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Autore: magic mellah    28/09/2013    4 recensioni
Scritta con _Met_ | presenza di due nostri OC | horror | yaoi
Mamoru/Touko | Reina/Hiroto | Shuuya/Shirou | Kidou/Fudou | Mahai/Atsuya |
Tredici ragazzi affittano una casa per una settimana, dove dieci anni prima si era svolto un omicidio di massa.
I tredici incominciano a vedere fantasmi, pozze di sangue per terra, e scritte strane sui muri. E qualcuno verrà anche impossessato.
Tratto dal settimo capitolo:
Un palmo. O meglio, una mano. Il segno di una mano, tinta di rosso. Forse qualcuno che aveva bisogno di aiuto, molto probabilmente.
Era piccola. Sicuramente apparteneva ad una bambina.
Vi erano anche dei capelli neri, color pece, molto lunghi.
Genere: Horror, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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•  capitolo otto.
 

La mattina seguente Momo si svegliò presto dato che la sera precedente si era addormentata in un batter d’occhio. La Tsunami invece non aveva chiuso occhio, linee scure le contornavano gli occhi gonfi e arrossati, un chiaro segno che la ragazza aveva pianto.
«Cosa ti è successo?» chiese la Rie preoccupata per l’amica.
La ragazza riccia scosse il capo con non curanza.
«Tranquilla, sto bene.» rispose cercando di mantenere un tono tranquillo e calmo.
«Atsuya?» chiese l’azzurra.
Mahai annui leggermente.
«Vedrai che si riprenderà.» cercò di tirarle su il morale Momo.
«Andiamo a fare colazione.» cambiò argomento Mahai.
La Rie non fece nemmeno in tempo a rispondere che la sua coinquilina era già scesa. Così si cambiò e scese giù anche lei.
In cucina c’erano tutti tranne Akio, Yuuto e Atsuya.
I primi due probabilmente stavano ancora dormendo, mentre il terzo non aveva chiuso occhio.
Il ragazzo col ciuffo scese qualche minuto dopo le due ragazze. Akio ancora assonnato si diresse verso la credenza e prese una tazzina in cui vi verso del caffè. In quel esatto momento l’ampio lampadario di cristallo tremò. Tutti guardarono sconcertati il lampadario, tutti tranne Fudou che era troppo concentrato sulla sua bevanda scura per curarsi della scossa. Un secondo scossone e il pesante lampadario crollò sul ragazzo che si accasciò al suolo in una pozza di sangue e caffè. Passi pesanti si udirono dalle scale e tutti si voltarono verso la gradinata. Due occhi color rubino e una coda rasta spettinata apparvero in cima alle scale.
«Perché quelle facce? Sembra che abbiate assistito ad un omicidio.» scherzò Yuuto ancora assonnato.
E solo allora il ragazzo si rese conto che Fudou non era lì con loro.
«Aspettate… d- dove Akio?» balbetto preoccupato Kidou.
Non ricevette alcuna risposta solo un gemito strozzato.
«A - Akio?» balbettò Yuuto scendendo di corsa le scale. 
Yuuto rimase a bocca aperta davanti a quell’orribile spettacolo. Si accucciò sulle mattonelle della cucina, vicino al corpo dell’amato e inizio a togliere frammento per frammento ogni singola scheggia di cristallo.
Ma Akio poggiò una mano su quella del compagno in un chiaro segno che doveva smetterla perché lui prima di tutti aveva capito che la sua fine era giunta.
«Basta Yuuto…» sussurrò piano Fudou come se anche solo respirare gli fosse difficile, tossi e poi continuo:
«T - Ti prometto che ci rivedremo.» promise Akio mentre chiudeva gli occhi per sempre.
Per vari minuti il regista non si mosse, rimase lì fermo a contemplare il corpo del suo ragazzo oramai spoglio di un qualunque frammento di vita. Senti una mano poggiarsi sulla sua spalla, ma non si volto per capire a chi appartenesse.
Sapeva già che quella mano apparteneva ad Haruya, che forse più di tutti lo capiva. Infatti il rosso aveva assistito alla morte dei propri genitori quando aveva a malapena otto anni.
Il ragazzo dagli occhi scarlatti lo guardò con occhi gonfi di lacrime.
Ma dal suo viso non scese nemmeno una lacrima.
Si alzo e uscì fuori dalla stanza con i pugni serrati.

«Com’è successo?» chiese il rasta dopo svariati momenti di silenzio.
«Il lampadario è crollato.» rispose Fuusuke in tono calmo.
«E Atsuya?» chiese sospettoso Yuuto.
«E’ in camera sua, non fa entrare nessuno.» rispose la Tsunami.
«Ne sei sicura?» chiese ancora Kidou.
La ragazza annui.
«E ora?» chiese Hiroto.
«Ora aspettiamo.» rispose Momo.
«Aspettiamo cosa? Che qualcun altro muoia?» chiese retorico il rasta in tono furioso.
Mahai scosse il capo.
«Dobbiamo capire, scoprire come sconfiggere la casa.» disse la Tsunami.
«Non potete sconfiggermi sciocchi.» disse la voce spettrale, ridendo.


