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Autore: artemix_    22/09/2013    1 recensioni
Prim+Gale | Crack!Pairing
"[...] allungò il braccio, poggiando una mano sulle sue, chinandosi da sopra il suo bicipite fino a mischiare il suo respiro con quello di Gale; lo zigomo spigoloso di quest’ultimo sfiorò quello della ragazza. Le ciglia di lei gli solleticavano la guancia. Lui tremò."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Gale Hawthorne, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2.

You could come and save me.

 
Imparare. Era questo che doveva fare. Imparare a capire che in un mondo così nulla meritava di andare perso.
Si toccò le scapole da sopra la canottiera, i capelli ancora sciolti che solo sua sorella soleva legarle. Cominciò ad intrecciare le ciocche sottili. Fissò le sue mani senza guardarsi nello specchio consunto.
Si sentiva fragile tra quelle mani, non poteva pensarci. Neanche per un secondo avrebbe dovuto permettere che quel pensiero le attraversasse la mente.
Uscì di casa e percorse lo stesso viale di ogni giorno, raggiunse di nuovo la piazza mezza vuota, dirigendosi sul lato destro della folla. Stavolta non cercò la madre e non era alla ricerca di un fratello. Raggiunse quelle spalle larghe e intrecciò le dita a quelle di lui.
Sospirò quando una strana sensazione le si diffuse per tutto il corpo. Sentì il polso di Gale contrarsi e alzò lo sguardo, dando un'occhiata allo schermo.
Stavano inquadrando Katniss, ancora svenuta in un fosso adesso ricoperto da un letto di foglie. Erano due giorni che lei era lì, la bocca semiaperta, un agglomerato di saliva lungo il mento che la rendeva fragile e impotente. Gale emise un singulto e poi tirò su col naso e Prim lo guardò di nuovo.
Teneva le sopracciglia schiacciate sugli occhi, la palpebra che a scatti cercava di immortalare quel momento come un brutto ricordo. Sfilò la mano da quella di Prim e si gettò a capofitto nei vicoli del Distretto.
Passi, grandi falcate, riempivano di rumore quel deserto tra quelle basse mura. Pestò una pozzanghera e l'acqua gli arrivò fino a metà polpaccio, ma lui proseguì spedito.
   “Che ti prende, Hawthorne?”, pensò raggiungendo la recinzione. Guardò i fili di ferro attorcigliati e gli alberi alle sue spalle. Poi sentì dei passi in corsa dietro di sé.
Primrose si avvicinava, un groppo in gola che le faceva mancare il fiato. Le si leggeva negli occhi che aveva temuto. Cosa non potette saperlo. La ragazzina bionda e decisamente già cresciuta per la sua età, la stessa che strillava alla Mietitura, la stessa che aveva visto crescere e che ora guardava in un altro modo.
   - Perché sei venuto qui? - cinguetta tra un respiro profondo e l'altro. Gale non lo sapeva, si guardò le mani come faceva sempre quando era nervoso, prima di rispondere. Un brivido gli percorse la schiena.
Avrebbe giurato che fosse andato lì perché voleva farla pagare a quei bastardi degli Strateghi e al presidente Snow. Avrebbe giurato che se non fosse arrivata Prim avrebbe scavalcato la recinzione e avrebbe raggiunto Capitol City in qualche modo. Se non fosse arrivata Prim, lui sarebbe morto. Tacque e tirò di nuovo su con il naso, per poi pizzicarsene la punta.
Prim lo fissava, gli occhi grandi e grigi caratteristici, la testa reclina da un lato, le trecce che le scendevano giù da quella stessa parte. Le labbra sottili aspettavano di rispondere a qualcosa che lui non avrebbe detto.
Amava Katniss. Lo sapevano tutti che l'amicizia tra quei due non sarebbe mai stata tale, che c'era sempre qualcosa in più che lui le dava e di cui lei non si accorgeva o che rifiutava. L'intero Distretto aveva assistito al loro matrimonio lungo quei sedici anni. Tutti sapevano che c'era qualcosa nel loro modo di cacciare che andava fatto assieme, tutti sapevano che i suoi non erano semplici sorrisi.
Sorrise per sbaglio, cercando di ricacciare indietro quella lacrima che gli stava scorrendo lungo la guancia e che andava a posarsi sulle sue labbra. Poi si passò una mano sul viso, strofinandola sulla pelle e contorcendo la sua espressione, finché non sembrò più lucido. Sospirò cercando di riprendersi.
Guardò Prim dritto negli occhi prima di cadere a terra in ginocchio e cominciare a piangere incontrollatamente con la testa fra le mani. I singhiozzi che gli rombavano in petto.
Prim lo vide crollare, l'espressione di dolore. Sapeva che Gale amasse Kat, sua sorella, Catnip. Lo sapeva persino mentre gli correva incontro, in quel preciso istante, e lo abbracciava forte, tenendogli la testa malferma sul suo petto magro. Lo sapeva persino mentre correva dietro di lui, poco fa, cercando di capacitarsi perché lo facesse.
   - Ho promesso che mi sarei preso cura di te - disse Gale mentre le tremava sulla spalla assieme alle lacrime.
Lo sapeva, anche questo. Lo sapeva che lui amava lei e che non c'era motivo di fermarlo per quell'ennesima sciocchezza che si stava accingendo a fare. Ma la sua coscienza le faceva sentire stupida e allo stesso tempo importante. Non poteva permettere che l'ira gli facesse compiere gesti avventati.
Sospirò e tremò con lui mentre lo stringeva a sé ancora più forte. - Basta che mi stai accanto - sussurrò Primrose Everdeen, sorella di Katniss, il tributo femmina di quell'anno, sorella di una ragazza messa in fin di vita da esperimenti andati male e da persone il cui unico obiettivo era quello di uccidere. - Non andare via.
Si sentì uscire in un rantolo quel sussurro quasi urlato. Sorrise mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, come un’infezione. Aveva detto una parte di ciò che provava.
Perché sì, lei era abbastanza piccola per poter provare già cose del genere. Ma l'istinto di sopravvivenza glielo permetteva. Di amare. Di amare le ultime persone che le rimanevano. Di amare lui.

