Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: LarryTranslations    28/09/2013    6 recensioni
Louis si trasferisce a Holmes Chapel dopo la morte dei suoi genitori in un incidente d’auto. Ha la custodia delle sue cinque sorelle ed è grazie alle più piccole che incontra Harry Styles, un insegnante d’asilo. La vita diventa molto più complicata per Louis.
Larry Stylinson!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Disclaimer: Nessuno dei personaggi reali citati mi appartiene, la storia non è in alcun moda intesa per offendere e/o danneggiare tali persone, i caratteri rappresentati non riflettono la realtà, la traduzione non è stata fatta a scopo di lucro.

Questa fanfiction, è una traduzione. Potete trovare l'originale a questo link.
Questo è il permesso dell'autrice.


 


Capitolo Uno.

"Andiamo Daisy! Arriveremo in ritardo!" urlò Louis lungo il corridoio, alla sorella minore.
Phoebe era seduta sulle scale, il fratello inginocchiato davanti a lei per allacciarle le scarpe.
La sua gemellina di quattro anni, arrivò sfrecciando per il corridoio, fermandosi davanti alla sorella e lasciando cadere la sua borsa sul pavimento. Louis fece l'ultimo nodo alla scarpa di Phoebe, poi sollevò Daisy e la appoggiò sulla scalinata. Mentre le allacciava le scarpe, lei mormorò felice:

"Lou?"

"Sì, amore?"

"Ci piacerà la nostra nuova scuola, più di quanto a Lottie piaccia la sua?" Louis aggrottò la fronte.

"Lottie sta solo avendo problemi ad adattarsi, piccola mia. Si troverà bene e voi amerete la vostra nuova scuola. Ho sentito che l'insegnante è davvero, davvero gentile."

Le sorrise e le baciò il naso. Lei ridacchiò, prima di alzarsi e afferrare la sua borsa.
Saltellò verso la sorella e le prese la mano. Phoebe la guardò e sorrise leggermente, prima che le due uscissero dalla porta insieme.
Louis sorrise tristemente verso le due sorelle. Per fortuna erano troppo piccole per capire.

Georgia capiva a malapena, avendo solo sei anni, ma abbastanza per farla occasionalmente piombare piangendo nel letto di Louis, durante la notte.
Felicity e Lottie però, erano le peggiori.
Flick aveva otto anni, perciò sapeva che mamma e papà non sarebbero tornati, che non erano solo partiti per una lunga vacanza.
Lottie stava passando il momento peggiore tra tutti loro, il più difficile. Forse perlei era persino peggio che per Louis, perché lui almeno aveva le ragazze su cui concentrarsi.
Lottie aveva dieci anni e stava avendo anche un periodo terribile a scuola.
Arrivava a casa ogni giorno di pessimo umore, andava nella sua camera e non usciva fino all'ora del té. Dopo cena, tornava nella sua stanza fino a quando non spegnevano le luci.
Louis era stato svegliato innumerevoli volte dalla bambina, che si infilava nel suo letto piangendo. Lo devastava vedere la sua sorellina così distrutta. La abbracciava, accarezzandole la schiena e sussurrando parole confortanti nel suo orecchio, fino a quando non si riaddormentava.
Louis era quasi arrivato al punto di rottura, con tutta la pressione che portava con sè crescere cinque bambine tutto da solo.
Nei quattro mesi passati dall'incidente, si erano trasferiti in un piccolo paesino nello Cheshire, Holmes Chapel. Louis aveva avuto bisogno di un posto tranquillo in cui portare le sue sorelle, un posto sicuro, con buone scuole e posti di lavoro.
Lottie, Georgia e Flick avevano iniziato la scuola da quasi un mese e quello era il primo giorno per Phoebe e Daisy alla scuola materna.

Daisy zampettò verso la macchina, trascinando la sua gemella con sè.
Dopo il trasferimento, le loro personalità erano veramente cambiate.
Daisy era diventata molto più estroversa e estremamente iperprotettiva nei confronti della sorella.
Phoebe ora, era più timida, si nascondeva dietro a Daisy, o dietro alle gambe di Louis, ogni volta che erano in compagnia di qualcuno di nuovo.
Ma sopratutto, aveva portato le due già inseparabili bambine, ad essere ancora più attaccate.
Ora dormivano nello stesso  letto, giocavano insieme, andavano ovunque insieme.
Non c'era verso di separarle.

Louis aprì il van con il telecomando, la portiera scorrevole si aprì automaticamente.
Sollevò Daisy, la legò al suo seggiolino, poi fece lo stesso con Phoebe.
Chiuse la portiera e si sedette al posto di guida, impostando il GPS.
Ascoltò distrattamente Daisy e Phoebe parlare pigramente dai sedili posteriori, concentrandosi maggiormente sull'arrivare a scuola in orario.