La sera arrivò, e altri fatti inquietanti non erano accaduti.
Quasi tutto, eccetto che la Rie, erano in soggiorno, e visto che comunque la noia li ammazzava - tanto per sdrammatizzare -, i ragazzi si stavano guardando un film in tv.
Finalmente la ragazza con i capelli azzurri entrò in salotto, con un computer in mano. Quello del fratello Hiroto.
«Io dico di fare qualche ricerca.» sorrise, lei, come se quel pomeriggio non fosse accaduto nulla.
Era così la ragazza; prima era impaurita e paralizzata, e dopo qualche ora si calmava, e faceva finta di aver dimenticato tutto.
Guardò Atsuya, che era sul divano, accanto a Mahai, e poi si sedette per terra, accanto al fratello.
«Dovresti dirmi dove hai messo la chiavetta internet, perché poi ricerche non ne possiamo fare senza.» lui prese il computer e se ne andò in camera, segno che della faccenda se ne sarebbe occupato lui.
Ovvero cercare informazioni sulla casa, nonostante tutti ricordavano che cinque giorni prima aveva detto qualcosa su un uomo impossessato che aveva ucciso la famiglia.
Yuuto seguì il rosso, e Rie alzò le spalle, per poi prendere il telecomando e cambiare canale, con il disappunto di alcune persone.
Ma lei non se ne importò, e incominciò a guardare la televisione.



Hiroto chiuse la porta, quando dopo venne riaperta, e vide che era il rasta.
Disse solamente un "oh" e poi si sedette sul letto, seguito da Kidou.
Inserì la chiavetta nel computer, e poi aprì internet digitando parole quasi messe a caso, sulla casa in montagna e dove si trovasse di preciso.
Aprì un articolo di dieci anni prima, e videro che la casa era la stessa in cui erano loro, visto che vi era una foto. I due si irriggidirono, quando videro che la porta mostrava in bella vista una grossa chiazza di sangue.
Incominciarono a leggere.
"Delitto in montagna, uomo ammazza la famiglia. Gente che passava di lì, alpinisti, o altre persone che venivano in casa, sentivano urli, persone che sentivano gridare una donna, che diceva che era impossessato ancora non si sa chi. A quanto pare, i corpi della moglie e dei tre figli sono scomparsi, molto probabilmente nascosti dal capo famiglia. Sembra che abbia ucciso tutti nel letto. La moglie mentre leggeva, dato il romanzo ai piedi del letto, aperto, con del sangue sopra, e i due gemelli maschi uccisi nel sonno. Molto probabilmente la bambina era riuscita a scappare, e si era diretta in cantina, visto che dentro ad un freezer ci sono sue impronte. La casa verrà abbatuta il prima possibile e-"
«... è finito.» disse Yuuto, sbigottito.
«Ma è impossibile che un articolo termini così! E la casa non è stata venduta poi...»
«Hiroto, voglio solo sapere da chi diamine hai affittato questa fottuta casa!»
Lui abbassò lo sguardo, con qualche gocciolina che gli colava dalla fronte.
«Sono andato in un agenzia... E lì ho ho affittato la casa.»
Kidou deglutì spaventato, visto che il computer si era spento di scatto, ma Hiroto lo rassicurò, dicendogli che faceva così sempre. Si diedero la buonanotte, e si misero a dormire.


Rie sbadigliò, chiudendo la tv. Era da sola nel salotto, visto che tutti dormivano.
O meglio, quasi tutti; Fuusuke era entrato come aveva fatto Akio la sera precedente, dalla porta, e la guardava.
«Fuusuke...»
«Rie...»
Era da tempo che non si parlavano, e avevano quasi perso confidenza a tal punto da chiamarsi per cognome.
Lui si sedette, mentre lei si stava alzando, ma le prese la mano, facendola risedere.
«Uhm... anche il corpo di Akio è scomparso.»
«Già...» rispose solamente Momoko, stanca.
«Vorrei chiederti una cosa da tanto tempo.» 
«Dimmi.»
«Vorrei chiederti solo se non hai scelto Haruya perché sta per morire. Solamente per la sua malattia, per consolazione. Vorrei solo sapere se in tal caso avresti scelto me.»
La ragazza si alzò, decisa ad andarsene, senza dire niente.
E il giorno seguente era il sesto, e pensavano tutti che sarebbe finito quel maledetto incubo, finalmente. 



angolo autrici c:
eccoci qui ad aggiornare, finalmente.
oh yeah! manca poco e la fic è terminata, finalmente! c":
altri due capitoli (contando quel fantastico -wtf- epilogo che si trova nel settimo giorno) ed abbiamo terminato.
speriamo che sia di vostro gradimento il tutto, e noi scappiamo yay.

la cherry e la mari. c:
   
 
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