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Autore: RosaDicre    22/09/2013    0 recensioni
Lei: ragazza timida.
Lui: ragazzo estroverso.
Lei: mai avuto un ragazzo.
Lui: donnaiolo.
Lei: brava ragazza.
Lui: bad boy.
In questa storia gli opposti si attraggono.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1

La campanella mi ha salvato dal sonno eterno. Mi addormento sempre ad occhi aperti durante le lezioni. Se non fosse per i miei genitori che mi obbligano, non ci andrei neanche a scuola. Per mia fortuna questo è il penultimo anno del college. Non vado malissimo, anzi sono abbastanza brava per quanto poco io studi.
Mi alzai dal mio posto e uscì dalla porta della classe, ritrovandomi così nel corridoio principale della scuola. Era affollato. Piena di gente. Era un caos totale, come tutti gli altri giorni. 
Mi avvicinai al mio armadietto per riporre i libri dell’ ora passata, preparandomi quelli dell’ ora successiva. La gente mi spingeva incurante a destra e a sinistra. Nella mia scuola era pieno di ragazze facili che se la facevano con tutti, e ragazzi che... lasciamo stare, odio tutte le persone della mia scuola. 
C’ è solo un ragazzo in particolare che mi piace. Louis William Tomlinson. Un ragazzo alto, con degli occhi semplicemente azzurri e un fisico mozzafiato. E’ il capitano della squadra di rugby, e tutte le oche della scuola gli vanno dietro. Io e le mie poche amiche, lo chiamiamo Mr. Sesso, perché ogni giorno porta a casa sempre una ragazza diversa per fare... bhè insomma avete capito, non devo scendere nei particolari. 
Mi sono presa una cotta per lui da quando frequentavo il secondo anno di scuola. Mi chiedo come non l’ ho fatto a notare prima.
Ma c’è solo un ‘’piccolissimo’’ problema: io per lui sono solo una piccola sfigata indifesa, più piccola di lui. Non mi calcolerebbe mai di uno sguardo, purtroppo. Eppure non sono tanto brutta, cosa c’è che non va in me?

                                        ***

La campanella era suonata di nuovo, segnale che la ricreazione era terminata, e tutti gli studenti dovettero ritornare in classe. Raggiunsi a fatica il mio armadietto evitando di essere schiacciata dalla gente.
Come al solito a causa del ‘’traffico’’ arrivai in ritardo alle lezioni. Bussai alla porta della mia classe, varcai la soglia e passai sotto lo sguardo attento del mio professore di arte. 
‘’Come al solito lei è sempre in ritardo signorina Zoe?’’
Non risposi, lo disse con un tono di voce antipatico, tanto che gli avrei potuto sputargli anche in faccia. Odiavo la scuola, odiavo i professori, odiavo la gente che la frequentava. Odiavo tutto.
L’ ora passava lenta, anzi lentissima. Fortunatamente era l’ ultima ora così dopo sarei potuta fuggire a casa. I cinque minuti che mi separavano dalla libertà sembrarono durare ore. Appena sentì; il santo suono della campanella, guizzai in piedi e me ne andai, incurante di quello che mi stava dicendo il professore riguardo al mio comportamento poco educato. Raggiunsi l'armadietto per l' ennesima volta in quella giornata. Lo aprì con forza e ci cacciai dentro i libri che non mi servivano. Presi lo zaino, il cellulare e il mio amato Ipod. Sbattei lo sportello dell' armadietto con violenza per chiuderlo. Il mio passo era spedito e ben deciso. Il cuore iniziò ad aumentare i battiti quando notai che per potere uscire dovevo passare davanti al gruppo dei ragazzi dell' ultimo anno. E c'era anche lui: Louis. Mi fermai attentamente a guardarli: scherzavano tra di loro, facevano battute e parlavano delle partite che si dovevano svolgere. Il mio sguardo era fisso sul ragazzo dagli occhi azzurri, che sorrideva e rideva; le farfalle furono liberate nel mio stomaco, stavo letteralmente sognando ad occhi aperti. 
I miei sogni furono interrotti quando i miei occhi verdi incontrarono i suoi azzurri. Ci fissammo per pochi secondi quando si chinò sull' orecchio di un suo amico per sussurrargli qualcosa. Sobbalzai quando mi indicò con lo sguardo e il suo amico si girò ridendo. Sentivo le mie guance arrossarsi per il disagio. Mi feci coraggio. Mandai giù il groppo che avevo in gola e ripresi a camminare verso l'; uscita. Quando passai di fianco a loro ci fu silenzio fino a quando Louis non mi fece uno sgambetto facendomi inciampare. Per mia fortuna non caddi. Guardai di sfuggita Louis vedendolo ridere insieme al suo gruppo di amici. A volte mi chiedevo quanto potessero essere infantili i ragazzi di oggi. Accelerai di gran lunga il passo sentendo i commenti che facevano riguardo il mio sedere. Era imbarazzante. Cercai di coprirlo per cercare di non farglielo vedere, ma fu inutile. Ogni mio sforzo era inutile. Voltai l' angolo, mi misi le cuffiette nelle orecchie: il mondo diventava migliore quando la musica pulsava nelle mie orecchie. Mi avviai verso casa con un motivetto accattivante che andava allo stesso tempo della mia camminata.
  
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