Si fermarono davanti ad un lungo edificio, color rosso mattone, che sembrava avere un solo piano. Dopo aver parcheggiato la macchina, Louis tolse le gemelle dai seggiolini. Stringendo le loro mani, si incamminò verso la segreteria.
Phoebe vide la donna dietro alla scrivania e immediatamente iniziò a piagnucolare, aggrappandosi disperatamente alla mano di Louis.
Lui sospirò, abbassandosi e prendendola in braccio, permettendole di abbracciarlo e nascondere il viso nella sua maglietta.
Persino Daisy sembrava un po' nervosa, quando incontrarono lo sguardo severo della signora seduta al computer. Si aggrappò saldamente ai suoi pantaloni, nascondendosi da qualunque mostruosità immaginasse essere la donna.
Louis si piegò per essere più vicino alla bambina, inconsciamente rinsaldando la sua stretta su Phoebe, appena la segretaria alzò lo sguardo.

"Salve, ho iscritto le mie sorelline qui, qualche mese fa? Daisy e Phoebe Tomlinson?"
La donna, Sheila, così diceva la sua targhetta, lo guardò freddamente prima di schiacciare qualche tasto sul computer.

"Quattro anni?"

"Sì."

"Mr Styles sarà il loro insegnante. Girate a sinistra a quella porta laggiù, poi è la prima sulla destra."
Indicò con l'unghia lunga e curata, una porta blu dietro di lui.
Annuì e la ringraziò, affrettandosi con Daisy dietro di lui.  Appena aprì la seconda porta, vide un ragazzo che parlava con una bambina. Era l'unico adulto lì dentro, così Louis decise di andare a chiedergli se sapeva dove fosse l'insegnante. I capelli del ragazzo erano ricci e castani e quando guardò verso Louis, i suoi occhi erano di un sorprendente verde chiaro.
Louis si schiarì la voce nervosamente.

"Sa dove posso trovare Mr Styles?" il ragazzo dagli occhi verdi sorrise.

"Lo sta guardando. Harry Styles." Strinse la mano di Louis goffamente, visto che Phoebe era ancora tra le sue braccia. Sorrise imbarazzato.

"Scusi, è solo che è così--"

"Giovane, lo so. Lavoro qui da poco meno di un anno, ho fatto volontariato prima che fossi legalmente in grado di lavorare, poi l'anno scorso ho fatto un tirocinio e quest'anno ho la mia classe! Chi sono queste belle signorine?" Sorrise gentilmente a Daisy, accovacciandosi al suo livello. Lei ridacchiò e sprofondò il viso nelle gambe di Louis. Harry rise, raddrizzandosi per guardare Louis, gli occhi scintillanti.

"Quella è Daisy, lei è Phoebe e io sono Louis. Tomlinson." Harry gli sorrise.

"Piacere di conoscerla, signore. Le sue figlie possono mettere le loro cose nei cestoni laggiù, sotto i loro nomi."

"Non sono le mie figlie. Sono le mie sorelline." Harry sollevò un sopracciglio.

"Oh, scusi. Per di qua allora!" Si spostò verso i chiari scaffali in legno, dov'erano i cestoni, Louis lo seguì lentamente.
Appoggiò Phoebe per terra, ottenendo solo di farla iniziare di nuovo a piagnucolare e allungare verso di lui. Si accucciò davanti a lei.

"Phoebe, amore mio, ora sei una ragazzina. Non posso sempre essere qui a tenerti e cosa credi penserebbero gli altri bambini di te, se vedessero che continui ad essere tenuta in braccio? So che è il tuo primo giorno e sei spaventata, ma andrà bene. Daisy e qui con te e Mr. Styles è un ragazzo veramente gentile, si prenderà cura di te, te lo prometto."
Phoebe tirò un po' su col naso e annuì, prima di girarsi verso la sorella, che aveva già messo via la sua borsa. Daisy sorrise a Phoebe, prendendola pera mano e trascinandola verso i Lego.
Louis sorrise con affetto verso di loro, prima di girarsi di nuovo verso Harry, che aveva uno sguardo pensieroso in faccia.

"Se non le dispiace, quanti anni ha?"

"Ho venti anni. Potrei chiederle la stessa cosa."

"Diciotto." le sopracciglia di Louis si alzarono vertiginosamente.

"Diciotto? Come fa ad avere i requisiti per il lavoro se ha diciotto anni? Dovrebbe iniziare l'università a quest'età!" Harry ridacchiò.

"Mi sono diplomato presto. Ho saltato due classi e gli ultimi due anni di liceo ho ottenuto crediti universitari. Ho i requisiti, non si preoccupi. Non mi avrebbero assunto, se non avessero pensato che fossi adatto per il lavoro." Louis era sbigottito e un po' confuso.

