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Autore: SuperEllen    26/03/2008    6 recensioni
«Kisame-san, noi siamo due giornaliste specializzate in gossip. Vorremmo solo documentare la natura dei rapporti sociali all’interno dell’Akatsuki per poter scrivere un articolo, tutto qui.» disse, scegliendo le parole con estrema cura.
«In che senso?» chiese Kisame, che stava cominciando ad interessarsi a ciò che le ragazze avevano da dire.
«È vero che voi dell’Akatsuki siete tutti gay?»
****
L'Akatsuki ha la sfortuna di incrociare il cammino di due giornaliste un po' pazze. Una di loro stima l'organizzazione ed è convinta che i suoi membri siano persone serie e degne di stima. L'altra è una folle amante dello yaoi, ed è convinta che tra i ragazzi dell'Akatsuki ci siano degli intimi legami che vanno ben oltre la collaborazione. Chi delle due avrà ragione? E che razza di articolo riusciranno a scrivere sui membri dell'Akatsuki?
So che il riassunto non è niente di che, ma le sintesi non sono il mio forte... Leggete se vi ho incuriositi. La storia si svolge nel periodo tra la prima serie di Naruto e la Shippuuden.
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akatsuki, Altri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Akatsuki Gossip

Akatsuki Gossip

Capitolo 2

Presentazioni

 

Cantilenando «Kisame-san è il nostro eroe!», Mimi e Susi continuarono a saltellare intorno al ninja traditore della nebbia.

«Voglio ucciderle…» borbottò Itachi, al quale quelle vocette allegre stavano provocando un gran mal di testa.

Nessuna delle due ragazze parve accorgersi di quelle parole, mentre invece a Kisame non sfuggirono. Lì per lì fu tentato di scoppiare a ridere, ma poi si trattenne, certo che altrimenti Itachi gliel’avrebbe fatta pagare molto cara. Si limitò a sorridere, cercando inutilmente di impedire alle giovani di fare tutto quel chiasso.

 

Attratto dal rumore che proveniva dall’esterno, Deidara decise di andare a controllare. Una volta uscito, notò immediatamente che Itachi e Kisame non erano soli.

«Itachi! Kisame-san! Com’è andata la vostra passeggiata?» domandò allegramente.

Sentendo quella nuova voce, le ragazze si immobilizzarono. Ebbero bisogno di qualche istante per assimilare le parole dette dall’ultimo arrivato.

«Passeggiata?!?» esclamarono poi in coro, guardando da Itachi a Kisame con aria interrogativa.

«Non eravate venuti al villaggio per ucciderci?» chiese perplessa Mimi.

«No, e credo che Itachi-san sia stato un po’ scortese a dire una cosa del genere…» rispose prontamente Kisame.

Susi tirò un sospiro di sollievo. Allora il villaggio non era in pericolo. Non era affatto finito nel mirino dell’Akatsuki: quei due non erano in missione, stavano solo facendo una passeggiata!

Solo allora, quando la situazione fu chiarita, le due amiche si degnarono di guardare chi era la persona che li aveva raggiunti. Videro dei lunghi capelli biondi, un occhio azzurro, e un ciuffo ben pettinato a coprire l’altro occhio.

«Mimi-chan, quello è Deidara!» esclamò a bassa voce Susi, afferrando l’amica per un braccio.

Mimi scambiò un’occhiata con Kisame, che le fece l’occhiolino ghignando. La ragazza ghignò a sua volta, ricordando bene cosa il ragazzo squalo le aveva detto poco prima riguardo a Deidara.

«Lo so Susi-chan, lo so…» rispose la ragazza, sfregandosi le mani pregustandosi già un servizio fotografico coi fiocchi.

«Ma quelle due chi sono?» domandò improvvisamente il ragazzo dai capelli biondi, come se avesse appena notato le due “intruse”.

Mimi e Susi si scambiarono un sorriso complice, poi si schiarirono la voce. Kisame, intuendo cosa stessero per fare, si sbatté una mano sulla faccia. Possibile che quelle due adorassero mettersi in ridicolo in quel modo? Itachi, tenendosi sempre a distanza, assunse un’espressione sempre più stizzita, segno che non approvava minimamente quel comportamento, né tanto meno la bizzarra idea di Kisame di portare quelle due al covo.

