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Autore: Marne    19/09/2013    2 recensioni
Quattordici (+1) momenti di vita delle coppie del Vecchio Continente, tradizionali e non.
Momenti felici, tristi, momenti di risate e di pianti.
...
01. Fuga {Ross/Emily} x
02. Morte {Clarisse/Nassar} x
03. Colti sul fatto {Jordan/Jerome} x
04. Paperella di gomma {Stephen/Christabel} x
05. Malinteso {Fay/Jordan} x
06. Il cavaliere in una scintillante armatura {Julian/Megan} x
07. Fredda notte invernale {Fabian/Anna} x
08. Dormi con un occhio aperto {Axel/Eloise} x
09. Incubo {Comandante Lasaire/Erin} x
10. Non è quello che sembra! {Jordan/Jerome} x
11. Affetto {Bryce/Sophia} x
12. Perversione {Damian/Rafael} x
13. Deja Vu {Gil/Lara} x
14. Minaccia {Axel/Belladore} x
+1 Scuoti il bacino! {Bryce/Morton/Haddams} x
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Black Friars

Fandom: Black Friars.
Pairing/Personaggi: Nassar Stuart/Clarisse Granville.
Rating
: Verde.
Chapters
: 2/14+1.

Genere: Triste, Angst.
Words:  771
Canon or Fanon?: Una via di mezzo, considerando che, effettivamente, qualcosa ha fatto cambiare idea a Clarisse Granville ma che, comunque, nei libri non c’è traccia di questa discussione.

Note: Ecco la seconda “puntata” di questa serie di scene, in cui ritroviamo la coppia di Romeo e Giulietta alternativi del Vecchio Continente. In tutta sincerità, io non ho mai apprezzato Clarisse Granville e, dopo aver letto l’ultimo libro, non ho fatto che confermare il senso di antipatia nei suoi riguardi. Lei e gli altri due del trio delle meraviglie mi hanno sempre ispirato una certa antipatia ma, nonostante tutto, non posso negare che la loro sia stata una storia alquanto… tormentata, ecco. Tormentata ed interessante. Provo una certa pena, verso di lei, perché ha dovuto scegliere fra ciò che è giusto e ciò che il cuore voleva, una cosa che io non augurerei a nessuno. Lei ha optato per il cuore e, nonostante si sia  ripromessa di non ripetere l’esperienza, anche la Rivolta, in fin dei conti, sarà tutta colpa sua. Spero vivamente che apprezzerete questo mio lavoro e, soprattutto, mi auguro di non essere profondata in qualcosa di assolutamente melenso.

 

PS: Ho creato i bannerini con le “facce” delle due coppie fino ad ora trattate, giusto per dare una mano ad immaginare. Non sono perfetti, volevo giusto dare l’idea. Quindi, qui abbiamo Ross&Emily (Lei è esattamente come l’ho immaginata, per lui è stato difficile, ma Bloom mi ha sempre ispirato una certa dolcezza, quindi…) e qui abbiamo Nassar&Clarisse (di loro sono abbastanza soddisfatta, in realtà, ma non credo sia possibile trovare corrispondenza perfetta)

 

 

Morte.

Nassar&Clarisse

 

Pioveva, quel giorno. Pioveva così forte che nessuno avrebbe mai potuto notare i solchi salati che le lacrime stavano lasciando sulle sue guance. Si sentiva tradita, tradita da coloro che, fra tutti, amava più di ogni altra cosa al mondo. Avevano tradito il loro giuramento, avevano tradito i loro principi.

« Clarisse! »  Nassar la fermò giusto prima che riuscisse a salire sulla carrozza con le insegne dei Granville che la stava aspettando, per riportarla alla sua residenza cittadina. Il ragazzo era pallido, con i grandi occhi grigi sgranati, più dalla preoccupazione per quello che lei avrebbe potuto dire, che per il senso di colpa.

« Non toccarmi, Stuart. Non osare toccarmi. » fece un passo indietro, respingendo con un colpo secco quelle mani che, da tanto tempo ormai, l’avevano sempre fatta sentire bene, l’avevano sempre fatta sentire amata ed accettata.

