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Autore: GiuliaComix    23/09/2013    6 recensioni
Serena Potter è la sorella di Harry, i due sono molto uniti sin dalla nascita, ma a causa di alcuni eventi futuri potrebbero separarsi: alcuni di questi eventi comprenderanno la domanda "chi è il vero padre di Serena?". Una storia emozionante e piena di sorprese!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Serena seguì il professor Piton lungo tutto il tragitto. Quando scesero le scale, Serena, tenendo costantemente il capo chino, triste e amareggiata, si perse nei suoi pensieri: quella notte era successo di tutto, la fuga notturna dopo il coprifuoco, la nascita del piccolo Norberto, i tranelli che dovranno affrontare per arrivare alla Pietra Filosofale, Malfoy spione e ora, la cosa peggiore di tutte, essere stata scoperta a girovagare di notte fuori orario e aver visto la rabbia e la delusione negli occhi dell'uomo che più al mondo stimava, e che stava forse incominciando ad amare, come solo una neo-figlia può iniziare ad amare un neo-padre.
Ormai erano a pochi metri dalla porta del suo ufficio. Serena era spaventata, non sapeva cosa le sarebbe successo, cosa le avrebbe detto. Faceva sfregare nervosamente le mani l'una sull'altra, come per lavare via dello sporco depositatosi sopra; probabilmente si sentiva molto sporca in quel momento. Aveva infranto le regole poste dal professor Silente e aveva tradito la fiducia del professor Piton, solo per soddisfare la sua stupida ed infantile curiosità riguardante quella inutile pietra.
I pensieri di Serena furono interrotti improvvisamente dalla voce gelida e impassibile del professor Piton, il quale aprì la porta del suo studio e si fece da parte per far passare prima la sua studentessa.

<< Forza, entra.>> disse secco e tagliente. Serena, passatagli leggermente vicino, cercò di incrociare il suo sguardo. Lei aveva due occhi enormi, lucidi e gonfi di lacrime, con un'espressione di pura tristezza e di dolore interiore. Severus non ne fu affatto intenerito, al contrario, la sua espressione divenne ancor più minacciosa di quanto non lo fosse prima, aggrottò maggiormente le sopracciglia e ridusse ulteriormente le fessure degli occhi. Serena non riuscì più a sostenere quello sguardo, così penetrante e spaventoso al tempo stesso.
Entrò nell'ufficio con aria penitente e si andò a sedere ad una delle poltrone nere che, durante le sue visite pomeridiane, aveva battezzato come sua. Ma ci stette per pochi secondi.

<< Non mi pare di averti detto di sederti.>> disse gelido Severus, passandole accanto. Serena sussultò e si alzò dalla poltrona all'istante, sempre più tremante di paura.

<< M-mi scusi, signore.>> Piton, intanto, rimase fermo in piedi davanti a lei con le braccia incrociate.

<< Nulla, ripeto, NULLA dà a uno studente il diritto di girovagare per la scuola di notte!Allora, che cosa diavolo ti sei messa in testa?!>> ruggì furibondo. Serena incastrò la testa sempre di più fra le spalle, stava sprofondando dal rimorso.

<< I-io..non ho fatto..nulla di..m-male >> riuscì soltanto a dire.

<< SILENZIO!>> urlò, facendola sussultare << Hai infranto una regola di Hogwarts, ti sembra che non sia nulla di male!!?>>

<< No, signore >> rispose affranta, con le lacrime che pulsavano sempre più forte per uscire.

<< Appunto. Perciò, per la tua sciocca incoscienza, ti verrano tolti 50 punti!>>

<< 50 ?! >> osò ripetere Serena con un leggero tono di disapprovazione. Piton diventò ancora più minaccioso.

<< Vogliamo fare 100 ?!>> Serena rimase in silenzio per un istante.

<< N-no, signore, per favore.>>

<< Come pensavo. E, per punizione, scriverai una frase per quante volte riuscirai a scriverne nelle ore a te concesse. >>

<< Sì, signore >>

<< In più, passerai tutto il giorno di questo Sabato sia a scrivere le frasi che a pulire l'intera aula di Pozioni. Avrai un bel po' da fare visto che troverai residui e sporcizia varia dei due giorni precedenti.>> disse malignamente. Serena lo guardò, con espressione piuttosto neutra, e riabbassò la testa, non rispondendo immediatamente.

<< Sì, signore >> Piton sospirò pesantemente. Di solito adorava mettere in punizione gli studenti, ma quella sera sembrava molto difficile farlo.

<< In ogni caso, che diamine stavi facendo fuori dal tuo dormitorio a quell'ora!?>>

Serena non sapeva cosa dirgli, di certo non poteva spifferare il vero motivo.

<< Sto aspettando, signorina Potter >> disse serio.

<< S-sono sonnambula.>> - Argh che scemenza! Non ci cascherà mai- pensò.

<< Certo, e io sono Mago Merlino. Non osare mentirmi!>> le ringhiò contro - Ecco, ti pareva! - pensò lei.

<< Forza, sputa il rospo. Che cosa ci facevi fuori dal dormitorio in piena notte!?>>

<< Ecco..io ero molto irrequieta e non riuscivo a dormire, così sono uscita... per tenermi occupata.>>

<< Occupata come?>>

<< Mi stavo esercitando con qualche incantesimo.>> Piton inarcò un sopracciglio.

<< Ti stavi esercitando....con qualche....incantesimo.>> ripetè piano e annoiato, quasi come per sbeffeggiarla.

<< Sì, signore.>>

<< E non potevi proprio aspettare domani mattina, vero? Dovevi farlo proprio di notte,eh!?>> disse alterandosi ancora di più. Serena, però, non riuscì a trattenersi.

<< Sì, professore, ha ragione! E mi dispiace! Ma comunque non ho fatto male a nessuno!>> sbottò disperata e arrabbiata, finalmente sostenendo il suo sguardo. Ma se ne sarebbe pentita subito dopo, per avergli risposto in quel tono.

<< E TI PARE UNA BUONA SCUSA PER INFRANGERE LE REGOLE OGNI VOLTA CHE TI PARE!!? TANTO NON FAI MALE A NESSUNO, QUINDI TI SENTI GIUSTIFICATA, VERO!?!>> urlò furente Severus contro di lei, diventando sempre più grosso a causa del mantello che sembrava gonfiarsi dalla rabbia che stava salendo e ribollendo dentro di lui. Serena non lo aveva mai visto così. Si sentì talmente piccola e indifesa, tanto da volersi seppellire sotto terra con i vermi. Perchè era così che si sentiva in quel momento, un piccolo, insignificante e patetico vermucolo.

<< N-no, s-signore >> disse riabbassando la testa e, stavolta, le lacrime ebbero il sopravvento. Piton cercò di riacquistare un minimo di controllo e sbuffò rumorosamente, si mise più eretto possibile ed incrociò di nuovo le braccia.

<< Mi hai veramente...molto deluso, signorina. Mi aspettavo più responsabilità e considerazione da parte tua.>> disse severo << Ora vai, per stasera ne ho avuto abbastanza.>> disse secco, voltandole le spalle.

<< Sì, signore. Buona notte, signore >> disse con voce strozzata, inchinandosi umilmente. Serena, senza emettere un singolo suono, camminò piano verso la porta ed uscì, richiudendola altrettanto piano, anche se aveva voglia di sbatterla con tutta la forza che aveva. Ma si rese conto di essere dalla parte del torto, quindi non le sarebbe convenuto fare quella mossa infantile.
Intanto, Piton, prima che Serena uscisse all'ufficio, notò di aver visto il volto della piccola rigato dalle lacrime e non potè fare a meno di pensare di essere stato troppo duro con lei: insomma, con qualsiasi altro studente non glie ne sarebbe mai importato un tubo, ma qui si trattava di Serena, la figlia che aveva appena ritrovato e scoperto di avere. Non poteva trattarla così pesantemente come faceva con qualsiasi altro ragazzino ingrato. Continuò a camminare avanti e indietro per il suo studio, emettendo suoni strani simili a ringhi o grugniti stressati, immerso nei suoi pensieri - Per Salazar...forse..ho esagerato a tirarle addosso quella sfuriata - pensò scettico sul suo comportamento nei confronti di Serena.
- No, ho fatto bene a reagire così. Sono un insegnante e lei stessa mi ha chiesto di trattarla come tutti gli altri marmocchi! - pensò convinto di aver fatto la cosa giusta. Poi, come se fosse attirato da una potentissima forza di gravità, Piton si accasciò pesantemente su di una delle poltrone accanto al caminetto scoppiettante, stanco dall'intensa giornata passata.

<< Sì, ho fatto il mio dovere. Però....>> disse fra sè e sè, dubbioso delle sue azioni - Argh dannazione! - pensò sbattendo forte un pugno contro uno dei braccioli, mentre si mise a massaggairsi esasperato la fronte, come se avesse una forte emicrania.
All'improvviso, il caminetto della suo studio si infiammò di un verde smeraldo acceso. Stava per ricevere un ospite al momento indesiderato.

<< Oh, Severus! Stavo cercando proprio te.>> disse gioviale come al solito Albus Silente, mentre usciva dalle fiamme, tutto sporco di Metropolvere.

<< Senti, visto che stasera siamo entrambi soli, ti andrebbe di passare il tempo giocando a Twister? Dai! Faccio un Incantesimo Parlante a Fanny che ci fa da arbitro!>> disse scherzoso ed entusiasta. Ma Piton non lo stava minimamente ascoltando, era completamente perso nei suoi pensieri.

<< Ehi, qualcosa non va, ragazzo mio?>>

<< Nulla, Albus. Ma non sono in vena di avere compagnia al momento, perciò alza i tacchi!>> disse secco e nervoso. Ma Silente non se la prese e si mise a sedere davanti a lui.

<< Ah, non mentirmi, Severus. Lo si sente persino fino a Londra che c'è qualcosa che ti turba. Sfogati, figliolo, non hai idea di quanto faccia bene.>> disse dolcemente. Piton gli lanciò un'occhiataccia. Grosso errore! Voltandosi verso Silente incorciò i suoi immensi occhi blu scintillanti; quegli occhi non lasciavano scampo a nessuno.

<< Argh! Va bene! Tanto mi romperesti l'anima comunque!>> ringhiò irritato dall' "attacco tenerezza " che solo Silente riusciva a fare.

<< Ho...un piccolo dilemma morale, diciamo.>> disse a fatica.

<< Non sarebbe il primo.>> disse ridacchiando Silente, beccandosi un fulmisguardo da Piton << Ok, pessima scelta di parole, scusami. Di che si tratta?>>

<< Riguarda Serena.>> confessò.

<< Ti sta causando problemi?>>

<< No, no, nessun problema, figuriamoci. Solo che...>> Silente era piuttosto incuriosito <<...non so come prenderla, Albus. Quando devo sgridarla, non so come fare senza essere troppo...ehm...>> Severus era alquanto incerto su cosa dire.

<< Senza essere troppo il burbero e l'irascibile te stesso?>> aggiunse Silente comprensivo, ma avendo colto nel sengo.

<< Già, proprio quello.>> disse Severus in tono leggermente affranto.

<< Mmmmh... >> disse Silente strofinandosi pensieroso la lunga barba bianca.