Tra gli applausi di Deidara, le ragazze si produssero nella loro solita esibizione di presentazione, terminando con la stessa posa finale che aveva precedentemente sconvolto Itachi e Kisame.

«Davvero bravissime! Bellissima presentazione! Vediamo se vi batto, hn!» il ragazzo sembrava euforico.

Deidara infilò entrambe le mani nella sua borsa d’argilla. Quando le estrasse, le piccole bocche stavano modellando delle strane forme che sembravano shuriken.

«Io sono Deidara, l’artista!» esclamò il biondo, lanciando in aria gli strani shuriken d’argilla, che ricaddero in cerchio attorno a lui piantandosi in terra.

«E l’arte è…» abbassò la voce, stringendo le braccia contro il proprio petto come se si stesse caricando «Esplosione!» gridò alla fine, spalancando teatralmente le braccia.

Con l’ultima parola, gli shuriken d’argilla esplosero, circondandolo con un muro di fumo e facendo fluttuare l’orlo del manto nero a nuvole rosse dell’Akatsuki. Quando il fumo si diradò, apparve un soddisfatto Deidara, che stava a braccia incrociate e ghignava.

«Come sono andato, hn?» chiese.

«Forte!» commentò piano Susi.

«Alla grande, Deidara-kun!» esclamò a voce altissima Mimi, correndo verso il ragazzo per battergli il cinque.

A quella scena Kisame scoppiò a ridere. Quelle due ragazze erano appena arrivate e già stavano facendo amicizia. E lui di certo non se lo aspettava che Deidara desse loro corda fino a quel punto! Itachi, invece, borbottò qualcosa che assomigliava molto a «Patetico…» e sparì.

«Grazie mille, Mimi-chan!» Deidara sembrava piuttosto soddisfatto.

Anche Susi si avvicinò ai due, stringendo la mano al ragazzo. La bocca sulla mano di Deidara, sentendosi schiacciata, leccò la mano della ragazza facendole il solletico.

«Ehi, ma cos’è stato?» si lamentò Susi, ritraendosi rapidamente.

«Cos’è successo, Susi-chan?» chiese in fretta Mimi.

«Mi ha… Mi ha leccato la mano!» esclamò indignata la ragazza.

«Oh, scusa…» borbottò Deidara «Di solito queste bocche sono adorabili !» e nel dire questo alzò la mano, che tirò fuori la lingua.

Susi storse il naso, mentre la sua amica si avvicinò incuriosita. Borbottando tra sé qualcosa che nessun altro riuscì a sentire, allungò un dito fino a toccare la mano di Deidara. Solleticò il palmo, facendo spalancare furiosamente la bocca. A quel punto infilò il dito nella bocca, che si vendicò con un bel morso.

«Ahi, mi ha fatto malissimo!» gridò scandalizzata la ragazza.

Susi e Deidara non riuscirono a trattenere qualche risata, mente Mimi andava su tutte le furie. -Urlando minacce di ogni genere, con un dito sanguinante, la giovane estrasse kunai e shuriken lanciandoli a casaccio. Per fermarla, Kisame dovette afferrarla da dietro e sollevarla, trascinandola per qualche metro.

«Bene, ci si vede!» sentenziò Deidara, voltandosi e avviandosi verso il portone d’ingresso.

Susi sembrò pensarci un po’ su, poi gridò «Aspetta!» e si affrettò a raggiungere il ragazzo, avviandosi all’interno con lui.

 

«Dovevi lasciare che lo uccidessi!» esclamò convinta un’imbronciata Mimi, incrociando le braccia al petto.

«Sì, come se ci saresti riuscita…» Kisame ridacchiò fra sé.

«Cos’hai detto?» la voce della ragazza era sempre più indispettita.

«Nulla, nulla.» cercò di calmarla il ragazzo squalo «Dico solo che non dovresti prendertela con Deidara, all’Akatsuki serve vivo.»