Mostro. Era stata lei a concedere loro il potere sulle creature. Era stata lei a farli diventare ciò che erano. Era lei la vera responsabile.

« Non fare così, Clair. Non è così grave. Era solo una matricola. » il giovane uomo le si avvicinò ancora, prendendole il viso fra le mani, andando contro tutte le buone maniere da mostrare in pubblico.

Non che la cosa le importasse. Nulla aveva più importanza, a quel punto.

« Era un essere umano. Era una vita, Nassar. Una vita. » la sua voce salì di un paio di ottave, pronunciando quelle parole. « Come può essere senza significato? »

La sensazione di oppressione, che la stava tormentando da quando aveva visto quelle fiamme - fiamme del colore dell’oro, ciò che lei aveva sempre associato al potere del Presidio - avvolgere il corpo del giovane Karryl, aumentò improvvisamente, lasciandola senza fiato. Tutto l’orrore, tutta la distruzione che il suo vero essere poteva creare le si era riversata addosso come una pioggia fredda, passando per le mani dell’uomo che amava e del suo amico più caro.

« È stato un incidente, non volevamo fargli del male. Lo sai che non feriremmo mai un innocente, tu ci conosci, tu sai… » Nassar l’aveva presa ancora una volta per le spalle, costringendola ad avanzare verso di lui. C’era disperazione, nei suoi occhi, perché la conosceva troppo bene da non capire quanto fosse irreparabile la spacca che si era creata fra loro.

« Io so chi siete. Io l’ho sempre saputo, ma ho voluto nascondere a me stessa la verità. » le parole lasciarono le labbra della giovane Evocator come un sibilo, un sussurro carico di rabbia e dolore verso se stessa e la sua natura. « Ho detto al fratello, Lenner, che vi sareste consegnati alla giustizia e mi aspetto che lo facciate. Ho giurato di salvare vite, Nassar, non di toglierle. »

« Clarisse, ti prego… » lui la guardò, gli occhi grigi, stringendo la presa sulle sue spalle, prima di lasciar scivolare le mani al viso della giovane, in una lieve ed addolorata carezza. « Puoi davvero mettere noi… mettere me, dopo di quella matricola senza nome? » il suo tono divenne carezzevole, dolce come poche volte era stato e solo per lei. « Io ti amo, Clair. »

Gli occhi della Magistra erano pieni di lacrime, non solo di dolore ma anche di rabbia, di rimpianto. Erano lacrime di vergogna. « Lui aveva un nome, Nassar. Lui si chiamava Karryl Von Dresden. » sussurrò, disperata, posando le mani su quelle del giovane uomo, quasi volesse crogiolarsi nel tepore di quella stretta delicata. « Ed hai ragione, non riesco a mettere lui prima di voi. » concluse, atona, stringendo la presa ed allontanando le mani di quell’uomo dal suo viso. Arretrò di un passo, guardandolo in modo vacuo, senza espressione, vuoto come il suo cuore, in quel momento.

« Clarisse… »

« Addio, Nassar. E che Dio mi perdoni per quello che sto per fare. » detto questo, Clarisse Granville voltò le spalle all’uomo che, più di tutti, aveva amato e che le era rimasto fedele fino all’ultimo suo respiro.

Lo amava, ma non poteva fare altrimenti.

Salì sulla carrozza di famiglia, chiudendosi lo sportellino alle spalle e senza guardarsi indietro, temendo di cedere alla vista dei suoi occhi.

« All’Ordine della Spada » disse, al cocchiere, cercando di mantenere un tono neutrale, nonostante il suo cuore fosse appena finito in pezzi.

Lo avrebbe aiutato un’ultima volta, ma non lo avrebbe mai perdonato davvero. Lui le aveva mostrato la vera natura del suo essere, lui che aveva giurato di proteggerla per sempre. Non poteva perdonargli l’immenso torto di averle aperto gli occhi sulla propria natura, con quell’assassinio.

Ci sarebbe sempre stata quella morte a dividerli.

   
 
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