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Autore: Sanzina    19/10/2004    3 recensioni
la mia prima ff ripostata anche in questo sito!una Lucius/Severus con un finale un po' triste come piace a me...recensite! =3
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Lucius Malfoy, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La promessa

 

Malfoy Manor, due settimane dopo. Dei colpi secchi risuonarono all’enorme portone scuro, che si aprì lasciando entrare l’alto uomo vestito di nero. La neve che fuori infuriava e che aveva lasciato tracce candide sulle sue spalle e sui capelli corvini già iniziava a sciogliersi in rivoletti lucenti, scivolando verso le guance arrossate dal freddo. L’espressione nervosa che albergava sul suo volto affilato scomparve subito quando un uomo biondo e affascinante gli venne incontro con un bambino in braccio. Il piccolo di appena un anno sorrideva radioso fra le braccia del padre e tendeva le manine grassocce verso l’altro mago, che aveva appena tirato fuori dal mantello un pacchetto rivestito di vivace carta colorata.”Severus, finalmente sei arrivato! Draco non faceva altro che cercarti…e anche io ti stavo aspettando con ansia…”. Entrambi sorrisero per la malizia contenuta in quella frase e si avvicinarono l’uno all’altro sfiorandosi le labbra. Prima che potessero anche solo pensare di approfondire il bacio vennero interrotti dai versi scontenti del bimbo, imbronciato per la scarsa considerazione con cui lo aveva salutato il suo zio preferito. “A quanto sembra non sei stato molto cortese col festeggiato, Severus…”  “Ma quale riprovevole mancanza! Rimedio subito!”. E preso il piccolo lo fece volteggiare in aria, fino a che nell’atrio risuonarono gridolini di giubilo. Poi lo baciò teneramente sulla fronte e il bambino si aggrappò ai suoi capelli, continuando a ripetere “ ’io ‘evvy, ‘io ‘evvy!! (sarebbe ‘zio Sevvy, zio Sevvy!’ NdA^^). Le parole uscivano smozzicate dalla tenera boccuccia per ché erano già cresciuti quasi tutti i dentini, lasciando solo una piccola finestrella al posto degli incisivi. “Sì Draco, lo zio Sevvy è arrivato, e indovina per chi è questo regalo?”  “ Mio! ‘egalo mio!!”  “ Tieni piccolo buon compleanno!”. Ben presto la carta che rivestiva il dono cadde a terra, strappata dalle delicate manine impazienti, e venne alla luce un simpatico trenino scarlatto di metallo, che magicamente sputava fumo dalla locomotiva. All’interno si potevano scorgere dei minuscoli passeggeri che osservavano con vivo interesse la scena e un controllore che si aggirava attraverso i vagoni per verificare la validità dei biglietti. Gli occhi grigi di Draco si spalancarono per lo stupore e la gioia, era proprio il trenino che aveva visto a Diagon Alley quando era uscito con il suo papà e lo zio Sevvy! Stampò miriadi di baci umidi sulle guance di Severus che accettava inaspettatamente volentieri tutte quelle effusioni. Lucius Malfoy, l’uomo biondo, stava per riavvicinarsi e continuare il discorso di poco prima quando una figura eterea e sottile li interruppe di nuovo, parlando con voce forzatamente mielosa “Severus, sei arrivato! Sono molto felice di vederti, Draco ci teneva molto ad averti qui con noi il giorno del suo primo compleanno! Ma Lucius, tesoro, non gli hai nemmeno preso il mantello, rischierà di buscarsi un malanno! Vieni piccino, andiamo nel salone, la zia Bellatrix vuole farti gli auguri!”. Detto questo aveva quasi strappato Draco dalle braccia del moro e l’aveva portato nel salone, senza che il sorriso che le stirava le labbra rosee salisse fino agli occhi.  