Mimi sbuffò, ma poi sembrò calmarsi. Un ghignetto apparve sul suo volto.

«È vero quello che hai detto prima su di lui? È davvero gay?» chiese.

«Ovviamente! Io non sono un tipo che mente sui propri compagni!» dichiarò Kisame.

«Allora mi dici come l’hai scoperto?» domandò la ragazza, facendosi improvvisamente euforica.

«No, non posso dirtelo…» rispose il ragazzo.

«E perché mai? Hai detto che sui tuoi compagni non menti mai!» il tono in cui la giovane pronunciò quelle parole era sconvolto.

«C’è differenza tra mentire e fare la spia.» affermò lui saggiamente.

Senza darsi per vinta, Mimi estrasse dal nulla un blocchetto per gli appunti e una penna.

«Dici davvero? Allora non ti dispiace se provo a fare qualche ipotesi, no?» sorrise mentre parlava.

«Ipotesi?» Kisame fece istintivamente un passo indietro, preoccupato.

«Sì, ipotesi. E la mia ipotesi è che ci ha provato con te!» sentenziò la ragazza «Allora, ci ho preso?» aggiunse poco dopo con un ghigno sempre più ampio.

Kisame focalizzò la mente su quelle parole, trovandosi immediatamente a negare con rapidi movimenti sia con la testa che con le mani.

«Assolutamente no! Non è nulla di così esplicito! L’ho semplicemente sorpreso mentre…» si affrettò a dire, ma si interruppe non appena si fu reso conto di aver detto troppo.

«L’hai sorpreso mentre faceva cosa?» domandò una sempre più curiosa Mimi «Mentre ci provava con uno?»

«Peggio…» sospirò il ragazzo, che non aveva ancora deciso se vuotare il sacco o no.

«Peggio, dici? L’hai beccato a letto con uno?» e a quella domanda la ragazza ammiccò verso di lui.

«No, peggio…» la voce di Kisame diminuiva di potenza ad ogni sillaba «La verità è che lui… Io non potevo sospettare… Sono solo entrato nella stanza per dirgli che era pronta la cena, e lui era… Oddio…» era arrossito visibilmente, segno che ricordare certe cose non gli faceva affatto bene.

«Sììììì…» il tono di Mimi si stava facendo sempre più impaziente, mentre la penna fremeva sul blocco per gli appunti.

«Lui si stava provando dei vestiti da donna! E poi mi ha fatto promettere di non dirlo a nessuno, dice che è solo un periodo della sua vita…» concluse Kisame.

Mentre trascriveva le parole del ragazzo squalo, Mimi riuscì a stamparsi in volto l’espressione più seria che si trovava nel suo repertorio. Tuttavia quell’apparente serietà era rovinata dal colore viola intenso del suo viso, dovuto alla fatica che stava facendo per trattenersi dallo scoppiare a ridere.

«E dimmi, tu come descriveresti questa cosa con una sola parola?» chiese, cercando di rimanere concentrata.

«Inquietante…» borbottò Kisame, rabbrividendo.

Fu un’esplosione improvvisa. Non riuscendo più a contenersi oltre, Mimi si lasciò andare alla risata più sguaiata della sua vita. Kisame le provò tutte, ma nulla sembrò distrarre la ragazza dal proprio completo divertimento.

«Ho capito, io me ne vado. Ci vediamo dentro!» esclamò scocciato diversi minuti dopo.

«No, aspettami!» la giornalista finalmente si riprese «Vengo con te!»

I due si avviarono insieme.

«A te Deidara non piace, vero?» domandò improvvisamente Mimi.

«No, decisamente non è il mio tipo!» Kisame rispose sorridendo.

«Perché a te piacciono le donne, giusto?» indagò ancora la ragazza, mentre superavano la porta d’ingresso dell’edificio.

«Ovviamente!»