<< Tu ci sai fare molto meglio coi ragazzini, Albus!>> Severus era troppo orgoglioso per chiedere aiuto a chiunque, persino a Silente, ma con quella frase aveva espresso perfettamente la sua richiesta e Silente lo capì.

<< Se desideri, posso darti qualche consiglio, Severus.>> quest'ultimo a malincuore accettò.

<< Be', inanzitutto, dipende dal grado di gravità del guaio che ha combinato Serena. Che cosa ha fatto tanto da farti arrabbiare?>> chiese tranquillo.

<< Stavo perlustrando i corridoi e l'ho sorpresa fuori dal suo dormitorio che andava a zonzo per la scuola in piena notte.>> disse serio.

<< Oh! E cosa stava facendo?>>

<< Secondo la sua versione, non riusciva a dormire ed è andata fuori ad esrcitarsi con degli incantesimi...Tsk!>> disse beffardo, convinto che Serena non avesse detto del tutto la verità.

<< Mmm capisco. Alquanto strano in effetti: avrebbe potuto esercitarsi comunque nella Sala Comune. Però, probabilmente, non voleva svegliare i propri compagni. Che tipo di incantesimi sta studiando attualmente, che tu sappia Severus?>>

<< Sta studiando il Lumos e l' Alohomora.>>

<< Ah...e no, allora. Questi non sono incantesimi rumorosi.>>

<< Appunto! Non me la sta raccontando giusta. Sta nascondendo qualcosa...>> Albus lo guardò inarcando un sopracciglio <<...o, ancor peggio, sta nascondendo qualcosa coprendo qualcuno.>> disse puntualizzando l'ultima parola, alzatosi dalla poltrona di scatto.

<< Oh, andiamo, Severus! Non trarre subito conclusioni affrettate. Comunque, dimmi, come hai reagito quando l'hai trovata?>>

<< Be', ho fatto solo quello che dovevo fare: l'ho portata nel mio ufficio e le ho fatto una bella ramanzina!>> disse Severus alterandosi e camminando nervosamente per la stanza.

<< Ramanzina, tu dici? Sei sicuro che fosse solo una ramanzina ? Da come mi hai parlato del problema, ho immaginato una discussione un po' più....dinamica.>> disse falsamente dubbioso. In realtà Silente aveva immaginato bene, ma il suo scopo era che fosse lo stesso Piton a confessare.

<< Sì, insomma...l'ho sgridata..piuttosto energicamente.>>

<< Eenergicamente?>> disse facendo il finto tonto.

<< Oh per Salazar! E VA BENE! Le ho letteralmente urlato contro!>> sbottò confessando la sua reazione.

<< Oh, Severus. Capisco che Serena abbia commesso un errore e, anche se non ho avuto il piacere di assistere alla vostra discussione, la tua reazione mi è sembrata un tantino esagerata.>> disse tranquillo.

<< DANNAZIONE, LO SO! Non c'è bisogno che tu me lo dica, me ne rendo conto perfettamente anche da solo!>> ringhiò contro Silente sempre più innervosito, sbattendo un pugno contro l'architrave del caminetto. Poi calò il silenzio, Piton diede le spalle a Silente e si appoggiò sullo stesso architrave, massagiandosi la fronte e tenendo il capo chino. Silente lo guardò con espressione triste e preoccupata.

<< Io credo....di averla spaventata, ma soprattutto... ferita: ero talmente in collera che l'ho persino chiamata per cognome e mi sono fatto dare del Lei. Questa notte per lei ero solo il suo professore, e nulla di più.>> Silente incominciò ad alzarsi e ad avvicinarsi al suo giovane collega e amico.

<< Sto mandando tutto al diavolo, Albus. Non sono in grado di gestire questa cosa.>>

<< Oh, ragazzo mio. Certo che sei in grado di gestirla. Dovrai solo cambiare un tantino il tuo solito modo di fare.>> disse dolcemente poggiandogli una mano sulla spalla.

<< Tu sei bravo in queste cose, Albus. Hai insegnato qui da prima che io e l'Oscuro nascessimo. Nei tuoi 200 anni di esistenza avrai di sicuro una certa esperienza!>> Silente ridacchiò quando Severus sparò a caso sulla sua età. Severus sospirò pesantemente, immerso dall'ansia di rovinare quel minimo di rapporto che si era venuto pian piano a costruire con la sua bambina.

<< Figliolo, stai già andando molto bene con Serena. Sì, ha infranto una delle regole della scuola e tu hai fatto solo il tuo dovere di insegnante, ma suppongo che con lei, non essendo una comune studentessa come tutti gli altri, almeno dal tuo punto di vista, dovrai adottare un atteggiamento disciplinare leggermente differente.>>

<< Sì, me ne sto rendendo conto.>>

<< Dovrai cercare di avere più autocontrollo, discutere tranquillamente dell'errore che ha commesso, ma facendole comunque capire che quello che ha fatto è sbagliato, senza però esplodere in preda alla rabbia. Altrimenti rischierai di andare a distruggere il vostro, ancora giovane, rapporto di fiducia.>> Piton rimase in silenzio a riflettere. Silente aveva perfettamente ragione, ma non lo ammise, almeno non davanti a lui.

<< D'accordo, ci proverò.>>

<< E' meglio che tu faccia un tentativo anche perchè un carattere negativo ti logora nell'anima e nel fisico, facendoti invecchiare prima del tempo. Oh, guarda! Hai già qualche rughetta!>> disse scherzoso, indicando un paio di piccole rughe ai lati degli occhi.

<< Ma vattene !>> disse seccato, schiaffeggiando via la mano di Silente, il quale ridacchiò.

<< Oh be', mi sà che ora devo andare.>> disse tranquillo avvicinandosi al focolare del caminetto.

<< Sì, adesso me ne vado a letto anch'io. Mi sono stancato anche troppo oggi.>> Silente sorrise.

<< Sai, da quello che ho potuto vedere in questi ultimi mesi, quella bambina ti vuole un bene dell'anima, ragazzo mio.>> disse dolcemente. Severus si voltò verso di lui, sgranando gli occhi stupito.

<< E, secondo me, è grazie a quest'ultima che vi siete ritrovati.>>

<< Non comprendo, che intendi dire?>> disse stranamente confuso.

<< Io non sono un tipo troppo religioso, Severus. Ma penso che l'anima di Serena ti abbia...evocato...continuamente. Indipendentemente dal fatto di chi fossi in realtà.>> Severus non riuscì a spiccicare una singola parola.

<< E credo che anche la tua abbia agito alla stesso modo.>> e così dicendo, Silente tornò con la Metropolvere nelle sue stanze, lasciandosi alle spalle il giovane insegnante di Pozioni scioccato e basito dalle ultime parole che l'anziano mago gli aveva rivolto.

 

******


Serena, quella notte, come previsto, non dormì affatto bene. Si rivoltò fra le coperte fino alle 3.30, disturbata in parte da qualche russo che proveniva da Penelope e in parte dalla gran carica di avvenimenti negativi che erano accaduti qualche ora prima.
Era giovedì mattina e per fortuna quel giorno, fra le lezioni da seguire, non c'era Pozioni. Serena non se la sentiva minimamente di affrontare così presto il professor Piton dopo la pesante ramanzina che si era beccata la notte precedente. Il programma per quel giorno prevedeva un'ora di Incantesimi, due ore di Trasfigurazione, altre due di Difesa Contro le Arti Oscure e infine un'ora di Erbologia.
Dopo aver fatto una breve colazione a base di latte e cornflakes, vari studenti del primo anno andarono a seguire la prima lezione della giornata. Il professor Vitious continuò a far allenare gli allievi con l'Incantesimo di Apertura " Alohomora ", passando banco per banco ed esaminando studente dopo studente. Quando arrivò vicino a Serena, il professore rimase alquanto stupito dai pochi miglioramenti che aveva ottenuto: quando la giovane Serpeverde pronunciò l'incantesimo, non ottenne un buon risultato, la serratura infatti si disinnescò solo per metà.

<< Oh, peccato, signorina Potter. Davvero un peccato. Di solito te la cavi molto meglio!>> disse annotandosi su di una pergamena i miglioramenti o i peggioramenti degli studenti nei vari incantesimi che stava loro insegnando.

<< Mi dispiace, professore.>> disse appoggiando la fronte su di una mano.

<< Non hai nulla di cui preoccuparti, cara. Capita qualche volta di avere "una giornata NO". Vedrai che alla prossima lezione andrai meglio!>> disse dandole un piccolo buffetto sul braccio, visto che era l'unico punto massimo di altezza che poteva raggiungere, visto che era un Nano. Il professor Vitious la oltrepassò e si dedicò ad esaminare gli allievi restanti, intanto che Serena cercava inutilmente di rimanere concentrata sull' esecuzione dell'incantesimo.

<< Ehi Ser, che ti prende oggi? Mi sembri molto fusa stamattina!>> le disse Liz sottovoce.

<< Non ho niente, tranquilla. Sono solo...stanca e parecchio distratta.>> disse mettendosi il viso tra le mani.

<< Cavolo, questi esmai ti stanno proprio mandando al manicomio eh?>>

<< Già, gli esami.>> ovviamente non erano gli esami che la preoccupavano così tanto, anzi, con tutto il macello che stava succedendo, Serena non ci stava neanche più pensando. Non si sentiva affatto sicura di poter rivelare a Liz, nè alle altre compagne, ciò che lei, suo fratello e gli altri due amici di Grifondoro stavano progettando di fare, aveva paura che si venisse a creare qualche possibile freintendimento. Non era disposta a correre il rischio di distruggere la loro amicizia o di coinvolgerle inutilmente in una tale situazione. Quindi decise di tenersi la cosa per sè.
La lezione di Incantesimi continuò tranquillamente, la prossima sarebbe stata Trasfigurazione, così tutti gli studenti si avviarono verso l'aula della professoressa McGranitt, la quale li stava aspettando pazientemente con le sembianze di un gatto, accucciata sulla sua scrivania. Dopo che tutti quanti si misero seduti al loro posto, la professoressa gatta fece un balzo verso i primi banchi e si ritrasformò in umana a mezz'aria. Gli studenti rimasero letteralmente sbalorditi, soprattutto Serena, la guardò con espressione ammaliata ed ammirata dalla spledida trasformazione animale che aveva eseguito - Che ficata! - pensò.

<< Buon giorno ragazzi. Oggi, durante la prima ora, ci eserciteremo con l'incantesimo Vestis, il quale, come ben sapete, visto che ve ne ho parlato la volta scorsa, ci permette di trasfigurare un capo di vestiario in un altro che desideriamo ottenere. Nella seconda ora, invece, ripasseremo alcuni argomenti precedenti in preparazione al compito in classe di domani. Forza, al lavoro!>> disse seria, mentre alcuni studenti fecero dei mugulii di disapprovazione.
La prima ora di Trasfigurazione passò piuttosto velocemente: Serena riuscì abbastanza bene a trasfigurare un suo vecchio vestito azzurro grigiastro con piccoli motivi floreali, che appertenne a zia Petunia quando aveva la sua età, in una maglietta arancione a giromanica; la professoressa McGranitt rimase compiaciuta del risultato, sia per l'incantesimo ben riuscito che per il miglioramento disciplinare. Serena riusciva a controllare i suoi sbalzi di umore molto meglio da quando aveva iniziato a conoscere Piton; la cosa, a quanto pare, le giovava molto, emotivamente parlando. Ma in quel momento, da quando Piton si arrabbiò con lei, Serena si sentiva più debole e indifesa che mai ed aveva la sensazione di non riuscire a controllare o a nascondere le proprie emozioni negative. Liz se ne era accorta già da un po' e cercò di capire cosa stesse cruciando l'amica.