I due, rimasti soli, si guardarono scuri in volto. Narcissa era falsa come sempre, non riusciva ad accettare il loro amore. Infine Lucius slacciò delicatamente i legacci del mantello di Severus e preso l’indumento mormorò un incantesimo che lo avrebbe portato in una stanza apposita. Le sue mani però non smisero di esplorare il petto rivestito di sottile stoffa nera del suo compagno, che sospirò quando le dita agili presero a giocherellare coi suoi capezzoli. Contemporaneamente il biondo aveva portato la bocca vicino al suo orecchio e lasciava che il respiro caldo lo eccitasse, aggiungendo ogni tanto una fugace incursione della lingua sul lobo. L’ospite ebbe solo il tempo di mormorare “Non qui, potrebbero vederci..” che si ritrovò dietro una tenda, la bocca invasa da quella rovente di Malfoy Senior. Subito le sue mani si intrecciarono nei capelli lunghi e serici dell’altro per approfondire il contatto, se fino a poco prima c’era stata qualche preoccupazione nella sua mente ora, nel sentire quel corpo accogliente strusciarsi contro il suo,  i suoi pensieri erano volati altrove. Con una mano lasciò quella morbida chioma bionda e andò ad accarezzare l’inguine di Lucius, che interruppe il bacio e posò la testa nell’incavo del suo collo, ansimando pesantemente.  Stava quasi per sbottonargli i pantaloni quando una vocina acuta li fece sobbalzare entrambi. Draco doveva essere sfuggito alle grinfie di sua madre e ora gattonava indisturbato nell’atrio del grande maniero, cercandoli. Si ricomposero frettolosamente (ma non poterono cancellare il respiro pesante e il rossore!) e uscirono dal loro improvvisato nascondiglio cercando di sembrare il più naturali possibile. Per fortuna il bambino era troppo piccolo per accorgersi dell’ambiguità della situazione e si diresse spedito verso di loro, ridendo. All’ultimo momento però deviò il suo percorso e si fermò accanto a una grossa colonna marmorea, dove si aggrappò e con grande sforzo si mise dritto sulle gambe malferme. “Guadda papà, guadda!” strillò e con sommo stupore dei due uomini si staccò dal suo sostegno e iniziò a camminare con un’andatura lenta e traballante, col visino  deformato da una smorfia di intensa concentrazione. Giunto a pochi centimetri dalle gambe paterne vacillò e sarebbe caduto se Lucius non lo avesse acchiappato in tempo, abbracciandolo stretto e dicendogli “ Bravissimo! Il tuo papà è tanto tanto orgoglioso di te!”. Insieme a Severus varcò le porte del salone, che aveva ignorato fino a quel momento, ed esclamò a voce alta “Venite a vedere cosa è capace di fare il festeggiato!”. L’attenzione di tutti gli invitati (in cui spiccavano i Lestrange, i Parkinson e gli Zabini) si focalizzò sul padrone di casa, che deposto Draco si mise a pochi metri da lui e lo incitò “Dai tesoro, vieni verso di me come hai fatto prima!”. Subito Narcissa fece per prenderlo in braccio, obiettando gelida “Cosa credi di fare? È troppo piccolo per camminare!” ma Severus le mise una mano sulla spalla, fermandola in tempo. Quando poi si girò piena di rabbia le intimò “Taci e guarda!”. Draco si guardò intorno un po’ impaurito, lo stavano fissando tutti…ma un cenno di assenso e un sorriso da parte del suo adorato papà lo fecero decidere in un lampo. Come prima si alzò tenendosi a una poltrona e avanzò con passettini incerti, questa volta però non rischiò di cadere e arrivò sano e salvo fra le braccia del mago, nel silenzio generale. Poi qualcuno iniziò ad applaudire e ben presto tutta la sala era riempita dalle risate e commenti della gente, piacevolmente incredula di fronte a quel felice evento. Tutti vollero fare le congratulazioni all’erede di casa Malfoy, che affondò il viso rosso tra i capelli di suo padre. Dopo poco venne portata un’enorme torta guarnita con ciuffi di panna e glasse colorate, sormontata da una variopinta candelina magica a forma di uno che invece della solita fiammella sparava in aria deliziosi fuochi artificiali. Tutti tornarono ad applaudire con più vigore mentre Draco la spegneva e quindi iniziò la processione dei regali. Ricevette veramente di tutto, anche più di quello che normalmente serve a un bambino di un anno, ma il suo regalo preferito rimase il trenino di Severus, che navigava allegramente tra i tappeti del salone sbuffando vapore come un matto. Quando gli invitati cominciarono ad unirsi a gruppetti per chiacchierare indisturbati Severus e Lucius si accomodarono in un piccolo divanetto di fronte al fuoco, raggiunti poco dopo dal piccolo Draco. Il