Mimi gettò un’occhiata al ragazzo accanto a lei. Il tono di voce che aveva usato era molto deciso, come se fosse sincero, eppure stava guardando il soffitto tanto intensamente che avrebbe potuto farci un buco. Che motivo aveva di sfuggire lo sguardo della ragazza se aveva detto la verità? Si affrettò ad annotare anche quei dettagli, prima di riporre il blocchetto in una tasca.

“Su quest’ultima parte staremo a vedere… Vedremo fino a che punto ti piacciono le donne…” pensò dentro di sé la giovane.

«Sai una cosa?» disse poi all’improvviso, con un sorriso sincero «Credo proprio che tu sia il mio nuovo mito, Kisame-sama.»

«Mi fa piacere, Mimi-chan.» e sorrise anche lui.

 

Raggiunta una delle camere degli ospiti, il membro dell’Akatsuki e l’ospite dovevano salutarsi.

«Senti, quando potrò farti un’intervista?» domandò Susi.

Deidara ci pensò un po’, poi rispose alzando le spalle.

«Sì, devo ammettere che sei stato molto chiaro!» esclamò la ragazza in tono sarcastico.

«In questi giorni sono un po’ occupato, hn. Non so quando mi troverai disponibile…» buttò lì Deidara.

«Occupato? Hai una missione?» indagò Susi.

«No, è più una…» cercò di spiegare lui, ma venne interrotto.

«È una punizione.» concluse qualcun altro al posto suo «Purtroppo questo coglione ha fatto esplodere qualcosa che non avrebbe dovuto toccare, e il capo non l’ha mandata giù.» quelle parole furono seguite da una risatina.

«Chiudi il becco, Hidan!» rimproverò Deidara.

«Che hai combinato?» domandò con curiosità la ragazza.

«Il leader ha portato qui un ammasso di pietra scolpita spacciandolo per arte, ma lo sanno tutti che l’arte è esplosione! Così ho deciso di renderlo più artistico facendolo esplodere, hn!» si giustificò il biondo.

«Io penso che a te sia esploso il cervello.» commentò un’altra voce, più dura di quella di Hidan «Era un monumento antico, pagato un sacco di soldi!»

«Kakuzu-san, la vera arte non ha nulla a che fare con i soldi!» la voce di Deidara sapeva di rimprovero.

«Tutto ha a che fare con i soldi!» lo corresse Kakuzu.

I due continuarono a bisticciare tra loro, con Kakuzu che sosteneva l’importanza dei soldi, e Deidara che esponeva la sua tesi su come l’arte fosse qualcosa che si sviluppava in un istante e poi finiva, e che quindi non fosse possibile acquistarla. Hidan, nel frattempo, si presentò a Susi.

«È un piacere, Hidan-san.» rispose la ragazza «Io mi chiamo Susi, sono una giornalista. Sono qui con una mia amica, ci fermeremo per un po’.»

«Allora erano vere quelle cazzo di voci che giravano! Ci sono veramente due ragazze in visita al covo!» esclamò il ragazzo dai capelli argentati.

«Voci? Si è già diffusa la notizia del nostro arrivo?» Susi era perplessa.

«Sì, quello stronzo di Itachi si è chiuso a chiave nella sua stanza borbottando qualcosa del genere, ma noi non sapevamo se credergli o no.» spiegò Hidan.

«Mi dispiace che Itachi-san sia così infastidito dalla nostra presenza…» si scusò la ragazza «È tutta colpa della mia amica Mimi, deve averlo un po’ sconvolto. Noi siamo solo due giornaliste a caccia dell’articolo perfetto, niente di più!» aggiunse, proclamandosi innocente da ogni colpa.

«Tranquilla Susi-san, avrete il vostro fottuto articolo.» la rassicurò il ragazzo «Ora scusami ma devo andare. Devo convincere Kakuzu a tirare fuori i soldi per la spesa, altrimenti stasera non si cena. Purtroppo ha il braccino maledettamente corto quando si tratta di spendere…»

Susi capì al volo, quindi si affrettò a salutare Hidan che, una volta afferrato Kakuzu per un braccio, si allontanò per il corridoio.

«Hidan, lasciami subito se non vuoi che ti uccido!» si sentì urlare in lontananza.

