai i miei cinque ragazzi che mi aspettavano attorno alla penisola del cucinotto, le faccie stanche e l'aria abbattuta, tutti tranne ovviamente il nostro Narciso, il quale riusciva a specchiarsi anche in un cucchiaino.

Mi venne quasi da ridere, quando vidi Niall che mi avvicinava con in mano un piatto di frittelle che ancora fumavano.

-Tieni Emily, stamani ho fatto i pancakes. Sono riusciti a salvare questi dalle fauci di Harry, altrimenti...-

-Ehi!!- protestò il ricciolo.

Sorrisi grata, dato che le frittelle di Niall erano le più buone che avesse mai mangiato e, ahimè, dovevo ammetterlo, più buone anche di quelle di mia madre.

In quel momento l'orologio sopra il tinello mi colpì.

-Accidenti!! E' tardissimo!!- sussultai, mettendo in allerta anche gli altri.

Così, mentre loro si infilavano le giacche leggere, io addentavo un pancakes, al quale non avrei rinunciato, e li seguii fuori dal portone. Come al solito dovemmo rincorrere l'autobus, ma alla fine riuscimmo ad arrivare a scuola prima del suono della campanella.

Notai, con mio grande dispiacere, che neanche quella mattina Liam mi aveva rivolto la parola.

 

Avevo passato le prime due ore di matematica nel più completo panico, beccandomi un bell'insufficiente ad una settimana dalle vacanze. Imprecai mentre raggiungevo l'aula di educazione civica, dato che con molta probabilità sarei stata costretta a frequentare i corsi estivi. Addio estate!!

D'un tratto qualcuno che mi passava di fianco mi urtò con violenza, facendomi cadere i libri che avevo in mano. Mi abbassai per raccoglierli il più in fretta possibile per non fare tardi e solo allora mi accorsi che il corridoio era stranamente deserto.

Solo un paio di ragazzi a qualche metro di distanza che, non appena videro il mio sguardo, distolsero il loro da me.

La visuale mi fù però oscurata da qualcuno che mi si era fermato davanti. Riconobbi immediatamente di chi si trattava e il mio corpo prese a tremare. Non avevo il coraggio di alzare gli occhi.

-Cosa ti succede Emily? Adesso non mi guardi nemmeno?-

La sua voce, la sua intonazione. Tutto in quel momento mi faceva paura. Strinsi con forte i libri che avevo raccolto contro il petto, tirandomi lentamente in piedi.

Lui indossava la maglietta che io gli avevo regalato e ciò mi fece quasi vomitare.

-Che cosa vuoi?- gli chiesi, cercando di concentrare nelle mie parole quel poco coraggio di cui ero provvista.

-Ma come, tesoro? Siamo o non siamo fidanzati?-

Ma era scemo o cosa?

-Pensi sul serio che voglia stare con te dopo quello che mi hai fatto? Credevo che dopo queste settimane lo avessi capito-

-Ma Emily, sono pentito. È stato un incidente-

Perchè quel tono aveva l'effetto di trafiggermi il petto come una pugnalata? Perchè quella sua strafottenza mi faceva allo stesso tempo male e montare dentro la rabbia?

-Vattene Johnny, non fai più parte della mia vita, ormai-

Feci per superarlo, sperando che le mie parole fossero state abbastanza per farlo demordere, ma una presa alla vita mi bloccò, facendomi scontrare contro il suo petto. Non ricordavo che lui mi superasse così tanto in altezza.

La sua voce al suo orecchio ebbe la capacità di paralizzarmi:

-Non è facile liberarsi di me, uccellino. Non rinuncio alle mie proprietà senza combattere-

-Sai qual'è il tuo problema, razza di deficiente?!? Tu hai già perso-

Pestai il suo piede con tutta la forza di cui ero capace, provocandogli un sussulto e fornendo a me la possibilità di allontanarmi. Non feci però in tempo ad allontanarmi che mi sentii nuovamente afferrare e spingere contro gli armadietti.

Mi ritrovai bloccata tra il metallo e il corpo di lui, le mani ai lati della mia testa, il suo sguardo che avrebbe avuto il potere di incenerirmi.

-Dimmi Emily, te la senti davvero di sfidarmi?-

-Ma si può sapere cosa vuoi da me? Puoi avere chiunque, perchè insisti tanto?-

-E' una questione di principio. Nessuna ha mai detto di no a me e tu non sarai certo la prima-

Vidi il suo volto avvicinarsi al mio, mentre io pregavo che un fenomeno inspiegabile aiutasse il metallo alle mie spalle ad inglobarmi, in modo da uscire da quella dannata situazione.

La mia preghiera non fu propriamente esaudita, ma d'improvviso vidi il corpo di Johnny venir spinto via da qualcuno. Davanti a me si parò la figura di Liam, il quale però non mi stava per niente considerando, anzi, fissava in cagnesco quello che era il mio ex.

-Vattene Johnny se non vuoi farti male- gli ringhiò con il suo solito tono atono.

Vidi l'altro rabbrividire per un attimo, poi lanciarmi un ultima occhiata e dire:

-Non finisce qui-

Poi puntando il dito verso Liam, aggiunse:

-Neanche con te- e detto questo se ne andò.

Sentii le ginocchia cedere e mi accasciai a terra, gli occhi spalancati e la mente in confusione. Era tale il mio stato che a malapena sentii la voce del mio amico che mi chiedeva se mi sentivo bene.

Io accennai un si con la testa, per poi accettare il suo aiuto per alzarmi. Il silenzio ci colse nuovamente, ma per qualche motivo a me bastava anche così.

Stavo finalmente per trovare il coraggio di parlare, anche solo per ringraziarlo, che quello mi precedette:

-Vieni, ti accompagno in classe-

Detto questo mi prese per mano e ci incamminammo per il corridoio. Il contatto con la sua pelle era incandescente, donandomi una sensazione di tranquillità e allo stesso tempo di profonda confusione. Sentivo il cuore nel petto sobbalzare ad ogni passo, sino a quando non si fermò quando lui mi guardò negli occhi, dicendomi semplicemente:

-Ci vediamo all'uscita-

Dopodichè se ne andò, le mani carcate in tasca e la testa leggermente incassata nelle spalle. Io rimasi ad osservarlo mentre si allontanava, non sapendo più cosa pensare.

Perchè si comportava così?




NDA 
Ed eccomi con un secondo capitolo, ringraziando quelli che mi hanno recensito, positivamente o negativamente, e anche chi legge solamente.
Liam è strano e la nostra Emily confusa. Gli altri quattro ragazzi in compenso fanno da simpatico contorno ihihihih
A presto o meglio al prox capitolo. Un saluto
Directionlove01

  
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