***

Terzo giorno, Katniss si svegliò, pronta a combattere. Il Distretto 12 si riprese, cominciarono i lamenti di spavento e le incitazioni di coraggio. Ricominciò il movimento.
Gale sotto lo sguardo attento di Prim, abbassava e rialzava il petto velocemente. Dal tremore della sua mano nella sua, poteva sentire la sua instabilità. Gli occhi di Prim vagavano da lui allo schermo come fossero due spettacoli imperdibili.
Le diverse inquadrature mostravano l'altro ragazzo, Peeta, preda di scherno da parte dei ragazzi dell'altro Distretto. Un taglio ad una gamba, il suo urlo. La famiglia e il Distretto strillarono con lui, fissando il fiotto di sangue che adesso bagnava la gamba del ragazzo.
Nessuno però osava parlare, i genitori sono i primi che stavano zitti per queste cose, crogiolandosi nel dolore in silenzio, piangendo nelle pareti dell'anima. Il padre non tradiva nessuna emozione, fissava il figlio. Posando lo sguardo sulla folla, l'uomo si accorse che Prim lo fissava e le lanciò uno sguardo duro di rimando. Lei si affrettò a guardare altrove.
Sentiva Gale ridacchiare di sollievo. Katniss aveva trovato un piano, ma adesso il suo orecchio ne subiva le conseguenze. Lo scoppio evidentemente le aveva lacerato il timpano, poiché lei, dove aver fatto sì che la dispensa dei nemici scoppiasse, si accasciava a terra e poi si rialzava barcollando, quasi dimenticandosi come si camminasse.
   - Tipico - disse Gale, ma nella sua voce c'era quella traccia di serietà che lui cercava di mascherare.
Prim si scoprì felice di vederlo sorridere. Anche se tutto ciò le costava un certo sforzo, così come a lui, che si impegnava nel fingere qualcosa che in una fase come quella non avrebbe mai potuto provare.
Le sue labbra si incurvarono in un sorriso stentato e poi lasciò che un velo scuro le calasse sul viso, lasciò che gli occhi si impegnassero a guardare le imprese di sua sorella che badava a sopravvivere.
Si sentì stupida pensando a Gale, a ciò che lui provava, invece di pensare alla sua famiglia, quella parte più importante, che in quello schermo combatteva. In fondo non poteva pensare che in caso sua sorella fosse morta, la sua vita sarebbe migliorata. Le speranze non ce ne erano neanche a inventarle.
Sospirò mentre gli occhi stanchi le si chiudevano come piccole porte ch non lasciavano più entrare nulla. Sospirò di nuovo e pensò che in fondo non le sarebbe rimasto davvero più nessuno. Sua madre non era la donna forte che sarebbe riuscita a sopportare un'altra morte e Gale sarebbe andato via perché non avrebbe più dovuto mantenere una promessa.
O forse no.
Ma non avrebbe mai scelto lei. Perché lei era una stupida bambina bionda sorella di una cacciatrice. Le rimaneva solo sé stessa. Si rimaneva.
  
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