"Se è così intelligente da diplomarsi due anni in anticipo, perché vuole lavorare in un asilo?"

"Legge era noiosa? Non saprei, amo i bambini e sono bravo con loro. Non devo farlo per sempre, ma mi piace, quindi posso farlo ora che sono giovane e posso ancora correre loro dietro facilmente."

Louis ridacchiò. Sapeva molto bene quanto fosse difficile prendersi cura dei bambini. Anche quando i suoi genitori erano ancora vivi, si era spesso preso cura delle sorelle, mentre mamma e papà lavoravano. Daisy e Phoebe erano un lavoro a tempo pieno, per non parlare di Georgia, che aveva solo due anni più di loro.

Louis guardò verso il basso appena il suo cellulare iniziò a vibrare nella tasca. Digitò velocemente il codice di sicurezza e ascoltò il beep dello sblocco.

Ehi amico, 15 minuti all'inizio del turno. Spero tu sia partito. Zayn

La mano di Louis scattò verso la sua fronte, lo shock apparì sul suo viso. Ci metteva almeno 15 minuti per arrivare, quindici minuti senza traffico.

"Cazzo! Devo andare! Arriverò in ritardo! Daisy e Phoebe venite a salutarmi, devo andare!" Le bambine si affrettarono verso di lui, correndo tra le sue braccia aperte "Fate le brave, ok piccole?"
Entrambe annuirono, ma le labbra di Phoebe iniziarono a tremare. Louis si alzò velocemente, camminò verso la porta gettando da dietro la spalla, un veloce "E' stato un piacere conoscerla, scusi se devo scappare" a Harry.
Il suo cuore si spezzò allo sbattere della porta, il pianto di Phoebe, un eco nelle sue orecchie.

****

Louis si precipitò dentro la porta, combattendo contro l'inizio del turno.
Timbrò il cartellino nel momento esatto in cui l'orologio scattò sulle nove. Si lasciò andare un sospiro di sollievo. Ce l'aveva fatta. A malapena.

"Hey, fratello, com'è andata stamattina all'asilo?" Louis si girò per vedere Zayn dietro di lui, già in uniforme, con uno straccio sulla spalla e una pila di piatti sporchi tra le mani.

"Bene, credo. Meglio di come vanno la maggior parte dei primi giorni, presumo. Phoebe ha pianto un po', ma non ero lì per l'inevitabile crollo. Dovevo correre, perché sono stato preso a parlare con l'insegnante e non ho realizzato l'ora. Stava iniziando a piangere quando sono venuto via. Il maestro mi è sembrato veramente bravo, comunque. Dovrebbe essere in grado di gestirla." Zayn ghignò.

"Di cosa stavi parlando con l'insegnante?"

"Dei suoi studi. È stato veramente imbarazzante; sono entrato e gli ho chiesto se sapesse chi fosse l'insegnante, perché mi sembrava così giovane, non ho pensato neanche per un secondo che lui potesse esserlo!" Zayn alzò un sopracciglio.

"Quanti anni ha?"

"Diciotto"

"Diciotto? Com'è anche solo possibile?"

"Apparentemente, ha saltato due classi, poi ha preso crediti universitari durante gli ultimi due anni di liceo, così si è diplomato in anticipo."

"Con un cervello come quello, per quale motivo al mondo lavora in un asilo, tra tutte le cose? Potrebbe essere milionario, o qualcosa del genere. Come Bill Gates." Louis fece spallucce.

"Ha detto che gli piacciono i bambini. Comunque non sono esattamente nella posizione per giudicare, o no?" Zayn scosse la testa con simpatia.

"Non è colpa tua se sei bloccato a fare il cameriere. Devi essere presente in casa per le ragazze. E, se non fossi venuto qui, non avresti incontrato me, il tuo migliore amico per la vita!" Louis ridacchiò e appoggiò un braccio sulle spalle di Zayn.

"Hai ragione. Dai, andiamo a vedere cos'ha in mente oggi Simon per noi."

****

Louis si fermò nervoso, nel parcheggio dell'asilo, tolse la chiave e scese dal van. Camminò velocemente attraverso la segreteria, salutando Sheila con un cenno della testa, prima di aprire la porta dell'aula. Daisy e Phoebe erano accoccolate sul petto di Harry, Phoebe col pollice in bocca, mentre Harry leggeva loro "Skippy Jon Jones". Il cuore di Louis si sciolse alla vista, ma allo stesso tempo si sentì in colpa. Era l'ultimo lì e sapeva di essere un pochino in ritardo, in particolare visto che era il primo giorno delle gemelle.
Harry alzò lo sguardo al suo avvicinarsi e diede una leggera gomitata alle bambine, che erano completamente immerse nelle immagini del libro. Alzarono lo sguardo e iniziarono immediatamente a strillare, staccandosi da Harry e correndo velocemente dal fratello. Lui si accovacciò con le braccia aperte, avvolgendole in un abbraccio da orso. Si tirò indietro leggermente, un enorme sorriso in faccia.