<< Serena, tu non me la stai raccontando giusta. C'è qualcosa di molto più grande degli esami che ti preoccupa.>>

<< Senti Liz, non ho un accidente e non ho voglia di parlare dei miei problemi oggi! Per favore.>> disse Serena cercando di mantenere il più possibile la calma. Liz, sbuffando delusa, accontentò l'amica e non aprì più bocca su quell'argomento, quindi cercò di cambiare discorso.

<< Ehi, sai già cosa vorrai fare da grande?>>

<< Che cosa?!>>

<< Ma sì, dai! La professione che vorrai intraprendere una volta finita Hogwarts.>>

<< Bo', non lo so, non ci ho mai pensato. Neanche quando non sapevo ancora di essere una strega non sapevo che lavoro sarei finita a fare!>>

<< Be', i miei vorrebbero che andassi a lavorare al Ministero della Magia, non so in che ambito, ma dicono che sia il lavoro meglio pagato.>>

<< La tua famiglia ha problemi finanziari?>>

<< No, anzi! Essendo una famiglia di Purosangue siamo ricchissimi!>> Serena si stupì e rimase perplessa nel sentire quella parola - Purosangue - pensò. Poi Liz continuò il suo discorso.

<< Sai cosa, non è per i soldi, è che sono preoccupati per la mia indole un po'...ehm...scapestrata.>> disse imbarazzata.

<< Solo un po'?>> disse Serena ironica.

<< Sì, va bene, TANTO scapestrata!>> disse ridacchiando << E quindi vorrebbero che io non mandassi al diavolo la mia vita e che mi sistemassi bene sia sentimentalmente che finanziariamente.>>

<< Tu però cosa vorresti fare?>>

<< Mi ha sempre attirato fare l'Auror!>>

<< Auror?>>

<< Sì, una specie di cacciatore di Maghi e Streghe Oscuri. Ma si dà il caso che di solito quest'ultimi appartengano quasi sempre alla Casa Serpeverde e per i miei genitori è come tradire i propri fratelli, anche se hanno imboccato la strada sbagliata. Razza di scemi!>> disse schifata riferendosi ai suoi genitori e parenti.

<< Laciamo perdere me, parliamo di te piuttosto! Secondo me, con la dote magica che hai, potresti diventare una Guaritrice.>> Serena sgranò gli occhi.

<< Una..Guaritrice?>>

<< Sì! Potresti lavorare all'ospedale San Mungo!>>

<< Non saprei, Liz. A me piacerebbe qualcosa riguardante gli animali o qualcosa che mi permetta di avere un contatto con loro.>> disse alquanto incerta sul suo futuro. Liz si strofinò il mento pensierosa.

<< Allora, potresti fare la Veterinaria per Creature Magiche o anche Insegnante della materia " Cura delle Creature Magiche ". Sarebbe un ruolo perfettamente adatto a te!>> disse allegra, dandole una pacca sulla schiena. Serena sembrava allettata dall'idea di diventare Veterinaria o Insegnante in quel campo, ma era ancora troppo giovane per pensare ad un possibile lavoro, quindi non ci diede troppo peso. Però l'idea era comunque buona e da tenere in considerazione, per poterla tirar fuori al momento più propizio.

<< Inoltre...>> continuò Liz <<...ho notato come hai guardato la prof. mentre si stava ritrasformando da gatta ad umana. Ti potrebbe servire un trucchetto del genere per il tuo futuro lavoro.>>

<< In effetti, potrebbe essere assai utile. Tu mica sai come si chiama l'incantesimo che ha usato per farlo?>>

<< Oh, ma non è un incantesimo, Serena. La professoressa McGranitt è un Animagus.>>

<< Un che?!>>

<< Un Animagus, un mago o una strega che sceglie di trasformarsi in animale tutte le volte che lo desidera.>>

<< Accidenti che forza!>> disse entusiasta, con gli occhi che le brillavano.

<< Già, mamma me lo ha spiegato un paio di anni fa. Però è un percorso tosto quello per imparare a diventare Animagus, Serena. Non sarà una passeggiata.>>

<< Davvero? Quanto tempo ci vuole per diventarlo, che tu sappia?>>

<< Mmm vediamo...da quello che mi ha detto mamma, dai 4 anni in su circa.>>

<< CHE COSA!!?>> sbottò Serena, facendo parecchio fracasso e facendo girare la McGranitt verso il suo banco.

<< Signorina Potter, c'è per caso qualche problema che l'ha sconvolta a tal punto da urlare in quel modo?>> disse severa.

<< Oh, no professoressa. Mi perdoni, stavo solo...ehm....pensando ad alta voce.>>

<< Ah, allora cerca di pensare in silenzio, per cortesia!>>

<< Ok, mi scusi ancora.>> disse timidamente e ritornando a parlare con Liz a bassa voce.

<< Dai 4 anni in su?! Ma è davvero così difficile!?>>

<< A quanto pare. Ma se sei molto determinato e con un allenamento duro e costante, ci se la potrebbe fare anche in 3 anni, ma non ne conosco di maghi attualmente esistenti che ce l'abbiano fatta in così poco tempo.>> Serena, per quasi tutto il resto della lezione, rimase a pensare all'idea di provare a studiare per diventare un Animagus. Di certo le sarebbe davvero stato utile una capacità magica del genere per riuscire al massimo nella sua possibile carriera con le Creature Magiche. Non importa quanto tempo ci avrebbe messo per imparare, ormai aveva deciso - Diventarò un Animagus -
Finita la lezione, Serena non uscì subito dall'aula, decise di parlare un attimo con la professoressa McGranitt, la quale stava finendo di scrivere i voti degli esercizi sul registro.

<< Ehm..professoressa?>>

<< Oh, signorina Potter, hai bisogno?>> disse stupita di vederla ancora in aula.

<< Sì..ecco..volevo dirle che prima, quando si è trasformata da gatta ad umana, è stata..semplicemente fantastica!>>

<< Oh...grazie per il complimento, signorina Potter. Sono lieta che "il trucco" ti sia piaciuto.>> disse sinceramente, e anche piacevolmente sorpresa dall'inaspettato complimento.

<< Ecco, a proposito di questo...>> la McGranitt la guardò con espressione interrogativa <<...volevo chiederle..ehm...ho saputo che lei è un Animagus.>> la McGranitt annuì.

<< Sì, lo sono. E con ciò?>>

<< Io vorrei chiederle, per favore, se potesse...insegnarmi a diventare come lei, un Animagus.>> disse molto umilmente, quasi imbarazzata dalla richiesta fatta: la McGranitt le causava molta soggezione, ecco perchè si sentiva molto insicura e timida a parlare con lei.

<< E come mai mi fai una richiesta del genere?>> disse molto tranquilla, ma incuriosita dalla faccenda.

<< Per il mio futuro lavoro, professoressa. Mi piacerebbe fare qualcosa che riguardasse le Creature Magiche o gli animali in genere, come la Veterinaria o l'Insegnante della materia extra che ci verrà proposta di seguire al terzo anno.>>

<< Ma, signorina Potter, sei ancora troppo giovane! Prima di poter pensare a una carriera hai ancora tanto tempo davanti a te.>>

<< Appunto perchè sono ancora così giovane che vorrei imparare più cose possibili, professoressa! So che per imparare a diventare Animagus ci vuole molto tempo...>>

<< E come fai a saperlo?!>>

<< Be', me l'ha spiegato Elizabeth Parker prima..durante la lezione. Quando mi ha detto l'arco di anni che ci vogliono mi è venuto un colpo, ecco perchè ho sbottato prima in classe.>> disse rossa di imbarazzo e grattandosi la nuca nervosa.

<< Ah, capisco.>> disse ghignando beffarda.

<< E perciò, se aspetto troppo, potrei pentirmene.>>

La McGranitta rimase piuttosto scettica dalla inusuale richiesta.

<< Signorina Potter, apprezzo molto l'interesse da parte tua di diventare Animagus, ma non credo che sia...>> non riuscì neanche a finire che Serena le si avvicinò di scatto e all'improvviso, rimanendole di fronte ma comunque rispettando lo spazio vitale , con la cattedra che le separava.

<< La prego, professoressa McGranitt. Mi è di vitale importanza.>> disse in tono umile, supplichevole, ma sempre dignitoso. La McGranitt non sapeva proprio cosa risponderle: di solito non concedeva a nessuno studente lezioni extra del genere, ma era anche vero che nessuno degli studenti, inclusi quelli della sua stessa Casa di Grifondoro, siano mai stati interessati all'arte della Trasfigurazione e a questo alto livello di magia; ma la McGranitt rimase molto colpita dall'energia e dalla passione che fuoriusciva dalle parole della giovane Serpeverde.

<< Molto bene, Potter. Io di solito sono irremovibile sulle mie decisioni, ma, per la grande determinazione che dimostri nel voler raggiungere un tale e, lasciami dire, estremamente elevato obbiettivo, voglio concederti una chance.>> gli occhi di Serena, a quella frase, si illuminarono di felicità.

<< D-davvero professoressa? Mi insegnerà!?>> chiese entusiasta.

<< Sì, signorina Potter. Ma ad una condizione.>> in quel momento Serena perse un battito. Cosa mai avrebbe voluto avere in cambio la McGranitt da lei?

<< Ti darò lezioni private per diventare Animagus, SOLO se riuscirai ad ottenere una " E " nel compito di domani.>> disse decisa, mentre prendeva in mano il proprio registro. Serena rimase confusa.

<< Ho notato che sei leggermente calata in questo ultimo mese.>> disse scorrendo il dito sulla casella dei voti << Hai preso quasi sempre "A" nelle ultime verifiche. Mi chiedo se ci sia una qualche... distrazione..>> disse puntualizzando l'ultima parola <<...che ti stia prendendo tempo. Forse, oso dire, un ragazzo?>>

<< Cosa?! No, no, no, no, no assolutamente no, professoressa! E' che..sa le mie cose si sono rivelate molto pesanti da sopportare, come prima volta. Ed ero sempre debole e febbricitante, ecco perchè sono un po' peggiorata nello studio.>>

<< Perdonami se ti ho messo così in imbarazzo. Ma immaginavo che le ragazze della tua età iniziassero già un minimo a pensare ai ragazzi.>>

<< No, no, no per carità! Prima viene l'istruzione!>> esclamò decisa e notevolmente imbarazzata.

<< Ben detto, Potter.>> disse richiudendo il registro.

<< Quindi..con solo una "E"...mi insegnerà? Anche una "O" non potrebbe andare bene?>>

<< Quello che ti ho detto, signorina Potter: solo se prenderai una "E".>> disse seria.

<< Va bene, professoressa. Farò del mio meglio.>> disse rassegnata.

<< E' quello che mi aspetto.>>

<< Grazie per avermi concesso questa opportunità, professoressa.>> disse sinceramente grata, issandosi in spalla lo zaino e iniziando ad indietreggiare per uscire dall'aula.

<< Di nulla, signorina Potter. Ti auguro buona fortuna.>> disse stranamente dolce.