«Fai come ti pare, tanto sai che non posso morire…» si udì in risposta.

«È ora che vada anche io, hn. Ho moltissime pulizie da fare. Sai, la punizione…» disse Deidara.

«Certamente… Buon lavoro, allora!» lo salutò Susi, per poi entrare nella propria stanza e andare a stendersi sul letto.

 

Hidan e Kakuzu camminavano fianco a fianco lungo un corridoio. Tanto per fare una cosa nuova, stavano litigando.

«Adesso dovrò rifare tutti i calcoli! Hai idea di quanti soldi perderemo in questo modo?» si lamentò Kakuzu.

«Io non credo sia così terribile. Sono due dannatissime ragazzine, non due squadre di ninja. Quanto cazzo vuoi che mangino?» cercò di farlo ragionare Hidan.

«Sono pur sempre due bocche in più da sfamare a spese dell’organizzazione!» fece notare il tesoriere dell’Akatsuki.

«Dai, che palle, non puoi farne una questione di soldi!» lo rimproverò l’immortale.

«È sempre una questione di soldi!» ribatté Kakuzu.

«Sei troppo attaccato ai beni materiali! Jashin-sama ti punirà per questo! Se passassi più tempo a pregare e meno a contare quei soldi di merda, saresti una persona fottutamente migliore!» esclamò Hidan con convinzione.

«Per carità! Di pazzoide super religioso ce ne basta uno!» notò una voce che proveniva da davanti a loro.

I due spostarono lo sguardo su chi aveva parlato, notando che era accompagnato da una sconosciuta.

«Ehilà, Kisame!» salutò tranquillamente Kakuzu, improvvisamente di buon umore perché l’altro aveva zittito il suo fastidioso compagno.

Hidan sbuffò, offeso per essere stato chiamato “pazzoide super religioso”.

«Kisame, un giorno morirai, mentre io no, perché Jashin-sama non lo permetterà!» disse convinto.

Il ragazzo squalo alzò gli occhi al cielo, ma si diede comunque una bella grattata, visto che non ci teneva a morire molto presto. Poi afferrò Mimi, che se ne stava in disparte a ridacchiare, e la trascinò al centro dell’attenzione.

«Lei è Mimi-chan.» la presentò.

«Ciao!» salutò lei con un sorrisone.

Kakuzu la guardò con sospetto. I suoi occhi si soffermarono soprattutto sulla pancia della ragazza, come a volerne analizzare la capienza. Hidan, invece, strinse la mano alla nuova arrivata.

«È un cazzo di piacere conoscerti, io sono Hidan. Spero che qualche volta tu possa unirti a me per una preghiera, Jashin-sama ne sarà dannatamente felice.» si presentò l’immortale.

«Volentieri!» rispose lei felice, assicurandosi un’occhiata sconvolta da parte degli altri.

«Spero che tu non abbia una taglia sulla tua testa, perché altrimenti dovrai guardarti sempre le spalle dal sottoscritto!» minacciò Kakuzu senza preavviso.

Mimi incrociò le braccia e lo guardò con sospetto.

«Tranquillo, io e Susi-chan siamo diventate genin di recente, nessuno pagherebbe per averci morte…» disse poi con un mezzo sorriso.

«A parte Itachi, forse.» si intromise Hidan ridacchiando.

«A proposito… Dov’è Itachi-san?» chiese Kisame, rendendosi conto che il ragazzo era sparito dopo la sconvolgente presentazione di Deidara.

«In camera sua a borbottare furioso.» rispose Kakuzu.

«Forse è meglio se vado a parlargli…» disse preoccupato lo squalo.

«Non credo che sarà felice di vederti!» notò l’immortale «Prima borbottava qualcosa riguardo ad una tua scomparsa prematura…»

«Ma no, non esageriamo…» cercò di minimizzare Kisame «Scommetto che l’arrabbiatura gli sarà già passata!»

«A proposito di scommessa… Per 50’000 ryo, io dico che non ti lascerà neanche avvicinare alla sua camera!» esclamò l’amante dei soldi.