"Com'è andato il vostro primo giorno? Vi siete divertite?" Daisy si lanciò immediatamente nella storia della sua giornata, dicendogli dell'arte, della lettura, delle attività fisiche e dei giochi ("Abbiamo giocato con i lego per un'intera ora, Lou!"), e il sorriso sul suo viso era così brillante e meraviglioso, che Louis finalmente sentì di aver fatto qualcosa di giusto. Dopo che Daisy finì, si girò verso Phoebe, che era rimasta a fissarlo per tutto il tempo. Si staccò da lui e incrociò le braccia al petto.

"Sei in ritardo." Louis sospirò.

"Lo so, amore mio. James si è fatto un taglio alla mano e dovevo coprirlo. Non potevo rifiutare gli straordinari." Louis sapeva che quella spiegazione non era abbastanza valida per una bambina di quattro anni, ma cosa avrebbe dovuto dirle? Phoebe lo guardò pensosa per un momento, prima di sospirare.

"Okay, credo di poterti perdonare. Solo, non rifarlo." Louis sorrise e le baciò il naso.

"Farò del mio meglio, tesoro. Ora, voi due, potete andare a raccogliere le vostre cose mentre io parlo con Mr. Styles?" Daisy e Phoebe annuirono, precipitandosi verso il cestone. Louis si raddrizzò, per poi sorridere timidamente ad Harry.

"Sono molto dispiaciuto, onestamente. Solo che avevo bisogno dei soldi in più e il suo turno finiva poco dopo il mio, così ho pensato che sarei riuscito a farcela. Non sarà una cosa regolare, lo prometto, ho solo…"

"Mr. Tomlinson, va completamente bene. Ho visto tantissimi genitori arrivare in ritardo per prendere i propri figli, nel tempo che ho passato qui. Succede a tutti e gli insegnanti sono obbligati, moralmente e legalmente, a restare con i bambini fino a quando un genitore o un tutore arriva a prenderli. Non è stato veramente un problema e, francamente, amo le sue bambine. Sono molto ben educate e molto intelligenti. Leggono. Fluentemente. Non è normale per la maggior parte dei bambini di quattro anni. Sono veramente impressionato." Louis traboccava d'orgoglio.

"Lo so, sono così grandiose. Ha avuto nessun 'problema d'acqua' da Phoebe?" Harry gli sorrise.

"Quasi, ma sono riuscito a disperdere la tensione. Non so se sarà occupato, ma ogni anno facciamo una serata genitori, così possono conoscersi tra loro e conoscere gli insegnanti. Di solito è un buon modo per avere indirizzi e numeri di telefono degli altri bambini, per poter organizzare appuntamenti di gioco e roba simile."

"Che giorno è?"

"Il prossimo venerdì, il quattro di Ottobre."

"Ci sarà?" Harry gli sorrise.

"Sono un insegnante, devo esserci. Ecco, prenda questo volantino. Inizierà alle sette, perché i genitori devono essere a casa presto per mettere i piccoli a letto."
Louis prese il volantino, annuendo mentre Harry gli parlava. Guardò in basso appena delle piccole braccia si avvolsero intorno al suo polpaccio e sorrise alle sorelle. Gli sorrisero in risposta, attraverso le frangette.

"Pronte per andare, ragazze?" Loro ridacchiarono e annuirono. "Salutate Mr. Styles." Sorrisero ancora di più e si attaccarono alle gambe di Harry, ridacchiando appena lui si abbassò e le avvolse in un abbraccio. Poi si riappiccicarono a Louis, questa volta alle sue mani, e gli permisero di tirarle fino alla porta.

"Buona notte, Mr. Tomlinson."

"Mi chiami Louis, la prego, Mr. Styles."

"Se devo chiamarti 'Louis', allora tu devi chiamarmi 'Harry'."

"Bene, allora, Harry. Buona notte."

"Buona notte."


Note:
Salve a tutti!
Anche questa fanfiction, come la os, è già stata in parte postata sul blog di traduzioni, ma visto che per molti è più comodo seguire le storie su efp, ho deciso di iniziare a postarla anche qui e già che c'ero ho anche corretto tutti i capitoli!
Penso ne posterò quattro oggi e gli altri nei prossimi giorni, spero proprio vi piaccia, perché io l'adoro!

Un bacio, Ems.

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: LarryTranslations