- Oddio! Non ce la farò mai a recuperare così tanto di punto in bianco! - pensò disperata Serena mentre usciva dall'aula, per raggiungere quella di Difesa Contro le Arti Oscure.
Arrivò sera e Serena decise di darci sotto con Trasfigurazione, per preparsi al meglio per il compito in classe di domani, ma soprattutto per conquistare il premio in palio che aveva concordato con la professoressa McGranitt. Restò alzata a studiare nella Sala Comune fino alle 2.00 di notte: non rimase a studiare solo Trasfigurazione, sia chiaro. Quando andò a letto, Serena si sentì piuttosto ottimista e speranzosa, ma, per rilassarsi di più, prese il suo serpente di peluche e se lo strinse forte a sè, cullandocisi per conciliare meglio il sonno.
La mattina successiva, dopo aver fatto un bella colazione, Serena prese un abbondante ciotola di cornflakes al cioccolato per avere un po' di energia in più, tutti gli studenti si avviarono alle rispettive lezioni: le prime due ore della mattina c'era proprio Trasfigurazione cona la McGranitt e Serena si sentiva pronta all'azione. Entrò in aula e si mise a sedere al solito posto, ma, per avitare che qualche allievo potesse copiare dal compagno accanto, la professoressa McGranitt, con un incantesimo, divise le file di tavoli in banchi singoli, così da creare una giusta distanza fra ogni allievo.

<< Bene, avete un'ora e mezza. Potete iniziare!>> disse, una volta che la professoressa, con un colpo di bacchetta, aveva finito di distribuire i fogli della verifica.

- Ok, ce la posso fare. Ne ho già affrontate altre di verifiche e ne sono uscita sempre bene, no? Be'...questa non sarà diversa! -pensò fra sè e sè dandosi coraggio.
Serena si ritrovò a dover rispondere a circa una ventina di domande, alcune erano molto simili fra loro che chiedevano le caratteristiche dei diversi incantesimi studiati e i vari movimenti di polso e bacchetta per ogni singolo incantesimo. Serena, come sperava, sembrò andare liscia come l'olio, non trovò troppe difficoltà, giusto un po' per ricordarsi perfettamente tutti i movimenti di polso. L'ora e mezza passò a velocità supersonica.

<< Tempo scaduto, fanciulli! Giù le penne!>> disse ad alta voce la McGranitt, la quale con un fulmineo colpo di bacchetta ritirò tutti i fogli, mentre quasi tutti gli allievi si abbandonarono sugli schianali delle sedie, sfiniti dal compito; evidentemente molti di loro pensavano di essere andati male, perchè in quel momento l'aula fu riempita da gemiti e mugugnii affranti e disperati.

<< Uff ! Che fatica!>> disse Liz che era tornata affianco a Serena, dopo che la McGranitt aveva ricongiunto i banchi, facendoli tornare dei tavoli.

<< Come sei andata?>> le chiese Serena.

<< Argh.. un disastro!>> disse spalmandosi una mano sulla faccia.

<< Tu invece?>>

<< Credo bene. Non posso dirlo con certezza.>> rispose vaga - Spero solo di aver preso quel maledetto 'Eccezionale' - pensò. La lezione finì con un breve ripasso sui vari argomenti discussi la volta scorsa, incluso l'incantesimo Vestis e uno nuovo su cui si sarebbero esercitati prossimamente, ovvero l'incantesimo Avifors, che permette di trasformare un oggetto in un uccello.
Dopo Trasfigurazione, gli studenti si avviarono verso le serre della professoressa Sprite per seguire un'ora di Erbologia e, una volta finita anche questa, si sarebbero diretti verso la torre più alta della scuola per l'ora di Astronomia.
Arrivò finalmente l'ora di pranzo e, prima che Serena entrasse in Sale Grande, Harry la afferrò per un braccio all'improvviso quando era di spalle e la trascinò in un angolino del corridoio più appartato.

<< Ehi Harry ma sei matto?! Mi hai quasi staccato il braccio!>> sbottò massaggiandoselo.

<< Scusa, ma stammi a sentire, ci sono novità scottanti!>> disse sussurrando.

<< Che cosa? Ah a proposito! Ce l'avete fatta a rientrare in Sala Comune senza essere..>>

<< No, purtroppo. Malfoy è andato ad avvertire la McGranitt e ci ha sgamati.>> disse interrompendola.

<< Quel maledetto!>>

<< Sì, ok, ma non è questo il punto! Comunque anche lui ha passato la punizione con noi, non l'ha passata liscia come credeva..ihihih>> disse ridacchiando malignamente, seguito da Serena.

<< Comunque, la McGranitt ci ha mandato a scontare la punizione nella Foresta Proibita con Hagrid>>

<< Nella Foresta Proibita?! Ma è impazzita??!!>>

<< Sì, lasciamo perdere. In pratica dovevamo ritrovare il corpo di un Unicorno che era stato ucciso quella sera.>> Serena fece una smorfia di disgusto << Hagrid ci ha diviso in gruppi, io sfortunatamente sono finito con Malfoy, e dopo un po' lo abbiamo trovato e lì c'era qualcosa! Anzi qualcuno!>>

<< Chi? Chi!?>>

<< Voldemort >>

<< VOLDEMORT!?!>> esclamò ad alta voce Serena, ritrovandsi poco dopo le mani di Harry a tapparle la bocca.

<< Ssshhhh sta zitta!>>

<< E come era fatto?>> disse abbassando di più la voce.

<< Non so che aspetta abbia in verità, ma ieri notte sembrava fosse la Morte in persona: indossava un ampio mantello nero col cappuccio, stava succhiando il sangue dell'Unicorno e poi mi è volato incontro, sembrava un razza gigante!>>

<< Oh santa miseria...come diamine ne sieti usciti?!>> disse sinceramente sconvolta.

<< Be'... Malfoy, da grande supereroe, se l'è data a gambe all'istante, io dallo spavento sono inciampato, stava per raggiungermi, ma sono stato salvato da un centauro di nome Fiorenzo.>>

<< Un centauro!? Esistono anche loro?!? Quanto avrei voluto vederlo!Aaaarrgghh che bello!>> esclamò entusiasta.

<< Tu pensi al centauro invece che al tuo povero fratellino che stava per lasciarci le penne?! Grazie eh!>> sbottò indignato.

<< Ah già, scusa. E poi cosa è successo?>>

<< Fiorenzo mi ha spiegato la gravità nell'uccidere un Unicorno: in poche parole, il suo sangue può mantenerti in vita anche se sei a un passo dal morire, ma, visto che hai ucciso un essere purissimo, sarai condannato a vivere una vita dannata! E chi secondo te sceglierebbe un prezzo del genere da pagare anche solo per rimanere in vita ancora per un po' di tempo?!>>

<< Voldemort!>> esclamò Serena, Harry annuì << Aspetta un momento... lui è mezzo morto, la Pietra Filosofale produce l'Elisir di Lunga Vita...oh porca vacca!>> disse lei sgranando gli occhi.

<< Esatto!>>

<< Che cosa facciamo?!>>

<< Questo è un bel problema, tra poco tempo avremo gli esami da affrontare e in più non sappiamo come eludere la sorveglianza del Cane a 3 teste.>> disse affranto.

<< Ci dobbiamo riflettere bene, Harry. Prima di commettere qualche sciocchezza.>> disse Serena pensierosa.

<< Ah senti! Tu almeno ce l'hai fatta a tornare nella tua Sala Comune ieri notte?!>> chiese all'improvviso Harry.

<< No, Piton ha sgamato anche me. E domani dovrò passare tutta la giornata a scontare la punizione che mi ha dato.>> disse alzando le spalle, come se nulla fosse, ma ovviamente finse.

<< Oh accidenti..mi dispiace tanto.>> disse posandole una mano sulla spalla << Quel bastardo!>>

<< Ehi! Bada a come parli!>>

<< Come puoi difenderlo ancora?!>>

<< Harry, siamo noi che abbiamo infranto le regole, non lui. Ha fatto solo il suo dovere, anche per quanto duro possa essere stato, dobbiamo adeguarci!>>

<< Mmm hai regione, però...>>

<< Sssh ssh basta così.>> disse tappandogli la bocca con un dito << Andiamo a mangiare, ho un fame bestia!>>

<< Sì, anch'io.>>

<< Ah senti!>> disse Serena fermando Harry un secondo prima di andare a pranzo

<< Harry, non è che mi potresti...ecco...seguire con Volo sulla Scopa, da ora in poi? Da sola non ce la sto facendo.>> disse tremendamente imbarazzata.

<< Ma certo che ti seguirò! Che fratello sarei se non ti aiutassi?!>> Serena gli regalò un grande sorriso << Quando vuoi iniziare?>> le chiese.

<< Se sei libero, possiamo fare questa domenica mattina o pomeriggio, come vuoi tu, per me vanno bene entrambi.>>

<< Domenica va benissimo, facciamo la mattina però: di pomeriggio ho l'allenamento di Quidditch.>>

<< Ok allora, grazie mille!>>

<< Ma ti pare?!>>

Così, dopo una bella chiacchierata fraterna, i due giovani Potter si avviarono tranquillamente verso la Sala Grande. Dopo uno splendido pranzo a base di maccheroni al formaggio e di lasagne come primo e di arrosto con le patate al forno e fettine di pollo alla griglia con spinaci come secondo e contonro, gli studenti andarono a seguire le ultime lezioni della giornata. Sfortunatamente per Harry, e in questo caso anche per Serena, l'ultima lezione della giornata era la doppia ora di Pozioni con il professor Piton.
I fratelli Potter, prima di varcare la soglia dell'aula, si fecero coraggio a vicenda dandosi delle dolci pacche sulla schiena; a Liz, che li guardava da lontano, sembrò strano che Serena avesse poca voglia di seguire la lezione, dopotutto Pozioni era una delle sue materie preferite. Harry e Serena andarono a sedersi ai rispettivi posti con i propri compagni Grifondoro e Serpeverde. In quel momento, il professor Piton entrò in classe con la sua solita rude eleganza. Dopo aver fatto l'appello, iniziò a camminare fra i tavoli degli allievi e spiegò la pozione che avrebbero dovuto distillare in quelle ore.

<< In questa lezione dovrete distillare la Pozione Scodarella. Dal nome immaginerete che effetti fa. Credo che il signor Paciok qui presente non ne avrà mai bisogno...>> disse lanciando un'occhiataccia al povero Neville che se ne stava rintanato fra le sue spalle vicino ad Hermione <<...visto che si dimentica sempre l'ordine in cui deve mettere gli ingredienti dentro al calderone!>> disse ghignando maligno, voltandosi verso i suoi Serpeverde che ridacchiavano rumorosamente alla "battuta" del loro Capo Casa; Malfoy aveva una risata piuttosto acuta, quasi come il verso di una papera strozzata, per poco non cadeva dallo sgabello per quanto si stava sganasciando. Draco, tra l'altro, rideva per due: Serena era l'unica dei suoi compagni che non stava ridendo, Liz cercava inutilmente di trascinarla nella mischia, dandole dei colpetti nel costato, ma nulla. Serena era totalmente assente quel giorno, se non per prendere appunti e concentrasi sulla preparazione della pozione.