bimbo giocò per un po’ sulle ginocchia dei due maghi oscuri (che di oscuro ora non avevano niente!) per poi addormentarsi rannicchiato sul petto del biondo. Anche i due uomini, stringendosi di nascosto la mano, presero a sonnecchiare, senza veramente cadere nelle braccia di Morfeo. Improvvisamente le doppie porte intarsiate si spalancarono in un soffio d’aria gelida, ammutolendo i presenti. I Marchi Neri impressi a fuoco sugli avambracci divamparono in una sofferenza quasi insopportabile, tanto che alcune dame si accasciarono al suolo gridando. Lucius e Severus si drizzarono non appena avvertirono il dolore lancinante e il movimento inconsulto destò Draco che li guardò con occhi grandi e spauriti. “Papà, hai ‘atto un butto ‘ogno?” domandò innocentemente ma venne subito zittito da Severus, che lo prese in braccio e lo coccolò mentre suo padre raggiungeva il nuovo arrivato. Già sospettava della sua identità ma sbiancò lo stesso quando ne ebbe la conferma, la maligna presenza che era appena penetrata in casa sua era il suo padrone, Voldemort. A Severus si fermò il cuore, se per caso quell’essere abietto fosse riuscito a leggere nella sua mente avrebbe scoperto il suo tradimento e lo avrebbe ucciso nel modo più lento e doloroso possibile. L’unica arma a sua disposizione era l’Occlumanzia, doveva solo sperare di essere abbastanza forte per respingere un attacco psichico di grande portata senza destare sospetti. Intanto Lucius si era inchinato al cospetto del suo padrone e di conseguenza gli altri avevano prudentemente seguito l’esempio del padrone di casa. Il Signore Oscuro era rimasto in silenzio, facendo saettare i suoi occhi sanguigni come un serpente in cerca di preda. Il pallore del suo volto da rettile era messo in risalto dal leggero mantello corvino con cappuccio (non sembrava affatto soffrire il freddo e non un solo fiocco di neve insudiciava quella tenebra perfetta) e dalle luci che ravvivavano all’inverosimile tutte le figure tranne la sua. “Mio Sire, è un onore riceverla…se fossi stato informato della sua venuta mi sarei preparato a dovere…”  “Non ti preoccupare Lucius, non sono venuto qui in vesti ‘ufficiali’ se così si possono definire…la tua gentilissima consorte mi ha informato che oggi è una data particolare per i Malfoy e ho pensato di passare, per il mio Mangiamorte più fidato e oserei dire…preferito… questo e altro…” La voce sibilante permeò la mente dell’inginocchiato come metallo fuso, ottenebrandogli i pensieri. Come in un flashback rivide una notte di tempo prima, rivide due uomini che giacevano in un letto e riconobbe con una fitta di vergogna i capelli biondi di uno e gli occhi insanguinati dell’altro…lui e il suo Signore…quel giorno la sua anima già sporca si era intorbidita ulteriormente. (Questo particolare episodio è raccontato in una one-shot che posterò fra poco…per chi volesse saperne di più si intitola ‘ Rabbia e lussuria ’…andatela a leggere!! NdA) Si rialzò tremante e venne spinto da parte da Narcissa (brutta -Beep!- di una -Beep!- vai a -Beep!-, sei solo una –Beep!-!!!!! NdACensurata) che sorridendo estaticamente condusse Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato (ma che noi nominiamo tranquillamente..vero zio Voldie? NdA) (NON-CHIAMARMI-ZIO-VOLDIE!! NdZioVoldieIncazzato) (See see…bella zi’ se vedemo! NdAMoltoRomanaccia) verso suo figlio, il quale come tutti i bambini non riusciva a rimanere preoccupato per molto tempo e già era tornato a giocare con il suo treno. Voldemort si accomodò sul divano dove prima si erano seduti Lucius e Severus e prese Draco, depositandolo sulle sue ginocchia. Il piccolo alzò appena gli occhi e non rimase molto stupito né spaventato quando incontrò quei pozzi rossastri, anzi sorrise e chiese “ ‘ao! ‘ome ti chiami?”  “Oh, dubito che il mio nome ti piacerebbe…invece io so che tu ti chiami Draco, giusto? E so anche che oggi compi gli anni…ma mi sono dimenticato quanti!”