«Io credo fermamente nella mia amicizia con Itachi-san!» il ragazzo dai capelli blu si sentì offeso «Accetto la tua scommessa!»

Mimi ridacchiò tra sé. Aveva già una certa idea di come sarebbe finita la scommessa, e la sua idea prevedeva un Kisame in fin di vita, o per lo meno con il borsellino alleggerito.

«Bene, allora andiamo da Itachi!» affermò Kakuzu con decisione.

«Alt!» si intromise Hidan «Noi due dovremmo andare a fare la spesa, sono gli ordini di quello stronzo insopportabile del capo!»

L’avaro sbuffò rumorosamente, in cerca di un modo per svicolare da quel compito che non era affatto di suo gradimento.

«Puoi andarci da solo a fare la spesa. E vedi di comprare solo cose in offerta, così spendi di meno. E possibilmente vai al discount che lì costa tutto pochissimo. I soldi non vanno sprecati.» disse Kakuzu rapidamente.

«Te lo puoi scordare!» esclamò indignato l’immortale «Mi ci vorrà una vita da solo, specialmente se devo oltrepassare il confine del paese per andare al discount! Ed è quasi l’ora della mia preghiera pomeridiana!»

«Tu e le tue stupide preghiere… Ma falla finita con queste stupidaggini, il mio tempo è denaro! Specialmente quando il nostro Kisame è così desideroso di regalarmi 50’000 ryo…» il tono del tesoriere dell’Akatsuki era molto sbrigativo.

«Jashin ti punirà, maledetto infedele!» urlò Hidan, poi si voltò spazientito e mosse alcuni passi.

Subito dopo parve ripensarci, tornando indietro.

«Mimi-san, verresti con me?» domandò, guardando speranzoso la ragazza.

«Non ci penso nemm… Cioè, volevo dire, ahi che male il mio povero ginocchio!» si corresse Mimi, stringendosi il ginocchio destro simulando un dolore improvviso.

«Che cazzo ti sei fatta?» chiese preoccupato Hidan.

«Niente, niente, è un dolore sopportabile…» la ragazza strinse i denti, fingendo di soffrire, e mosse un paio di passi «AHI che dolore!» gridò poi, chinandosi a massaggiare il ginocchio sinistro «Mi spiace ma proprio non ce la faccio. Però ti assicuro che ti avrei accompagnato molto volentieri, Hidan-kun!»

La recita del ginocchio dolorante era ben fatta, l’unico problema era che alla fine si era fregata da sola. Infatti Kisame e Kakuzu non ci cascarono nemmeno per un momento, però rimasero in silenzio vedendo che Hidan era ancora incerto se crederci o no.

«Merda, un momento… Ma prima non era l’altro ginocchio che ti faceva male?» si informò dubbioso l’immortale.

Mimi sudò freddo. Era la prima volta che faceva un errore così grossolano nell’eseguire la sua tecnica migliore.

«No, mi fanno male entrambe le ginocchia!» si affrettò a cercare di rimediare.

Fortunatamente Hidan non era proprio un genio, perché disse un preoccupato «E allora riguardati, non le sforzare…» per poi andarsene.

Attesero che Hidan fosse lontano, poi Mimi saltò di nuovo in piedi e riprese la parola.

«Io sarò il giudice della scommessa. Andiamo da Itachi-kun!» disse allegramente.

I tre si avviarono insieme in direzione della stanza dell’Uchiha. Quando giunsero silenziosamente a destinazione, nessuno fiatò. Si scambiarono uno sguardo, poi Kisame alzò un braccio e strinse la mano a pugno. Prima ancora di poter abbassare il braccio per bussare, venne fermato da una voce proveniente dall’interno della stanza.

«Kisame è inutile che bussi. Sparisci!» disse deciso Itachi.

«Ma come ha fatto a sapere che eri tu?» chiese stupita Mimi.

«Aha! Ho vinto la scommessa, non ti ha fatto nemmeno bussare! Kisame, dammi i soldi!» Kakuzu sembrava decisamente realizzato.