<< Spero per voi che abbiate raccolto le bacche di vischio e le radici di valeriana, mentre l'acqua del fiume Lete potrete procurarvela qui dalla dispensa. Al lavoro! >> disse secco Piton. Così gli studenti incominciarono.
Dopo aver tagliato, tritato e misurato gli ingredienti, i ragazzi tentarono di creare una decente mistura, ricordandosi la giusta combinazione e sequenza di ingredienti da mettere dentro al calderone: in alcuni calderoni la mistura divenne blu scuro invece di un arancio chiaro come era previsto che fosse, altri calderoni esplosero, mentre in altri, grazie al cielo, la pozione era venuta bene.
Avendo visto che quasi tutti gli studenti avevano completato la pozione, Piton iniziò a passare per i banchi a vedere e valutare i risultati. Passò prima per i tavoli dove erano seduti alcuni Serpeverde, ovviamente disse che le loro misture, inclusa quella leggermente sgrausa di Malfoy, andavano molto bene, ma quella a prevalere fra tutte era quella di Serena e, perciò, il professor Piton assegnò a tutti i suoi studenti 5 punti, mentre a Serena ne diede 10, ma quest' ultima non reagì affatto al trionfo ottenuto, anzi, per lei in quel momento era totalmente indifferente; fece giusto un pigro cenno col capo per ringraziare il suo insegnante, ma nulla di più, neanche un'espressione felice. E Piton lo notò all'istante, ma non fece per niente trapelare alcun segnale di preoccupazione, almeno non davanti alla classe. Dopo aver verificato le misture dei ragazzi di Tassorosso e Corvonero, dove alcune delle quali erano buone mentre altre non erano accettabili, il professor Piton passò infine al tavolo dei Grifondoro, dove fece strage. Soltanto Hermione passò il test. Camminò oltre e valutò la mistura di Neville, il quale prese come al solito un brutto voto e fece perdere 5 punti alla sua Casa perchè, anche se apparentemente la mistura era accettabile, era chiaro che il ragazzo si era fatto aiutare dalla sua compagna di banco Hermione e ciò non era affatto tollerato; ogni studente doveva cavarsela da solo, volente o nolente! Arrivò il turno di Ron e, come volevasi dimostrare, Piton, vedendo il colore grigiastro della pozione, gli diede un voto anche più brutto di quello di Neville e gli tolse altri 5 punti, con la conseguente faccia depressa e rammaricata di Ron. Poi il professor Piton si mise davanti ad Harry e gli bastò un'occhiata veloce per capire che la pozione era arrivata solo a metà distillazione, ma non era neanche del tutto errata.

<< Noto che un'ora non è tempo sufficiente per te, Potter >> disse mellifuo lanciandogli un'occhiataccia, ricambiata da quella di Harry.

<< Direi che è inutile che continui a questo punto >> disse facendo muovere la bacchetta e facendo di conseguenza sparire la mistura dentro il suo calderone, sotto sguardo indignato di Harry; non aveva voglia di prendere un altro "Non classificato" o qualsiasi altro brutto voto. Piton fece per andarsene, voltando le spalle al tavolo dei Grifondoro, quando si fermò un attimo a guardare per un millisecondo il viso di Serena. All'improvviso si girò di nuovo e si riavvicinò a Harry.

<< Anzi, ci ho ripensato, Potter. Ti concederò una seconda possibilità...>> disse lasciando di stucco tutti quanti, inclusa Serena, la quale si lasciò sfuggire un piccolissimo sorriso; anche se lei e Severus avevano litigato di brutto, lui stava comunque tentando di adempiere alla sua richiesta e questo le fece molto piacere <<...adesso, mentre spiegherò una pozione nuova ai tuoi compagni, tu dovrai rifare da capo la pozione Scordarella e vediamo se stavolta un'altra ora ti basterà per distillare un mistura perlomeno completa!>> disse in tono sgarbato.

<< S-sì, va bene, signore.>> disse piuttosto scioccato dall' inusuale cambiamento di idea di Piton.

<< Sarà meglio per te!>> gli ringhiò contro e andò davanti alla lavagna a scrivere i componenti principali, con le varie indicazioni, della nuova pozione da studiare e in seguito da distillare. Perciò Harry ricominciò con malavoglia a distillare da capo la pozione, infastidito dalla voce di Piton e dalle punte delle penne dei compagni che sfregavano contro i fogli, prendendo appunti. Passata l'ultima ora, Harry riuscì finalmente a completare la pozione, anche se invece di una mistura arancione ne ottenne una quasi rossa; ovviamente il risultato era scadente, ma almeno l'aveva completata in tempo. Harry mise la fiala di pozione sulla cattedra di Piton ed uscì dall'aula insieme ai suoi compagni e si affiancò immediatamente ad Hermione.

<< Ehi Hermione! Mi passerai gli appunti di oggi, vero?!>> Hermione alzò gli occhi al cielo.

<< Uff..e va bene. Ma solo questa volta! Le prossime volte dovrai rispettare i tempi di preparazione!>>

<< Accidenti, io ci provo, ma non ce la faccio sempre!>>

<< Be' sarà meglio che impari a velocizzarti!>> disse secca e altezzosa, in fondo era l'unica dei Grifondoro a cui Piton dava sempre un buon voto. Serena era proprio dietro di loro, stanca della pesante giornata di scuola, non vedeva l'ora di andare a letto e prepararsi mentalmente e fisicamente alla punizione con Piton che avrebbe dovuto scontare il giorno dopo. Harry notò il pessimo umore di sua sorella, sapeva benissimo cosa la stesse tormentando, perciò le andò vicino e le avvolse dolcemente le spalle con un braccio, stringendola forte a sè per cercare di rincuorarla. Serena gli sorrise, commossa.

 

******


Era sabato mattina e Serena era stata convocata nell'ufficio di Piton alle 9.00 in punto per dare inizio alla punizione. La giovane Serpeverde si svegliò presto e si vestì piuttosto freneticamente, facendo svegliare le compagne.

<< Per Merlino Serena! Sono le 7.55, che diavolo ci fai in piedi così presto?>> disse Liz strofinandosi gli occhi innervosita per essere stata svegliata.

<< Ho una punizione con Piton per tutto il giorno e non voglio ulteriormente peggiorare la situazione arrivando in ritardo.>> disse secca.

<< Come un punizione? Dici sul serio? Perchè non me l'hai detto?!>>

<< Me ne sono dimenticata, avevo altre cose per la testa.>> disse avvolgendosi la sciarpa attorno al collo.

<< Ah, ecco perchè ieri mi sembravi un po' persa.>>

<< Già >>

<< Che hai combinato di così grave?>>

<< Ieri sono uscita di nascosto e sono andata a farmi un giro nel giardino di notte >>

<< E che diamine ci sei andata a fare?! Sai che è contro le regole!>> intervenne all'improvviso Mary, più irritata di Liz.

<< Ero agitata e avevo bisogno di sfogarmi! Di certo non potevo sfogarmi quì dentro con voi che dormivate, no?!>> disse Serena iniziando ad alterarsi. Le ragazze rimasero piuttosto perplesse, tranne Penelope che stava ancora dormendo beata, lasciandosi sfuggire anche qualche russo.

<< Quella non si sveglierebbe nemmeno con le cannonate.>> disse Marry ridacchiando mentre guardava Penelope.

<< Vabbe', ora devo andare. Ci vediamo a pranzo!>> disse uscendo dal dormitorio con in spalla lo zaino.

<< In bocca al lupo!>> esclamò Liz.

<< Crepi!>> rispose di conseguenza Serena, scendendo le scale. Uscita dal Sotterraneo, Serena entrò nella Sala Grande e fece una colazione veloce; era praticamente l'unica studentessa a mangiare così presto nell'enorme stanza. La cosa in effetti era un po' inquietante visto che era abituata a vedere i tavoli totalmente accupati dagli altri ragazzi. Finito di mangiare un po' di pane tostato con sopra della marmellata di albicocca, Serena riscese nuovamente giù nei Sotterranei e imboccò il corridoio che portava all'ufficio del professor Piton. Si fermò davanti alla porta e bussò.

<< Avanti >> Serena aprì la porta ed entrò molto timidamente, tenendo basso lo sguardo; non aveva ancora il coraggio di guardarlo negli occhi. Piton era già lì in piedi ed aveva fatto subito apparire il banco pronto per Serena.

<< Sei in anticipo >> disse serio.

<< Se vuole me ne vado e torno dopo.>> rispose lei umilmente.

<< No, non importa. Ormai sei qui. E' inutile perdere tempo in queste sciocchezze.>> disse secco, tornando a sedersi alla scrivania, pronto a correggere l'ennesimo pacco di compiti.
Piton le fece segno di venirsi a sedere al banco e Serena obbedì. Tirò fuori il foglio di pergamena e la penna.

<< Fino all'ora di pranzo scriverai, per quante volte riuscirai a scrivere fino a quell'ora, questa frase " Non devo più uscire di notte fuori dal castello dopo il coprifuoco ". Ci siamo capiti?>>

<< Sì, signore.>> disse lei tenendo sempre basso lo sguardo e pronta la penna sul foglio.

<< Bene, puoi iniziare.>>

Per le successive 3 ore e mezza, Serena scrisse ininterrottamente la frase richiesta, senza mai alzare lo sguardo nè spiccicare parola; l'unico rumore che si sentiva in quell'ufficio era lo sfregare delle penne di Piton e di Serena, ognuno dei quali svolgeva il proprio lavoro.
Arrivate le 12.30, il professor Piton fece fermare Serena, controllò il numero di frasi che era riuscita a scrivere in quell'arco di tempo e, dopo aver constatato che 1000 era un totale abbastanza accettabile, la lasciò libera di andare a pranzare e le disse di ritornare alle 14.30 per la seconda parte della punizione: la pulizia di tutta l'aula di Pozioni.
Serena uscì dall'ufficio e si avviò tranquillamente verso la Sala Grande per raggiungere le sue amiche a pranzo, ma sfortunatamente, come se la situazione non fosse già abbastanza spiacevole, incrociò la strada con Malfoy.

<< Ma guarda chi c'è! Svienirena ! Sei pronta per fare le pulizie come un elfo domestico?!>> disse beffardo, ma Serena non rispose e tirò avanti, ignorandolo. La cosa diede piuttosto fastidio a Malfoy, visto che era un ragazzino che era abituato ad avere tutta l'attenzione su di sè.

<< Ehi! Come osi voltarmi le spalle! Non ti permetto di ignorarmi così come se fossi una persona qualunque!>> disse rabbioso, diventando rosso in volto dall'indifferenza dimostratagli dalla compagna di Casa. Ma Serena continuò a camminare, aumentando la velocità, ma sentì i passi di Malfoy avvcinarsi sempre di più. Evidentemente cercava rogna quel giorno.

<< Sì, va bene! Vai pure a raggiungere quell'idiota sfregiato di tuo fratello! LURIDA SGUATTERA MEZZOSANGUE !!!>> a quel punto Serena si inchiodò di colpo, facendo per un momento sussultare Draco. Si voltò verso di lui, con espressione vuota e fredda, quasi tranquilla. Draco sembrava confuso. Avvanzò piano verso di lui, ma a passo deciso, facendo indietreggiare il ragazzo. Gli si avvicinò abbastanza, tanto che il suo naso era distante solo qualche centimetro da quello di Malfoy. Quest'ultimo inziò ad innervosirsi, non sapeva che fare.

