Victim of Love ~ go to the rescue!
( Sanji and Nami’s collection )
#4 ~ Decaffeinato
Urla, sconforto, disperazione.
Paura.
Suppliche, giri, litigi, angoscia,
sgomento.
Terrore.
Puro
terrore…
- SANJI!!!-
- AH!
C-che… che succede?-
- Porta qualcosa da bere.-
- Certo, cariss…-
- SUBITO!!!-
Il cuoco sgranò gli occhi a dismisura, per
poi fuggire letteralmente in cucina e chiudere la porta a chiave.
Un giro, due, tre.
Si guardò attorno, alla ricerca di una
spranga, un lampadario, un divano, un’incudine, un lucchetto per la cassaforte…
Poiché purtroppo si trovava solamente in
una cucina, e non in un soggiorno o una fortezza navale, dovette accontentarsi
delle pentole, delle seggiole, del frigorifero e dei coltelli.
Quando ne prese in mano un paio, si fermò
un attimo sul posto, meditabondo.
- … Meglio i cucchiai.- decretò infine,
riponendoli sul paniere.
Con velocità repentina, accumulò il tutto
davanti all’ingresso, bilanciando la catasta di oggetti come meglio poteva.
Constatando che tutte quelle cose sarebbero
sempre rimaste in un equilibrio precario, prese le distanze di sicurezza,
addossandosi alla parete.
Attese un istante in silenzio, tendendo le
orecchie come mai aveva fatto prima.
I palpiti del cuore acceleravano ad ogni
ansimo, e ad ogni palpito gli ansimi aumentavano.
Era un circolo vizioso che non si sarebbe
facilmente fermato.
Almeno fino a sera.
Il motivo di tale spavento?
Semplice: la cara navigatrice era un po’
più nervosa del solito.
E con un po’ intendo dire molto, molto più nervosa del solito.
Era una sorta di misto tra un dittatore
spietato, una tigre affamata e un grizzly svegliato male. Durante l’inverno.
… e affamato anche lui.
Sanji si sedette a terra ed accese una
sigaretta.
Pensò al perché di quel mutamento; in
fondo, nulla gli costava. Anzi, gli interessava assai saperlo.
L’unico modo per arrivarci, tuttavia, erano
le ipotesi e le congetture.
Meglio non chiederlo alla diretta
interessata…
Vediamo:
si è alzata di buon ora, prima di tutti, ha disegnato, ha letto, ha parlato con
Nico Robin… poi è venuta a fare colazione… e poi si è infuriata. Non è successo
altro.
E
allora?
Sputò una nuvola di fumo con irritazione.
Voleva saperlo, diamine! Come avrebbe fatto ad evitare la morte certa, altrimenti?
Tacque a lungo, ascoltando le grida
ovattate, ma melodiose, provenire dal ponte, le risate di uno stupido capitano,
i rantolii di un’irritante testa d’alga, gli scalpicci dei piedi di coloro che
scappavano. Riuscì a percepire persino il tranquillo voltare di pagine di un’elegante
archeologa.
Poi, d’improvviso, ogni rumore cessò.
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio…
Allarmato, il cuoco si rimise in piedi,
movendosi a passo svelto verso la porta.
Impiegò un attimo – e sì, sono ironica – a
smontare il cumulo di cianfrusaglie. Finita l’operazione, spalancò la porta con
foga.
La scena che gli si presentò davanti lo
lasciò sbigottito.
I membri della ciurma erano disposti in
cerchio attorno ad una familiare ed amata ragazza dai capelli arancioni; tutti
preoccupati, tutti basiti, tutti confusi.
- N… Nami…-
La navigatrice era mutata in un istante: un
paio di grosse, mastodontiche occhiaia solcavano le guance; la sottile e bella
bocca tramutata in una smorfia; il corpo tremante, esausto, quasi flaccido,
ricurvo su se stesso.
Sanji ne fu terrorizzato.
Senza attendere un altro attimo si gettò di
corsa a sorreggerla, impedendole di svenire.
- Santo Cielo, Nami, che ti è successo!?-
la interrogò con tono sconvolto.
L’aveva già vista una volta malata. E gli
era più che sufficiente.
L’altra non rispose subito; respirò
affannata, poi gli rivolse uno sguardo languido, sull’orlo di una crisi di
lacrime.
- Caffè…-
Silenzio.
- … Come, scusa…?-
- Caffè…-
- … Non… credo di aver capito…-
- Ca… caffè…-
Sanji ingigantì le orbite, ancora dubbioso
- … Caffè…?-
- CAFFÈ!!! CAFFÈ, DANNAZIONE, CAFFÈ!!! HAI
BISOGNO DI UNA LAUREA IN LETTERE PER CAPIRE!?!? CAFFÈ!!!-
I presenti si allontanarono in preda al
panico assoluto.
Nami spostò su tutti degli sguardi di fuoco,
tali da farti bruciare e gelare al tempo stesso.
- Vedete,- iniziò, quasi sibilando - a
prescindere dal fatto che Rufy e Zoro russavano peggio di un martello
pneumatico, questa notte ho dormito ben poco. Mi sono alzata presto per
lavorare, sapendo che voi non potete fare a meno di me per la navigazione. Sono
distrutta. Quindi, se non volete che diventi cattiva, ma veramente cattiva, PORTATEMI QUEL MALEDETTO CAFFÈ!!!-
I compagni scattarono immediatamente a quel
grido, chi correndo ai ripari, chi andando a cercare un sedativo, chi correndo
in cucina per preparare un caffè con i fiocchi.
I chi che corsero in cucina, però, stavolta
erano ben in tre: Usop, Zoro, e – incredibile
ma vero – Sanji.
- Si preannuncia una luuunga giornata…- mugugnò Usop, chiudendo la porta.
- Non immagini quanto…- commentò Sanji,
accendendo i fornelli.
Lo spadaccino aprì la credenza,
imbronciato, ne tirò fuori una ciotola contenente una polverina scura e lo
richiuse.
- Se vuoi un consiglio, cuoco,- disse,
volgendosi - non fare un caffè.-
Gli altri lo scrutarono senza capire.
Zoro ghignò, appoggiando la ciotola sul
tavolo.
- Preparale un decaffeinato.-
Angolino
sclerotico dell’autrice in ritardo
*Entra
Lea tutta contenta*
Saaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaalve,
gente! Sono tornata! ^w^
…
Che c’è? È per il ritardo? O per la fanfiction? AAAH! NO, VI PREGO!!! GIÙ I
POMODORIIIIIII!!! *schiva una raffica dei suddetti pomodori*
Scusate…
sì, sono in ritardo, e non è proprio il massimo questo capitolo, ma cercate di
capire… sono lenta, sono pigra e sono impegnata T^T
Per
non parlare del fatto che ho un sacco di storie in sospeso… *damn*
Non
ho molto da dire su questo prompt. Ho deciso di scegliere il “decaffeinato”
perché mi è successa la stessa cosa che è successa a Nami…
…
non sto scherzando. Uguale uguale °-°
Quel
giorno mi ero svegliata proprio male…
Bene!
Scusate, ma devo scappare.
Buon
fine settimana a tutti! *sparisce evitando l’ennesima raffica di carote (?)*
Lea