«Itachi-san…» chiamò lo squalo con voce implorante, ignorando completamente le parole degli altri due «Ce l’hai con me per aver portato qui le ragazze?» domandò.

«Sì! E adesso vattene!» rispose lapidario il ragazzo dall’altra parte della porta.

Kisame incrociò le braccia stizzito e si avviò lungo il corridoio. Non riusciva a credere di aver perso una scommessa del genere.

“Itachi-san, questa me la paghi… Potevi almeno fare finta di avermi perdonato!” pensò contrariato.

«Vieni, Mimi-chan. Ti mostro la tua stanza.» disse poi ad alta voce.

La ragazza annuì e lo seguì rapidamente.

«Ehi, aspetta!» cercò di fermarlo Kakuzu «E i miei soldi?»

«Spiacente, ma io non ce li ho mai avuti 50’000 ryo!» rispose Kisame senza fermarsi né voltarsi.

Kakuzu strinse i pugni e andò su tutte le furie. Era stato fregato!

 

Note dell'autrice:

E questo era il secondo capitolo! Per ora la protagonista "normale" e la protagonista "schizzata" hanno conosciuto altri tre membri dell'Akatsuki, e Mimi sta cominciando a far uscire allo scoperto le strane idee da maniaca partorite dalla sua mente malata. Quindi si prevedono seri problemi in futuro per i nostri poveri membri dell'Akatsuki!

Parlando di questo secondo capitolo, devo ammettere di aver aver avuto qualche difficoltà a scriverlo. Il problema è stato causato da... da Hidan! Il fatto è che lui parla praticamente solo a parolacce e io, anche se quando mi ci impegno sono un'esperta del "parlare volgare", ho trovato molto difficile raggiungere i suoi livelli per scrivere le sue battute. Sempre riguardo al linguaggio di Hidan, vorrei dire un'altra cosa. Non ho censurato le parolacce perchè tanto il rating della fic è abbastanza alto, ma se dovesse darvi fastidio fatemelo sapere che dal prossimo capitolo arriveranno le censure!!

 

Angolo dei ringraziamenti:

Ringrazio prima di tutto tutte le persone che hanno deciso di leggere questa fic. In particolare le persone che hanno recensito:

Rika_fma_lover: Per quanto riguarda le coppie, devo dire che mi piace tenermi sul "classico". Penso che queste poche parole bastino per capire come voglio articolare la storia, ma se hai ancora qualche incertezza stai tranquilla che presto si capirà qualcosa di più. Mimi e Susi accettano il sostegno che stai dando loro, e ti ringraziano! XD Spero continuerai a seguire le loro avventure...

Hinata707: C'è sempre una prima volta per tutto, anche per leggere storie sull'Akatsuki! Mi fa piacere sapere che l'introduzione abbia attirato anche qualcuno che solitamente non legge storie con questi personaggi... Comunque su Deidara hai ragione, e infatti anche in questa fic non volevo che fosse da meno. Non posso farci niente, è talmente effeminato che viene naturale dire certe cose su di lui! Spero continuerai a leggere!

KeikoNara: Ecco qui... Forse ci ho messo un po' troppo ad aggiornare, però il capitolo è arrivato. Spero ti piaccia e che continui a leggere.

shiba96: Grazie dei complimenti, sono felice di sapere che qualcuno trova la mia fic divertente. Spero quindi che seguirai anche il resto!

reader: Santo cielo, questa recensione mi riempie d'orgoglio! Qualcuno che diventerebbe addirittura una fenice per poter continuare a leggere la mia fic? Sconvolgente! Non può che farmi piacere! Spero che questo secondo capitolo non abbia deluso le aspettative lasciate dal primo. Mi auguro di vederti ancora a seguire le avventure (o sventure) dell'Akatsuki.

Inoltre un ringraziamento speciale va a coloro che hanno inserito la storia tra i preferiti, cioè:

13d08c81, fujiima, KeikoNara, ladymicia, nikynaa, reader, Selvy, shiba96, tobichan

Bene, detto questo credo di aver concluso. Allora alla prossima, spero recensiate numerosi! Ciao ciao!

  
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