<< C-che cosa vuoi fare?!>> disse tutto d'un fiato.

<< Sai, Draco, al momento ho altre cose per la testa e, anche se non conosco il significato di "quella parola" che hai detto, ho capito comunque che era un insulto piuttosto pesante, ma lo ignorerò...per questa volta.>> disse tranquillamente, quasi in maniera inquietante. Draco sembrò più confuso che mai.

<< Non hai capito? Ti sto dando l'opportunità di scappare dalla mia ira. Di tagliare la corda come un coniglio vigliacco. Proprio come hai fatto ieri notte nella Foresta Proibita!>> Draco si irrigidì e divenne paonazzo << Sì, conosco il livello del tuo... indomito coraggio ! Oh, sarebbe davvero un peccato se si venisse a sapere in giro, non è vero?!>> gli disse sorridendo, mentre Draco ribolliva di rabbia; sembrava quasi che gli stesse per uscire del fumo dalle orecchie. Sentendosi minacciato, visto che se quella notizia si fosse diffusa a macchia d'olio, causando la tremenda umiliazione che sarebbe toccata subire alla sua famiglia, Malfoy girò i tacchi e iniziò a camminare nervosamente, tenendo i pungi serrati.

<< SEI SOLO UNA STUPIDA MOCCIOSA! TI ODIO, POTTER! >> urlò Draco senza alcun riguardo lungo il corridoio che portava alla Sala Comune.

<< Lieta di essere sempre nei tuoi pensieri, Malfoy!>> gli rispose Serena elegantemente sarcastica, soddisfatta del suo nuovo self control. Dopo aver tirato fuori un sospiro enorme, per scrollarsi di dosso la tensione di quel momento, Serena si avviò tranquillamente a pranzare. Le amiche le chiesero come era andata la prima parte di punizione, Serena rispose loro vagamente, ma che aveva svolto il suo compito in totale e pieno silenzio; non aveva molta voglia di parlarne e le ragazze lo capirono, perciò non le chiesero più niente.
Le 14.30 arrivarono fin troppo presto e la giovane Serpeverde, a suo malincuore, dovette tornare all'ufficio di Piton. Prima che potesse bussare, la porta si aprì e Piton apparve sulla soglia, chiudendosela alle spalle.

<< Forza, vieni.>> disse serio ed entrambi si avviarono verso l'aula di Pozioni. Entrati, Serena andò a sedersi al suo solito posto ed attese gli ordini: attorno a lei c'erano una ventina di calderoni tutti sporchi e incrostati da precedenti misture, tavoli e mensole sporche ed impolverate. Le si prospettava un bel po' di lavoro, e la sua mano destra non si era ancora ripresa dalle mille frasi scritte.

<< Credo tu abbia capito cosa dovrai fare adesso. Ti basti sapere che in quest'aula, alla fine della giornata, mi ci voglio specchiare. Chiaro?>> disse mellifuo Severus.

<< Sì, signore >> disse umilmente, tenendo sempre lo sguardo basso.

<< Bene. Inizia pure dai calderoni, poi passa ai tavoli e al pavimento.>>

La piccola si tirò su le maniche e si tolse il mantello ed iniziò a scrostare il primo calderone che le capitò a tiro. Per Serena, come anche per Harry, quella punizione rappresentava i lavori quotidiani che era solita costretta a fare in casa dei Dursley, perciò era piuttuosto abile ad interpretare il ruolo di Cenerentola.
Passò circa un'ora e mezza e la gioane Serpeverde, sempre in silenzio, riuscì a scrostare e lucidare a pieno 10 calderoni. Piton, che ogni tanto la osservava, rimase alquanto impressionato da quanto era stata svelta, ma soprattutto efficiente: con 12 anni di esperienza alle spalle, Serena aveva anche acquisito una certa velocità di esecuzione, visto che zia Petunia minacciava sempre i due fratelli dicendo che non avrebbero mangiato se non avessero finito di pulire tutto entro un certo orario. Ad un certo punto, da una delle piccole arcate che facevano da finestre per garantire una maggior illuminazione, planò sul tavolo del professor Piton un barbagianni reale, di un bellissimo piumaggio bianco e dorato. Aveva un messagio legato alla zampa. Piton lo slegò e lo lesse. Serena non era minimamente incuriosita e continuò col suo lavoro forzato. Poi, Piton parlò.

<< Signorina Potter, la professoressa McGranitt desidera vederti. Devi andare nell'aula di Trasfigurazione adesso.>> disse seccato per l'interruzione. Serena parve confusa e sorpresa.

<< Oh..ah...va bene.>>

<< Cerca di darti una mossa!>> incalzò ad alta voce, facendole capire che non avrebbe tollerato un eventuale ritardo. Quindi Serena si mise a correre.

Dopo aver salito le scale e aver raggiunto l'aula di Trasfigurazione, bussò alla porta ed entrò.

<< Buon pomeriggio, professoressa. Il professor Piton mi ha detto che volva vedermi.>> disse entrando timidamente.

<< Ah sì, avvicinati Potter!>> disse alzandosi dalla scrivania con un foglio di pergamena in mano, che sembrava tanto essere il suo compito in classe dell'altro giorno.

<< Dunque, ho corretto la maggior parte dei compiti, incluso il tuo, e volevo riferirti il risultato che sei riuscita ad ottenere.>> disse seria, perciò Serena intuì che probabilmente non aveva raggiunto l'obbiettivo.

<< E' andato male, vero?>> disse triste. La McGranitt inarcò un sopracciglio.

<< No, non direi che è andato male, anzi! >> Serena sgranò gli occhi piacevolmente sorpresa << Sei riuscita ad ottenere pienamente una "O+" >> Serena, anche se era contenta del voto, rimase comunque un tantino delusa, perchè non avendo preso la "E" richiesta non sarebbe mai riuscita a diventare Animagus senza il prezioso aiuto della professoressa McGranitt. Ma quest'ultima continuò << Tuttavia, visto che ti mancava praticamente solo l'1% per arrivare alla così ambita "E", ho deciso comunque di mantenere fede alla mia parola e di darti lezioni private per diventare un Animagus come me.>> disse sorridendo lievemente. Serena non poteva credere alle sue orecchie.

<< D-davvero!? Non mi sta prendendo in giro, mi insegnerà sul serio anche se non ho preso una "E"?!!>> disse eccitata e tremolante dall'emozione.

<< Certo che lo farò, io non illudo mai i miei studenti inutilmente! Dovresti avere un po' più di fiducia in te stessa, signorina Potter.>>

<< Oh, sì!! Ehm..volevo dire..grazie mille professoressa! Sfrutterò quest'occasione al massimo delle mie forze!>>

<< E' ciò che mi aspetto che tu faccia, visto che ti concederò qualche pomeriggio delle mie giornate libere.>> disse mettendo in ordine alcune carte << Mmm...mi sa che adesso devi tornare dal professor Piton, altrimenti ti darà un'altra punizione se ritardi.>> disse voltandosi verso l'orologio appeso su uno dei muri dell'aula.

<< Ah già! Ora vado. Grazie mille ancora, professoressa!>> disse correndo verso la porta, la McGranitt le rispose con un pigro cenno del capo.

Tornata nei Sotterranei alla velocità della luce, Serena entrò con foga nell'aula di Pozioni, facendo sbattere la porta.

<< CE L'HO FATTA!!!>> esclamò trionfante. Piton, preso di sopresa dall'inaspettata ed energica entrata della piccola Serpe, sussultò.

<< Sì, signorina Potter, ce l'hai fatta....a sfondare la porta!>> disse beffardo.

<< Oh..ah...mi dispiace, signore, ma mi ha detto di fare in fretta, quindi...eccomi qui.>> disse umilmente, ma sorridendo lievemente. Piton aggrottò le sopracciglia e fece un profondo sospiro.

<< Sta zitta e rimettiti a lavorare.>> Serena annuì e si rimise a scrostare gli ultimi calderoni rimasti. Una volta finito coi calderoni, passò alle mensole degli scaffali che contenevano le ampolle degli ingredienti. Mentre spolverava gli angoli, Serena notò che c'erano un paio di ragni che correvano su è giù per non rimanerci secchi. Vedendoli, e anche a causa della bella notizia ricevuta, Serena ogni tanto si lasciò sfuggire un canticchino allegro sulle pulizie

<< Forza amici miei tutti qui per sentire quel che vi dirò! Posso insegnarvi ciò che so! E spiegarvi l'arte del pulire bene...meglio lavorare insieme canticchiando un po'! >> Piton sentendola attreverso l'aula si massaggiò le tempie innnervosito.

<< Potter! >> le urlò e Serena si inchiodò all'istante << Che cosa ti ho detto riguardo al cantare durante una punizione!?>> disse arrabbiato.

<< Mi scusi, signore, mi viene naturale.>>

<< Be' cerca di controllarti e di svolgere il tuo compito in silenzio!>>

<< Sì, signore. Non capiterà più.>> disse nuovamente triste - Uffa però! Certe volte è proprio simpatico come una spina nelle chiappe!- pensò lanciandogli un'occhiataccia.
Passate altre due ore assolutamente noiose e silenziose, finalmente la punizione terminò e Serena fu liberata.

<< Bene, signorina Potter. Hai scontato in modo soddisfaciente la tua punizione. Puoi andare, sei congedata.>> disse passando a setacciare con le dita i tavoli, gli scaffali e i calderoni.

<< Arrivederci, professore.>> disse inchinandosi rispettosamente ed uscì dall'aula, avviandosi verso la sua Sala Comune per riposare un po' prima di cena. Entrata in dormitorio, Serena fu accolta da una festosa piccola Bast, che le saltò in braccio e iniziò a darle delle dolci testate, facendo le fusa all'impazzata.

<< Ciao piccola mia! Sì, sono felice di vederti anch'io!>> disse ricambiando le testate. Dopo averla messa giù, Serena si gettò sul letto, totalmente stravolta. In quel momento entrò Penelope.

<< Hola Ser! Como è andata?>>

<< Ne parliamo dopo Penny. Adesso voglio dormire qualche minuto.>>

<< No che non puoi! Es ora de cena, forza andalè!>> disse trascinandola giù dal letto a forza

<< Nooo! Lasciami dormiiiireee!>> si lamentò come un bambina piccola, ma Penelope non l'ascoltò e l'accompagnò con le altre su in Sala Grande. Dopo cena, e dopo aver raccontato tutto quanto alle sue amiche di come era andata la giornata di punizione, Serena potè finalmente infilarsi sotto le coperte e sprofondare in uno splendido sonno rigeneratore.

 

******

 

Arrivò la tanta attesissima Domenica e Serena aveva appuntamento con Harry per qualche lezione extra di Volo sulla Scopa. Arrivati in Sala Grande a fare colazione, i due fratelli Potter si incontrarono.

<< Buongiorno sorellina! Pronta per volare oggi!?>> disse bello energico.

<< Come no. Se non fossi costretta non lo farei, ma purtroppo...>>

<< Ma purtroppo sì! E quindi ti farò galoppare un bel po' per farti riuscire a stare almeno in sella!>>

<< Ne parli come se fosse un cavallo. Di sicuro un cavallo sarebbe molto meglio.>> disse facendo ridacchiare Harry.