. Il suo tono era a metà tra lo stupito e il divertito, con le lunghe mani tanto simili ad artigli carezzava i fini capelli biondi di quel fanciullo che non aveva paura di lui. Draco ci pensò un attimo e poi sollevò un ditino, a dimostrare che aveva un anno. “Un anno? Allora è troppo presto per il regalo che avevo in mente..vedrai quando sarai grande abbastanza ti farò un dono che spetta solo ai più grandi, un dono che ti porterà potere e rispetto…anche i tuoi genitori lo hanno ricevuto sai? è un modo per riconoscerci e per far parte della stessa grande famiglia.” Pensieri fugaci attraversarono la mente di quell’essere, se non poteva avere completamente il padre  avrebbe avuto il figlio, doveva solo aspettare che crescesse abbastanza, poi lo avrebbe preso e portato via con sé. Lucius si era avvicinato insieme a Severus, stringendogli la mano fino a fargli male. Se suo figlio non aveva compreso la vera natura del ‘regalo’, lui la poteva immaginare benissimo. Voleva marchiarlo, imprimergli nelle tenere carni il suo simbolo di odio e morte…non glielo avrebbe permesso! Non avrebbe permesso a quell’essere immondo e alla sua pazza moglie di rovinare quella vita pura, di contaminarla rendendola simile alle loro. Si girò verso Severus, che trovò quanto mai strane le parole che gli furono rivolte, tanto che per un folle attimo sospettò che Lucius sapesse che ora stava dalla parte di Silente. “Severus, devi promettermi una cosa: per quanto la mia anima potrà diventare meschina e malvagia, mio figlio non dovrà subire il mio destino se non vorrà! Giurami che andrai contro di me se deciderò di seguire le orme di mio padre, costringendolo a marchiarsi! Dovrai combattermi con tutte le tue forze, preferisco morire piuttosto che sporcarlo con il male che mi contamina…solo tu puoi farlo, il meno invischiato in questa oscurità fra tutti noi…”  “Ma cosa stai dicendo?!? Tu non faresti mai una cosa del genere!”  “Ora forse no, ma il Signore Oscuro è potente e può plagiare qualsiasi volontà….adesso prometti!”  “E va bene…lo farò!”. Improvvisamente si sentì addosso lo sguardo velenoso di Voldemort…sospettava  qualcosa! Precipitosamente baciò Lucius sulle labbra e uscì da Malfoy Manor, scomparendo nella notte. Il biondo riuscì a intendere poche parole nel farfugliamento del suo compagno “Devo andare…una missione…spiare Silente!” e si ritrovò immediatamente solo, a sorridere come un idiota verso Voldemort che ora guardava il punto dove prima c’era Severus con occhi enormi e spalancati, quasi avesse percepito qualcosa di spiacevole. Intanto il mago bruno camminava nella neve turbinante, i suoi pensieri erano rivolti verso una sola persona, Draco. Lo avrebbe protetto a costo della vita, lo aveva promesso all’uomo che amava e non era affatto tipo da spezzare i giuramenti. Si girò per l’ultima volta a guardare quel castello tanto amato illuminato da luci fioche e poi si smaterializzò nella sede dell’Ordine della Fenice. Aveva del lavoro da fare.

…FINE!!! E stavolta finisce davvero! L’ho riletta e mi rendo conto che tra i due capitoli c’è un abisso...reputo quest’ultimo più ‘maturo’, anche come stile…ma non doveva esserci un continuo in teoria quindi potreste anche perdonarmi no?? ^^” solo Eirinya mi ha commentato e quindi solo per lei è questo seguito, spero che ti piaccia! Sia chiaro che se qualcuno recensisce mi fa un piacere immenso, quindi mano alle tastiere, basta una frase! Volevo poi scusarmi per un’imprecisione di cui mi sono accorta solo ora…principalmente nelle mie fanfics ho parlato di fatti successi prima dei libri di Harry Potter…considerando che nel 4° Voldemort risorge con quella sottospecie di corpo da rettile…prima di uccidere i Potter doveva avere il suo corpo originario, ossia quello di Tom Riddle! Ho preferito forse inconsciamente usare l’aspetto più inumano del mio Signore Oscuro preferito, credo che la sua malvagità e al tempo stesso la pietà che ispira si concretizzino meglio così…se ho fatto male ditemelo eh!! Ora bacioni a tutti e commentate!! Sanzina

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V recensite please!

  
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