<< Coraggio, oggi ti rifarò fare le cose basi, volando piano e poi, quando avrai raggiunto una certa sicurezza, passeremo alle cose toste!>>

<< Evviva.>> disse depressa, mentre Harry le dava qualche pacca sulla schiena per incoraggiarla.

<< Dai dai, non fare tante storie! Col tempo e con la pratica ci riuscirai.>>

<< Speriamo. Non ho voglia di beccarmi un brutto voto per una cosa così stupida!>> entrambi si misero a ridere e si avviarono verso i proprio tavoli.

<< Ci vediamo tra poco al campetto di volo!>>

<< Ok, a dopo!>>

Dopo una bella colazione a base corn flakes al cioccolato per Harry e pane tostato con marmellata di ciliegia per Serena, i due fratelli Potter furono i primi dei propri tavoli ad uscire dalla Sala Grande, seguiti dagli sguardi incuriositi di Severus Piton e dal suo vicino di tavolo Albus Silente. Il professor Piton ovviamente rimase piuttosto scettico quando li vide uscire così in fretta in un momento di relax come la colazione. Silente lo notò.

<< Allora, Severus, come è andata la punizione ieri?>>

<< Mpf...è andata, ha scritto e pulito, non è successo nient'altro.>> rispose vago Severus, ovviamente non aveva voglia di parlarne, come del resto non aveva mai voglia di parlare di niente.

<< Dove pensi che stiano andando?>> chiese tranquillamente.

<< Chi?>>

<< Harry e Serena naturalmente. Ho visto come li hai seguiti con lo sguardo prima.>>

<< Chi lo sà, forse saranno andati a progettare un'altro giretto notturno. Sono venuto a sapere che anche Potter insieme ai suoi 2 amichetti sono andati a farsi un giro fuori orario l'altra notte.>>

<< Anche il giovane Malfoy a quanto ho sentito.>>

<< Sì, ma lui non mi preoccupa più di tanto.>> rispose indifferente Severus.

<< No, vedrai che non staranno progettando alcun che. Harry sarà andato a darle qualche lezioncina di Volo.>>

<< Come fai ad esserne certo?>>

<< Be'..se non le sapessi queste cose, non sarei io, non credi?!>> disse scherzoso. Piton gli rispose facendo un grugnito di sdegno, finendo di bere un bicchiere di succo di zucca.
Erano quasi le 10.00 e i due fratelli erano già usciti dal castello per raggiungere il campetto di volo appena fuori nel parco svoltando destra. Per terra c'era già pronta una scopa per essere adoperata; Madama Bumb l'aveva prestata ad Harry su esplicita richiesta. Entrambi si misero dietro la linea bianca di partenza e si posizionarono alla sinistra delle loro scope.

<< Allora, Serena, per cominciare facciamo come sempre: ordiniamo al manico di venire su, ok?>>

<< Ok >>

<< Dai, facciamolo insieme. Al mio 3: 1, 2 e 3.....SU!>>

<< SU!>> dissero entrambi e nello stesso momento le due scope si sollevarono, arrivando fino alla mano, perfettamente in sincronia.

<< Brava sorellina! Stai andando bene per ora. Adesso ci solleveremo e cominceremo a volare. Non temere, io ti starò accanto tutto il tempo.>>

<< Oh...va bene. E' meglio in effetti.>> disse alquanto incerta ed agitata. Entrambi montarono sulle scope e si sollevarono piano in aria. Serena, presa dall'incertezza e dalla paura, traballò un po'.

<< Uuohohoho! A-aiuto.. Harry!>> disse cercando di rimanere in quilibrio.

<< Va tutto bene, Serena. Cerca di star tranquilla, se no è peggio! Ti stai solo sollevando, calmati e rilassati... la scopa sente il tuo nervosismo. Se starai calma e tranquilla riuscirai ad avere maggior controllo e la scopa si comporterà bene.>> Serena, ascoltando i consigli del fratello, cercò di calmarsi: le gambe e le braccia le tremavano troppo, ma alla fine riuscì un minimo a fermarle.

<< Bene, ora possiamo iniziare a volare per un breve tratto. Forza, seguimi!>> in quel momento, la scopa di Harry avanzò, volando per qualche metro, oltrepassando il primo anello magico che si era formato per mettere alla prova gli studenti e poi ne oltrepassò altri due.

<< Dai muoviti! Cerca di passare almeno i primi 3 cerchi!>>

<< Ok, c-ci proverò>> Serena protese il busto in avanti, nel modo più calmo possibile, e la scopa capì il suo comando ed iniziò a volare in avanti, oltrepassando il primo cerchio, sollevandosi sempre di più di quota. Riuscì ad oltrepassare anche il secondo cerchio con successo.

<< Bravissima! Dai che mi hai quasi raggiunto, ancora un piccolo sforzo!>> Serena, però, si accorse del cambiamento di altezza e, in preda al nervosismo, guardò in basso.

<< Argh! No! Voglio scendere!>> urlò stringendosi forte al manico e serrando gli occhi per non guardare.

<< No, Serena! Puoi farcela, credimi! Non guardare giù, devi solo guardare dritto verso la direzione della destinazione che vuoi raggiungere! Stai tranquilla e NON GUARDARE GIU'!>>

Serena, con una paura che le pervadeva il corpo, cercò di aprire con gran fatica un occhio e poi anche l'altro e riprese a muoversi in avanti verso il terzo cerchio - Tieni lo sguardo fisso su Harry! Harry è la tua destinazione, guarda verso di lui e non giù!- si ripetè per tutto il tempo mentalmente.
Intanto, per i corridoi vicino al campetto, Severus Piton stava camminando per allontanarsi dalla marmaglia di adolescenti che si stavano muovendo in branco per andare giù al parco a rilassarsi con giochi e allenamenti magici o, per gli studenti più grandi, fare escursioni ad un famoso villaggio che stava nelle vicinanze di Hogwarts. Entrò in un corridoio e sentì le voci di una ragazza e di un ragazzo e, incuriosito dalle grida di entrambi, si avvicinò per vedere cosa stesse succedendo. Dopotutto, gli studenti, specialmente nei giorni liberi, potevano combinare qualche disastro o causare incidenti. Quando arrivò, vide Harry su in aria, in sella alla sua Nimbus 2000, che dava lezioni di volo alla sorella. Deluso di non averli colti in flagrante durante una possibile riunione per tramare qualche altra marachella, Piton si voltò per andarsene - Forse Silente non ha torto...mi preoccupo decisamente troppo - pensò. Poi si fermò di colpo, udì il grido di Serena.

<< No, ti prego Harry! Ho paura, fammi scendere!>> disse disperata.

<< Coraggio Serena, devi farcela! Vuoi passare l'esame di Volo, no?! Allora cerca di controllare la scopa, ma in particolare cerca di controllare te stessa! Facciamo così..considera che non ti farò atterrare finchè non finirai il percorso dei cerchi verdi! Solo allora potrai scendere, decidi tu!>> la incitò un po' brusco Harry, mentre Piton osservava la scena da dietro una colonna di pietra - Il ragazzo Potter sa il fatto suo quando si tratta di scope. Tzk...uguale sputato a quell'arrogante del padre! - pensò maligno.
Serena, intanto, cercò di riprendersi e si rimise a volare, oltrepassando altri 2 cerchi magici.

<< Bene così, brava! Te ne mancano pochi ormai!>>

<< Lo spero!>> disse oltrepassando anche il quarto, glie ne mancavano circa altri 6 per completare il primo percorso. Riuscì a passare anche il quinto con successo. Ma, ad un certo punto, la scopa iniziò ad accelerare e Serena, presa dal panico, ne perse il controllo e la scopa cominciò a volare di quà e di là per conto suo.

<< Aaaarrggghhh!! CHE DIAVOLACCIO STA SUCCEDENDOOOOO!>> urlò spaventata, cercando di rimanere in sella alla scopa. Sembrava quasi che stesse tentando di domare un toro meccanico. Harry corse immediatamente in suo aiuto.

<< Accidenti! SERENA! >> urlò Harry sfrecciando verso la sorella che svolazzava da tutte le parti. Piton, mentre li osservava, sembrava piuttosto divertito
- Una scena già vista - pensò fra sè e sè ridacchiando. Harry, nel frattempo, prese un braccio della sorella e se la trascinò sulla propria scopa, riportandola giù a terra.

<< Ma perchè cavolo ha accelerato prima?!>> chiese ancora sconvolta, mentre scavalcava il manico per scendere.

<< Ah...ehm...è stata colpa mia.>> disse Harry improvvisamente.

<< Cosa?!>>

<< Sì, be'..ecco...mi sono dimenticato di dirti che quando si passa il quinto cerchio, la scopa si imposta automaticamente per accelerare leggermente, per mettere in difficoltà lo studente che la controlla...eheheh.>> disse imbarazzato grattandosi la testa. Serena rimase a bocca aperta, non sapeva cosa dire. Piton ascoltò tutto - Sciocco moccioso irresponsabile! Mi verrebbe voglia di tirarti in testa un libro!- pensò infastidito, ma proprio in quel momento, il suo pensiero fu interrotto dal rumore di una botta: infatti Serena tirò un forte scapellotto in testa ad Harry.

<< AHIA! Che...?>> disse Harry portandosi le mani sulla testa, massagiandosi il punto dove lo aveva colpito.

<< Ma ci sei nato scemo o stai facendo un corso speciale per esserlo!?! >> gli urlò addosso Serena dopo avergli tirato lo scapellotto, sotto lo sguardo nascosto, ma profondamente divertito, del professor Piton - Non sarà stato un libro, ma è stato comunque efficace! - pensò.

<< Sì, lo so! Scusami, non succederà mai più, promesso!>> disse in tono scherzosamente supplichevole.

<< Anf...e va bene. Ti perdono, solo per questa volta.>> disse rassegnata, sorridendo.

<< Però dai, non te la sei cavata male, almeno per i primi 4 cerchi.>> disse lui dandole una pacchetta di incoraggiamento sulla spalla.

<< Già, poi ho fatto la stessa scenetta comica di Paciock come la scorsa lezione.>> entrambi si misero a ridere.

<< Vuoi riprovare?>>

<< Adesso non me la sento tanto. Sono ancora un po' scombussolata. Uffa..come farò a migliorare se soffro così tanto di vertigini?!>> disse in tono sofferente.

<< Ci vuole solo tanta pratica e pazienza. Vedrai che migliorerai man mano che prenderai confidenza con la scopa: fidati del tuo manico, ma soprattutto abbi fiducia in te stessa!>>

<< Sì, me l'hanno già detto.>>

<< Su, dai! Non perdere la speranza, imparerai prima o poi, anche perchè non credo che esista un altro modo per spostarsi da un posto all'altro.>>

<< Vero anche questo.>> disse rassegnata all'idea di dover volare per forza.

<< Adesso però devo raggiungere Ron ed Hermione da Hagrid. Vuoi venire con noi?!>>

<< No, grazie. Desidero starmene un po' da sola prima di pranzo.>>

<< E che stai a fare tutto il tempo? Non dirmi i compiti!>>

 

- Quello che dovresti fare anche tu più spesso, Potter! - pensò Piton da dietro la colonna.

 

<< Sì, un po' anche quello. Devo recuperare la giornata di ieri e poi volevo esercitarmi con qualche incantesimo.>>

<< Va bene, come vuoi. Allora ci vediamo più tardi!>> disse avviandosi verso il parco per raggiungere la capanna del gigantone.

<< Ok, ciao! Salutami gli altri!>>

<< Contaci!>>

Così, Serena, una volta visto svanire Harry oltre l'arco, si avviò fuori dal castello. Piton, rimasto sempre nascosto ad osservare i due fratelli, adesso era indeciso su cosa fare: se tornare nei suoi appartamenti e correggere altri noiosissimi compiti oppure seguire la sua piccola Serpe e assistere ai suoi allenamenti magici. Ovviamente decise la seconda opzione: non gli faceva piacere ficcanasare in quel modo nella privacy della bambina, ma, visto che molto probabilmente Serena era ancora arrabbiata per come l'aveva trattata, Piton decise di guardarla da lontano.
Serena, una volta uscita dal castello ed entrata nel parco, si avviò verso il suo Salice, seguita da un cauto Severus Piton. Gli sembrava di rivivere la stessa giornata in cui la incontrò per la prima volta, dopo aver scoperto il loro legame di sangue.
Serena, arrivata sotto l'albero, appoggiò a terra lo zainetto e si avvicinò alla riva del Lago Nero. Si chinò e prese in mano qualche sassolino e si mise a lanciarli, cercando di farli saltare sul pelo dell'acqua. Mentre li lanciava, facendoli balzare solo un paio di volte, Serena cominciò a sentirsi triste.

<< Non riuscirò mai a volare su quella dannata scopa. Non riesco mai a fare niente!>> disse alterandosi, gettando più forte l'ultimo sasso in acqua. Piton, intanto, continuò ad osservarla da dietro l'albero dove si era nascosto l'ultima volta - Non è assolutmente vero che non riesci mai a fare niente, Serena - pensò, un po' dispiaciuto nel vederla così affranta.Tornò alla corteccia e si sedette bruscamente a terra e tirò fuori il suo libro di Incantesimi.

<< Lumos! >> esclamò agitando la bacchetta e la punta di quest'ultima si accese, proprio come una lampadina.

<< Almeno questo lo so fare, capirai! Nox! >> disse facendo spegnere la punta della bacchetta. In preda allo sconforto, Serena si portò le ginocchia al petto, avvolgendole con le braccia e ci sprofondò il viso dentro, emettendo dei singhiozzi da pianto.
Passò qualche minuto e Serena non aveva ancora smesso di piangere; molto spesso le bambine che entrano nella pubertà ogni tanto hanno degli sbalzi di umore, prima sono strafelici e un momento dopo vorrebbero sotterrarsi senza una particolare ragione, perciò era del tutto normale che Serena si comportasse così.
All'improvviso, una strana creatura che emanava una splendida luce argentea ed eterea, sbucò fuori da un cespuglio; era la cerva che Serena vide l'ultima volta che era stata al lago. La cerva le si avvcinò e col muso le diede un leggero colpetto sulla fronte. Serena alzò piano la testa e la vide, lì davanti ai suoi occhi.

<< Oh! Sei tornata!>> esclamò felice, asciugandosi le lacrime e cercando di accarezzarla, ma questa balzò da un'altra parte, sfuggendo alla carezza. Serena ci rimase un po' male, ma la cerva le si avvicinò di nuovo, quindi Serena tentò per la seconda volta di accarezzarla, ma un'altra volta la cerva saltò; probabilmente voleva portarla da qualche parte. Serena si alzò e si avvicinò per vedere se la creatura si sarebbe mossa in una determinata direzione. Ma questa balzò per l'ennesima volta dalla parte opposta.

<< Ah, forse ho capito: ti va di giocare ad Acchiapparella, vero?!>> e la cerva, in tutta risposta, iniziò a balzare di quà e di là allegra e poi si fermò di colpo guardando intensamente Serena.

<< Bene, come vuoi tu! Ti prendo!>> disse Serena rincorrendola. Il gioco stava durando già da circa 10 minuti e la cerva non si fece mai prendere.

<< Aahahah vuoi la guerra eh?! Adesso ti acchiappo!>> Serena si mise a 4 zampe, simile alla posa dei predatori felini prima di balzare sulla povera preda. Serena fece un passo e balzò verso la cerva come una leonessa sulla gazzella, ma la cerva riuscì a spostarsi in tempo, mentre Serena atterrò, cercando di non sbattere con i polsi. La giovane Serpeverde imitò gli stessi balzi per un altro paio di volte ed infine, al terzo tentativo, mentre la cerva era di spalle, Serena fece un balzo perfetto e le stava per atterrare addosso, a braccia aperte pronte per ghermirla.

<< Aahah adesso sei mia! PRESA!!!>> ma la cerva era svanita, lasciando tra le braccia della bambina solo qualche residuo di essenza argentea.

<< Be'? Dove è andata a finire?! >> disse guardandosi intorno << Accidenti l'avevo quasi presa! Perchè svanisce sempre nei momenti più divertenti!?!>> disse sedendosi a gambe incrociate, con aria imbronciata. In quel momento, Serena venne avvolta da una grande ombra. Si voltò e un incuriosito Severus Piton le era apparso alle spalle.

<< Signorina Potter, che cosa stavi facendo?>>

<< Ah professore! Be'..ecco..io stavo giocando.>> disse un tantino in imbarazzo.

<< Da sola?>>

<< No..ehm..con un'amica.>>

<< Capisco, ma non la vedo qui in giro.>>

<< No, è che...se ne è andata poco prima che arrivasse lei. Senza lasciar traccia aggiungerei anche.>> disse guardandosi nuovamente intorno, anche per sfuggire allo sguardo di Piton.

<< Comunque sia, vorrei parlarti.>> le disse Severus, mentre si voltava per andare verso la base del tronco del Salice. Serena parve alquanto confusa. Severus, inaspettatamente, si sedette a terra ed incitò Serena ad avvicinarsi e a sedersi accanto a lui. Serena, con parecchia riluttanza, obbedì. Erano entrambi in imbarazzo per tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti.

<< Ascolta, Serena, ci ho riflettuto e volevo chiederti scusa per come ti ho parlato quella sera. Sono stato molto brusco e non avrei dovuto.>> Serena non proferì parola e continuò solo ad ascoltare, dopotutto era lui che voleva parlarle << Ma devi capire la gravità di ciò che hai fatto. Le regole di Hogwarts esistono per far si che gli studenti non corrano alcun pericolo, sia di giorno che di notte, soprattutto di notte, quando nè i corridoi della scuola fuori dalle vostre Case, nè tantomeno il parco sono sicuri. Questo lo devi capire, ecco perchè non mi pento minimamente di averti assegnato la punizione di ieri: ho voluto farti comprendere che non dovrai mai più fare una cosa del genere. E' per la tua sicurezza, lo capisci vero?>> Serena annuì piano, ma ancora non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. Passò qualche secondo, poi Serena decise di parlare.

<< Sì, so di aver sbagliato, non sarei dovuta uscire oltre l'orario. Ho agito d'impulso ed è stato davvero imprudente da parte mia. So che facevi soltanto il tuo lavoro di insegnante e che volevi..proteggermi. E per questo volevo chiederti scusa anch'io.>> finalmente si voltò verso di lui e lo guardò intensamente, con la voce carica di emozioni contrastanti

<< Perdonami, Severus, per averti fatto arrabbiare in quel modo, all'inizio ci sono rimasta male perchè non credevo fosse così grave, ma poi ci ho pensato e ho capito che in fondo avevi ragione.>>

<< Ti perdono, Serena.>> disse accennado un sorriso.

<< Accetto anch'io le tue scuse.>> a Serena, in quel momento, le venne naturale fare una specie di scatto verso Severus, quasi come se volesse abbracciarlo, ma a metà strada si fermò: si rese conto che forse stava esagerando a chiedere così tanto in così poco tempo che lo conosceva. Severus la guardò molto intensamente, quasi intenerito da quel piccolo ripensamento. Volle darle una piccola soddisfazione, perciò le poggiò una mano sulla spalla. Serena si voltò e lo guardò piacevolmente stupita. Poi, con immensa sopresa, Severus si lasciò sfuggire una carezza: le pose la mano vicino alla fronte e, accarezzandola come un vero genitore farebbe, le spostò il lungo ciuffo nero di capelli dal volto, il quale le copriva come al solito metà viso, mettendolo dietro all'orecchio per far spazio a quei bellissimi occhi verdi. Serena era paralizzata dalla felicità, non sapeva come reagire, se scostarsi o rimanere lì inchiodata come uno stoccafisso. Ma alla fine, Serena, chiudendo gli occhi, si abbandonò al carezza dell'uomo; una sensazione del genere non l'aveva mai provata, non avrebbe mai voluto che quel momento, il più bello della sua vita probabilmente, finisse così presto.

<< Adesso sarà meglio tornare dentro. E' quasi ora di pranzo.>> disse Severus, rialzatosi da terra e porgendo la mano a Serena per aiutarla a sollevarsi.

<< Già, in effetti ho un certo languorino!>> disse lei toccandosi lo stomaco, mentre si issava in spalla lo zainetto. Così entrambi si incamminarono verso le mura del castello, quando al professor Piton venne in mente una cosa.

<< Serena, mi puoi togliere una curiosità?>> lei annuì.

<< Per quale motivo prima, quando ti ho vista, stavi balzando a 4 zampe dappertutto come se fossi un animale?>>

<< Ah be', stavo solo giocando, Severus. Non era nulla!>> disse allegramente, ma anche imbarazzata.

<< Nulla? Non potevi correre in piedi a 2 gambe come fanno tutti gli esseri umani?!>> disse un po' alterato.

<< Ehi ma perchè adesso ti stai scaldando?!>> chiese lei indignata.

<< E' che mi è parso piuttosto...inusuale...per una ragazzina saltare in quel modo.>>

<< Be' per me non lo è, lo faccio da quando avevo 4 anni: quando Harry ed io eravamo piccoli giocavamo sempre a fare la lotta facendo finta di essere dei cuccioli di leone. Era il nostro unico gioco e passatempo preferito!>> disse fiera. Severus inarcò un sopracciglio scettico.

<< Mmm...alquanto singolare come gioco. Di sicuro fuori dal comune.>>

<< Sì e me ne vanto anche! Fa bene per i muscoli e per affinare i riflessi!>> esclamò energica.

<< Se lo dici tu.>> rispose annoiato.

<< Ma parchè devi essere sempre così!?>> sbottò lei.

<< Così come di grazia?>>

<< Così! Brontoli sempre su argomenti piacevoli!>>

<< Sono fatto così e non ci posso far niente!>> disse secco, per tagliarla corta, un tantino arrossito.

<< Be'... allora ti farò cambiare io!>> disse passandogli davanti.

<< Come farai? Sono proprio curioso.>> rispose lui in tono di sfida.

<< Lo vedrai, non ti preoccupare! MUAHAHAHAHAHA!>> disse lei ghignando e ridendo diabolicamente, congiungendo le dita come farebbe il conte Dracula, mentre Severus, guardandola correre veloce verso il castello, si lasciò sfuggire una piccola risata.

- Mpf! Che razza di impudente! -

 

 

 

Angolo Autrice:

Aaaaahhhh finalmente ho finito sto benedetto capitolo!!!
Scusate il ritardo, ho avuto del lavoro da fare e ho dovuto dare priorità ad altre cose -_____-
Spero vi piaccia ^_^

  
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